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Il legislatore nazionale e i problemi giuridici posti dalla rete
Il legislatore nazionale non trova soluzioni efficaci per i problemi giuridici posti dalla rete. Quest'ultima avoca questioni extraterritoriali. La globalità della rete richiede un suo governo globale e un riconoscimento internazionale di garanzia dei diritti dell'uomo.
Complesse esigenze del mondo della rete:
Diritto all'oblio
1- Vivere online: l'avvento di Internet e del web 2.0 ha impresso notevoli cambiamenti in molti settori della vita contemporanea, contribuendo insieme all'evoluzione della tecnologia ad accorciare le distanze spaziali e velocizzare i tempi di comunicazione, rendendo accessibile a numerose persone quantità sempre più ampie di dati. Il possesso di uno smartphone è considerato l'accesso alla rete internet e vengono rivendicati come veri e propri diritti. La rivoluzione tecnologica è venuta ad incidere significativamente soprattutto per le giovani generazioni e anche sulle modalità di...
percezione di sé stessi e delle proprie relazioni sociali. Questa tendenza risulta accompagnata dalla volontà di rendere pubblico il maggior numero possibile di informazioni sulla propria vita. A questo proposito è inevitabile constatare come la sensibile ed inarrestabile crescita sia delle informazioni accessibili sia dei canali attraverso cui accedervi impone di tutelare con modalità differenti dal passato l'ampia sfera di diritti che ruota intorno ad un'esigenza opposta a quella di favorire la conoscibilità e cioè quella di consentire la non reperibilità di alcuni dati, segretezza, non impegnato in un ultima stanza, l'oblio. Che cos'è il diritto all'oblio? Nei paragrafi che seguono si cercherà di dare un contenuto a questo diritto e ripercorrendo rapidamente alcune delle principali vicende giudiziarie che lo hanno visto chiamato in causa per poi accennare alla previsione di una sua.1- Il diritto all'oblio è una forma di tutela nel contesto europeo, con la consapevolezza che si tratta di un diritto la cui protezione è resa più necessaria dall'evoluzione non solo tecnologica ma anche dei costumi sociali.
2- Origini del diritto all'oblio nella nell'elaborazione dottrinaria e giurisprudenziale - cenni: il diritto all'oblio non nasce nelle statuizioni di un testo normativo, ma viene delineato nell'elaborazione dottrinaria e giurisprudenziale che lo pone in collegamento con il diritto alla dignità e all'identità della persona e con il diritto alla riservatezza. Le sue radici affondano nella teoria del "right to be let alone" elaborata nel 1890 dalla dottrina statunitense in relazione alla possibilità di opporsi ai mezzi di stampa che vogliono rendere noti all'opinione pubblica fatti personali la cui conoscenza provocherebbe imbarazzo agli interessati. Tale teoria costruisce la comune.
matrice in alcuni diritti la cui tutela si è venuta perfezionando nel corso degli anni con modalità differenti nei diversi contesti giuridici. Pur derivando da una matrice comune, il diritto all'oblio si differenzia dalla tutela della riservatezza: questa riguarda vicende non destinate ad essere rese note, la cui diffusione è quindi fin dall'origine illecita, mentre il primo concerne fatti personali ma di pubblico dominio rispetto ai quali a singolo individuo viene riconosciuto di poter ritornare nell'ombra. Tutti i diritti sopra citati sono come una tida, l'obiettivo di tutelare l'identità personale con cui si intende in diritto riconosciuto ogni individuo di vedersi descritto così come è. Tornando al diritto all'oblio, sul quale non ci si soffermerà ulteriormente, esso deve la sua affermazione anche all'operato dei giudici che già diversi decenni fa lo avevano contemplato in alcune pronunce. Fra i casiEuropei più noti di quello del serial killer francese Landro condannato a morte negli anni 20, le cui vicende vengono utilizzate per realizzare la trama di un film. L'amante dell'uomo presenta allora una richiesta di risarcimento è basata sul fatto che il film, la dipinge come involontaria beneficiaria anziché vittima dello stesso utilizzando inoltre il suo vero nome. Il tribunale di secondo grado ricetta la richiesta in quanto in precedenza La donna aveva cercato di far pubblicare le sue memorie nelle quali raccontava la relazione con il killer. In riferimento a questa vicenda e soprattutto la pronuncia di primo grado che aveva dato ragione al ricorrente la dottrina degli ne ha l'esistenza di un droit à l'oubli cioè del diritto a che le proprie vicende già rese note a tutti non sia nuovamente diffuse una volta trascorso un certo lasso di tempo. In Italia un esplicito riconoscimento dei diritto all'oblio viene operato nel 1998.
La Corte di Cassazione definisce il diritto all'oblio come il giusto interesse di ogni persona a non restare esposta ai danni ulteriori che arreca al suo onore e alla sua reputazione la reiterata pubblicazione di una notizia già divulgata, a meno che fatti nuovi non sopravvengano a rendere la diffusione attuale.
