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Le Successioni
Quello che sappiamo rispetto alle 12 tavole è che esistevano delle leggi suntuarie, nelle quali si fissano una serie di misure contro una eccessiva manifestazione del lusso in occasione ad esempio dei funerali o di un sepolcro. Perché il legislatore si è preoccupato di fissare questo limite? Le testimonianze sono molto dettagliate perché Cicerone ci riporta il contenuto quasi per intero della decima tavola delle 12, relativa alle norme sulla sepoltura con l'intento di ricostruire l'ultima età repubblicana. È in questa età che si stava formando la civitas, e la logica era quella di compattare i cittadini. 08.03.21
Vi erano delle spese per i funerali che spesso risultavano eccessive, soprattutto perché come sappiamo nella prima formazione sono avvenuti una serie di cambiamenti a livello sociale. La prima norma riguarda un tetto economico per la predisposizione del funerale, mentre la seconda vieta alle donne di
disperarsi e strapparsi i capelli - l'esigenza dell'amamento risponde ad una logica isonomica. L'hereditas in questo contesto è gestita dalle 12 tavole. Per hereditas si intende in senso dinamico la situazione che si determina alla morte di un soggetto che genera il trasferimento del patrimonio del defunto, mentre in senso statico intendiamo l'eredità come patrimonio, quindi complesso di beni e rapporti giuridici del defunto. Il problema che la dottrina si pone riguarda la sua duplice natura, e vi sono due diverse concezioni: 1- Concezione potestativa - pone l'attenzione sulla successione del potere che il de cuius deteneva all'interno della famiglia. È un problema di allocazione dei beni che rinvia ad un problema che riguarda i rapporti giuridici che sorgono su questo patrimonio. Questa è stata fortemente difesa da Bonfante, colui il quale aveva già affrontato il problema della distinzione tra res mancipi e nec.Mancipi, classificando le prime come beni collettivi, e le seconde come res di uso individuale. Questa teoria presuppone una prevalenza della successione testamentaria su quella legittima, e la preoccupazione di questa teoria è che il pater familias che muore non si affida alla successione legittima in assenza di testamento. I romani distinguevano nettamente i diversi tipi di successione, ma diversamente da noi non è previsto per i romani che quella legittima e testamentaria concorrano (come invece può avvenire da un punto di vista giuridico nel nostro ordinamento). Questa teoria ritiene prioritaria dunque precedente anche cronologicamente la successione testamentaria.
2- Concezione patrimoniale la successione qui è intesa come meno trasferimento da un soggetto ad un altro, senza alcun tipo di riferimento ai rapporti potestativi. Questa teoria è stata sostenuta da Arangio Ruiz e da Perozzi, i quali usano degli argomenti di carattere comparativo (ad esempio
con la Grecia). Essi si accorgono che l'hereditatis petitio intesa come rivendica di beni materiali di carattere meramente patrimoniale, fa riferimento solo alla volontà di possedere il bene in sé. Essi ritengono prevalente e naturale la successione legittima, prevista dalla legge nelle 12 tavole che utilizzava una logica parentale tipica della famiglia propri e communi iure. Quale delle 2 concezioni è quella più verosimile? Non abbiamo una risposta ben precisa, perché i due profili analizzati spesso si mescolano. Serrao fa una ricostruzione attenta parlando di queste ultime, e considerandole coesistenti dal punto di vista del quale si guarda il fenomeno (dunque entrambe le concezioni sono vere solo che bisogna calibrarle alla situazione specifica). Ric di Serrao: sostiene che nel contesto pre-decemvirale e decemvirale dunque poco prima delle 12 tavole, ci troviamo di fronte non solo alle due viste all'inizio del corso, ma anche di fronte ad una terza.la quale dice: uti legassit suae rei ita ius esto. “così come il de cuius abbia stabilito la sorte dei suoi beni, così sia il diritto.” interpreta questa ultima forma come una forma di testamento, e mentre le prime due sono espressione di una prassi, un mo estremamente naturale insita nella stessa logica parentale della famiglia propri e communi iure, l’ultima norma probabilmente non era presente prima della codificazione decemvirale in quanto il legislatore ha quasi voluto attribuire un crisma del diritto alla norma attraverso quella clausola finale ‘ita ius esto’. Sembra essere una distinzione chiara tra ciò che è mos e ciò che è ius. Serrao ritiene che prob sono stati i plebei a richiedere di inserirla nelle 12 tavole, visto che non era una derivazione del mos gentilizio. Probabilmente nascono diverse forme di successioni proprio per soddisfare le necessità delle diverse classi sociali. Sappiamo che
