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Sono ad eccezione dei rimborsi spese/13,5 computate come mese intero. I contratti collettivi possono poi prevedere che alcune voci retributive vengano incluse o escluse nel calcolo del TFR (è per questo che l'art 2120 dice: salvo diversa previsione dei contratti collettivi).

La rivalutazione del TFR (art 2120): Il TFR, esclusa la quota maturata nell'anno, è incrementato su base composta, al 31 dicembre di ogni anno, con l'applicazione di un tasso costituito dall'1,5% in misura fissa e dal 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, accertato dall'ISTAT, rispetto al mese di dicembre dell'anno precedente.

Anticipazione del TFR (art 2120): Normalmente il TFR viene pagato alla cessazione del rapporto di lavoro anche se l'art 2120 ha previsto delle casistiche per cui riscattare anticipatamente il TFR: Il prestatore di lavoro con

Almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore può chiedere un'anticipazione del TFR per un valore non superiore al 70%.

Le richieste di anticipazione del TFR possono essere soddisfatte annualmente dal datore entro il limite del 10% degli aventi titolo e comunque del 4% del numero totale dei dipendenti.

L'anticipazione può essere ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e viene detratta, a tutti gli effetti, dal TFR.

La richiesta di anticipazione deve essere giustificata dalla necessità di:

  1. eventuali spese sanitarie per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche
  2. acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli, documentato con atto notarile
  3. spese da sostenere durante i periodi di fruizione dei congedi previsti del D.Lgs. n. 151/2001 Congedo genitori, congedi per la formazione e formazione continua: in questi casi l'anticipazione è corrisposta unitamente alla

retribuzione relativa al mese che precede la data di inizio del congedo

Quanto indicato dall'articolo non sono disposizioni imperative e quindi volendo possono essere derogate in melius per volontà delle parti con possibilità di dare l'anticipazione TFR più volte, in misura superiore al 70%, per svariate ragioni ecc.

Qualora l'azienda dovesse fallire, insolvente ecc... ai fini di tutelare i lavoratori e il loro TFR maturato interviene l'INPS con uno speciale fondo di garanzia TFR in attuazione della direttiva europea 987/1980

In attuazione alla direttiva, lo stato italiano ha prodotto 2 testi normativi:

  • legge 297/1982 istituito il fondo di garanzia TFR INPS
  • DLgs n 80/1992 la garanzia è stata estesa anche alle ultime 3 mensilità di stipendio maturate negli ultimi 90gg antecedenti la cessazione del rapporto di lavoro

Occorre evidenziare che i datori che occupano più di 50 dipendenti, dal 1

gennaio 2007 non possonopiù tenere accantonato il TFR in azienda ma devono versarlo mensilmente all'INPS nel fondo ditesoreria INPS e quando c'è da pagare TFR al lavoratore, il datore anticipa il TFR e poi lo porta incompensazione ad altri importi dovuti all'INPS per lo stesso mese, salvo in caso di incapienza (nonulla da versare a INPS) dove allora consegna direttamente l'INPS il TFR al lavoratore entro 30gg Nel 2007 13 000 000 di lavoratori sono stati chiamati a scegliere su cosa fare del proprio TFR maturandoovvero quello di cui avrebbero avuto diritto dal 1 gennaio 2007: lasciarlo in azienda o nel fondo diprevidenza integrativa? Tale scelta è diventata obbligatoria per tutti dal 2007 in avanti per assunzioni a tempo indeterminato,contratti di durata superiore ai 6 mesi. Ogni lavoratore, con la prima busta paga, riceve un modello denominato TFR 1 dove dovrà fare la scelta e restituirloal datore entro 6 mesi. In caso di non

restituzione da parte del lavoratore il datore deve sollecitare la scelta col secondo modello TFR 2. In mancanza di risposta, scatta il meccanismo del silenzio assenso e automaticamente il TFR viene destinato a fondoprevidenza integrativa (non INPS) di categoria (istituiti nel contesto di contrattazione collettiva). In caso di + fondi, si attribuisce a quello con + iscritti. In mancanza di fondo di categoria, il TFR viene trasferito al fondo Cometa dei metalmeccanici.

I fondi creati nel contesto della contrattazione collettiva sono definiti FONDI CHIUSI in quanto utilizzabili solo se si lavora in quel determinato comparto produttivo. Nel caso non ci sia fondo di categoria, può scegliere un piano di previdenza integrativo individuale tra quello offerto dalle banche, assicurazioni.

ALCUNE RIFLESSIONI:

  • Aderire ad un fondo integrativo significa prendere il TFR poco per volta in aggiunta alla pensione mentre da rendere all’INPS avremo modo di risparmiare per avere un quantitativo

di denaro a fine rapporto di lavoro o carriera

  • Il rendimento del fondo TFR inps ha un ottimo rendimento rispetto ai fondi di previdenza integrativi a meno che non partecipa a fondi azionari, con però un ampio rischio di investimento
  • La scelta della previdenza integrativa è unica e non è più possibile tornare indietro

PREMIO DI PRODUTTIVITÀ E WELFARE AZIENDALE DOPO LA LEGGE DI STABILITÀ 2016: LE NUOVE OPPORTUNITÀ

La crescita della produttività in Italia resta debole. Nonostante il rallentamento del "costo unitario del lavoro" dall'inizio della crisi, l'aumento complessivo di tale indicatore rimane il più alto dell'area euro (dati OCSE).

In questo momento "recuperare produttività" sembra l'obiettivo numero uno nei discorsi sia del Governo che delle Parti sociali: ne parlano tutti, Confindustria, Ministero del Lavoro, Sindacati.

