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Studio dei correlati etiologici e diagnostici della salute e dell'amalattia

I fattori psicologici implicati nell'eziologia delle malattie e gli indicatori utili per la verifica dell'efficacia di specifiche tecniche, ad esempio tecniche per ridurre l'ansia e uso di analgesici durante procedure diagnostiche invasive, vengono indagati in questo campo di studio. La psicologia della salute include contributi di epidemiologia, psicologia di base e altri campi di ricerca utili per varie discipline legate alla salute.

Sistemi di tutela della salute e politiche per la salute

Questo campo di studio si concentra sui fattori comportamentali associati al mantenimento della salute, al miglioramento della qualità della vita dei pazienti e allo studio delle interazioni sociali tra i professionisti della cura e i pazienti, agli interventi con i gruppi. La Psicologia della Salute svolge un ruolo fondamentale nell'analisi e nel miglioramento del sistema sanitario, implicando anche una componente politica.

nel senso che le misuresanitarie raccomandate dai professionisti della Psicologia della Salute dovrebbero essereimplementate attraverso il sistema sanitario pubblico per raggiungere un numero maggiore dipersone. Tuttavia, a seconda del paese in cui troviamo, questo obiettivo è ancora qualcosa diutopico.

Descrivi i compiti futuri dello psicologo della salute

Tra i compiti futuri dello psicologo della salute (Michie, 2004) troviamo:

  • Confrontarsi con le disparità attuali che determinano disuguaglianze e differenze sulla salute.
  • Modellare il proprio operare in base ai differenti contesti ed esigenze.
  • Fornire una prestazione professionale senza pregiudizi e con particolare investimento di risorse nei confronti di categorie in difficoltà (es. senza tetto, rifugiati).
  • Avere consapevolezza che diseguaglianze sociali e povertà sono i principali determinanti dello stato di salute degli individui.
  • Assumere un ruolo sempre più collegato alle questioni sociali e politiche che influenzano la salute delle persone.
sociali. Spostare l'attenzione da modelli individualistici dei comportamenti rilevanti per la salute a modelli collettivi basati sulla popolazione. Sviluppare ricerche in una prospettiva ecologica. Impegno sul fronte delle politiche sociali e della distribuzione delle risorse. In che modo può essere utilizzato il neurofeedback al fine di incrementare le capacità di regolazione emotiva di un individuo? Il neurofeedback è una metodologia che aiuta a tenere sotto controllo l'attività cerebrale e le emozioni ed è stata testata anche sui più giovani. La difficoltà nell'affrontare le emozioni e tenerle sotto controllo può provocare disagi psicologici di varia natura, quando addirittura non si arriva (nel caso di eventi emotivamente catastrofici) a vere e proprie sindromi psichiatriche. Questo è vero soprattutto in età evolutiva: i traumi giovanili possono contribuire a sviluppare successivamente problemi di depressione.

ansia, e anche peggio. Esistono varie tecniche per aiutare le persone a controllare le emozioni, fra queste c'è il neurofeedback, una metodologia con cui informazioni sulle variazioni dell'attività neurale di un individuo vengono fornite allo stesso individuo in tempo reale, permettendogli di autoregolare questa attività (ottenendo così un cambio nel comportamento del paziente). Questa metodologia è già in uso a scopo terapeutico sugli adulti, ma non è mai stata testata sui più giovani, che sono fra i soggetti più vulnerabili e che maggiormente potrebbero giovare dell'efficace controllo delle proprie emozioni.

Illustra il modello multilivello della regolazione emotiva proposto da Braunstein e colleghi (2017). Un recente lavoro di Braunstein e colleghi (2017) si è concentrato su uno schema di classificazione multilivello che fa leva sulla distinzione tra forme di regolazione esplicite e implicite.

