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LE FONTI PRIMARIE
1. Carattere “chiuso” delle fonti primarie
2. Leggi in senso formale
3. Atti aventi forza di legge (decreto legge – decreto legislativo)
4. Referendum abrogativo
5. Regolamenti degli organi costituzionali (Parlamento, Corte Costituzionale).
Atti aventi forza di legge sono degli atti emenati dal governo, che sono
equiparati alla legge sul piano delle fonti del diritto.
Tant'è che sono anch'essi fonti primarie come la legge: decreto legge e decreto
legislativo = fonti del diritto emanate dal governo però equiparate alla legge.
Il primo atto avente forza di legge è il decreto legislativo emanato dal Governo
che agisce su delega del Parlamento, che delega l'esercizio della funzione
legislativa.
GLI ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE:
Il decreto legislativo (art. 76 Costituzione)
- La delega dell'esercizio della funzione legislativa
- deve avvenire con legge in senso formale perché altrimenti sarebbe una delega
a se stesso. Uno non può delegare l'esercizio di potere che non ha. La delega
deve avvenire con una legge.
- può essere conferita solo al Governo (nella sua collegialità).
Non esistono d.l. fatti dai singoli ministri, perché è emanato dal Governo
complessivamente considerato.
Non ad un singolo ministro ma neanche a più ministri.
- ha dei contenuti necessari: oggetto definito, tempo limitato, principi e criteri
direttivi.
Di oggetto perché bisogna definire l'ambito in cui il governo è delegato
nell'esercizio della f.l.
Principi e criteri direttivi: nell'esercizio della delega il governo non può fare
quello che vuole ma troverà dei principi e dei criteri da seguire.
SEGUE: IL DECRETO LEGGE ( ART. 77 COSTITUZIONE)
- casi straordinari di necessità ed urgenza
- necessità di conversione in legge in senso formale
- decadenza ex tunc in caso di mancata conversione
- possibilità di legge sanatoria.
PROBLEMA: la reiterazione dei decreti legge (fr. Corte Cost. 360/1996).
Nel caso del d.l. non c'è una delega preesisistente come nel caso del d. lgs. Che
si chiama anche decreto delegato ma il governo parte di sua iniziativa in un
determinato ambito. Ovviamente posto che la f.l. non appartiene al governo ma
alla Camera questo non può essere fatto sempre e comunque.
Questo esercizio della f.l. da parte del Parlamento è possibile solo in casi
necessari, di urgenza.
Però proprio perché la f.l. non appartiene al Governo la cosa non finisce lì. È
necessaria la conversione del d.l. in legge del Parlamento. Viene presentato alle
Camere affinché venga convertito in una legge in senso formale.
Questa conversione va effettuata in 60 giorni dalla presentazione, proprio
perché in casi necessari. Se il d.l. non viene convertito si dice che decade ex
tunc = fin dall'inizio. Perde efficacia fin dall'inizio. Non perde efficacia dal
momento in cui il Governo rifiuta di convertirlo ma dall'inizio. L'efficacia di
quel periodo viene cancellato. Però può essere che in quei 60 giorni qualcuno
avesse fatto riferimento a quel d.l., allora è possibile che il Parlamento si occupi
di sistemare quelle situazioni che si sono create. Quindi si dice che il
Parlamento può con legge regolare i rapporti createsi (art. 67 Costituzione).
Legge sanatoria.
C'è stato un grande abuso dei d.l. da parte del Governo. Abuso della
decretazione d'urgenza.
La reiterazione dei d.l. non convertiti. Il Governo faceva un d.l. e il Parlamento
non convertiva, il Governo faceva un'altro decreto legge, il Parlamento non lo
convertiva e si è arrivati alla reiterazione di 13, 14 volte.
Si era praticamente formato un secondo polo normativo.
È intervenuta la Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale questa
pratica della reiterazione anche in considerazione del divieto della separazione
dei poteri.
Le Camere possono modificare il d.l., possono apportare degli emendamenti.
Può modificarlo perché comunque la f.l. appartiene al Parlamento. Può decidere
di modificare delle disposizioni del decreto legge. Quindi le ragioni: 1° la
funzione legislativa appartiene al Parlamento...
IL REFERENDUM ABROGATIVO (ART. 75 COSTITUZIONE)
- istituto di democrazia diretta
- fonti del diritto rango primario
Limiti espliciti: leggi tributarie e di bilancio, legge di amnistia ed indulto, legge
di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali.
