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Il ruolo delle regioni nella costituzione

Questo fa capire quanto poco contano le regioni quando si cambia la costituzione. Nel nostro paese, quando si parla di stato regionale, si parla dell'art 5 della costituzione che dice "L'Italia, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali", mentre un tipico esempio di articolo di uno Stato federale è: "The powers not delegated to the United States by the Constitution, nor prohibited by it to the States, are reserved to the States respectively, or to the people".

La Corte costituzionale, nella sentenza n. 365/2007 dice che la sovranità è un attributo esclusivo dello Stato. L'attributo della sovranità in capo a una Regione è del tutto incompatibile con la forma di Stato configurata dai Costituenti, accennando ai modelli di tipo federale, dove le entità territoriali componenti lo Stato federale mantengono forme ed istituti che risentono della loro preesistente condizione di sovranità.

«lasovranità interna dello Stato conserva intatta la propria struttura essenziale, nonscalfita dal pur significativo potenziamento di molteplici funzioni che la Costituzioneattribuisce alle Regioni e agli enti territoriali». Non si possono allora utilizzare, quasifossero sinonimi, i concetti di autonomia e di sovranità, essendo quest’ultima«certamente estranea alla configurazione di fondo del regionalismo quale delineatodalla Costituzione e dagli Statuti speciali»

l’aumento delle competenze delle regioninon comporta il cambiamento dello status giuridico delle stesse.

Stato accentrato -> Stato regionale -> Stato federale -> Confederazione -> Trattatiinternazionali

Fra questi cambia la quantità di autonomia, andando verso destra questa aumenta. Lostato Accentrato è lo Stato sovrano che conferisce poteri amministrativi a organismiautonomi, disciplinandoli con legge. Esempi: Grecia, Irlanda. La confederazione: piùStati,

virtù di un trattato internazionale. Molti Stati attualmente federali sono sorti originariamente come Confederazioni. 4 Novembre Evoluzione storica della nascita delle regioni A noi interessa il discorso delle competenze e come si sviluppano le competenze fra stati e regioni nel vecchio titolo V e come è cambiato questo quadro nel nuovo titolo V. Il contrario di autonomia non è il decentramento, ma l'accentramento. Fra stato regionale e federale non ci sono differenze di sovranità ma di autonomia. Stato accentrato è uno Stato sovrano che conferisce poteri amministrativi a organismi autonomi, disciplinandoli con legge. Per esempio: Grecia. Confederazione: più Stati, pur rimanendo sovrani, trasferiscono quote di poteri – ad esempio in materia di difesa – a un'organizzazione stabile, in virtù di un trattato internazionale.

virtù di un trattato internazionale. Molti Stati attualmente federali sono sorti originariamente come Confederazioni.

Decentramento: un modello in cui gli organismi titolari dei poteri decisionali, essenzialmente di carattere amministrativo, sono diffusi su tutto il territorio nazionale (Balboni); e non sono insediati esclusivamente in una sede centrale. Tali organismi, operanti nell’amministrazione statale, sono poi raccolti in un tessuto unitario, che fa capo gerarchicamente al Governo. Un esempio è il ministero di economia e delle finanze con le agenzie delle entrate. Tutti questi organismi quindi operano per il pluralismo istituzionale; governo centrale.

Autonomia: è un modello in cui una parte dei poteri legislativi e amministrativi sono affidati alle entità territoriali, competenti solo per una parte della comunità a porre norme pariordinate – entro certi limiti – a quelle statali e i cui organi vengono eletti attraverso il

voto della comunità medesima. -> l'autonomia è quindi legislativa, ossia il potere di fare leggi, ma accanto all'autonomia legislativa c'è l'autonomia amministrativa (potere ad esempio di fare adottare amministrativi). Per dire che le regioni siano autonome serve anche l'autonomia finanziaria, ossia nella disponibilità delle risorse per portare avanti un proprio indirizzo politico. L'autonomia finanziaria serve per gestire le entrate e le uscite ossia consiste nella disponibilità di risorse (es. finanziamento a fondo perduto), senza questa l'autonomia generale perde di significato. - l'autonomia giudiziaria ce l'ha solo lo stato- Ulteriore elemento perché si possa parlare di autonomia è l'autogoverno, ossia la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in regione. L'autogoverno si forma sulla legittimazione democratica. Porre norme pariordinate significa che la

La regione può fare norme proprio come lo stato, ossia la legge statale e quella regionale stanno sullo stesso piano, ma operano secondo ambiti di competenza diversi definiti dalla costituzione (ad esempio prima il turismo era materia concorrente). Anche i comuni e le province sono delle autonomie locali.

Dal risorgimento alla costituente

Le regioni nascono in Italia ufficialmente con la costituzione, prima non esistevano perché c'era da un lato lo stato e dall'altro il comune. Nel nostro paese ha sempre funzionato il comune, anche nell'idea dei cittadini, mentre la regione interessa meno.