La vicenda in questione riguarda una richiesta di risarcimento di danni derivanti dalla pubblicazione di notizie lesive per la reputazione e l'onore. Dal punto di vista normativo, il codice sulla privacy del 2003 contempla la possibilità che l'interessato possa chiedere la cancellazione dei dati che lo riguardano, e che le informazioni siano conservate solo per il periodo necessario al perseguimento degli scopi per cui sono state raccolte.
3- Diritto all'oblio in alcuni noti casi di giurisprudenza
A- Sguardo all'Italia: la diffusione di internet e, più nello specifico, la scelta effettuata da molti periodici a stampa di pubblicare i propri
soluzione che permetta di bilanciare il diritto all'informazione con il diritto all'oblio, garantendo la privacy delle persone coinvolte. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di implementare un sistema di archiviazione che consenta di conservare le notizie in modo separato, in modo che sia possibile rimuovere o nascondere determinate informazioni nel caso in cui venga avanzata una richiesta di diritto all'oblio. Inoltre, potrebbe essere utile introdurre un meccanismo di revisione periodica delle notizie archiviate, in modo da verificare la loro attualità e correttezza. In questo modo, le informazioni obsolete o non più rilevanti potrebbero essere rimosse o aggiornate. È importante che sia garantita la trasparenza del processo decisionale riguardo alle richieste di diritto all'oblio, in modo da evitare abusi o discriminazioni. Potrebbe essere utile creare un'apposita commissione o autorità indipendente che valuti le richieste e prenda decisioni in merito. Infine, è fondamentale sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del diritto all'oblio e sulla necessità di trovare un equilibrio tra questo diritto e il diritto all'informazione. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e una discussione aperta sarà possibile trovare soluzioni efficaci e rispettose dei diritti di tutti.soluzione che consenta la notizia di mantenere i caratteri di verità ed esattezza ma anche di liceità e correttezza salvaguardando il diritto all'identità personale e morale del soggetto attraverso il divieto di travisamento della sua immagine sociale. A questo fine la corte stessa suggerisce di non cancellare la notizia gettandola nell'oblio ma di farla contestualizzare dal titolare del sito attraverso il suo aggiornamento. Con questa pronuncia la cassazione pare modellare il diritto all'oblio in relazione alla dimensione di internet. Nell'ottica di tutelare il principio costituzionale che sta alla base del diritto all'identità personale e ha la dignità dell'uomo, la Corte basa il suo ragionamento sulla ricerca di un equilibrio fra l'interesse pubblico alla conoscenza del dato e il diritto all'oblio. Se il primo persiste occorre procedere alla contestualizzazione della notizia pubblica on-line al fine di tutelare la
assicurato il giusto bilanciamento fra i due. La corte sottolinea la differenza che intercorre fra l'informazione e la comunicazione realizzate tramite internet e quelle a mezzo stampa. Le prime sono esposte ad un rischio elevato di nuocere alla vita privata e devono poter essere assoggettate a regole diverse dalle seconde.
In questo caso il diritto all'oblio non riceve una tutela a tutto campo ma ne vengono contemplate le esigenze attraverso l'invito alla pubblicazione degli aggiornamenti alla vicenda.
C- Unione Europea: il diritto all'oblio viene chiamato in causa anche nell'ambito dell'unione europea, la cui corte di giustizia perviene a conclusioni in parte diverse da quelle a cui erano giunte sino ad allora. Bisogna precisare che l'ordinamento dell'unione europea ha mostrato un'attenzione per la tutela di quei diritti che si possono ricondurre alla sfera della riservatezza. La carta dei diritti dell'unione europea, approvata nel 2000,
contempla oltre alla libertà di espressione ed'informazione, rispetto della vita privata e familiare anche il diritto alla protezione dei dati di carattere personale che viene menzionato solo nelle carte o nei cataloghi di diritti più recenti. Il caso risolto di recente dalla corte di giustizia trae origine dalla perdurante diffusione, pubblicata sulle pagine di un quotidiano, relativa alla vendita all'asta di alcuni immobili di proprietà di un soggetto. L'autorità nazionale spagnola presenta a google la richiesta di cancellare i collegamenti a tale notizia in quanto essa non risulta più attuale. Google oppone il rifiuto basato sia sulla limitazione che tale cancellazione arrecherebbe alla libertà di espressione e sia sul fatto che in quel caso non può trovare applicazione la direttiva europea di protezione dati. La corte di appello spagnola si rivolge alla corte di giustizia, in via pregiudiziale, se debba considerarsi
Applicabile la normativa europea sopracitata ai fornitori di servizi come Google, nel caso di specie si configuri il diritto all'oblio. L'avvocato individua 3 ordini di quesiti:
- Se la direttiva europea 95/46 possa trovare applicazione in questo caso
- Se alla luce di quanto prevede la direttiva, possa essere ravvisata la responsabilità del gestore di un motore di ricerca come Google