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La tutela giurisdizionale degli atti interni al procedimento

L'impresa denunciante sostiene che l'interesse sia leso a causa di un arresto procedimentale e che questo atto leda un interesse tale da richiedere o rendere possibile una tutela giurisdizionale. La seconda categoria di atti rispetto ai quali la giurisprudenza ha ammesso una tutela giurisdizionale autonoma, pur trattandosi di atti interni al procedimento, è quella del parere vincolante. Il parere vincolante è quel parere reso da un'autorità diversa da quella decisente, in particolare da un'autorità avente soltanto poteri consultivi e non anche poteri decisori, ma che vincola nel merito la decisione. Ciò significa che l'autorità decisente non può discostarsi dal parere dell'autorità consultiva quando la legge attribuisce a tale parere carattere vincolante. Ad esempio, il parere della Commissione edilizia nel rilascio della concessione edilizia. Quindi, la giurisprudenza ha ammesso in tal caso una tutela giurisdizionale.l'atto regolamentare potrebbe non essere immediatamente impugnabile. Tuttavia, se l'atto regolamentare ha un impatto diretto sulla posizione giuridica di un soggetto, allora può essere impugnato immediatamente.

la disposizione del regolamento non è impugnabile perché manca il carattere dell'attualità, in questo caso anche se la disposizione del regolamento è illegittima perché nel dare attuazione alla legge contravviene al contenuto della legge stessa, quindi anche di fronte alla palese illegittimità della disposizione regolamentare se manca questo carattere dell'attualità i soggetti interessati dovranno attendere la concreta adozione della legge e quindi impugnare contestualmente il concreto provvedimento attuativo e la disposizione regolamentare illegittima.

L'ultima ipotesi riguarda le fattispecie di gara pubblica in particolare si è a lungo dibattuto in giurisprudenza se sono immediatamente impugnabili le disposizioni dei bandi di gara. Il bando di gara contiene la c.d. lex specialis della gara ossia le clausole/le disposizioni che regolano in ogni momento come la gara si deve svolgere, i quali laddove siano lesivi degli

Interessi del soggetto che deve fare la gara, sorge il problema di verificare se queste disposizioni del bando di gara siano direttamente impugnabili o se il soggetto interessato debba attendere lo svolgimento della gara e quindi impugnare soltanto la decisione finale che ad esempio assegna quell'appalto di fornitura ad un soggetto facendo valere la illegittimità della disposizione del bando. Qui la soluzione è stata offerta solo recentemente dal Consiglio di Stato con una adunanza plenaria del 2003, in questa il Consiglio di Stato ha fatto una distinzione tra le clausole escludenti e le altre clausole del bando di gara. Il presupposto dal quale muove il ragionamento del Consiglio di Stato è che l'interesse che è ammesso alla tutela giurisdizionale non è l'interesse al corretto svolgimento della procedura di gara quindi non l'interesse alla mera legittimità, ma è l'interesse dell'impresa a risultare vincitrice quindi.

ad ottenere l'appalto. Questo è l'unico interesse che in definitiva consente alla parte di adire il giudice, quindi rispetto ad un interesse così definito, quindi non alla mera legittimità ma l'interesse ad ottenere il bene, le uniche clausole che sono suscettibili di provocare una lesione dell'interesse sono quelle clausole che impediscono di fatto la partecipazione del soggetto alla gara. Ad esempio quella clausola che disponga che un soggetto di una impresa concorrente per dimostrare la sua capacità economica deve produrre l'elenco dei lavori svolti negli ultimi tre anni per dimostrare la sua esperienza nel lavoro e quindi dimostrare che i lavori svolti negli ultimi 3 anni coincidono, sono dello stesso tipo con i lavori oggetti della gara. In questo caso l'impresa che viene sostituita da un'altra impresa è di fatto esclusa dalla gara, in questa ipotesi il Consiglio di Stato ha ammesso la legittimazione a ricorrere contro.

