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La riabilitazione neuropsicologica del linguaggio

In questo ambito, risulta necessario fare riferimento ai termini di "rieducazione", "afasia" e "linguaggio".

Il linguaggio può essere definito come un sistema di segnali convenzionali che permette agli essere umani di comunicare.

L'afasia consiste nella perdita totale o parziale del linguaggio, conseguente a un danno cerebrale. La classificazione basata sul modello di Wernicke-Lichtheim identifica alcune forme di afasia, cosiddette fluenti (A. Wernicke, A. di conduzione, A. Amnestica, e A. trans corticale sensoriale) ed altre non fluenti (A. di Broca, A. Globale), sulla base di alcuni criteri clinici, quali la lunghezza della frase, la prosodia e la fluenza nella produzione orale.

Il termine di rieducazione o di riabilitazione si riferisce a tutte le tecniche volte al recupero di una funzione compromessa. Di comune a tutte le tecniche riabilitative per l'afasia vi è solo il

Fatto che terapista e paziente tentano di comunicare tra di loro. La scelta rieducativa tiene in considerazione una molteplicità di fattori:

  • Il linguaggio orale è il più importante poiché è quello maggiormente usato per la comunicazione interindividuale;
  • Il linguaggio scritto, inoltre, richiede una simbolizzazione ulteriore rispetto al linguaggio orale.

L'esperienza clinica ha dimostrato come un approccio riabilitativo generico possa dare buoni risultati nel trattamento dei disturbi afasici; nei casi in cui un paziente presenta un disturbo selettivo, la rieducazione deve essere specifica per quel disturbo e per quel paziente.

Considerazioni introduttive

Risulta necessario tenere in considerazione "quando" consigliare ad un paziente di intraprendere la riabilitazione; e "quando" consigliare di interromperla. Un altro aspetto da considerare è l'atteggiamento che il terapista dovrà tenere con il paziente rispetto

a due diverse condizioni: - Paziente inibito e ridotto (afasici di Brocà e afasici globali), compito del terapista sarà quello di sollecitare il paziente a dare comunque una risposta anche senza tenere conto al contenuto della risposta stessa; - Paziente disinibito (afasici Wernicke e transcorticali sensoriali), compito del terapista è quello che ad una richiesta deve seguire una sola risposta. Il paziente dovrà comprendere che durante la conversazione occorre che a "turno" ciascuno assuma il ruolo di parlante e di ascoltatore. Successivamente sarà possibile iniziare la rieducazione della comprensione, questa è sempre prioritaria rispetto alla rieducazione della produzione, in quanto è necessario che il paziente riesca, prima, a comprendere quanto gli venga detto per poi poter produrre risposte adeguate (ad es. apprendere una seconda lingua, comunicazione nei bambini => prima comprensione poi produzione). Quindi, un certo grado

La rieducazione del linguaggio richiede una buona comprensione da parte del paziente. La rieducazione inizia sempre con esercizi di comprensione, a meno che il paziente non abbia una comprensione intatta. Il terapista sceglierà un esercizio che impegni il paziente leggermente al di sopra delle sue capacità. Il materiale utilizzato per la rieducazione del linguaggio include brevi racconti concreti (come i 4 libri di lettura di Tolstoj) e immagini che rappresentano oggetti singoli o scene complesse. È preferibile utilizzare materiale fotografico anziché disegni, in modo che le scene siano realistiche.

COMPRENSIONE

Indicazione di oggetti:

Gli esercizi di comprensione richiedono una risposta di indicazione. Si pongono di fronte al paziente alcuni oggetti e gli si chiede di indicarne uno. L'uso di oggetti reali presenta il vantaggio che il paziente può prendere in mano l'oggetto ed eventualmente darlo al...

il paziente deve fare è identificare la figura che corrisponde a una parola data dal terapista. In seguito, la scelta del paziente può dipendere da una definizione data dal terapeuta, ad esempio "quello che si usa per tagliare il pane" o "quello che si usa per scrivere". Questo tipo di esercizio può essere reso più complesso aumentando il numero di figure presentate o introducendo legami semantici tra le figure. • Associazione di parole e immagini. In questo caso, il paziente deve associare una parola a un'immagine corrispondente. Ad esempio, il terapista può mostrare una serie di immagini e chiedere al paziente di abbinare la parola corretta a ciascuna immagine. Questo tipo di esercizio può essere utile per migliorare la comprensione del vocabolario e la capacità di associare parole a concetti visivi. • Completamento di frasi. Il terapista può proporre al paziente delle frasi incomplete e chiedere di completarle con la parola mancante. Ad esempio, il terapista può dire "Il cane abbaia, il gatto..." e il paziente deve completare la frase dicendo "miagola". Questo tipo di esercizio può essere utile per migliorare la capacità di utilizzare le parole in contesti specifici e per stimolare la produzione verbale. • Categorizzazione. Il terapista può proporre al paziente di categorizzare una serie di parole o immagini in base a determinati criteri. Ad esempio, il terapista può mostrare una serie di immagini di animali e chiedere al paziente di suddividerle in categorie come "animali domestici" e "animali selvatici". Questo tipo di esercizio può essere utile per migliorare la capacità di organizzare le informazioni e di comprendere le relazioni tra i concetti. • Costruzione di frasi. Il terapista può chiedere al paziente di costruire frasi utilizzando determinate parole. Ad esempio, il terapista può dire "Costruisci una frase con le parole 'cane' e 'gioca'" e il paziente deve rispondere con una frase come "Il cane gioca nel parco". Questo tipo di esercizio può essere utile per migliorare la capacità di utilizzare le parole in modo corretto e coerente all'interno di una frase. Questi sono solo alcuni esempi di esercizi che possono essere utilizzati nella terapia del linguaggio. È importante adattare gli esercizi alle specifiche esigenze e capacità del paziente, tenendo conto del livello di difficoltà appropriato e delle aree di intervento prioritarie.adoperare tag html) ed il paziente indicherà la figura corrispondente. Un altro esercizio consiste nel richiedere al paziente di indicare l'oggetto associato ad un'idea per sollecitarne la comprensione di parole astratte. La comprensione non è un processo unitario (ma comprende il livello fonologico, lessicale e sintattico) e, dunque, può essere compromessa nei vari livelli. Questi esercizi di indicazione si dimostrano utili per tutti i pazienti con disturbi della comprensione, poiché, nei pazienti afasici, è quasi sempre presente una dissoluzione del livello semantico-lessicale. Il terapista dovrà offrire dei feedback al paziente di fronte ad una risposta corretta. Se quest'ultimo si dimostra esitante, il terapista, oltre a confermargli l'esattezza della risposta data, dovrà restare sullo stesso concetto. Se il paziente non indica nulla, il terapista dovrà ripetere la domanda ed eventualmente dovrà

