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AAABBB
Per determinare che la sesta lettera è una B devo guarda la quinta ma anche la sequenza in cui vedo che 3 A sono seguite
da 2 B. n
A B)
(
La grammatica è di tipo AB / ABAB/ ABABAB, ed è quindi a stato finito, perché per determinare la lettere
che comparirà al punto n è sufficiente guardare la lettera precedente.
STP – 2° anno | Buendìa
20 [FILOSOFIA DELLA MENTE, LOGICA E LINGUE NATURALI]
Lisa Borra
16. capacità sintattiche nei tamarini
Le abilità di analisi che superano il livello delle grammatiche a stati finiti sono presenti anche nei tamarini?
Due grammatiche per generare stringhe audio senza senso, costituire da sillabe consonantevocale.
⋅ Due classi di suono: A e B
⋅ Ognuna formata da 8 diverse sillabe con struttura consonante vocale
⋅ Sillabe delle tue classi chiaramente distinguibili sia dalle scimmie che dagli umani: sillabe B pronunciate da un
uomo e A da una donna. n
AB
⋅ Grammatica a stati finiti GSF: dove sillaba a seguita da B e ripetuta n volte.
n n
A B
⋅ Grammatica a struttura sintagmatica GSS: struttura dove dopo ogni sillaba A devono venire n
sillabe di tipo B. la più semplice possibile senza assomigliare ad una a stato finito, permette di studiare la
capacità dell’animale di padroneggiare una grammatica senza fattori di disturbo.
In entrambe le grammatiche n = 3, per ognuna delle grammatiche 64 stringhe.
Esperimento: divisione dei tamarini in due gruppi, uno per grammatica.
Familiarizzazione: ogni gruppo esposto per 20 minuti a 60 stringhe secondo la grammatica di appartenenza
Esperimento: test individuale, il giorno dopo, per una rifamiliarizzazione di due minuti con la grammatica
d’appartenenza.
Ogni tamarino testato con 8 stringhe: 4 con grammatica familiarizzata e 4 no. Il giorno del test il tamarino viene portato
in una camera insonorizzata e vengono presentati gli stimoli prova. Per verificare se padroneggiava la grammatica si
misurano gli sguardi verso un auto parlante nascosto entro 2 secondi dallo stimolo (indice di sorpresa).
Risultati
⋅ Grammatiche GSF: nel 72% gli stati agrammaticali attirano l’attenzione. Le differenze tra i due segnali
acustici sono state recepite.
⋅ Grammatiche GSS: falliscono il test, il 29% osserva le stringhe violate, il 31% gli stimoli coerenti. Il fallimento
non è da imputare a disturbi esterni, ne alla lunghezza delle sequenze (tutte di 3), quindi nella memoria di
lavoro nei tamarini. Hanno quindi difficoltà a padroneggiare le grammatica a struttura sintagmatica.
Gli umani nel 93% riconoscono variazioni in entrambe le grammatiche.
STP – 2° anno | Buendìa
21 [FILOSOFIA DELLA MENTE, LOGICA E LINGUE NATURALI]
Lisa Borra
17. capacità sintattiche negli storni
Lo storno, passeriforme di 20 cm, vive in campagna o in città. Produce canti decomponibili in unità acustiche di base:
trilli e singulti. Registrati 8 trilli e 8 singulti prodotti da uno storno maschio adulto usati poi per produrre una
grammatica a struttura sintagmatica: 2
AB)
(
∇ Grammatica a stati finiti: = trillo singulto trillo singulto
2 2
A B ¿
∇ Grammatica a struttura sintagmatica: ( = trillo trillo singulto singulto
Generate 4096 sequenze delle due forme, selezionate 8 sequenze usate per condizionamento iniziale.
