vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
STATO ASSOLUTO
È la prima forma di Stato moderno, nato in Europa tra il 1400-1500 e affermatosi tra 1600-1700.
Si caratterizzava per l’esistenza di un apparato unitario con una fortissima autorità, separato e
distinto dalla società (forte carattere autoritativo). Prevede l’affermazione di un forte potere
sovrano interamente attribuito al re, o meglio alla corona. La corona (differente dal re) non è una
persona fisica, ma rappresenta un organo dello Stato.
In questo caso il potere è concentrato nelle mani di un unico soggetto, titolare della funzione
legislativa ed esecutiva. Il potere giudiziario è invece esercitato da corti e tribunali, che però
sono formati da giudici direttamente nominati dal re.
La volontà del re è la principale fonte di diritto. Il potere del re non incontra limiti di nessun genere
e non è condizionato dai desideri dei sudditi (re=legge). Il re inoltre detiene il potere per origine
divina e non per elezione.
L’assolutismo si affermò nei paesi riuscendo a limitare il peso delle corporazioni e della nobiltà
feudale:
•Francia: lo Stato assoluto si instaura in modo deciso fino a fine ‘700. La nobiltà viene
sottomessa al potere del re
•Inghilterra: rimangono residui del feudalesimo per cui la nobiltà non è totalmente
sottomessa al re. Lo Stato assoluto si instaura con la dinastia dei Tudor (1500) e finisce
con quella degli Stuart (1600) che la portano al fallimento. In questo paese lo Stato
assoluto ebbe scarso successo per la presenza di ostacoli di tipo sociale, collegati ad
un’alleanza instaurata tra borghesia e aristocrazia feudale che rendeva questa classe molto
forte. Inoltre esistevano anche ostacoli di tipo giuridico causati dal forte peso dell’autorità
feudale 4
•Austria/Prussia: a metà del ‘700 si instaura l’assolutismo illuminato, che ha il compito
di promuovere il benessere dei sudditi (viene anche detto STATO DI POLIZIA per il forte
controllo esercitato). Proprio a fronte di questa finalità, il sovrano si incarica di avviare,
dirigere e regolare molte attività sociali (scuole, ospedali)
Nelle sue diverse caratteristiche lo Stato assoluto era onnipresente e aveva ingerenze anche in
economia.
STATO LIBERALE
È una forma di Stato che nasce tra la fine ‘700 e l’inizio dell’800 in seguito alla crisi dello Stato
assoluto e allo sviluppo del capitalismo, con l’affermazione della borghesia. Le sue
caratteristiche strutturali sono:
• Una base sociale ristretta ad una sola classe (borghesia)
• Il principio di liberalità
• Il principio rappresentativo
• Lo Stato di diritto
La crisi dello Stato assoluto fu dovuta a ragioni di tipo finanziario, poiché questa forma aveva
grossi costi di funzionamento e il peso fiscale era troppo alto. Inoltre negli anni c’era stato un forte
indebolimento della legittimazione politica, che entra in crisi perché è sempre più evidente
l’incapacità di far coesistere la volontà del sovrano con la sfera della personalità dei sudditi
(difficoltà di affermazione dei diritti della borghesia e tutela della loro sfera personale).
Il passaggio da Stato assoluto a liberale avviene:
• Francia: con la Rivoluzione Francese
• Inghilterra: l’affermazione fu più graduale perché non era presente uno Stato
assoluto stabile. Le norme di Common Law furono considerate garanzia
d’indipendenza per la classe borghese, a cui il re doveva essere sottoposto così
come la loro classe. Egli non poteva perciò imporre nuovi tributi senza la volontà
della borghesia.
• America: la società era formata da emigrati, che sfuggivano dai regimi oppressivi
dell’epoca, e da operai, contadini ed artigiani in cerca di fortuna. L’Inghilterra
utilizzava le colonie allo scopo di far fronte alla crisi economica, perciò il
parlamento inglese iniziò ad imporre tasse alle colonie per rimpinguare le proprie
casse. Gli americani a questo punto si ribellarono sostenendo di non essere stati
rappresentati in parlamento, con lo slogan “no taxation without rappresentation”.
Questa ribellione portò alla dichiarazione d’indipendenza delle colonie il 4 luglio
nel 1775.
Un altro fattore che ha promosso il passaggio allo Stato liberale è stata l’evoluzione all’economia
di mercato, con la diffusione di un metodo di produzione di tipo capitalistico.
L’economia di mercato sostiene il libero incontro tra domanda e offerta; la transazione che deriva
da questo confronto fa emergere un prezzo, determinato esclusivamente dal calcolo economico di
offerenti e venditori. L’equilibrio generale del mercato è il risultato di vari contratti conclusi tra i
singoli individui. 5
La modalità di produzione di tipo capitalistico è basata sulla differenza tra i proprietari dei mezzi
produttivi e i detentori di forza lavoro. La forza viene impiegata nel processo produttivo per
creare valore. Questa economia veniva ostacolata nello Stato assoluto, che vedeva
negativamente il libero scambio. L’economia di mercato necessitava, al contrario, di stabilire piena
libertà contrattuale, uguaglianza tra i contraenti, l’abolizione dei privilegi e l’abolizione di
monopoli. Anche dal punto di vista giuridico era necessario creare una serie di norme per questa
nuova epoca.