Il paziente deve indicare se la domanda posta dal terapista è corretta o meno, può farlo verbalmente, testualmente oppure indicando la risposta corretta tra due alternative scritte. Si pongono davanti al paziente le stesse figure utilizzate per l'indicazione; dopo che questi ha indicato correttamente la figura nominata dal terapista, l'esercizio può proseguire chiedendo al paziente qualcosa intorno alla stessa figura. Per rispondere correttamente il paziente deve aver capito le domande. Nel caso in cui il soggetto fornisce una risposta sbagliata, il terapista può ripetere la stessa domanda facendola precedere dalla negazione. Risulta, tuttavia, difficile interpretare la

risposta ad una domanda negativa, poiché qualunque risposta è potenzialmente ambigua. Risulta difficile utilizzare, in rieducazione, questo tipo di domande, specialmente con pazienti non fluenti. Se il terapista non riesce ad ottenere la risposta corretta può esemplificare la domanda in modo più concreto (es. "Pertagliare la carne, lei usa il coltello?" "Si". Allora il coltello serve per tagliare la carne?). È necessario, prima di passare a domande successive, ottenere e rinforzare la risposta giusta da parte del paziente. - Scene complesse. L'esercizio presenta figure che rappresentano scene complesse. Le domande, dunque, possono essere più lunghe, più complesse e richiedere una risposta non rigidamente limitata al semplice si/no, ma sempre semplice dal punto di vista della produzione. Qui si richiede al paziente di verificare sulla figura la veridicità o meno della domanda del terapista, dunque, per rispondere correttamente il.

Il paziente deve analizzare la figura e capire la domanda. Se il paziente sbaglia risposta, il terapeuta deve comprendere il perché di questo errore e quindi quale parte della frase non ha capito.

  • Racconto.

Il racconto viene usato, essenzialmente, per creare qualcosa di comune a paziente e terapista, su cui si possa discuterne insieme. Il racconto deve essere breve e deve essere letto integralmente, perché così è più facile cogliere i rapporti tra le sue varie parti, e la comprensione globale può facilitare la comprensione dei particolari. Il terapista può cercare di facilitare la comprensione del paziente rileggendo il brano, sfruttando così prosodia ed intonazione; infatti, l'intonazione della frase ed il corretto uso delle accentazioni sono elementi importanti nel veicolare il significato. L'esercizio vero e proprio, inizia soltanto, quando il terapista è convinto che il racconto sia stato capito. Ciò che

dovrebbero essere adattati alle esigenze e alle capacità del paziente. Inoltre, è importante tenere conto del livello di gravità della patologia e delle difficoltà cognitive del paziente. Per facilitare la comprensione, è consigliabile semplificare il testo e porre domande che richiedono risposte chiare e concise, ad esempio domande a cui si può rispondere con un semplice "sì" o "no". In caso di risposte errate, è importante continuare l'esercizio tenendo conto del tipo di paziente analizzato, ad esempio se è un paziente inibito o disinibito. È importante sottolineare che gli esercizi di comprensione devono essere adattati alla vita quotidiana del paziente, evitando di utilizzare una struttura rigida e di difficile applicazione.

Gli esercizi devono essere utilizzati come punto di partenza. La rieducazione richiede molta fantasia ed elasticità, l'esercizio deve essere "inventato" di momento in momento.

PRODUZIONE

Parlare è un processo estremamente complesso, che richiede continue decisioni e correzioni.

Sembra essere formato da due processi: uno di pianificazione e uno di esecuzione. Tali processi di solito si sovrappongono, almeno, in parte.

Prima di pronunciare una frase, il parlante deve prendere delle decisioni sul contenuto della frase, sull'atto linguistico che vuole compiere (asserzione, domanda, ordine) e sulla struttura tematica della frase. Il contenuto della frase sarà ciò di cui si vuole parlare. L'atto linguistico dipende da come il parlante vuole trattare quel contenuto; la struttura tematica della frase si riferisce a quale parte del contenuto deve essere trattata come soggetto e quale come predicato.

La rieducazione prevista varierà a seconda

delle cara

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
162 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher INFO-PSICO di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Riabilitazione dei disturbi cognitivi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Smirni Daniela.