Come fare? La produttività deve

crescere a livello salariale attraverso la contrattazione collettiva. Sembra questa la ricetta per contenere dall’interno l’incremento del costo del lavoro, ridurre il cuneo fiscale, spartire ricchezza e tornare a crescere. In attesa di una decisa evoluzione delle dinamiche retributive del contratto collettivo nazionale (magari con funzione di garanzia salariale come proposto da Federmeccanica), dalle parole si è passati ad un primo fatto: è stato firmato il D.M. 25 marzo 2016. Il D.M. 25 marzo 2016 I ministri del Lavoro e dell’Economia definiscono i criteri per il raggiungimento degli obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione ai quali si potrà legare la corresponsione di premi di risultato, nonché di somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa, con tassazione agevolata, così come previsto dalla Legge di Stabilità 2016. I PREMI DI RISULTATO Le somme diammontare variabile la cui corresponsione sia legata ad incrementi di: Produttività, Redditività, Qualità, Efficienza, Innovazione e Erogazione:
  • In esecuzione di contratti collettivi aziendali (stipulati da RSU o RSA) o territoriali art. 51 D.lgs. n. 81/2015: associazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale
  • Per un importo fino a € 3.000 lordi (con 20% di sgravio contributivo su € 800 se si coinvolgono pariteticamente i lavoratori) con imposta 10% (sostitutiva IRPEF e addizionali regionali e comunali) ai titolari di reddito da lavoro dipendente entro € 80.000
  • Al comprovato raggiungimento, verificabile in modo oggettivo attraverso il riscontro di indicatori numerici, fissato un congruo periodo di riferimento temporale, di:
    • Aumento della produzione
    • Risparmi dei fattori produttivi
    • Miglioramento della qualità dei prodotti e dei processi anche attraverso la riorganizzazione dell'orario di lavoro
  • Per ottenere lo sgravio fiscale gli indicatori numerici devono essere specificati nella dichiarazione di conformità del contratto redatta dal datore secondo il modello dell'allegato I e depositata entro 30 giorni dalla sottoscrizione presso la Direzione Territoriale del Lavoro.
  • Nel modello predisposto dal ministero sono elencate 20 tipologie di indicatori di risultato (19 + 1 lasciata alla determinazione delle parti) 92Fra gli indicatori: il volume della produzione, il fatturato o il valore aggiunto (come da bilancio) divisi il numero dei dipendenti, il margine operativo lordo diviso il valore aggiunto, gli indici di soddisfazione del cliente, la riduzione degli scarti di lavorazione, il miglioramento dei tempi di consegna, la riduzione dell'assenteismo, il numero di brevetti depositati, la riduzione degli infortuni, la riduzione dei consumi energetici, ecc

L'OPZIONE WELFARE AZIENDALE

Però, il vantaggio fiscale è solo per il lavoratore sugli importi degli incentivi, infatti, l'azienda è soggetta al costo del lavoro ordinario e la decontribuzione è prevista in modo limitato e vincolato. Ma le cose cambiano se il datore predispone un "piano di welfare aziendale" ossia se offre una gamma di benefit finalizzato a soddisfare i bisogni sociali del dipendente (sempre meno garantiti dal welfare pubblico) e il lavoratore sceglie di fruirne in sostituzione, in tutto o in parte, del premio in denaro.

BENEFIT (art. 51, c. 2, leH. f), f-bis), f-ter), f-quater), c.3, e art. 100 TUIR)

  • Sono ormai quasi scontate le erogazioni relative a buoni pasto, servizi di trasporto collettivo, previdenza e assistenza sanitaria integrativa.
  • Meno scontati i voucher per servizi di educazione e istruzione dei figli (rette scolastiche, libri di testo), compresi servizi integrativi (lezioni private) e sostitutivi di mensa, l'accesso a ludoteche e
centri vacanze, le borse di studio, i servizi di ricreazione (palestre, corsi di ballo), culturali (libri, teatro, cinema, formazione) e di assistenza sociale, fra cui quelli per i figli e i familiari anziani o non autosufficienti, o sanitaria (checkup) e di culto.
C'è anche l'erogazione di beni in natura (i più tipici sono i pacchi alimentari o carrelli della spesa) che non devono superare il valore complessivo di € 258,23 all'anno per lavoratore.
L'erogazione di servizi welfare non ha limiti di importo previsti per legge (salvo casi specifici come, ad es. previdenza (€ 5.164,27) o prestazioni sanitarie integrative (€ 3.615,20).
In ogni caso queste prestazioni possono essere oggetto di contrattazione sindacale e fungere da premio di risultato, ma anche di regolamento aziendale concordato senza sindacato o di "atti di liberalità" unilaterali del datore di lavoro.
Diversamente dal premio in denaro, ilon è tassato). Il welfare aziendale comprende una serie di servizi e benefit offerti dall'azienda ai propri dipendenti al di là del semplice stipendio. Questi servizi possono includere ad esempio assicurazioni sanitarie, programmi di benessere, asili nido aziendali, buoni pasto, sconti su prodotti o servizi, formazione e sviluppo professionale, e molto altro ancora. L'obiettivo del welfare aziendale è quello di migliorare la qualità della vita dei dipendenti, promuovere il loro benessere e aumentare la loro soddisfazione sul posto di lavoro. Inoltre, il welfare aziendale può contribuire a migliorare la reputazione dell'azienda e ad attrarre e trattenere talenti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
131 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher edodaprince di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Bacchini Francesco.