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-Cosa vuol dire felicità? perché è diversa dal piacere? in che punto del testo è citata? che rapporto ha col diritto? dalla felicità posso trarre legge morale? Felicità è un'idea che gli esseri razionali possiedono come una totalità assoluta, il massimo possibile del benessere, un progetto di vita; ma tutti i suoi contenuti sono empirici e variano di momento in momento e da persona a persona. Questo significa che, mentre non può essere negata la legittimità della ricerca della felicità, essa però non può fondare nessuna legge morale universale. Quindi: quando si deve valutare se un'azione è morale oppure no, dalla felicità bisogna fare astrazione. Non dobbiamo, cioè, prenderla in considerazione come motivazione valida per le nostre scelte: se lo facessimo, produrremmo regole mutevoli, soggettive e naturalisticamente determinate. Quello che rende felice me ora, può non rendere felici me o altri, domani. La felicità può ben essere compresa come un'idea della ragione, in quanto si riferisce a una totalità che è qualcosa di più di una collezione casuale di momenti lieti. Ma come darle dei contenuti razionali? A questa domanda si può rispondere in due maniere, entrambi insoddisfacenti: con una tautologia o con una definizione senza fondamento. Dalla felicità possiamo trarre solo dei consigli. Il piacere è recepito da un sentimento, la reazione personale alle rappresentazioni. Si parla della felicità nel II° paragrafo dell’Introduzione alla Metafisica dei costumi (“Idea e necessità di una mdc”). -Quante sono le facoltà cogntive? Le facoltà cognitive sono tre: l’intelletto, i sensi e la ragione. -Cosa vuol dire Metafisica dei costumi? Perché per Kant è necessaria? Con Kant Metafisica acquisisce un nuovo significato, prima era la branca della filosofia che studiava l’essere in quanto tale, nata con Parmenide. Letteralmente invece vuol dire “dopo la fisica”. Per kant Metafisica significa lo studio dei principi a priori che strutturano il mondo. Scrive due metafisiche, una sulla natura e una sui costumi, entrambe successive a una critica. Scrive la mdc perché ha bisogno di disciplinare le leggi morali, che a differenza delle leggi naturali, non possono avere componenti empiriche, non sono meccanicistiche e si occupano di azioni non ancora compiute. Esse devono essere universali e non generali! -Cosa sono le leggi morali? risiedono in noi sottoforma di imperativi categorici -Qual è la differenza tra generale e universale? generale è valido per tutto ciò sin qui osservato. Universale è tutto ciò che è valido per il passato, presente e futuro. -Quali sono le caratteristiche dell’Imperativo categorico? cos’è l’i. ipotetico? quale legge descrittiva c’è alla base? L’imperativo categorico è un comando incondizionato, la legge morale. Kant fornisce 3 formulazioni: -agisci in modo che la tua massima possa essere elevata a legge universale. -agisci così da usare sia l’umanità che te stesso sempre
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Publisher
A.A. 2020-2021
10 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DebCasse121 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di filosofia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Pievatolo Maria Chiara.