Condizionamento 1: L’apparato di sperimentazione era composto da tre porticine comandate a distanza con un
contenitore sotto la porticina centrale in cui lo storno aveva accesso al cibo alle condizioni che stiamo per
descrivere.
o FASE 1: dopo che lo storno aveva individuato il contenitore come fonte di cibo, il cibo diventava
disponibile solo se lo storno beccava la porticina centrale quando dietro di questa si attivava un diodo
luminoso.
o FASE 2: non si attivava più il diodo luminoso, ma lo storno otteneva il cibo continuando a beccare
sulla porticina centrale. Subito dopo, ogni volta che lo storno beccava la porticina centrale, iniziava la
presentazione dello stimolo sonoro.
o FASE 3: è la fase di familiarizzazione con una delle due grammatiche. Per un primo gruppo di storni,
se beccavano la porticina centrale dopo aver sentito una delle sequenze prodotte dalla grammatica a
stati finiti c’era un rinforzo (ovvero, il cibo diventava disponibile nel solito contenitore). Invece, se
beccavano la porticina centrale dopo aver sentito una delle sequenze prodotte dalla grammatica a
struttura sintagmatica c’era una punizione (la luce nella gabbia si oscurava per un istante). Per un
secondo gruppo di storni il rinforzo era associato alla grammatica a struttura sintagmatica e la
punizione alla grammatica a stati finiti.
Risultati: 9 deli 11 storni imparano a distinguere le 2 sequenze. Il ritmo di acquisizione variava. Dato che nella fase di
condizionamento sono state usate le stesse 16 sequenze può essere che le avessero imparate a memoria? Per escludere
questa possibilità gli sperimentatori hanno cambiato improvvisamente gli stimoli per i 4 storni più abili. Al posto di
usare i 16 iniziali usarono 16 nuovi con caratteristiche simili. Vi è calo di prestazione ma dimostrano di distinguere
ancora i nuovi stimoli.
Un ulteriore controllo è stato introdotto introducendo una sessione successiva a quella di condizionamento, la sessione
di indagine (probe session). L’80% delle sequenze usate nella sessione di indagine erano già state usate nella fase di
condizionamento e il rinforzo/punizione associato a queste sequenze era molto simile a quello appena descritto. Il
restante 20% delle sequenze non era stato usato nella fase di condizionamento, anche se avevano la stessa forma, ovvero
(AB)2 o (A2B2). Crucialmente, rinforzo e punizione erano associati a caso a queste nuove sequenze. Infatti, nel 40%
dei casi le nuove sequenze elicitivano un rinforzo (cibo), nel 40% elicitavano una punizione (una pausa senza poter
ricevere cibo), e nel 20% dei casi non elicitavano alcuna conseguenza.
Per escludere la possibilità di andare ad esclusione (imparare una grammatica e semplicemente distinguerla dal resto) gli
sperimentatori crearono 16 nuove sequenze che non erano ne a grammatica finita ne sintagmatica, ma agrammaticali. 4
uccelli hanno distinto le sequenze agrammaticali dalle sequenze finite, 3 su 4 hanno distinto quelle agrammaticali da
quelle sintagmatiche. Inoltre distinguono le due grammatiche anche a sequenze più lunghe con n= 3 o n=4.
STP – 2° anno | Buendìa
22 [FILOSOFIA DELLA MENTE, LOGICA E LINGUE NATURALI]
Lisa Borra
Perche storni e tamarini agiscono diversamente?
Diverso setting sperimentale: gli storni vivono una fase di condizionamento con rinforzo/punizione lunga,
mentre i tamarini molto breve.
Può essere che solo le specie in grado di acquisire modelli di vocalizzazione sappiano padroneggiare strutture
ricorsive della grammatica sintagmatica.
Ciò mette in dubbio l’ipotesi di Chomsky, Fitch e Hauser per cui la sintassi ricorsiva sia solo umana, pare che la
differenza sia solo quantitativa. Se ciò è vero dimostra che Chomsky and co hanno dato fin troppa importanza ad
exattamento e spandrel, a scapito della selezione naturale “semplice”.