La caratteristica chiave di questo schema è la sua concettualizzazione delle operazioni psicologiche alla base delle strategie di regolazione delle emozioni in termini di due dimensioni ortogonali: (i) la natura dell'obiettivo della regolazione delle emozioni (che va da implicito/inconscio a esplicito/conscio) e (ii) la natura del processo di cambiamento emotivo (che va da automatico a controllato). Incrociando queste due dimensioni, due classi catturano la maggior parte delle forme di regolazione comunemente studiate: regolazione delle emozioni controllata in modo esplicito, che implica un obiettivo di regolazione esplicito e processi di cambiamento controllati, e regolazione delle emozioni automatica implicita, che implica un obiettivo di regolazione implicito e processi di cambiamento più automatici. Le altre due classi sono ibridi che derivano da combinazioni meno studiate, ma comunque potenzialmente importanti, relative agli obiettivi e ai processi regolatori (cioè

espliciti automatici e impliciti controllati). Spiega il rapporto tra regolazione emozionale e salute.

Le conseguenze dell'emozione oltrepassano il livello individuale e sono anche sociali. Il paradosso è che la condivisione dell'emozione porta a riattivare l'esperienza negativa stessa. del social shering. Tuttavia, la condivisione di emozioni negative favorisce l'empatia, l'intimità e i comportamenti reciproci di attaccamento. Invece, la soppressione della risposta emozionale favorisce - a livello individuale - un incremento dell'arousal e un decremento delle prestazioni cognitive; mentre, a livello sociale, favorisce una riduzione dei comportamenti di affiliazione (Butler e Gross, 2009). La soppressione della risposta emozionale comporta costi a livello fisiologico compensati da benefici a livello sociale. In questo caso, gli individui esprimono le loro emozioni nelle relazioni in cui vi è attenzione per il proprio benessere (communal relationship).

Inoltre, l'espressione delle emozioni produce benefici sociali, cognitivi e fisiologici nelle communal relationship rispetto alle noncommunal relationship (Clark e Finkel, 2004). L'inibizione sociale delle emozioni può però comportare delle ricadute sulla salute sia a lungo termine che a breve termine. Ad esempio, alcuni studi hanno dimostrato come l'inibizione sociale delle emozioni sia connessa allo sviluppo di cardiopatie e, se associata ad affettività negativa, ad un ipofunzionamento del sistema immunitario. Gli effetti a breve termine della inibizione sociale delle emozioni sono connesse ad un incremento dell'attivazione simpatica. Inoltre, in questo caso può essere generato un residuo emozionale, ovvero un vissuto o una manifestazione implicita dell'emozione che favorisce l'insorgere di pensieri di carattere intrusivo, tramite due possibili processi: una forma di attività involontaria che si presenta con.l'attivazione di ricordi automatici; la ruminazione, attività cognitiva volontaria e conscia risultante dalla valutazione soggettiva del mancato raggiungimento di uno scopo, volta a ripristinarlo. In aggiunta, l'inibizione delle emozioni può comportare l'emergere di difficoltà relazionali, le quali a loro volta possono sviluppare delle conseguenze negative per il nostro stato di salute. Tra queste, ad esempio, rientra la carenza di supporto sociale che può derivare da una mancata condivisione di emozioni negative con gli altri; ciò a sua volta può generare uno stato di isolamento dell'individuo, manifestandosi come un coping poco adattivo di fronte agli stressor che ha conseguenze negative per il benessere psicofisico. Illustra la differenza tra soppressione emotiva e rivalutazione cognitiva delle emozioni. In uno studio sperimentale, Goldin e colleghi (2008), sono partiti dall'assunto che le strategie di regolazione delle emozioni possono avere effetti diversi sul benessere psicologico.emozioni negative, mentre nella condizione di soppressione espressiva erano invitate a controllare le loro espressioni facciali e a nascondere le emozioni negative. Durante la scansione fMRI, alle partecipanti sono stati mostrati dei filmati emotivamente carichi, mentre venivano registrate le attività cerebrali. I risultati hanno mostrato che la rivalutazione cognitiva ha avuto un impatto significativo sulle attività cerebrali associate alle emozioni, riducendo l'attivazione dell'amigdala e aumentando l'attivazione della corteccia prefrontale mediale. D'altra parte, la soppressione espressiva ha avuto un impatto significativo solo sull'attivazione della corteccia prefrontale mediale, suggerendo che questa strategia agisce in una fase più tardiva del processo di generazione delle emozioni. Questi risultati forniscono una migliore comprensione dei meccanismi neurali sottostanti alle diverse strategie di regolazione delle emozioni e potrebbero avere implicazioni per lo sviluppo di interventi terapeutici mirati a migliorare la gestione delle emozioni.

