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Ribaltare gli assi sul piano π, risulta allora sufficientemente facile: basta disegnare tre
circonferenze che abbiano per diametri le tre tracce txy, txz, tyz. Durante il ribaltamento l’origine
O degli assi descrive un arco di cerchio che sta su un piano perpendicolare all’asse di ribaltamento.
π,
piano proietta, sulla sua traccia sul piano l’asse escluso dal ribaltamento, il cui
Tale
prolungamento incontrerà il ribaltamento della semicirconferenza in (O), ribaltamento sul piano di
riferimento dell’origine degli assi.
Se uniamo (O) con le rispettive tracce dei tre assi, otteniamo il ribaltamento degli assi
cartesiani. ∞
C O X
Z Tx
Y
Tz Z' X'
O' (X)
Y' (O)
π (Y)
Ty
90
C ∞ O X
Z Tx
Y
Tz Z' X'
O' (X)
Y'
(Z) (O)
π (Y)
(Y) Ty
(O)
Sugli assi così ribaltati, possiamo riportare il valore reale delle unità di lunghezza u e, infine,
proiettarle sui rispettivi assi, seguendo la direzione di proiezione individuata dalla direzione (O)
O’, ottenendo così, sui rispettivi assi le tre unità di misura assonometriche u’x, u’y, u’z.
C ∞ O
Uz Ux
Uy X
Z Tx
Y
Tz Z' X'
O'
U'z (X)
U'x
U'y Y'
(Z) (O)
π (Y)
(Y) Ty
(O) 91
Tz
(Z) (Z) (Uz) (O)
(Uz)
(O) Z'
(Ux) (Uy)
U'z (Y)
(X) U'y
U'x O' Y'
X'
Tx Ty
(X) (Y)
U'x = U'y (Ux) (Uy)
(O)
U'x = U'z
U'y = U'z
Per la posizione reciproca del piano di riferimento assonometrico π ed i tre assi cartesiani
x, y, z, il triangolo delle tracce può essere equilatero, isoscele o scaleno. Ovviamente queste diverse
condizioni fanno sì che le assonometrie ottenute, risulteranno diverse tra loro.
Se il triangolo è equilatero (vedi figura sopra), una volta eseguite tutte le operazioni
precedentemente descritte, otteniamo un’assonometria che avrà uguali valori angolari tra gli assi
assonometrici, tutti e tre uguali a 120° ed uguali tra loro le unità di misura assonometriche u’x, u’y,
u’z. Questa assonometria prende nome di assonometria ortogonale isometrica.
92
Se il triangolo è isoscele, solo due tra i valori angolari degli assi e due unità di misura
assonometriche risultano uguali tra loro mentre la terza è diversa. In questo caso l’assonometria è
definita ortogonale dimetrica. Tz Z' (Z)
(Z) (Uz)
(Uz) (O)
(O) U'z
(Ux) (Uy)
U'x U'y (Y)
(X) O'
X' Y'
U'x = U'y Tx Ty
U'x ≠ U'z (Y)
(Ux)
U'y ≠ U'z (Uy)
(X) (O)
Tz (Z)
(Z) (O)
(Uz)
Z' (Uy)
(Uz)
(O) U'z
(Ux) (Y)
U'y
U'x
(X) O' Y'
X' Ty
Tx
U'≠ U'y
U'≠ U'z
U'≠ U'z (Ux) (Y)
(X) (Uy) Nel terzo caso, infine, se il triangolo è
scaleno, gli angoli formati fra i tre assi e le tre
(O) unità di misura assonometriche risultano tutte
diverse e l’assonometria è definita ortogonale
trimetrica .
93
Le assonometrie ortogonali convenzionali (isometrica, dimetrica e trimetrica)
Per le assonometrie ortogonali sono stati stabiliti, per comodità e per convenzione, dei
valori standard con i quali è possibile disegnare le varie assonometrie senza ricorrere alla complessa
costruzione sopra riportata. I dati convenzionali comprendono: il valore degli angoli che i vari assi
formano tra di loro e il valore dell’unità di misura assonometrica valutata
assonometrici x’, y’, z’
sui vari assi assonometrici, u’x, u’y, u’z, come da tabella seguente.
Isometrica Dimetrica Trimetrica
x’ ^ y’ 120° 131° 30’ 157°
x’ ^ z’ 120° 131° 30’ 108°
y’ ^ z’ 120° 97° 95°
u’x 1 1/2 1/2
u’y° 1 1 9/10
u’z 1 1 1
Costruzione di un’assonometria ortogonale trimetrica di una sedia
Tz Ribaltati gli assi XYZ si disegnano il fianco e la
Z' pianta (rovesciata) della sedia, quindi si
(Z) proiettano i vari punti dell’oggetto, individuati
sui tre assi ribaltati, sui rispettivi assi
assonometrici.
(O) O'
(X) Tz
X' Y' Z'
Ty
Tx (Z)
(Y)
(X) (O)
(O) O'
(X) X' Y'
Individuati i vari punti sugli assi assonometrici Tx Ty
sarà possibile ricostruire fianco e pianta
tracciando delle parallele agli altri assi. (Y)
(X) (O)
94 Tz
Z'
(Z)
(O) O'
(X) X' Y'
Tx Ty
(Y)
(X) (O)
L’assonometria è una proiezione parallela o
cilindrica e come tale mantiene il parallelismo,
risulterà così semplice e veloce, completare
l’intero oggetto cui, se si vorrà, si potranno dare,
successivamente, delle campiture diverse a
suggerirne i volumi.
