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Disputa tra arte greca e romana: Piranesi Pag. 1
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DISPUTA SUL PRIMATO TRA ARTE GRECA E ROMANA

L’enorme interesse suscitato in Italia ed in Europa dai famosi scavi di Ercolano,

Paestum e Pompei, debba annoverarsi dalle componenti rilevanti per la formazione del

gusto e dello stile denominato poi Neo-classico. Nello stesso anno in cui venivano

pubblicati per volere di Carlo III di Borbone gli otto volumi di incisioni sulle antichità di

Ercolano a Napoli, a Roma nel 1740 veniva eletto Papa Benedetto XIV e giungeva

Giambattista Piranesi, protetto da monsignor Giovanni Bottari, bibliotecario di Palazzo

Corsini. Queste personalità faranno di Roma il primo cento culturale d’Europa,

attestato anche dalla pratica del Gran Tour dei giovani rampolli delle nobili famiglie

d’Europa.

Roma diventa il centro di studio sulle antichità appartenenti alle civiltà della Grecia,

dell’Etruria e di Roma. Si ritroveranno a Roma insieme a Piranesi nel 1755 l’archeologo

e storico tedesco Winckelmann e il pittore Mengs; i tre daranno vita a un acceso

dibattito sul primato tra arte greca e romana.

GIANBATTISTA PIRANESI – DELLA MAGNIFICENZA E ARCHITETTURA DEI

ROMANI (1761).

La formazione dell’artista veneto fu varia e arricchendo la sua fantasia già irrequieta,

tutto ciò si rispecchia nei suoi scritti per il temperamento appassionatamente

polemico ed irruento nei confronti di chi esaltava l’arte greca denigrando quella

romana. Ai tempi di Piranesi l’opinione dominante era: gli Etruschi avevano assimilato

gli elementi dell’arte greca degradandone la qualità mentre i Romani nell’imitazione

dell’arte greca avevano segnato il declino della semplicità, funzionalità e nobiltà.

Questa crescente convinzione europea del primato dei Greci sui Romani, rafforzata dal

Pensieri sull’imitazione dell’arte greca,

testo di Winckelmann contribuì a determinare

nel Piranesi l’opposta esaltazione DELLA MAGNIFICENZA E ARCHITETTURA DEI

ROMANI, testo pubblicato nel 1761.

La grandiosità architettonica di Roma era già stata dichiarata nel testo di incisioni,

finanziato da Papa Benedetto XIV, dedicato ai monumenti sepolcrali antichi di Roma e

MAGNIFICENZA DI ROMA ANTICA E

una serie di vedute di Roma antica dal titolo

MODERNA: mostra le antichità romane secondo una visione sovraccarica, che esaltava

la magnificenza della Roma antica.

Non solo la personalità di Winckelmann metteva in dubbio il primato dei romani del

Piranesi ma anche altre personalità letterarie pubblicano in questo periodo testi di

esaltazione dell’arte greca (una sorta di provocazione piranesiana): il suo amico

scozzese Allan Ramsay pubblica un libretto in cui dimostra come i Romani dopo la

cattura di Corinto erano caduti sotto il dominio greco, e di lì a poco il filo ellenico

Le rovine dei più bei monumenti della

conquistò l’Europa; nel 1758 Le Roy pubblica

Grecia.

Questa disputa che si crea nel corso degli anni ‘50 all’inizio fu di carattere storico-

archeologico per poi assumere un ruolo cruciale nella storia dell’architettura. Piranesi

esalta i monumenti romani connettendosi all’estetica del sublime (contemplazione di

opere d’arte che esibiscono forme grandiose, deroganti dalle norme della tradizione

classica), opposto di quanto idealizzato da Winckelmann, un’estetica che prende piede

a metà ‘700 grazie ad Edmund Burke, pittore inglese. Alla base dell’esaltazione

romana che fa Piranesi si trova l’idea che nel mondo antico ci siano stati molte

integrazioni tra le varie civiltà, questo gli serve a sostenere la tesi dell’autoctonia di

Roma rispetto alla Grecia; questo nodo è il centro del grande trattato dal titolo DELLA

MAGNIFICENZA DELL’ARCHITETTURA DEI ROMANI. Le sue argomentazioni sia di

livello storico che teorico, argomentate in maniera breve, oltre ad essere la risposta a

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
2 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nunzia00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura artistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Bartalini Roberto.