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Impo valutazione funzionale, cioè una valutazione di come l'individuo funziona da un punto di vista cognitivo,

affettivo e comportamentale che tenga conto di risorse e limiti.

Il modello dei domini funzionali integrato (approccio dinamico + ricerca empirica) tiene in considerazione:

- Motivazioni e conflitti: quali sono i desideri, le paure e i valori del soggetto? Questi concetti possono essere in

conflitto tra loro e la modalità della risoluzione dei conflitti può essere più o meno adattiva.

- Risorse psicologiche: cognitive (funzionamento intellettuali in domini multipli, il grado di disturbo del pensiero e

stili cognitivi); affettive/emotive (intensità, consapevolezza, conflitti); e comportamentali, di regolazione emotiva e

degli impulsi e le strategie di coping.

- Modo in cui si fa esperienza di sé, degli altri e la capacità di instaurare relazioni interpersonali (Vd. relazioni

oggettuali e psicologia de Sé): struttura cognitiva delle rappresentazioni di sé e degli altri, qualità affettiva,

investimento emotivo nelle relazioni, struttura del Sé, ecc..

2. Livello di patologia continuum salute-malattia a seconda del grado di funzionalità.

Per Kernberg, i livelli di funzionamento sono 3 (nevrotico, borderline e psicotico) e la posizione di ognuno riflette in

che misura si riesce ad amare, lavorare e essere felici. In questo range rientrerebbero anche pazienti nevrotici con

qualche aspetto disfunzionale ma sottosoglia per i criteri DSM.

3. Forme di organizzazione della personalità (stili e disturbi). Rappresenta il modo in cui emerge il disturbo, non il

livello di gravità; stili di personalità diversi possono presentarsi a ognuno dei tre livelli descritti da Kernberg.

 pazienti con stili di personalità simili possono essere organizzati in differenti livelli di patologia in base alla gravità,

rigidità, pervasività della loro patologia. Ogni teorico ha proposto particolari criteri per collegare domini e livelli di

patologia. La diagnosi descrittiva dovrebbe essere derivata dalla valutazione funzionale; l'obiettivo del lavoro clinico,

infine, è quello di modificare i domini disfunzionali in funzionali.

CAP 16: Il Manuale diagnostico psicodinamico (PDM)

Il PDM è la prima nosografia sistematica dei disturbi psichici esplicitamente fondata su un modello psicodinamico e

sostenuta da solidi dati empirici. È pensato come un manuale complementare al DSM. Obiettivo: promuovere una

cultura diagnostica che affianchi alla diagnosi-label una formulazione del caso, sviluppando così una conoscenza

idiografica del paziente, oltre che nomotetica, utile alla pianificazione del trattamento. Le sindromi sono descritte con

prototipi a cui il soggetto reale si avvicina in diversa misura. Questo manuale tiene in considerazione: - l'esperienza

soggettiva del paziente; - i diversi livelli e dimensioni del funzionamento mentale;

- la dimensione evolutiva della diagnosi;

- la struttura della personalità come "contenitore" dei sintomi;

- una lettura sia categoriale che dimensionale della diagnosi.

È diviso in una parte per la diagnosi dell'adulto e una parte per bambini e adolescenti (+ una terza parte contenente

articoli riguardanti la base teorica). La sua struttura multiassiale e politetica consente valutazioni articolate e

multidimensionali del funzionamento psichico del paziente, che valorizza la soggettività del paziente. Va verso

l'integrazione tra l'oggettività delle procedute e delle categorie diagnostiche e l'attenzione alla peculiarità e specificità

dei processi e delle rappresentazioni da valutare del singolo; inoltre, permette di chiarire le risorse del soggetto e

pone l'attenzione sulla dimensione evolutiva. 7

La classificazione dei disturbi mentali degli adulti prevede la presenza di tre assi.

1. Asse P: valutazione dei pattern e dei disturbi di personalità. Segue il modello di Kernberg e articola il funzionamento

personologico su tre livelli: sano, nevrotico e borderline. Per fare una valutazione si indagano 7 funzioni della

personalità: identità, relazioni oggettuali, tolleranza degli affetti, regolazione degli impulsi e affetti, integrazione

del Super-io/ideale dell'Io/Io ideale, esame di realtà, forza dell'Io/resilienza. Di ogni disturbo vengono descritte le

caratteristiche più rilevanti, le principali implicazioni per il trattamento e i pattern di transfert/controtransfert.

Reazioni opposte della stessa tematica di fondo vengono considerate equivalenti dal punto di vista diagnostico

(influenza del modello psicodinamico).

2. Asse M: valutazione del funzionamento mentale. Ci sono 9 livelli di funzionamento complessivo, in base ai quali

elaborare le capacità dell'individuo di esprimere le sue funzioni psichiche. Infine prende in considerazione tutte le

funzioni mentali di base per fornire una descrizione del livello del funzionamento mentale su un continuum di otto

livelli di gravità.

- Capacità di regolazione, attenzione e apprendimento;

- Capacità di relazione e intimità;

- Qualità dell'esperienza interna;

- Esperienza, espressione e comunicazione degli affetti;

- Pattern e capacità difensive;

- Capacità di formare rappresentazioni interne;

- Capacità di differenziazione e integrazione;

- Capacità di auto-osservazione;

- Capacità di costruire o ricorrere a standard e ideali interne.

