Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 13
Diritto pubblico dell'economia Pag. 1 Diritto pubblico dell'economia Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Diritto pubblico dell'economia Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Diritto pubblico dell'economia Pag. 11
1 su 13
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

1. LA COSTITUZIONE ECONOMICA E LO STATO DI DIRITTO

Apparizione dello Stato di diritto nella dialettica tra le assemblee

rappresentative e Corona

Secondo gli storici, l’economia di mercato si è affermata attraverso un conflitto

sociale in cui la borghesia mercantile e industriale si contrappone ai tradizionali centri

di potere della monarchia feudale. Le assemblee derivano dalle originarie assemblee

nobiliari con la partecipazione del clero, poi allargate alla rappresentanza dei borghi.

Esse sono convocate dal sovrano episodicamente, principalmente per far fronte a

straordinarie esigenze di cassa dell’erario. Con l’estensione della libertà di

movimento e di azione in campo economico e, al contempo, la crescita

dell’importanza politica dei borghesi, rafforzano il ruolo di questi proto-parlamenti;

questo porta al riconoscimento a città, borghi e borghesi di statuti particolari e di

libertà in precedenza accordate solo ai nobili. Questa dinamica istituzionale presenta

tre varianti:

a) Spagna: le Coortes perdono potere in quanto sono le ricchezze coloniali a

rifornire l’erario imperiale, non le risorse della debole borghesia nazionale;

b) Regno Unito: la progressiva estensione degli Statuti nobiliari ai ceti borghesi è

il risultato di una plurisecolare contrattazione che modifica sostanzialmente i

centri di potere politico lasciandone invaiate le forme istituzionali;

c) Francia: il passaggio allo Stato di diritto si realizza in modo traumatico

attraverso la Rivoluzione francese.

L’esperienza inglese dimostra come la garanzia dei diritti passi attraverso la

stabilizzazione del ruolo dei parlamentari e il riconoscimento alla borghesia del

diritto di esservi rappresentata in modo proporzionale al suo peso economico.

Affinchè vi sia una “Costituzione economica” è necessario che le libertà economiche

e il diritto di proprietà privata siano riconosciuti come posizioni giuridiche

fondamentali. Occorre quindi munire il Parlamento di un potere espresso con la legge

che impedisca l’eventuale esercizio arbitrario di un potere sovrano limitativo delle

libertà economiche. Per garantire queste ultime è necessario assicurare la libertà

politica alla borghesia riconoscendo il diritto di voto ai tax payers. Rapporto tra diritti

politici e diritti economici: i diritti politici sono strumentali alla garanzia del pieno

godimento degli altri diritti.

Stato di diritto in equilibrio naturale: dualismo dei campi di forza e tripartizione

dei poteri

Dal punto di vista delle istituzioni, la stabilizzazioni delle assemblee rappresentative

è un passaggio rivoluzionario: la nascita dello Stato di diritto comporta il

riconoscimento dei fondamentali diritti economici e, oltre a coincidere con l’avvento

dell’economia di mercato, fonda la costituzione economica liberale. Lo Stato di

diritto è sottoposto al diritto, infatti la garanzia dei diritti individuali si realizza nella

soggezione dello Stato alla legge del Parlamento. Questo equilibrio si raggiunge

“naturalmente” con le rivoluzioni liberali e per il fatto che Stato e Parlamento sono

due istituzioni contrapposte. Il modello teorico di funzionamento che si ricava dalla

concreta esperienza storica dello Stato di diritto: il Parlamento esercita il potere

legislativo in materia di libertà individuale e diritti economici ì. Tale riserva di legge

non può essere violata dal Governo o dal Re a meno che il Parlamento non li

autorizzi. Se però gli atti sconfinano o eccedono i limiti, il giudice ripristina il diritto

violato. Si creano quindi due campi di forza contrapposti (società civile e Stato) in

equilibrio dinamico su tre punti: Parlamento, Corona e giudice. Si spiega in questo

modo, facendo emergere (dietro la tripartizione dei poteri dello Stato) i campi di forza

in opposizione delle due sovranità, l’effettivo funzionamento del meccanismo di

equilibrio (checks and balances) su cui la tripartizioni dei poteri si basava.

Forza e struttura delle legge a guarentigia della libertà

La garanzia è assicurata dalla forza delle legge, la quale prevale sulla forza giuridica

degli atti del Governo e dell’amministrazione. La struttura logica-giuridica della

norma di legge integra la tutela delle libertà assicurando l’uguaglianza

dell’applicazione del diritto impedendo cioè discriminazioni tra i cittadini.

a) Generalità ed astrattezza;

b) Bilateralità della legge.

Inoltre, il cittadino si vede attribuite le libertà fondamentali: ne consegue che i

cittadini possono fare tutto quello che non è loro espressamente vietato (mentre nello

Stato, in relazione all’altrui sfera di libertà, può fare solo quello che gli è

espressamente consentito dalla legge)

2. LA COSTITUZIONE ECONOMICA LIBERALE

Garanzia legale dei diritti economici

Sulla piattaforma istituzionale dello Stato di diritto si trova la costituzione economica

liberale la cui base è il principio del laissez-faire. Spetta alla legge del Parlamento, da

un lato garantire il libero esercizio dei diritti economici, e dall’altro promuovere le

condizioni per la loro effettiva realizzazione. In particolare, la libertà d’iniziativa

economica e il diritto di proprietà, in quanto libertà negative, sono tutelati nel loro

contenuto negativo eliminando gli ostacoli giuridici e amministrativi che ne

impediscono la libera affermazione. Pertanto, la legge non conforma le modalità del

loro esercizio e pone limiti al loro svolgimento solo se in contrasto con latri diritti

fondamentali della persona (principio del neminem ledere). Regola sovrana è

l’autonomia privata, la quale si manifesta come libertà contrattuale. La legge è quindi

relegata ad una fondamentale ma residuale funzione di garanzia, strumentale alla

fissazione delle regole generali di uniformazione tipologica che facilitino lo

svolgimento dell’autonomia contrattuale.