già prima delle 12 tavole i romani potevano fare testamento, e la forma primitiva esistente era: 1- Testamentum calatis comitis -> ressa davanti ai comizi curiati che si riunivano 2 volte l'anno riguardo i procedimenti di adrogazione (adrogatio -> adozione di un pater familias da parte di un altro pater familias) testamento, in cui il pater familias diceva di fronte a questi 'voglio che il mio erede sia tizio', quindicompia l'individuazione dell'heredis institutio. Da qui forse si giustifica il punto di vista di Bonfante. A questa forma di testamento avevano accesso solo i patrizi. Dunque proprio per questo motivo, per equilibrare il rapporto patrizi-plebei, questi chiedono di poter fare testamento come i patrizi e viene introdotta la norma prima discussa. In assenza di testamento si apriva la successione legittima. L'adgnatus proximus, è erede o no? L'erede è colui che sostituisce il de cuius sia dal lato passivo (obbligazioni comedebiti ecc) che da quello attivo, e in genereheres sono i figli del de cuius. Ma se solo gli heres sono coloro i quali rispondonoanche del lato passivo della successione, e l’adgnatus non è un heres cosa si fa?Serrao fa una valutazione sottolineando enormemente l’ultima norma dicendoche si tratti del primo testamento plebeo, propria della rivendicazione deltempo. Rispetto alla norma uti legassit, questa è stata legata ad una forma ditestamento che è quella della Mancipatio familiae, che sta ad indicare iltrasferimento del patrimonio familiare. Secondo Serrao questa potevacontenere delle disposizioni che riguardavano i singoli beni del patrimonio otutto, e secondo egli proprio perché consentiva di trasferire non solo tutto maanche i singoli beni del patrimonio si poteva disporre in maniera libera. Non viera però l’indicazione di un heres, peculiarità di questo istituto. Proprio perchéad un certo punto ci si accorge che
manca questa indicazione, la giurisprudenza crea una terza forma di testamento che è l'aes et libram, che contiene un riadattamento della mancipatio familiae, aggiungendovi anche l'istituzione di erede mancante. L'istituzione di erede viene definita Caput et fondamentum del testamento in questo periodo storico, e se questa veniva a mancare il testamento veniva invalido.
Si chiedeva al de cuius che non voglia trasferire i suoi beni ai figli legittimi, di dimensionarli nel testamento per diseredarli espressamente, modo che garantiva al testatore.
Mentre la logica potestativa ragiona in termini di concentrazione dei beni nella stessa famiglia, quella materiale è completamente differente ed è più libera.
Il punto della ricostruzione di Serrao riguardante la mancipatio familiae non è condiviso dalla prof in quanto secondo lei non è una forma di testamento perché privo della istituzione di erede, mentre testamentum era quello per aes.
seconda della volontà del de cuius. In questo modo, il de cuius può distribuire i suoi beni tra più persone, senza dover necessariamente nominare un unico erede. La mancipatio familiae è quindi un mezzo attraverso il quale il de cuius può disporre dei suoi beni in modo flessibile e personalizzato.cui distribuire i beni, ma allora chi risponde dei beni? Se la consideriamo solo un negozio di legati, possiamo vedere che il pater familias può avvalersi della successione legittima non facendo testamento, ma attuando una mancipatio familiae può sottrarre un paio di beni all'asse patrimoniale destinandoli ai legatari. Se sono un pater che fa testamento calatis comitis e individuo un erede universale, la successione ad intestato non si apre, e con la mancipatio familiae posso destinare due miei beni specifici a due miei amici ad esempio. Una norma analoga la troviamo nelle norme soloniane greche, che afferma la stessa libertà di attribuire beni specifici in modo libero ai legati, dunque è probabilmente stata ripresa. Per evitare ad un certo punto che il de cuius disponesse di tutto il suo patrimonio distribuendolo ai legati, lasciando solo le passività agli eredi, il legislatore interviene andando a porre un limite che prevede che il de cuius nellamanicpatio familae non possa disporre del proprio patrimonio per più di 3/4 e ciò vuol dire che almeno 1/4 deve andare agli eredi. Secondo la prof non era vero inoltre che prima della norma i plebei non potessero fare testamento in quanto ne esisteva uno previsto per i soldati che dovevano recarsi in battaglia i quali potevano farlo prima di partire (testamentum in procintu, era informale, non c' erano rituali, si manifestavano le ultime novità, era aperto a patrizi e plebei). 09.03.21 Abbiamo già notato alcune difficoltà che sorgono con la terza norma nella sua applicazione. Abbiamo parlato del ruolo dell'heres che è fondamentale perché il testamento sia valido abbiamo visto nelle prime due norme che ci sono 2 categorie di successibili che sono l'adgantus proximus e i gentili che non acquisiscono però il titolo di heres. I giuristi elaborano l'usucapio pro erede che si fonda sull'usucapionepossesso
prolungato nel tempo del bene che consente l'ac