Anteprima
Vedrai una selezione di 13 pagine su 56
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 1 diritto processuale civile - procedura civile Pag. 2
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 6
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 11
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 16
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 21
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 26
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 31
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 36
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 41
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 46
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 51
Anteprima di 13 pagg. su 56.
Scarica il documento per vederlo tutto.
diritto processuale civile - procedura civile Pag. 56
1 su 56
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Distinzione tra impugnazioni o gravami sostitutivi e rescindenti

Altra distinzione trasversale alla prima:

  1. Impugnazioni o gravami a critica libera (archetipo = appello)
  2. Impugnazioni o gravami a critica vincolata (archetipo = ricorso in Cassazione)

1. Tipico esempio è l'appello. Viene ripresentato davanti al giudice d'appello l'oggetto della controversia svoltasi davanti al giudice di primo grado. La sentenza del giudice d'appello si sostituisce a quella di primo grado. Anche se il giudice dell'impugnazione rigetta l'appello, la sentenza che definisce la controversia è quella del giudice d'appello.

2. Il tipico esempio è il ricorso in Cassazione. Oggetto diretto dell'impugnazione è la sentenza stessa, il giudice è chiamato a stabilire se la sentenza sia o meno viziata (fase rescindente). Se non lo è, il giudice respinge l'impugnazione; la sentenza che

definiscela causa è quella del giudice a quo. Se è viziata essa viene eliminata e deve aprirsi la fase c.d. rescissoria volta a creare una nuova sentenza che definisca la controversia (sentenza fatta dalla Cassazione o dal giudice di rinvio). Se c'è stata una violazione dell'art. 102 il giudice d'appello si comporta come la Cassazione; lo stesso avviene nelle ipotesi previste dagli artt. 353 e 354 c.p.c.

3. Il soggetto impugnante può denunciare tutti i tipi di vizio o errore in cui il giudice di primo grado può essere incorso (procedurali, sostanziali, motivazionali, relativi ai fatti...).

4. L'impugnante ha una griglia precostituita dal legislatore quanto alle doglianze che può presentare (es. Cassazione: 5 motivi elencati nell'art. 360 c.p.c.; qualsiasi altro motivo è inammissibile).

Le sono sostanzialmente due:

CAUSE DI ESTINZIONE DEL POTERE DI IMPUGNAZIONE

Si parla di inammissibilità

Dell'impugnazione: l'impugnazione non può essere riproposta. Varie sono le cause di inammissibilità (es. art. 331 c.p.c.). La più frequente comunque è data dal decorso dei termini per l'impugnazione. L'art. 329 ne affianca un'altra: acquiescenza della sentenza. L'acquiescenza è la causa di estinzione del potere di impugnare che si risolve in un'accettazione spontanea e volontaria della parte praticamente soccombente del contenuto della sentenza. Il concetto è dato per presupposto dal legislatore che non la definisce, ma ne indica tre tipologie: espressa, tacita (co.1) e presunta o impropria o parziale (co.2).

Espressa: la parte dichiara espressamente di accettare la sentenza;

Tacita: è l'accettazione desumibile da atti incompatibili con la volontà di impugnare, per fatti concludenti. Es. una sentenza condanna B a pagare ad A il prezzo di una compravendita. B paga il prezzo per intero e

Poi propone appello. Il pagamento corrisponde ad una tacita acquiescenza? Se ritiene di no perché mancherebbe spontaneità e volontarietà (può essere che B paghi nelle more dell'appello per evitare l'inizio di un'esecuzione forzata visto che la sentenza di condanna è, ex art. 282, titolo esecutivo fin dal primo grado).

Secondo i più, invece, si potrebbe individuare acquiescenza nel caso in cui la sentenza sia di mero accertamento e non di condanna (opinione non del tutto incontroversa).

Presunta /impropria/ parziale: non è vera e propria acquiescenza in senso rigoroso. La sua trattazione richiede l'introduzione di un concetto fondamentale molto utile per comprendere la nozione di oggetto dell'impugnazione: parte o capo di sentenza. Con questo concetto si fa riferimento alla scomponibilità della sentenza in distinte parti o capi considerando ciascun distinto capo/parte come possibile oggetto di impugnazione.

