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Dimensioni di YFF
1. Autonomia: quanto la persona è determinata e indipendente; capace di resistere alle pressioni sociali e regolare il proprio comportamento sulla base dei propri norme/valori;
2. Controllo ambientale: quanto la persona ha padronanza e competenza nel gestire l'ambiente, quanto fa buon uso delle opportunità offerte dalle circostanze;
3. Crescita personale: quanto la persona ha la sensazione di essere in continuo sviluppo, si percepisce in crescita e in espansione, aperta a nuove esperienze e sente di poter sviluppare le proprie potenzialità;
4. Relazioni positive con gli altri: quanto la persona ha relazioni interpersonali affettuose, soddisfacenti, basate su una reciproca fiducia, si preoccupa del benessere altrui ed è capace di empatia;
5. Scopo nella vita: quanto la persona ha degli obiettivi da raggiungere e un forte senso di direzionalità, quanto persegue obiettivi che danno uno scopo alla sua vita;
6. Accettazione di sé: quanto la persona
La persona ha un atteggiamento positivo verso sé stessa, riconosce e accetta i diversi aspetti di sé, comprese le buone e le cattive qualità.
9) QUALITÀ DELLA VITA E LEGAME CON LO STATO DI SALUTE PERCEPITO
Oggi, quando si parla di stato di salute percepito, ci si riferisce alle informazioni e alle percezioni sulla propria condizione di salute riportate dagli individui stessi e dunque si attribuisce importanza agli esiti che hanno effettiva rilevanza per i pazienti. Si tratta di un indicatore globale soggettivo di stato, che riflette la complessa valutazione che la persona compie basandosi sulla propria esperienza di vita e sulle conoscenze riguardo alle cause e alle conseguenze della malattia. La qualità della vita legata alla salute riguarda quella varietà di aspetti che sono influenzati dai cambiamenti nel proprio stato di salute e che sono importanti per la persona. Anna Bowling nel 2002 lo definisce come l'insieme dei livelli di funzionamento fisico,
psicologico e sociale, l'impatto della condizione di salute sul funzionamento emotivo, fisico e sociale della persona e sui suoi stili di vita e fini e, infine, i livelli di soddisfazione del paziente per il trattamento, gli esiti delle cure, lo stato di salute e le prospettive future.
10) RELAZIONE TRA CARATTERISTICHE DI PERSONALITÀ E COMPORTAMENTI DI MALATTIA
Il rapporto tra personalità e salute è stato indagato nell'ambito della relazione tra personalità, suscettibilità generale alla malattia e sviluppo di disturbi e malattia somatiche specifiche. Il problema dei tratti che definiscono in modo stabile la struttura di base della personalità è stato affrontato secondo tre principali approcci: il modello a tre fattori (nevroticismo, introversione/estroversione e psicoticismo), il modello a cinque fattori (nevroticismo, estroversione, coscienziosità, gradevolezza e l'apertura all'esperienza) e l'approccio
multidimensionale (ipotizzal'esistenza di una grande varietà di tratti di personalità o caratteristiche individuali piuttosto stabili nel tempo). I tratti di personalità più studiati in psicologia della salute sono: nevroticismo, estroversione, coscienziosità, tipo D e tipo A.
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Il nevroticismo è il nome dato da Eysenck nel 1990 per stabilire una dimensione di personalità che si colloca su un continuum dalla stabilità emotiva al comportamento "nervoso". È fortemente associato alla dimensione dell'affettività negativa ed è caratterizzato da ansia, preoccupazione, tristezza e rabbia. Il nevroticismo appare strettamente connesso alla presenza sia di sintomi somatici sia di disagio psicologico. La presenza di questo tratto è indicativa di una mancanza di benessere soggettivamente percepito. Alti livelli di nevroticismo si associano a affaticamento cronico, ulcere e malattie coronariche.
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La
vita.3.L'estroversione comprende caratteristiche quali la socievolezza, l'assertività, la dominanza e l'energia. La sua relazione con la salute è complessa, infatti è emerso che moderati livelli di questa si associano a un migliore stato di salute percepito dai soggetti, ma alti livelli di estroversione associati a nevroticismo predicono una salute peggiore. Secondo alcuni studi, l'estroversione funziona come fattore protettivo nei riguardi dei disturbi psichici, poiché è negativamente associata alla suicidalità e ai sintomi clinici in generale. Altri studi hanno messo in evidenza come alti livelli di estroversione portino a ricercare sensazioni nuove ma nocive (disturbi della condotta, consumo di alcool).