reazioni emotive; nella condizione di inibizione erano invitate a rimanere impassibili senza mostrare le emozioni provate. I risultati hanno mostrato che la rivalutazione ha prodotto risposte precoci (0-4,5 sec) della corteccia prefrontale (PFC), una diminuzione dell'esperienza emotiva negativa e una diminuzione dell'amigdala e delle risposte insulari. La soppressione ha prodotto risposte PFC tardive (10,5-15 sec), diminuzione del comportamento e dell'esperienza emotiva negativa, ma aumento dell'amigdala e delle risposte insulari. Questi risultati hanno dimostrato l'efficacia differenziale della rivalutazione e della soppressione sull'esperienza emotiva, sul comportamento facciale e sulla risposta neurale e hanno evidenziato interessanti differenze nelle dinamiche temporali di queste due strategie di regolazione delle emozioni. I risultati hanno anche mostrato che il reappraisal compare più precocemente rispetto all'inibizione espressiva. Inoltre vi

È un interessante associazione tra inibizione espressiva, decremento della risposta comportamentale legata all'emozione negativa, decremento dell'intensità del vissuto relativo all'emozione negativa e maggiore attivazione dell'amigdala. Il reappraisal si associa invece a una riduzione dell'intensità negativa e a una riduzione dell'attivazione dell'amigdala del vissuto relativo all'emozione. Il fatto che le varie forme di regolazione delle emozioni agiscono in momenti differenti non indica che esse siano indipendenti. Uno studio di Gross (1998) ha infatti dimostrato l'interdipendenza tra le strategie di regolazione emozionale. Le differenti strategie di regolazione emozionale (ad es. inibizione delle emozioni negative, reappraisal) si collocano in momenti diversi del processo generativo dell'emozione e hanno effetti diversi sul processo stesso (con maggiori effetti negativi sulla componente fisiologica nel caso del reappraisal).dell'inibizione del comportamento espressivo). Descrivi gli antecedenti e le conseguenze della regolazione emozionale come definiti da Gross. Gross (2007) descrive i seguenti antecedenti della regolazione emozionale: - Stimoli situazionali: eventi esterni che possono influenzare le emozioni di una persona, come ad esempio una situazione stressante o un evento positivo. - Stimoli interni: pensieri, ricordi o immagini mentali che possono influenzare le emozioni di una persona. - Processi cognitivi: come una persona interpreta e valuta una situazione può influenzare le sue emozioni. - Processi fisiologici: le reazioni fisiche del corpo, come ad esempio il battito cardiaco accelerato o la sudorazione, possono influenzare le emozioni di una persona. Le conseguenze della regolazione emozionale possono includere: - Benessere emotivo: una regolazione efficace delle emozioni può portare a un miglioramento del benessere emotivo e della soddisfazione nella vita. - Salute mentale: una regolazione inadeguata delle emozioni può contribuire allo sviluppo di disturbi mentali come l'ansia o la depressione. - Relazioni interpersonali: la capacità di regolare le emozioni può influenzare la qualità delle relazioni con gli altri, ad esempio la capacità di gestire conflitti o di esprimere empatia. - Prestazioni cognitive: una regolazione efficace delle emozioni può favorire la concentrazione e la memoria, migliorando le prestazioni cognitive. In sintesi, la regolazione emozionale è influenzata da diversi fattori e può avere un impatto significativo sul benessere emotivo, la salute mentale, le relazioni interpersonali e le prestazioni cognitive.
Dettagli
A.A. 2021-2022
53 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sicilianothomas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della salute e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Covelli Venusia.