La crisi delle regioni è iniziata al momento della nascita delle stesse, si può dire che già nel risorgimento si iniziava a parlare di regioni, ma il problema nella seconda metà dell'800 era che si voleva raggiungere al più presto l'unità nazionale e in questo contesto la preoccupazione era unire gli stati preunitari.

C'erano 4 idee predominanti: - l'idea dell'unità nazionale, stendardo del programma repubblicano unitario di Giuseppe Mazzini; - il pensiero federale, facente capo a Cattaneo e – con significative differenze di pensiero – a Ferrari; - l'idea neoguelfa di Gioberti e Rosmini, che intendevano salvaguardare la prospettiva tradizionalista e le prerogative della Chiesa, con l'obiettivo di una federazione presieduta dal Pontefice; - l'idea piemontese (piemontesizzazione), dalla quale sarebbe derivato il partito d'azione italiano e alla quale, ben presto, avrebbero aderito tanto la prima, quanto la seconda delle correnti. L'unità è stata creata con una concezione accentratrice dello stato, e quindi si sono prese le leggi piemontesi, estendendole a tutte le province annesse. Tutti gli stati preunitari hanno subito l'applicazione del diritto piemontese. Nel 1859 c'è stata questa estensione delle leggi. Mazzini

Era fortemente unitario, contrapponendosi a Cattaneo che voleva lo statofederale. Ma anche Mazzini che era per lo stato unitario inizia a capire l'importanza "Io vorrei che, trasformate in sezioniche potrebbero avere le regioni. Mazzini scrisse: e semplici circoscrizioni territoriali le tante artificiali divisioni esistenti in oggi, non rimanessero che sole tre unità politico-amministrative: il Comune, unità primordiale, la Nazione, fine e missione di quante generazioni vissero, vivono e vivranno tra i confini assegnati visibilmente da Dio a un Popolo, e la Regione, zona intermedia indispensabile tra la Nazione e il Comune, additata dai caratteri territoriali secondari dai dialetti, e dal predominio delle attitudini agricole, industriali e marittime". Egli dice che fra comune e stato c'è una distanza enorme da colmare con un ente di raccordo. Inoltre, dice che il territorio è vario, per questo serve l'istituzione della regione.

Allo stesso tempo però egli si contrappone all'idea federalista. Quindi, già nel risorgimento, si inizia a parlare di Regioni, ed egli le vede come uno strumento per rafforzare l'unità nazionale. Con Mazzini però non si parla di regioni nel senso di autonomie, ma solo come decentramento. Sulla stessa linea di Mazzini era Camillo Benso Conte di Cavour che abbracciava sia l'idea di stato unito, ma anche la regione come elemento di raccordo. Loro dicevano che bisognava dare alle regioni quello che sapevano fare meglio, in quanto le regioni conoscono meglio il proprio territorio. Da qua ci sono i primi spunti della battaglia del regionalismo.

Dalla parte opposta si collocava Carlo Cattaneo, anch'egli un politico, che apparteneva alla corrente dei federalisti. Egli diceva che ogni regione d'Italia non è un corpo meramente amministrativo, ma comprendeva un corpo legislativo. Le regole che ogni regione ha dipendono dalla storia delle stesse.

Egli dice che non si tratta di decentrare, perché l'accentramento per ora non c'è ancora stato. Non si può uniformare il diritto, è giusto che ogni Stato d'Italia abbia le proprie leggi (erano idee di un politico non di un giurista). Lo stato federale, dice lui, è l'unico modo per evitare la sopraffazione piemontese su altri popoli. Senza stato federale si ostacola il progresso. "La formula degli Stati Uniti o Regni Uniti è in Italia l'unica possibile forma di unità e di durevole amicizia e di pratica e soda libertà; essa esprime la sola possibile armonia delle libere forze". Egli voleva uno stato non di regioni, ma proprio di stati derivanti dai vecchi stati. Giuseppe Ferrari era della stessa linea di Cattaneo, però aveva un'idea diversa di federazione. Egli pensava che la federazione potesse realizzarsi a partire dal basso. La scelta tra la rivoluzione dava lapossibilità al cittadino di essere libero. Egli dice: "federazione e l'unità non viene fatta dall'uomo, viene fatta dalla natura; le nazioni nascono federali o unitarie, secondo che nascono con uno o più centri". Questi sono i principali contributi di questi anni. Il principio per cui il potere deve essere limitato e non può essere limitato se non dal potere viene ripetuto da Cattaneo, ma viene detto per primo da Montesquieu. Da qui deriva la decisione di dividere i poteri. Anche le regioni vengono viste come strumenti di limitazione del potere centrale, ma all'epoca, l'opinione più diffusa era quella di chi aveva pensato alle regioni come enti di decentramento, non ancora come autonomia. E c'erano due tipi di decentramento: - Decentramento burocratico: spostamento di talune potestà deliberative dagli organi centrali (cioè, i vari ministeri) agli organi locali (ad esempio, il prefetto, il direttore locale...). Intal caso, viene in rilievo una funzione che, pur di spettanza dello
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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simona.romerio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto regionale e del turismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Alessandro Candido.