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La possibilità di evitare il referendum

B) si può evitare il referendum se nella seconda deliberazione il testo viene approvato da entrambe le camere con la maggioranza dei 2/3 dei componenti. la logica è che se la maggioranza è talmente ampia da raggiungere i 2/3 delle camere, si può presumere che il corpo elettorale sia d'accordo. questo valeva in presenza di sistemi proporzionali, dove la maggioranza dei 2/3 delle camere corrispondeva sostanzialmente alla maggioranza dei 2/3 degli elettori. esempio 1: di revisione costituzionale non sottoposta a referendum del 30/05/2003 nr. 1 che modifica l'art. 51 della costituzione prevedendo le pari opportunità tra i generi. l'art. 51 al primo comma dove tratta la parità tra uomo e donna nell'accesso ai pubblici uffici e alle cariche elettive, si prevede l'uguaglianza formale. nel 2003 si aggiunge l'uguaglianza sostanziale con la quale la repubblica può promuovere l'effettiva uguaglianza tra uomini.edonne nell'accesso alle cariche pubbliche e agli uffici pubblici.

Esempio 2: di revisione è quella che riduce il numero di deputati a 400 che è in corso.

Abbiamo avuto leggi che hanno portato ad un risultato positivo del referendum costituzionale, nel 2001 e negativo come nel 2017. Per inciso, il referendum confermativo chiesto per ridurre il numero dei parlamentari è stato chiesto da 1/5 dei componenti della camera dei senatori.

Tutte le disposizioni della costituzione possono essere revisionate o soltanto alcune? Il punto di vertice è rappresentato dai principi supremi perché alcune parti della costituzione sono immodificabili, sono sottratte alla revisione costituzionale. Attraverso la revisione costituzionale si può modificare o integrare la costituzione, ma non in tutte le sue previsioni. È una parente abria perché la costituzione disciplina i processi di revisione costituzionale e si potrebbe pensare che tutta la costituzionesia revisionabile. ma non è così perché c'è una parte non revisionabile in quanto attiene all'essenza stessa dell'ordinamento. quindi se venisse modificata verrebbe meno il carattere stesso dell'ordinamento repubblicano. entreremmo in un altro ordinamento costituzionale. e dove si enucleano le parti della costituzione non revisionabili? c'è un solo limite espresso, nell'art. 139: "la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale". ciò significa che in italia dobbiamo avere per forza la repubblica, al quirinale c'è il presidente della repubblica e non un re. non si potrà instaurare una monarchia. questo è un limite tipico delle costituzioni repubblicane perché nascono dalla sconfitta referendaria storica della monarchia (es. in italia, dopo l'armistizio di cassibile dell'8 settembre, il re pensò solo a fuggire in un momento inespresso e implicito) che impediscono di modificare la Costituzione in modo tale da minare i principi fondamentali dell'ordinamento democratico italiano. Questi limiti sono stati introdotti per garantire la stabilità e la coerenza del sistema democratico, evitando che possano essere apportate modifiche che mettano a rischio i diritti e le libertà dei cittadini. L'articolo 139 della Costituzione italiana stabilisce che "la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale". Questo significa che non è possibile modificare la forma di governo della Repubblica italiana, che è appunto una forma repubblicana. La Repubblica è un sistema di governo in cui il capo dello Stato è eletto dal popolo o dai suoi rappresentanti, a differenza della monarchia in cui il capo dello Stato è un monarca ereditario. Ma il limite imposto dall'articolo 139 ha un significato più ampio. Non riguarda solo la forma repubblicana, ma anche il principio democratico dell'ordinamento italiano. Infatti, considerando l'articolo 139 in combinazione con l'articolo 1 della Costituzione, si evince che la Repubblica in Italia è democratica. Questo significa che il carattere dell'ordinamento non è solo quello repubblicano, ma soprattutto quello democratico. Il principio democratico è sottratto al principio di revisione costituzionale, il che significa che non è possibile introdurre modifiche costituzionali che non rispettino il principio democratico dell'ordinamento. In questo modo, la Costituzione italiana si pone come garante dei diritti e delle libertà dei cittadini, proteggendo il sistema democratico e impedendo che possano essere apportate modifiche che ne minino i principi fondamentali. Questi limiti impliciti, insieme a quello espresso della forma repubblicana, sono fondamentali per preservare la democrazia in Italia e assicurare la stabilità e la coerenza dell'ordinamento costituzionale.parzialmente implicito): l'art. 2 che tutela i diritti fondamentali dell'uomo: questi sono soltanto riconosciuti dalla repubblica ed essa non può attentarvi. L'art. 3 prevede l'uguaglianza. Non si può attentare a questo principio. Il carattere unico e indivisibile della repubblica: la repubblica non può distaccarsi dall'ordinamento repubblicano, ma il principio di autonomia locale non può essere revocato. La repubblica infatti riconosce e promuove le autonomie locali. L'art. 6 che tutela le minoranze linguistiche sono tutte cose che non possono essere abbandonate dall'ordinamento repubblicano. Questo significa non che in fatto non possa venir meno la tutela dei diritti, la garanzia di uguaglianza, la tutela dell'ordinamento, il principio democratico, ma se ciò avvenisse usciremmo dall'ordinamento repubblicano. Entreremmo in un altro ordinamento, quindi è un limite.

