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Baker parla di dislocazione a proposito di mohawk
Per chiarire come mai nel mohawk c’è grande libertà nell’ordine delle parole,
Baker introduce il concetto di dislocazione. Sia in italiano sia in inglese sono
permesse frasi che i linguisti chiamano strutture con dislocazione a sinistra, in
quanto l’oggetto del verbo è dislocato verso sinistra, a inizio frase.
In italiano e in inglese la dislocazione è possibile solo se dentro la frase c’è
un pronome che corrisponde all’oggetto dislocato. Analogamente si parla di
dislocazione a destra.
Un esempio in italiano di frase con dislocazione potrebbe essere: “la frutta, i
bambini la mangiano controvoglia”.
14) il parametro della polisintesi: datene la formulazione e commentatela.
secondo il parametro della polisintesi il verbo deve contenere un’espressione
esplicita di ognuno dei partecipanti principali (soggetto, oggetto, oggetto
indiretto) all’azione che esso descrive.
Il parametro della polisintesi non solo ci dice che tutti i partecipanti principali
dell’azione descritta dal verbo devono essere espressi grammaticalmente,
ma precisa anche come essi devono essere espressi.
Per questo motivo, quello della polisintesi è un parametro che vale per alcune
lingue – I ma non per altre.
Il mohawk sottostà al parametro della polisintesi, l’italiano no.
15) cosa intende il Baker per Homo rigidus, Homo qualunqus e Homo
parametricus?
Baker suppone che ci siano tre tipi di esseri umani: l’homo rigidus, il cui
genoma specifica una grammatica fissa completa; l’homo qualunqus, il cui
genoma non specifica alcun principio grammaticale; e l’homo parametricus,
con un genoma intermedio, che specifichi una grammatica fissa ma lasci
anche alcune opzioni aperte alla determinazione dell’esperienza.
16) Spiegate perché Baker è scettico sull’ipotesi che le lingue polisintetiche
possano svilupparsi e prosperare solo in comunità piccole.
Il Baker richiama l’attenzione sul fatto che le lingue esistenti non sono un
campione rappresentativo e quindi può essere pericoloso considerarle per
riferirsi a un contesto più ampio.
La complessità morfologica delle lingue polisintetiche non è riflesso della
complessità culturale.
Baker sostiene che è un caso e infatti esiste una lingua polisintetica (una
delle più polisintetiche di tutte) che era parlata da una società evoluta. La
“prova” che sia un caso sono gli atzechi che erano tecnologicamente avanzati
( a livello degli spagnoli) eppure parlavano una lingua polisintetica.
17) Perché Baker è scettico sull’ipotesi che la diversità linguistica favorisca
una rapida evoluzione creando gruppi etnici isolati che possono evolversi
indipendentemente biologicamente e culturalmente, diversificando così la
nostra varietà di specie?
Baker sostiene che anche se da una parte questa diversificazione è benefica
per la specie in quanto tendiamo a considerare le persone che parlano la
nostra stessa lingua potenziali alleati e coloro che non la parlano avversari;
ma non è un beneficio che possa essere attribuita all’evoluzione. Viceversa la
capacità di parlare lingue diverse dovrebbe essersi evoluta in modo da
promuovere la “solidarietà di gruppo”.