Limiti ulteriori: limiti impliciti e limiti logici (rinvio).
Sull'ammissibilità dei quesiti si pronuncia la Corte Costituzionale.
Fonti di diritto di rango primario: Referendum abrogativo.
Il Referendum abrogativo da un lato è un istituto di democrazia diretta perché è
uno dei pochi casi in cui i cittadini possono partecipare direttamente alla vita
politica. I cittadini fanno sentire la loro voce.
Altri istituti di democrazia diretta sono ad esempio la cosiddetta proposta di
democrazia popolare.
Il Referendum abrogativo è anche una fonte del diritto di rango primario.
Come fonte del diritto è una f.d.d. particolare perché è abrogativo, mentre
normalmente le fonti del diritto operano in maniera innovativa, in fondo il
referendum opera in maniera negativa.
Agisce eliminando articoli di legge etc.
Si possono abrogare tutte le leggi? No, esistono dei limiti. E il controllo di
questi limiti spetta alla Corte Costituzionale.
Limiti espliciti li troviamo nell'art. 75.
Discorso analogo vale per le leggi amnistie o di indulto dove vengono
cancellate le pene. Se fossero abrogative susciterebbero dei conflitti sociali non
da poco.
Sono dei limiti che hanno un fondamento di buon senso.
Esistono poi dei limiti ulteriori: limiti impliciti e limiti logici: limiti ulteriori
non previsti dall'art. 15 della Costituzione ma sono desumibili da esso o dal
sistema.
Ad esempio: Se non si possono abrogare le leggi tributarie sarà ovvio che non si
può abrogare anche la legge finanziaria.
Non si può interferire sugli indirizzi di ordine economico.
I limiti logici: il controllo della Corte Costituzionale investe anche il quesito
referendum che deve essere omogeneo, univoco, chiaro e deve porre i cittadini
di fronte ad una alternativa netta.
Se il referendum abrogativo non passa perché ci sono Stati più NO che SI si
può rifare solo dopo un po'.
Invece se il referendum abrogativo non passa perché non si è raggiunto il
QUORUM “non” si può rifare.
Non c'è una disposizione particolare che regola ciò e quindi dopo può fare una
legge contro il referendum..
I REGOLAMENTI PARLAMENTARI
- riserva di regolamento parlamentare
- il problema della sindacabilità da parte della Corte Costituzionale (rinvio).
I regolamenti parlamentari sono una espressione di un altro caso di riserva di
regolamento parlamentare.
Esiste una domanda di riserva di regolamenti parlamentari che può disciplinare
il funzionamento delle Camere? No.
I regolamenti parlamentari sono equiparati ai regolamenti della Corte
parlamentare.
LE FONTI SECONDARIE:
- fonti soggettivamente amministrative e oggettivamente normative
- principio di legalità
- carattere “aperto” delle fonti secondarie.
Un esempio di fonti secondarie è rappresentato dai cosiddetti regolamenti
dell'esecutivo (regolamenti dei ministri, regolamenti governativi...).
Quando si parla di fonti secondarie.
A proposito delle fonti secondarie si dice che sono fonti soggettivamente
amministrative e oggettivamente normative = perché fonti che producono
norme giuridiche astratte generali e non agiscono su una situazione concreta
però sono soggettivamente amministrative perché dal punto di vista dei soggetti
che la emanano sono riconducibili al potere esecutivo in particolar modo agli
organi di vertice.
“Sono fonti soggettivamente amministrative perché provengono dal governo
amministrativo”.
Le fonti secondarie rispondono tutte al principio di legalità.
Il principio di legalità è quel principio che stabilisce la soggezione della
pubblica amministrazione alla legge.
Questo implica che il potere normativo che si estrinseca dalle fonti secondarie
deve trovare fondamento nella legge. Le fonti primarie, invece, hanno un
carattere chiuso.
Le fonti secondarie hanno un carattere aperto perché previste. Non troviamo
nella Costituzione un elenco delle fonti secondarie. Sono istituite dalla legge
cioè dalle fonti primarie. Tutto questo non c'è nella Costituzione.
Le fonti secondarie dipendono dalle fonti primarie.
I REGOLAMENTI DELL'ESECUTIVO (ART. 17 L. 400/1988)
- regolamenti governativi (D.P.R.)
- regolamenti interministeriali (d. interministeriale)
- regolamenti ministeriali (D.M.)