3. Asse S: esperienza soggettiva dei pattern sintomatici. Riprende la nosografia del DSM, ma riformula le sindromi in

termini descrittivi e come prototipi, arricchendole con le caratteristiche più tipiche dell'esperienza soggettiva

associata ai sintomi del disturbo, in termini di stati affettivi, pattern cognitivi, stati somatici e pattern relazionali.

La seconda sezione è dedicata alla diagnosi di adolescenti e bambini. L'ordine di valutazione è diverso, in quanto il

carattere è ancora in formazione e dunque si valuta prima l'asse M, poi P e S.

1. Asse MCA (analogo all'asse M degli adulti). Per ognuna delle 9 categorie ci sono vignette che descrivono i diversi

livelli di funzionamento, da sano a compromesso. (Vd. sopra)

2. Asse PCA: colloca la struttura di personalità di bambini e adolescenti su un continuum che va da pattern di

personalità in formazione a pattern lievemente, moderatamente o gravemente disfunzionali. La valutazione di

basa sull'esame di 7 funzioni. Inoltre, si valutano i tipi di personalità prevalenti nel paziente.

3. Asse SCA: delinea pattern cognitivi, affettivi, relazionali e somatici che caratterizzano l'esperienza soggettiva dei

sintomi delle diverse sindromi cliniche dei bambini e degli adolescenti.

4. Asse IEC: è specificatamente dedicato alla valutazione dei disturbi mentali di neonati e bambini piccoli.

CAP 17: la Diagnosi psicodinamica operazionalizzata (OPD) (+ slide)

Nasce nel 1992 in Germania, dall'insoddisfazione sia per i sistemi diagnostici nosografici (ICD e DSM) sia per le

formulazioni diagnostiche di stampo psicoanalitico classico, ormai obsolete. È un sistema diagnostico di orientamento

psicodinamico che cerca di coniugare elementi operazionalmente formulati (approccio psicometrico-nosografico) con

un approccio sempre orientato al paziente e alla sua unicità e che permetta di formulare ipotesi psicodinamiche che

descrivano la situazione clinica prevedendone i possibili cambiamenti. Lo strumento permette di dare un aspetto più

quantitativo alla lettura del colloquio, oltre all'interpretazione qualitativa, grazie alla griglia di valutazione del

colloquio clinico. Il sistema diagnostico OPD richiede una valutazione articolata della situazione clinica che si basa sui

colloqui di valutazione, condotti in maniera analoga all'intervista strutturale di Kernberg: indaga l'area dei sintomi (o

motivi della consultazione), l'area delle rappresentazioni di sé, delle aspirazioni e delle realizzazioni, l'area delle

relazioni con gli altri significativi. Il clinico è incentivato a fare domande dirette per sollecitare il racconto e esempi

specifici.

La valutazione è organizzata su 5 assi.

Asse I: vissuto di malattia e presupposti per il trattamento. Composto da una serie di item (frasi) che il clinico valuta

come assente o presente dalla lettura del colloquio. Si scompone in più moduli: il primo (modulo generale) valuta:

- le teorie che il paziente ha sulla sua malattia e su come trattarla; 8

- le strategie di coping che il paziente adotta per affrontare il disagio;

- gli aspetti salienti nel vissuto soggettivo della malattia.

+ tre moduli specifici: psicoterapia (concezioni del paziente a riguardo la terapia, il cambiamento e il trattamento

farmacologico); forense (comportamento verso l' istituzione, vantaggi secondari nel presentarsi in un certo modo);

dipendenze.

Si valuta l'esperienza di disagio partendo dal generale e poi andando a fare specifiche considerazioni a seconda

dell'ambito in cui si opera.

Asse II: relazioni interpersonali. Valuta la modalità con cui il paziente si descrive nel relazionarsi con gli altri. Va

valutato il pattern ripetitivo in più ambiti: (negli ultimi due ambiti entrano in gioco sensazioni controtrasferali del

terapeuta).

- come il paziente sente ripetutamente gli altri nei suoi confronti;

- come si sente il paziente nell'ambito relazionale;

- come gli altri sentono il paziente nei loro confronti;

- come gli altri sentono se stessi nei confronti del paziente.

Per i primi due ambiti, si declinano per ognuno due item, uno sul polo attivo e uno sul polo passivo della relazione;

si vanno a scegliere le rappresentazioni disfunzionali più presenti nei racconti narrati dal paziente e nelle modalità

relazionali attivate nei colloqui. La valutazione complessiva su questo Asse si esprime con una formulazione

psicodinamica che si compone delle descrizioni più frequenti su ciascuna colonna.

Asse III: conflitto. Considera il ruolo centrale dei conflitti (7) intrapsichici e dei conflitti derivati da situazioni

traumatiche recenti. La valutazione prevede anche un giudizio quantitativo, cioè quando sia presente ogni

conflitto.

Asse IV: struttura. Si costruisce una struttura generale di funzionalità del paziente; la valutazione non si basa sulla

sintomatologia ma sulle predisposizioni basilari. La struttura psichica è operazionalizzata in 6 dimensioni:

- percezione di sé;

- autoregolazione;

- difese;

- percezioni dell'oggetto;

- comunicazione degli affetti e ascolto empatico;

- legami.

Infine, valuta come si potrebbe diagnosticare il paziente in ambito descrittivo. La valutazione complessiva è data

dal valore medio dei punteggi attribuiti per ogni dimensione, da integrato a non integrato.

Asse V: disturbi mentali e psicosomatici (tra gli assi, è il più vicino alla logica descrittiva ma lo fa integrando i risul

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
34 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Vers.13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Strumenti di Valutazione della Personalità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Parolin Laura.