Le caratteristiche essenziali dello Stato liberale sono:
Finalità politico/istituzionale di tipo garantistico: lo Stato è una tutela per le
liberta e i diritti degli individui. Il primo diritto da tutelarsi è la proprietà
Concezione dello stato minimo: lo Stato è limitato ed è titolare solo di quelle
funzioni necessarie all’adempimento della finalità garantistica. Deve tutelare
l’ordine pubblico perciò ha le funzioni di difesa militare, politica estera e moneta
Si oppone quindi allo Stato assoluto che interveniva anche in economia e prevede:
Basso livello di tassazione
Pareggio di bilancio
Libertà individuale: lo stato riconosce e tutela la libertà personale, la proprietà
privata, la libertà contrattuale, religiosa, di pensiero, di stampa e di domicilio
Separazione dei poteri: i soggetti istituzionali che li detengono si controllano
reciprocamente
1.Legislativo
2.Giurisdizionale
3.Esecutivo
Principio di legalità: lo Stato liberale è uno stato di diritto perciò ogni limitazione
della sfera della libertà dell’individui può avvenire solo tramite la legge, perché
l’attività dei pubblici poteri deve essere fondata sulla legge
Sistema rappresentativo
STATO DI DEMOCRAZIA PLURALISTA
Si afferma a seguito della trasformazione dello Stato liberale a causa dell’allargamento della base
sociale. Questo è infatti uno stato pluriclasse che si fonda sul riconoscimento e la garanzia della
libertà dei gruppi, degli interessi, delle idee e dei valori, che possono confrontarsi nella società
ed esprimersi in parlamento. Lo Stato di democrazia comincia con un grande allargamento
dell’elettorato attivo:
STATO LIBERALE STATO DI DEMOCRAZIA
Suffragio universale
Le caratteristiche essenziali di questo Stato: 6
Affermazione dei partiti di massa che organizzano la partecipazione politica degli
elettori
Configurazione di organi elettivi come luogo di confronto di diversi interessi
Riconoscimento di diritti sociali (scuola, assistenza)
Questo tipo di Stato entrerà in crisi in Italia e Germania a causa dell’introduzione dello Stato
totalitario.
Le caratteristiche principali dello Stato a democrazia pluralista sono:
suffragio universale
segretezza e libertà del voto
presenza di partiti politici
svolgimento di elezioni periodiche
Questi elementi rendono possibile una molteplicità di idee e gruppi sociali ed uno scambio di
valori. A conseguenza del suffragio universale si crea pluralismo politico, sociale, economico e
culturale e scambio di idee. Inoltre nascono diverse formazioni sociali e politiche: le formazioni
sociali operano per la realizzazione degli interessi comuni dei loro membri, quelle politiche hanno
lo scopo di controllare il potere politico in seguito alle elezioni.
Gli obiettivi di questa tipologia di Stato sono:
1. Limitazione del potere dello Stato, che è costretto a confrontarsi con centri di potere (le
formazioni sociali e politiche)
2. Creazione di canali di partecipazione dei cittadini alle attività dello Stato, che influenzerà
gli organi istituzionali
Le forme di governo delle democrazie pluraliste possono essere diverse. In Italia a questa forma
di Stato corrisponde una forma di Governo repubblicana e parlamentare detta “a debole
razionalizzazione”, che significa che sono previsti solo limitati interventi del diritto costituzionale
per assicurare il rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento e per assicurare capacità di
direzione politica del Governo.
Il RAPPORTO DI FIDUCIA si instaura tra Governo e Parlamento ed è necessario perchè il
Governo possa operare. Il Governo deve proporre il suo programma politico e deve ottenere la
fiducia dal Parlamento. Questa ha come finalità quella di garantire la stabilità e la durata del
Governo per il suo intero corso (5 anni). Questa finalità è garantita dalla presenza di alcuni vincoli
di procedura che rendono difficoltosa la mozione di sfiducia.
La MOZIONE DI SFIDUCIA è l'atto con cui il Parlamento interrompe il rapporto di fiducia con il
Governo e lo obbliga alle dimissioni. Deve essere una mozione motivata e votata da tutti i membri
del Parlamento con voto per appello nominale, in cui parlamentare vota segretamente. I vincoli
procedurali della mozione di sfiducia sono quindi:
• Motivazione
• Voto per appello nominale
• Firma di 1/10 dei componenti della camera 7
La mozione non può essere messa in discussione dalla camera prima di 3 giorni dalla sua
presentazione (periodo di riflessione). Il voto contrario di una o di entrambe le camere ad una
proposta del governo non comporta l'obbligo di dimissioni (altro vincolo a garanzia di stabilità).
Nell'esperienza italiana questa razionalizzazione del rapporto di fiducia non ha sempre funzionato.
Dalla disciplina del rapporto di fiducia deriva la QUESTIONE DI FIDUCIA, che viene posta dal
Governo su una sua iniziativa che richiede l'approvazione parlamentare. Il Governo mette
pressione al Parlamento, che si sente responsabile nella sua azione di una possibile crisi di
Governo. La presentazione della questione deve essere motivata. Se la fiducia non viene
accordata al Governo c'&egr