la disposizione del bando. Tutti gli altri , quindi le altre clausole anche se rendono difficoltosa la partecipazione alla gara, ad esempio una clausola talmente oscura che impediscono alla impresa di mettersi in regola in base alladisp del bado, clausole di qst tipo anche se possono rendere + difficile la partecipazione del soggetto alla gara, non sono immediatamente impugnabili. Questa giurisprudenza che amplia da una parte la possibilità della tutela giurisdizionale ammettendo la tutela anche contro atti che non è l'atto finale del procedimento ma è una atto prodromico, presentano queste fattispecie di immediata impugnabilità di atti preliminari rispetto all'atto finale, presentano l'altra faccia ossia quella di verificare se questa facoltà di immediata impugnazione di una clausola lesiva, di un parere vincolante, di una norma regolamentare, si traduca poi in un onere di immediata impugnativa, cioè se io rispetto ad una clausola del

bando che di fatto mi esclude dalla gara, decido di partecipare cmq al concorso e poi di essere esclusa perché la commissione giudicatrice verificherà che non ho gli elementi in regola per partecipare alla gara, e quindi se decido di non impugnare la clausola del bando e si arriva il provvedimento di esclusione, sono poi ancora legittimata ad impugnare il provvedimento di esclusione o mi si opporrà che dovevo impugnare la clausola del bando? Quindi queste fattispecie in cui è riconosciuta la facoltà di immediata impugnazione presentano il lato opposto della eventualità dell’onere di immediata impugnazione. E la giurisprudenza sembra orientata in tal senso, nel senso di ammettere rispetto a fattispecie nelle quali la lesione è riconducibile ad un atto a monte della catena di atti di cui si compone l’azione amministrativa, se non impugno immediatamente l’atto lesivo, non si può + far valere successivamente i vizi che erano

propri dell'atto che ho omesso di impugnare. Quindi la immediata impugnabilità si traduce in un onere di immediata impugnazione, onere di immediata impugnazione che si ricollega alla peculiarità del processo amministrativo di impugnazione che è il processo che deve essere istaurato necessariamente entro un termine di decadenza decorrente dall'atto lesivo.

Quando vi ho anticipato le condizioni dell'azione del processo amministrativo accanto alla legittimazione a ricorrere, abbiamo parlato dell'interesse a ricorrere, la legittimazione a ricorrere è data dalla titolarità dell'interesse qualificato differenziato e leso in maniera attuale dal provvedimento che si va ad impugnare, l'interesse a ricorrere corrisponde a quello che consiste nella specifica utilità che il soggetto che agisce in giudizio deve poter trarre dal processo, se manca questa condizione ossia la utilità che si può trarre dal ricorso anche

se vi sono gli altri elementi non sono legittimata a ricorrere. Ad esempio, una impresa che ha partecipato alla gara e risulta quarta anche se colgo una illegittimità nel procedimento di gara non sono tuttavia legittimata al ricorso se i vizi che voglio far valere non sono tali da spazzar via tutte le imprese che si sono piazzate prima di me nella graduatoria, quindi se ad esempio il motivo di illegittimità della procedura di gara consiste nel fatto che l'impresa aggiudicatrice doveva essere esclusa per mancanza di determinati requisiti, io posso comunque proporre ricorso ma subentrerebbe al posto della prima la seconda e quindi l'impresa non otterrebbe nessun beneficio, quindi il mero ripristino della legalità non è una utilità sufficiente perché si concreti l'interesse a ricorrere. Questa enunciazione è abbastanza preminente nell'esempio appena fatto in cui l'impresa risultante quarta l'unico interesse che

Potrebbe far valere è quello di ottenere che la procedura di gara si svolga in maniera legittima, il medesimo interesse al ripristino della mera legalità si pone anche nella ipotesi in cui l'unico vizio che il ricorrente possa far valere è un vizio di natura formale, vizi di natura formale sono quelli che attengono al procedimento e alla violazione delle norme sul procedimento. Quindi se l'amministrazione emana un provvedimento che riguarda me personalmente, ad esempio una revoca di una autorizzazione che è sprovvista di motivazione ma che nella sostanza appare legittima e rispetto alla quale il soggetto interessato non è in grado di effettuare nessuna censura, posso proporre ricorso giurisdizionale fondato esclusivamente sul motivo della mancanza della motivazione o il giudice me lo riterrà inammissibile per mancanza di interesse a ricorrere? Questo problema della rilevanza dei vizi formali è per alcuni aspetti risolto dalla legge del 2005.

testo fornito.ricorso ad esempio nel caso in cui il ricorrente non otterrà il provvedimento a suo favore perché nelle more del giudizio la legislazione è cambiata, tuttavia potrà
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A.A. 2009-2010
8 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiakka87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto processuale amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Molise o del prof Scognamiglio Andreina.