Puressendo un documento unico, la sentenza è giuridicamente scomponibile. Quale criterio presiede alla scomposizione? Si scontrano due opinioni: Opinione tradizionale: capo o parte di sentenza = capo o parte di domanda. Ai fini dell'impugnazione la sentenza è scomponibile in tante parti quante sono le domande sulle quali il giudice ha deciso (escluse la condanna alle spese processuali). Es. sentenza di condanna al pagamento del prezzo di una compravendita una → domanda, un capo. Es. sentenza che risolve il contratto di compravendita e che condanna B a pagare 100 come risarcimento del danno domanda di risoluzione, domanda di condanna al pagamento di 100, due capi. L'unità minima strutturale del giudizio di impugnazione sarebbe più piccola del capo di domanda: capo di sentenza = capo di questione. La sentenza è scomponibile in tante parti, quante sono le questioni che il giudice ha sfrontato e risolto. Es. A chiede la condanna di Balla restituzione di una somma data a titolo di mutuo. Beccepisce l'annullabilità del contratto, la remissione e la prescrizione. Secondo la primateorica il capo sarebbe uno solo. Secondo questa teorica le questioni affrontate sono tre equindi tre sarebbero i capi di sentenza.Esistono poi una serie di teorie intermedie: La giurisprudenza (recentemente si è avvicinata alla seconda teorica) distingue aseconda del mezzo di impugnazione che viene in gioco: appello e ricorso in Cassazionehanno natura diversa. In appello il capo di sentenza corrisponderebbe al capo didomanda; in Cassazione il capo di sentenza corrisponderebbe al capo di questione. Alcuni (Consolo) esponenti della dottrina hanno un approccio relativista e ritengono cheil capo di sentenza sia un concetto variabile a seconda degli scopi che il legislatore sipone. Es. art. 43 c.p.c. capo di sentenza = capo di questione (questione di competenza).L'art. 329, co.2 fa invece riferimento ad undel danno. Il giudice emette una sentenza in cui accoglie la domanda di risoluzione del contratto, ma respinge la domanda di risarcimento del danno. A impugna solo il capo della sentenza relativo alla domanda di risarcimento del danno. In questo caso, secondo l'articolo 329, comma 2, si presume che A acconsenta alla parte della sentenza che riguarda la risoluzione del contratto, poiché non l'ha impugnata. Questa presunzione è assoluta e non dipende dalla volontà di A. L'articolo 329, comma 2 deve essere coordinato con l'articolo 336, comma 1, che prevede l'effetto espansivo interno della riforma o cassazione della sentenza. L'articolo 336, comma 1 precisa il comma 2 dell'articolo 329: si presume l'acquiescenza perché le parti non oggetto di impugnazione sono autonome. Se fossero dipendenti dai capi espressamente impugnati, si applicherebbe il comma 1 dell'articolo 336: l'impugnazione si estenderebbe anche ai capi non impugnati. Esempio: A propone una domanda di risoluzione del contratto e risarcimento del danno nei confronti di B. Il giudice emette una sentenza in cui accoglie la domanda di risoluzione del contratto, ma respinge la domanda di risarcimento del danno. A impugna solo il capo della sentenza relativo alla domanda di risarcimento del danno.

del danno per quell'inadempimento (due domande, due capi). Il giudice di primo grado accoglie entrambe le domande. Se B fa impugnazione parziale cosa accade? Può impugnare solo il capo relativo alla risoluzione (o viceversa). Non si può presumere acquiescenza al capo relativo al risarcimento perché questo è dipendente (il giudice ha condannato al risarcimento in tanto in quanto ha risolto il contratto per inadempimento). Nel caso opposto (impugnazione relativa al capo che condanna al risarcimento) si applica l'art. 329, co.2 perché il capo non impugnato è autonomo e si può presumere acquiescenza a quel capo che passerà in giudicato. Altra ipotesi di litisconsorzio originario è quella del litisconsorzio facoltativo: la sua caratteristica fondamentale è data dalla circostanza che più domande, più cause, più diritti che potrebbero essere fatti valere separatamente e autonomamente possono, con un

unico atto di citazione, essere fatti confluire davanti a un unico ufficio giudiziario, unico giudice persona fisica, in un unico contenitore processuale. Ciò è possibile quando le cause presentino il collegamento previsto dall'art. 103 c.p.c.; tale collegamento può essere di triplice natura:
  1. Connessione per l'oggetto, petitum;
  2. Connessione per il titolo, causa petendi;
  3. La decisione dipende dalla soluzione di una o più questioni identiche alle cause.
Un esempio della connessione per l'oggetto è dato dalle obbligazioni solidali: la solidarietà può essere attiva (più con creditori) e passiva (più condebitori è la regola nel nostro sistema). L'obbligazione solidale è in realtà un fascio di più obbligazioni accomunate dal fatto di dirigersi verso la soddisfazione di un unico interesse economico. L'estinzione di una estingue le altre. Solidarietà attiva: ogni concreditore può pretendere l'intera somma dal debitore. Solidarietà passiva: ciascun condebitore può essere chiamato ad adempiere l'intera prestazione (+diritto di regresso). Quando si fa valere in giudizio un'obbligazione solidale nei confronti di più condebitori, si fanno valere più cause, più domande. Ciò è possibile perché il petitum è lo stesso: soddisfazione di un interesse economico. Responsabilità da illecito: i danneggianti sono coobbligati solidali. Se A danneggiato da B e C propone azione per il risarcimento del danno convenendo, con un unico atto di citazione, B e C, A instaura un processo di litisconsorzio facoltativo ex art. 103 c.p.c. (petitum comune: risarcimento del danno. In questo caso vi è anche connessione per il titolo, la causa petendi è il fatto illecito). Le obbligazioni fino ad ora esaminate sono obbligazioni c.d. a carattere paritario, non c'è un

obbligazione che dipende da un'altra. Le obbligazioni solidali, tuttavia, possono essere anche a carattere dipendente: ciò avviene quando all'interno del fascio si può ravvisare un'obbligazione che dipende da un'altra. Es. fideiussione: fideiussore e debitore principale sono coobbligati solidali nei confronti del creditore. All'interno di questo fascio di obbligazioni c'è un nesso di dipendenza: in tanto l'obbligazione del fideiussore esiste, in quanto esista validamente l'obbligazione principale.

Un esempio della connessione per causa petendi è dato dalle obbligazioni dei coeredi. I crediti e i debiti del de cuius si trasmettono agli eredi in proporzione. Il creditore del de cuius può pretendere dai coeredi solo la parte corrispondente alla quota di eredità. I coeredi sono obbligati pro quota, in via parziaria. Le obbligazioni parziarie sono l'opposto delle obbligazioni solidali. Es. A debitore di

testamento olografo in cui nomina E come erede universale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2005-2006
56 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/15 Diritto processuale civile

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca d. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto processuale civile e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze giuridiche Prof.