internoall’ordinamento.va ricordato anche il problema dell’efficacia: la costituzione, appena nata e pubblicata sullagazzetta ufficiale, non aveva una reale efficacia di tipo normativo. al suo interno occorrevadistinguere:

  1. disposizioni che ponevano in essere norme precettive
  2. disposizioni che ponevano in essere norme programmatiche: moltissimi articoli dellacostituzione si limitavano a fissare obiettivi e non vere e proprie regole, con la conseguenzache fino a quando il parlamento non avesse dato loro concreta attuazione, approvando leggiordinarie che approvassero i principi costituzionali, esse non erano in grado di innovarel’ordinamento giuridico preesistente.

a risolvere il problema decisivo per la stessa vita della costituzione repubblicana fu la cortecostituzionale con la sua prima storica pronuncia, sentenza n. 1/1956: ha chiarito fin dasubito, in primis, che la costituzione è anche essa composta di vere e proprie norme giuridichee, in quanti tali,

vincolanti immediatamente per tutti i cittadini e i pubblici funzionari, ed in secondo luogo che in un sistema a costituzione rigida qualsiasi legge o atto avente forza di legge deve rispettare tutte le norme della costituzione.

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fonti internazionali ed europee

il sistema delle fonti italiano non è chiuso rispetto all'esterno, ma si apre alle fonti provenienti da altri ordinamenti, che lo integrano in coerenza con la visione evolutiva della sovranità esterna tipica dello stato contemporaneo.

negli artt. 10, 11, 147 la costituzione stabilisce che possono entrare a far parte dell'ordinamento italiano le fonti del diritto internazionale e del diritto europeo:

art. 10: le norme di diritto internazionale sono generalmente riconosciute e l'ordinamento italiano vi si conforma. la costituzione ha l'esigenza che lo stato lo faccia

Perché si tratta di norme che esprimono le tendenze di fondo del diritto internazionale, tra le quali si collocano le consuetudini universali e i principi generali dell'ordinamento internazionale. Queste norme operano direttamente nel nostro ordinamento senza bisogno di un atto interno di recepimento e assumono rango costituzionale. Un'eventuale antinomia tra fonti primarie e tali norme si traduce in un vizio di illegittimità costituzionale che deve essere accertato dalla Corte Costituzionale. Anche le norme internazionali consuetudinarie sono sottoposte a tale controllo in merito al rispetto dei principi supremi: qualora esse si pongano in contrasto con i principi fondamentali dell'ordinamento statale o con i diritti inviolabili della persona umana e non sussista un interesse pubblico preminente che possa giustificare tale sacrificio, tali norme non possono avere ingresso nell'ordinamento italiano. Art. 11 che regola i rapporti tra l'Italia e gli

extrastatuali, come l'ONU, la NATO e l'UE. Tuttavia, queste limitazioni di sovranità devono essere in linea con i principi fondamentali dell'ordinamento costituzionale e i diritti inviolabili della persona umana. Inoltre, l'Italia promuove e favorisce le organizzazioni internazionali che mirano a garantire la pace e la giustizia tra le nazioni. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo per risolvere le controversie internazionali. Le fonti europee devono rispettare questi limiti di controllo.internazionali e i principi costituzionali relativi al rapporto tra le fonti interne e le fonti internazionali ed europee. Da esso si ricava che le fonti del diritto internazionale e quelle comunitarie sono vincolanti nell'ordinamento italiano. Diritto internazionale pattizio: per il diritto internazionale che risulta da trattati sottoscritti dall'Italia non esiste un allineamento automatico come quello previsto per le norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. Procedimento di adattamento:
  1. Il trattato internazionale viene negoziato e concluso dal governo.
  2. Deve essere ratificato dall'organo competente che in Italia è il presidente della repubblica.
  3. Per 3 categorie di trattati è necessaria una previa autorizzazione del parlamento con apposita legge di autorizzazione alla ratifica: trattati di natura politica, trattati che prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, trattati che impongono variazioni del territorio o oneri alle finanze.
modificazioni di leggi. 4. dopo la ratifica avviene la stipulazione del trattato che consiste nello scambio delle ratifiche tra i contraenti. 5. il trattato deve essere recepito nel diritto interno attraverso l'ordine di esecuzione, contenuto nel medesimo atto di ratifica dopo c'è il problema dell'efficacia da attribuire alle disposizioni del trattato una volta che sono state percepite attraverso l'ordine di esecuzione o altri atti che hanno dato loro attuazione. il problema riguardava la possibilità per le fonti primarie di derogare alle medesime disposizioni. essi non possono prescindere dalle regole imposte dai trattati internazionali. in questo caso si applica il criterio della gerarchia e la norma primaria è invalida e deve essere annullata. ciò perché i trattati si collocano in una posizione intermedia tra la legge e la costituzione e operano come norme interposte, come parametri del giudizio. vale anche che i trattati devono

Rispettare la costituzione: la stessa corte costituzionale, nel momento in cui si trova ad applicarli come norme interposte, si assume l'onere di verificarne la costituzionalità.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
99 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carlyunitn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Cosulich Matteo.