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dei partecipanti), L’INFORMAZIONE DIVULGATA ED I CONTATTI GENERATI, IL PUBBLICO,
L’ATTENZIONE DEI MEDIA (prima, durante e dopo), IL TESSUTO SOCIALE, IL COINVOLGIMENTO
DELLE ISTITUZIONI, LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO, L’EQUILIBRIO DI COSTI/RICAVI.
Tutto ciò rende un evento sportivo molto difficile e complicato da preparare, ma è anche vero
che un evento, se ben organizzato e ben riuscito ha anche un certo valore e genera tanti ritorni,
infatti è un importante vetrina, che lascia tracce, crea relazioni e contatti (diretti e indiretti).
Un’altra classificazione tra eventi può essere quella che appunto li classifica in eventi principali
ed eventi secondari. L’EVENTO PRINCIPALE è ricco di proposte e di iniziative collaterali, mentre
L’EVENTO SECONDARIO o EVENTO NELL’EVENTO consiste nel costruire un proprio evento
all’interno di un altro evento, ritagliandosi uno spazio e collaborando nella realizzazione
complessiva.
In sintesi un “main event” [cioè un evento con la E e con la O maiuscole] si avrà quando ci si
trova di fronte ad un evento che ha non solo un grande pubblico diretto, ma dispone pure di gran
pubblico mediato; gode di forte comunicazione nazionale e/o internazionale; è caratterizzato da
un’alta qualità o un’alta quantità di partecipanti; è affiancato da eventi collaterali con la
funzione di attrarre anche chi non è direttamente coinvolto dall’evento sportivo; ha una certa
durata o un impatto notevole sul territorio; è riconosciuto da un ente nazionale o internazionale
e gode del supporto della Pubblica Amministrazione.
Ciò che contraddistingue veramente un evento dall’altro è la ”vision” dell’evento stesso; cioè lo
schema secondo cui l’organizzazione prende in considerazione il come potrebbe essere
realizzato, chi vi prenderà parte, quali saranno i suoi spettatori, chi lo comprerà e perché, e
quali saranno gli obiettivi economici possibili. Nella vision vanno valutati tutti gli elementi e gli
aspetti in funzione della domanda fondamentale: “cosa farà dell’evento un successo?”.
Un grande evento ha elevati costi diretti (Spese per il personale, Spese per allestimenti, Spese
per produzione materiali, Investimenti degli sponsor, Spese di promozione dell’Evento,
Contributi Enti Pubblici) e indiretti (Spese di trasporto, Spese per vitto e alloggio, Spese per
acquisti personali e, regali, Spese connesse all’Evento), nonostante ciò per le sue caratteristiche
un grande evento avvicina, emoziona, spettacolarizza le emozioni, Contribuisce a diffondere i
valori dello sport, Genera voglia di fare attività sportiva, Genera consenso politico, Crea “storia”
sul territorio, Ha bisogno di un management specialistico, Sviluppa le competenze non solo
sportive, Promuove l’immagine del territorio (Caratteristiche dirette) ma anche Promuove il
turismo, “Illumina” un territorio, porta benefici all’economia locale, Attrae investimenti, Crea
prestigio internazionale, Definisce e sviluppa le community, Sviluppa socialità, Sviluppa cultura,
Modernizza il territorio, Sviluppa la salute e la prevenzione attiva, Genera un indotto economico
e opportunità di lavoro e Crea coesione sociale (caratteristiche indirette).
Il turismo sportivo
Il turismo è un movimento temporaneo di breve termine verso “destinazioni” diverse dal luogo di
residenza e lavoro abituale. Può essere di due tipi, RICREATIVO(vacanze, visit friends, culturale,
sportivo) o BUSINESS (meeting, esibizioni e fiere, conferenze e convention) . Il turismo è il
fattore primario di generazione di ricchezza e di occupazione, è in continuo sviluppo, e i suoi
introiti raddoppiano di anno in anno.
Il legame tra sport e turismo non è affatto nuovo ma risale alle Olimpiadi Greche. Il turismo
sportivo è infatti ormai riconosciuto come segmento del mercato turistico.
Esistono due forme di turismo sportivo, il TURISMO SPORTIVO PASSIVO (viaggiare per osservare) e
il TURISMO SPORTIVO ATTIVO (viaggiare per praticare)
I turisti sportivi possono essere spettatori di eventi (Olimpiadi, mondiali, Tour de France ecc.),
atleti di alto e medio livello per allenamenti e gare, sportivi non competitivi per pratica di
attività(settimane bianche, trekking in Nepal, rafting in Alaska, turismo avventura nel Sahara,
barriera corallina a Sharm), o non-sportivi attratti dalla promozione di destinazioni attravers
eventi sportivi. LND
La Lega Nazionale Dilettanti è l'organo che dirige e organizza i campionati e le coppe per le
squadre maschili iscritte dal quinto livello del calcio italiano fino all'ultimo, i campionati
femminili e le manifestazioni del Beach Soccer e del Calcio a 5. Fu fondata nel 1959 ed ha sede
a Roma. Tramite il Comitato per l'attività interregionale, organizza il campionato di Serie D per
167 squadre rappresentanti tutte le regioni italiane, divise in 9 gironi stilati su base geografica.