95
Le assonometrie oblique convenzionali (monometrica Militare e dimetrica Cavaliera).
Se il piano π, piano di rappresentazione assonometrico, è parallelo a due assi o, al limite,
se tali assi giacciono sul piano stesso, la direzione di proiezione non può che essere obliqua,
altrimenti si ricadrebbe nelle caso proiezioni ortogonali. Se due assi giacciono sul piano, è evidente
che l’angolo tra loro rimane un angolo retto e che le unità di misura staccate sui due assi sono
uguali tra loro. Solo il terzo asse, perpendicolare al piano, deve essere proiettato sul piano e, nella
proiezione, l’unità di misura staccata su tale asse avrà la sua dimensione modificata; pertanto
che una tale assonometria è sempre dimetrica.
possiamo affermare
Solo nel caso in cui la direzione di proiezione avrà una incidenza, con il piano di
riferimento, di 45° anche la terza unità di misura rimane uguale alle altre due, otteniamo una
assonometria monometrica. L’angolo di incidenza della direzione di proiezione è ininfluente
rispetto alla direzione che assumerà la proiezione di questo terzo asse rispetto agli altri due.
π
Z ≡ Z'
Uz ≡ U'z h
C
U'y
≡ Y'
Uy ≡
Y
O ≡ O' Ux
U'x X
X' U'x U'y
≠
U'x U'z
≠
U'y = U'z
Se il piano assonometrico contiene l’asse z, chiameremo questa assonometria obliqua
cavaliera, se il piano π contiene gli assi x ed y l’assonometria prenderà il nome di assonometria
obliqua militare. 96
Per questioni puramente percettive e pratiche, l’assonometria obliqua cavaliera è costruita
con la proiezione del terzo asse inclinato di 135° rispetto agli altri due (per costruirla è sufficiente
utilizzare la squadra a 45°) e con l’unità di misura dimezzata. Otteniamo così quella che possiamo
definire un’assonometria obliqua dimetrica convenzionale cavaliera. Se l’assonometria obliqua
militare è costruita in modo tale che gli assi x ed y formino con l’asse delle z angoli di 120° e
150°, ovvero 30° e 60°, (per costruirla è sufficiente così utilizzare l’apposita squadra) e con le
unità di misura uguali sui tre assi, otteniamo un’assonometria obliqua monometrica convenzionale
militare. Z' Z'
90° U'z = 1
U'z = 1 O' U'y = 1
X'
U'y = 1 Y'
O'
U'x = 1/2 Y'
U'x = 1
X' X' 90°
Assonometria obliqua di metrica convenzionale detta CAVALIERA e, a destra, assonometria
obliqua monometrica convenzionale detta MILITARE
Il teorema di Polhke.
”Presi tre segmenti, di cui almeno due non appartenenti ad una medesima retta, ma uscenti tutti
e tre da un medesimo punto ed aventi lunghezze e direzioni arbitrarie, esiste sempre un centro di
proiezione C∞ tale che quei tre segmenti si possono considerare come proiezione, dal centro sul
quadro, di tre segmenti oggettivi e corrispondenti, di uguale lunghezza e a due a due perpendicolari
tra loro”.
Il teorema di Polhke è valido solo per le assonometrie oblique, là dove non è nota la direzione di
proiezione e non per le assonometrie ortogonali dove, invece, tale direzione è nota.
Z'
O'
X' Y'
Applicando Polhke, questa è un’assonometria obliqua di un cubo
97
Assonometria obliqua di una sedia: sopra di metrica convenzionale Cavaliera, sotto monometrica
convenzionale militare.
z'
O' y'
x' z'
O' y'
x' 98
L’assonometria e le sue applicazioni: assonometrie trasparenti, dal basso, spaccati ed esplosi.
L’assonometria è un metodo di rappresentazione molto utilizzato nel disegno di architettura sia
per la facilità di costruzione sia perché permette, con un unico elaborato, pur nella astrazione del
centro di proiezione improprio, una visione di insieme dell‘oggetto piacevole e di facile
si presta, inoltre, per ulteriori elaborazioni utili a far comprendere
comprensione. L’assonometria
meglio l’oggetto o l’edificio rappresentato con questo sistema.
Si ha, quindi, la possibilità di disegnare un’assonometria completamente trasparente, magari a solo
filo di ferro, senza spessori, per mostrare ad esempio la distribuzione, all’interno di un edificio di
un determinato impianto, o l’andamento del vano scale, il sistema delle volte in un edificio storico
Abbiamo la possibilità di disegnare l’edificio visto dal sotto in su, non solamente dall’alto, in
ecc.
modo da far vedere l’interno fino a mostrare l’intradosso del manto di copertura.
99
Nel caso dell’assonometria vista dal basso è bene far presente che se nella rappresentazione di un
cubo è sufficiente invertire tra loro le linee tratteggiate e quelle continue, ad esclusione del contorno
che sarà sempre a linea continua, nel caso di elementi più complessi, come un edificio ad esempio,
si deve partire dalla pianta rovesciata se si vuol ottenere un disegno corretto e non invertito.
Assonometria tratta dal volume "Teate, il disegno di una città" a cura di Carlo Mezzetti, edizioni
Kappa, roma, 2009 100
Ma in architettura, uno degli usi più frequenti dell’assonometria, in genere si tratta di assonometrie
oblique cavaliere o militari, è lo spac