Legge di bilancio e autorizzazione al prelievo fiscale

Un nuovo profilo di tutela è, nella costituzione economica liberale, la garanzia del

capitale e del risparmio privato nei confronti dello Stato. A tal fine, l’imposizione

fiscale deve essere contenuta in modo da incidere parzialmente sul profitto e sulla

rendita del capitale: sottoponendo l’autorizzazione alla riscossione delle imposte

all’approvazione della legge di bilancio, il Parlamento ha raggiunto quest’obiettivo.

3. ROTTURA DELL’EQUILIBRIO NATURALE DELLO STATO DI DIRITTO

LIBERALE

Campo di forza della sovranità popolare come unica fonte di legittimazione del

potere politico

L’equilibrio naturale entra in crisi: la crisi è effetto dell’interazione tra due diverse

dinamiche. La prima riguarda la contrapposizione tra i due campi di forza, la seconda

è interna al campo di forza della sovranità popolare. In particolare, la sovranità regia

cede terreno per la pressione dell’opposto campo di forza della sovranità popolare. La

pressione cresce per effetto dell’allargamento del suffragio elettorale e per la presenza

di nuove classi sociali. Il sovrapporsi di queste dinamiche determina un nuovo assetto

costituzionale fondato unicamente sulla sovranità popolare e comporta l’avvento

dello Stato democratico. A questo punto c’è una grande scissione tra i sistemi a

common law e sistemi a civil law: nella variante angloamericana si conserva il

dualismo della contrapposizione dei campi di forza, mentre in quella europea

continentale si afferma il monismo del potere pubblico.

Conservazione dell’equilibrio dualista nel modello angloamericano di Stato

democratico di diritto

Nell’esperienza statunitense, la salvaguardia dell’equilibrio dualista avviene

riproducendo nella costituzione formale la posizione, reciprocamente autonoma e

paritaria, che assumono i poteri legislativo ed esecutivo: entrambi i poteri derivano

dalla sovranità popolare. Quest’assetto istituzionale deriva storicamente dalla

separazione dal Regno Unito a seguito della guerra d’indipendenza. I coloni,

ribellandosi, fondano un nuovo stato che, nella sostanza, mantiene l’organizzazione

dualistica della costituzione liberale inglese, sostituendo al Monarca il Presidente

degli Stati Uniti. I rapporti e i riparti di competenza tra legislativo ed esecutivo

restano invariati e entrambi, godono di pari dignità costituzionale. Su un gradino

intermedio si colloca il potere giudiziario. L’esperienza inglese è simile ma più

complessa e rappresenta il trait d’union tra l’esperienza costituzionale statunitense e

quella dell’Europa continentale. La forma di “governo di gabinetto” si differenzia da

quella del governo parlamentare presentando un sistema elettorale uninominale e una

base “two parties system”: il capo di governo è il leader del partito di maggioranza,

quindi è investito direttamente dal suffragio universale. Centrale qui è il ruolo del

giudice il quale ha impedito l’estensione dell’attività legislativa del Parlamento

Sovranità parlamentare e transizione allo Stato democratico secondo il livello

monista

Nel modello monista la transizione allo Stato democratico è sintetizzabile

nell’affermazione dello Stato parlamentare. Il Parlamento si pone al vertice relegando

la Corona a mero potere formale oppure sostituendola al Presidente della Repubblica.

In entrambi i casi, la sovranità popolare diviene l’unica fonte di legittimazione e il

Parlamento il vero Sovrano. Dalla sovranità del Parlamento poi deriva la

legittimazione scalare degli altri poteri costituzionali. Come potere supremo dello

stato, il Parlamento finisce per cumulare il potere legislativo e quello politico: questa

unificazione determina una contaminazione ed estensione dello strumento legislativo

al campo della politica. Ciò comporta che le decisioni politiche operate dal

Parlamento diventano più forti di quelle in precedenza adottate da Governo e Corona,

in quanto non sono sindacabili dinanzi al giudice. Quest’onnipotenza parlamentare

mette in crisi lo Stato di diritto poiché elimina la garanzia legislativa delle libertà

negative: la maggioranza può distruggere, con legge, la costituzione economica dello

Stato liberale e trasformarsi in strumento che nega i diritti economici e le libertà

individuali. Osservando le vicende da più vicino, la supremazia parlamentare segue

l’allargamento del suffragio universale e generalmente si afferma tramite il

consolidamento di due istituti parlamentari: la fiducia al Governo e l’approvazione

con legge del bilancio. L’approvazione del bilancio diventa un atto d’indirizzo

politico e non solo una mera autorizzazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
13 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/05 Diritto dell'economia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher siveee di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico dell'economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Di Gaspare Giuseppe.