STP – 2° anno | Buendìa
23 [FILOSOFIA DELLA MENTE, LOGICA E LINGUE NATURALI]
Lisa Borra
1. Relativismo linguistico
Tesi Sapir – Whorf: il possesso di una lingua determina il modo di pensare.
Diverso dal determinismo linguistico: il linguaggio, in generale, determina categorie di pensiero.
Tesi relativista forte: l’organizzazione del pensiero corrisponde all’organizzazione della frase che
esprime il pensiero in una certa lingua.
• Perché questo non è credibile?
Indicali: frasi povere per esprimere concetti ricchi: “sta piovendo” piove, fuori, ma
o vicino,…
Ambiguità lessicale: parole ambigue ma che esprimono concetti non ambigui
o “arco”.
Ambiguità strutturale: se la lingua determinasse in modo rigido il pensiero non
o sarebbero possibili frasi ambigue: “ho salutato un uomo col cappello”.
Zio Piero: parole povere esprimono pensieri ricchi: “zio Piero” fratello di mia
o madre / fratello di mio padre / ha sposato la sorella di mia madre / ha sposato la
sorella di mio padre. Io che pronuncio la frase conosco la relazione, ma la frase
letterale non la esprime.
Spesso, dunque, il contenuto linguistico è più povero del pensiero.
Tesi relativista debole: l’abitudine all’uso di una certa lingua e l’esposizione alle sue proprietà ci
predispone a soffermarci su determinati aspetti.
• I colori: secondo il relativismo linguistico ci si aspetta che i giudizi di tipo psicofisico sui
colori siano influenzati dal lessico di colore in ciascuna lingua.
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24 [FILOSOFIA DELLA MENTE, LOGICA E LINGUE NATURALI]
Lisa Borra
2. Blurro
Inglese = blurro blu + azzurro. Italiano = blu E azzurro.
Boroditsky e colleghi, esperimento con 24 inglesi blurro e 26 russi siniy e goluboy.
• Fase 1: mostrate a dei soggetti 4 quadrati con 4 tonalità di blu diverse e chiedere quali si
somigliano, 136 prove di discriminazione.
Within category trials: 2 colori entrambi blu o azzurri
o Cross category trials: 1 colore blu e uno azzurro.
o
• Fase 2: chiedere di categorizzare 20 gradazioni in
Dark blue o light blue
o Siniy o goluboy
o Determinare dunque se sono blu o azzurri.
• Condizioni:
Senza interferenza: non devono svolgere anche altri compiti
o Interferenza spaziale: devono tenere a mente una configurazione di 4x4 quadrati ci
o una certa tonalità ed alla fine della prova riconoscerla tra altre configurazioni.
Interferenza verbale: ricordare sequenza di 8 numeri tra 1 e 9, e riportarla alla fine.
o
Risultati:
Nella fase 1 il 96.5 degli inglesi e il 95.7 dei russi risponde correttamente. Entrambi i gruppi
sono più rapidi con colori molto differenti. I russi sono più veloci nel cross category trial
(100ms secondi in meno) ma solo nelle condizioni 1 e 2.
Interpretazione di Boroditsky: i risultati mostrano scarsa compatibilità con la tesi Sapir-
Whorf del relativismo forte, non vi sono difficoltà di accuratezza!
Ma i risultati rafforzano la tesi debole: sia inglesi che russi distinguono i 2 colori, ma
o i russi non possono fare a meno di distinguerli, si trovano a dover usare i 2 termini in
maniera convenzionale.
Differenti tempi di reazione:
nella condizione 1 e 2 i russi codificano linguisticamente i quadrati: blu a sinistra,
o azzurro a destra.
Non possono nella condizione 3 perché stanno già ripetendo i numeri
o Gli inglesi non possono codificare linguisticamente i colori: blurro a sn e blurro a dx.
o ? • Nell’accoppiamento c