4.Denollet (2000) ha elaborato il costrutto di tipo D, o personalità distressed. Il costrutto di tipo D si identifica dalla compresenza di due tratti globali di personalità associati ai più importanti
Eventi per la salute cardiovascolare: l'affettività negativa e l'inibizione sociale. Questo tipo di personalità lo ritroviamo nei pazienti cardiovascolari con maggior rischio di prognosi negativa (molti presentano il bisogno di un trapianto di cuore). Inoltre, ritroviamo questo tratto anche in pazienti con un disagio psicologico cronico, con disturbi psicosomatici e in pazienti coronarici con rischio di decorso negativo.
5. Friedman e Roseman (1959) definiscono il tipo A di personalità come un pattern comportamentale risultante dalla combinazione di alcune caratteristiche specifiche: forte orientamento a raggiungere il successo in obiettivi scarsamente definiti, profonda e radicata inclinazione a competere, persistente desiderio di riconoscimento e avanzamento della propria posizione, continuo coinvolgimento in funzioni multiple e diverse costantemente sottoposte a scadenze, propensione ad accelerare la velocità di esecuzione di funzioni fisiche e mentali.
e infine, straordinario stato di allerta fisica e mentale. Attualmente il tipo A è dato a un insieme di predisposizioni cognitive, emotive e comportamentali tra loro interconnesse, fra cui le principali sono: eccessiva competitività, ostilità e rabbia, pressione temporale. È un possibile fattore patogenetico per le malattie cerebrovascolari, infatti è emerso che pazienti che hanno avuto malattie cerebrovascolari mostrano di avere un pattern comportamentale di tipo A e un livello di pressione sanguigna significativamente più alto e lesioni coronariche più estese. Gli individui che presentano il tipo A di personalità sono anche a rischio di depressione e riferiscono una storia di intenzioni suicidarie. Il tipo A si associa anche a temperamento ciclotimico. Il pattern ostile è una delle componenti del tipo A di personalità. Quando si parla di ostilità, si parla di un atteggiamento negativo verso gli altri accostato a.sentimento quali animosità, risentimento e rabbia cronica. Possiamo avere tre tipi di pattern ostili. Uno undercontrolled in cui la rabbia è esperita emozionalmente e trasferita in comportamenti aggressivi; uno overcontrolled in cui la rabbia viene esperita, ma ne viene inibita l'esteriorizzazione e uno suppressed in cui la rabbia non viene esperita emozionalmente, ma i suoi effetti vengono mostrati attraverso comportamenti indiretti e somatizzazioni. Gli individui identificati come ostili presentano un rischio di cardiopatia ischemica due volte maggiore di individui non ostili. È evidente negli studi recenti il rapporto tra pattern ostile e malattie cardiovascolari, neuroendocrine e del sistema immunitario. Inoltre, gli individui ostili presentano problemi a livello fisiologico, psicologico e comportamentale. 11) PSICOLOGIA POSITIVA Enfatizza il ruolo delle risorse e delle potenzialità dell'individuo anziché concentrare l'attenzione e laprospettiva terapeutica sulle carenze, deficit e patologie. Il focus della ricerca si sposta da "riparare ciò che non funziona" a "costruire qualità positive e potenziare capacità di resistenza e adattamento", "attenzione a risorse personali che permettono la crescita e sviluppo dell'individuo" e "valorizzazione di risorse come: creatività, ottimismo, prospettiva futura, esperienza ottimale". 12) FLOW EXPERIENCE è una condizione di benessere, che deriva da uno stato di coscienza provato durante lo svolgimento di compiti attività impegnativi aspetti quali l'individuo percepisce di disporre di capacità personali per farvi fronte. Restituisce un feedback immediato circa l'efficacia delle proprie azioni. Si ha una presenza di elevata concentrazione, senso di controllo personale, alterata percezione del tempo che appare dilatato e sembra scorrere in modo diverso rispetto al tempo.iniziale o di ascolto attivo si compone di accoglienza e definizione dei ruoli, identificare motivazioni, aspettative e della descrizione sintetica dei problemi del cliente. Nella fase intermedia o di esplorazione troviamo una valutazione degli stati emotivi, delle cognizioni, del comportamento; una definizione e una condivisione degli obiettivi nel quale si postula uno scenario ideale; la valutazione di costi e benefici delle strategie usate dal cliente per il conseguimento dell'obbiettivo desiderato e dei propri scopi e infine, troviamo la definizione e condivisione della metodologia d'intervento. La fase conclusiva prevede una sintesi delle informazioni raccolte, una valutazione dei progressi raggiunti e una pianificazione per il futuro.Conclusiva o dipromozione del cambiamento include l'individuare strategie di coping funzionali al raggiungimento dell'obbiettivo desiderato e dei propri scopi.
14) Colloquio clinico