Inoltre gestisce la Coppa Italia di Serie D e il Campionato Juniores. A partire dalla stagione
1986-87, accolse nel suo seno le società di calcio femminile provenienti dalla disciolta
Federazione Italiana Giuoco Calcio femminile organizzando i campionati di Serie A femminile e
Serie B femminile a carattere interregionale. Anche il Calcio a 5 fu inserito nella LND nel 1989
che attualmente organizza direttamente i campionati di Serie A, Serie A2 e Serie B. La LND,
attraverso i 19 Comitati Regionali (ne esiste uno unico per Piemonte e Val d'Aosta) e delegazioni
provinciali e distrettuali, gestisce i campionati di Eccellenza, Promozione, 1a 2 a e 3a Categoria,
oltre ai campionati giovanili regionali, alla Coppa Italia Dilettanti per i club di Eccellenza e
Promozione e alle varie coppe regionali per i club delle tre categorie inferiori e i campionati
giovanili provinciali.
La Lega Nazionale Dilettanti ha superato, il milione e mezzo di tesserati. Il Settore Giovanile e
Scolastico rappresenta circa la metà del movimento complessivo. Il 46% della parte restante è
costituito dai settori maschili “storici” della LND, il Campionato Nazionale serie D, il Campionato
di Eccellenza, di Promozione, di 1ª, 2ª e 3ª categoria. Il 4%, infine, del movimento è
rappresentato dalla Divisione Calcio a 5 e dalla Divisione Calcio Femminile.
La Lega ed i suoi tesserati rappresentano letteralmente una community in movimento, nel senso
che, per disputare ciascuna partita, ogni squadra deve fisicamente spostarsi verso il luogo nel
quale si gioca e, al termine della partita, rientrare in sede. Stimando un valore medio elaborato
per singola categoria, tenendo presente una media delle distanze che intercorrono tra le sedi
delle singole squadre, e moltiplicandolo per il numero delle partite della stagione anche qui,
considerando categoria per categoria si ottiene il dato complessivo dei chilometri
indicativamente percorsi da tutte le squadre della Lega per disputare l’intera stagione, più di 51
milioni di km.
Se volessimo, ancora, considerare quanto viene speso da tutte le squadre per muoversi per
l’intera stagione, tenendo fermi i parametri precedentemente fissati, otterremmo una spesa di
pocoinferiore ai 6 milioni di euro.
Tutto questo limitandoci a stimare “esclusivamente i consumi generati dalle squadre per i
trasferimenti, per così dire, comuni. Se si ottenessero e si sommassero ai valori ottenuti quelli
dei consumi generati dai singoli giocatori, ad esempio, per recarsi presso la sede della società
per incontrare gli altri giocatori e trasferirsi insieme verso la sede della trasferta o per tutti gli
allenamenti settimanali probabilmente potremmo, allora, proporre numeri ben più che
raddoppiati.
Partecipare alle attività di Lega, sia come giocatore che come tecnico/dirigente, significa anche
destinare ad essa una parte abbastanza significativa del proprio tempo libero. Consideriamo
inoltre che il tempo complessivamente dedicato alle attività di Lega rappresenta anche un vero
e proprio valore sociale, dal momento che esso contribuisce ad allontanare i giovani da
potenziali cause di devianza o disagio così come a dare contenuti alle passioni dei tecnici e dei
dirigenti.
Partendo dai dati espressi nel paragrafo precedente si può giungere ad una serie di conclusioni di
natura “pratica” circa il volume di alcuni consumi sviluppati dalla community di Lega, e quindi
circa l’importanza che questa ha per l’economia dell’intero paese. Infatti la spesa media
sostenuta da tutte le società di LND per i propri spostamenti in una giornata tipo è di circa
167.670 euro, quasi 6 milioni per tutta la stagione. Inoltre oltre 143 milioni di euro vengono
spesi ogni anno per l’acquisto di materiale tecnico (palloni, scarpe, completi da gioco, tute,
ecc.) da tutte le società di lega.
Ma questi numeri possono e devono essere letti anche alla luce di altri ragionamenti. Una
community discretamente omogenea, composta da oltre un milione e mezzo di persone, sviluppa
una serie di attività, comportamenti e consumi che la rendono assolutamente interessante anche
dal punto di vista non prettamente sportivo. La Lega, con il suo bacino di tesserati e di contatti,
è, dunque, una vera e propria risorsa di natura sociale, un fenomeno collettivo di proporzioni
talmente vaste da poter essere considerato di rilevanza sociale; fino a diventare un vero e
proprio esempio di “capitale sociale”. Ovvero quel patrimonio di interazioni sociali, di
esperienze e di conoscenze di massa che spinge la collettività a mantenere un approccio
collaborativo ed a nutrire fiducia nelle relazioni virtuose e nei vantaggi reciproci.
Lo sport per le pubbliche amministrazioni
Un aspetto importante per lo sport è quello relativo ai finanziamenti per esso stanziati dalle
pubbliche amministrazioni. Le pubbliche amministrazioni sono regioni, province e comuni.
Queste istituzioni contribuiscono a molte delle spese per sostenere molte attività in ambito
sportivo. Ogni ente emette finanziamenti e contributi allo sport, anche se in maniera e quantità
diverse. Ad esempio per quanto riguarda gli eventi sportivi, sul totale dei finanziamenti stanziati
quasi l’80% è stato emesso dalle regioni, meno del 20% dalle province e poco più del 5% dai
comuni. Sia per eventi sportivi che per materie sportive l’ente che emette maggiori
finanziamenti è la regione che arriva a sostenere un rapporto con le province di 3 a 1 per le
materie sportive e di addirittura 5 a 1 per gli eventi sportivi. In media le regione spendono
annualmente per lo sport più di 9 milioni di euro, 3 milioni le province e 1,5 milioni i comuni. Il
rapporto espresso pocanzi si riflette anche calcoli alla mano, infatti, solamente per gli eventi
sportivi le regioni stanziano circa 3 ml