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La SECONDA FASE

La seconda fase si caratterizza per l'affermazione del nuovo principio di solidarietà (art. 2 c.c.). Si afferma l'esigenza anche di una più equa distribuzione delle risorse economiche. Il mercato non riesce da solo a soddisfare tutti i bisogni e di conseguenza interviene lo Stato nelle dinamiche economiche.

In questa fase si affiancano altre regole di diritto sostanziale. Sono regole che riguardano specifici soggetti individuati dal legislatore come soggetti bisognosi. Ad esempio, il contratto di lavoro subordinato. Vengono varate le prime norme del diritto del lavoro della persona e del lavoratore. Si pensa di realizzare degli immobili pubblici costruiti dallo Stato per assegnarli su una base extraeconomica a soggetti bisognosi tramite leggi/assegnazione pubblica (esempio di norme non di diritto formale ma di diritto sostanziale). Tutto questo per far funzionare il mercato.

Vengono create norme per il credito agevolato, ma solo per le categorie bisognose. Lo Stato...

interviene nell'economia come attore economico, dove vengono creati grandi enti pubblici (ENI, ENEL). Lo Stato opera non solo nel profilo del profitto, ma finanzia anche le opere pubbliche (stazioni, autostrade, aeroporti), si fa carico della fornitura di alcuni servizi essenziali che il mercato non riesce ad offrire in modo sufficiente (istruzione pubblica, sanità secondo una logica extraeconomica dove tutti si possono curare). III. Nella TERZA FASE emerge che lo Stato non riesce a far fronte a tutti i bisogni della comunità. La spesa pubblica raggiunge livelli intollerabili e deve tornare sotto controllo. L'economia assume un confine globale, i meccanismi di distribuzione sono globali. Si rivaluta il mercato e c'è benessere sociale. Si ritiene necessario regolare il mercato, ma le regole devono essere finalizzate per far funzionare il mercato in modo ordinario e la concorrenza non deve essere bloccata, perché la concorrenza crea risorse migliori ebasso livello di regolamentazione. Il benessere sociale è un concetto fondamentale per il corretto funzionamento del mercato. Senza di esso, si verificherebbero delle disfunzioni che potrebbero compromettere l'equilibrio economico. I protagonisti principali sono lo Stato Regolatore, che crea nuovi soggetti pubblici, e le Autorità Indipendenti, che non rispondono alle direttive del Governo e hanno il compito di esercitare il controllo su vari settori economici. Un esempio di Autorità Indipendente è l'Antitrust, che garantisce la concorrenza nel mercato. Il diritto comunitario ha un ruolo sempre più importante nel nostro ordinamento giuridico, soprattutto nel settore privato. Accanto al codice civile, sono stati introdotti numerosi codici di settore per regolamentare i vari settori di mercato. Esiste anche un diritto speciale che disciplina gli atti e i comportamenti degli operatori di un singolo settore economico. Inoltre, sono sempre più diffuse le norme non scritte, a cui alcuni privati fanno riferimento nei loro rapporti. Infine, i rapporti economici possono collocarsi in una dimensione extra o super territoriale, per la quale esiste una fonte di regole chiamata lex mercatoria, che offre un basso livello di regolamentazione.

valido strumento di disciplina, su base consuetudinaria o di mera prassi. Infine nella giurisprudenza alle Corti nazionali si affiancano le Corti Europee da una parte e le dall'altra.

Camere Arbitrali internazionali

DIRITTO COMUNITARIO

Sono regolamenti e direttive divenute fonti del diritto nel nostro ordinamento, perché l'art. 11 Cost. prevede che il nostro Stato accetta le limitazioni di sovranità. Con questo articolo si è affermato il primato del diritto comunitario sul diritto interno. C'è unI regolamenti comunitari sono fonti normative sovraordinate anche alla legge nazionale. Se contrasto prevalgono i regolamenti comunitari.

Le direttive comunitarie esprimono indirizzi per il legislatore nazionale nella materia da regolare in modo omogeneo. Non sono subito vincolanti, ma c'è un termine stabilito dal legislatore comunitario. Però se non adempie il legislatore nazionale la direttiva ha efficacia nei rapporti verticali.

cioè tra Stato e cittadini.

L'INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE

L'interpretazione della legge è un procedimento cognitivo attraverso il quale l'interprete (il giudice) applica una norma ad un caso concreto. Cioè, svolge un procedimento complesso consistente in un doppio ordine di valutazioni:

  • quella intesa ad inquadrare il problema che le parti gli sottopongono;
  • e quella intesa a selezionare la norma adeguata a risolvere il problema.

Questo procedimento viene espresso attraverso il concetto di sussunzione, mediante il quale si evoca l'attività di qualificazione del fatto concreto in uno schema giuridico rappresentato da una certa norma, che è selezionata per essere applicata a quel caso. "Se è A, allora è B", dove A sarebbe il fatto concreto e B la conseguenza.

Gli ordinamenti moderni sono costituiti da molteplici norme.

astratte e generali, formulate cioè per un numero indefinito di casi e rivolte alla generalità indistinta dei soggetti. Questa circostanza determina la prima difficoltà al giudice: infatti al giudice spetta il compito di rendere la legge astratta adeguata al caso concreto, di colmare cioè il vuoto esistente tra l'unicità della fattispecie astratta e la molteplicità delle fattispecie concrete.

A tale difficoltà se ne affianca una seconda. Le norme astratte poste dalla legge scritta, rappresentano una situazione tipizzata e prescrivono una conseguenza ovvero una regola di comportamento per quella fattispecie: le norme sono enunciati linguistici aventi carattere prescrittivo, esprimono il precetto e la sua forza vincolante attraverso un linguaggio; il problema della loro interpretazione è quello di chiarire il senso di quella prescrizione.

Ma questo procedimento presuppone che il giudice mentre ricostruisce il senso della norma

Astratta, ricostruisca anche il senso della controversia concreta sottoposta al suo giudizio, perché solo così può selezionare la norma adeguata al caso, cioè riferire il caso ad una norma. Dunque l'interpretazione non è mera sussunzione, ma è un processo circolare di conoscenza del fatto concreto e della norma astratta. All'esito di un tale processo, che implica un passaggio continuo dall'astratto al concreto e viceversa, il giudice finisce per elaborare una sentenza, che essendo destinata a vincolare le parti che litigano, deve essere giustificata, argomentata e motivata. Infatti le sentenze dei giudici sono estese attraverso la narrazione dei fatti e poi attraverso l'esposizione di "motivazioni", inoltre sono sottoposte ad un secondo controllo da parte di un altro giudice e poi ancora da parte del giudice di ultima istanza (Corte di Cassazione), il cui compito è quello di verificare la coerenza delle.

argomentazioni. Quindi il sistema giuridico deve determinare dei vincoli cui deve attenersi l'interprete nelle proprie operazioni, perché non può essere lasciato libero di procedere come meglio crede. 12 delle preleggi è una norma che detta al giudice le norme per l'interpretazione e le tappe lungo le quali articolare il procedimento di applicazione della legge ai casi concreti, anche a quelli non previsti da una norma.

Questo articolo stabilisce dei criteri/modalità delle norme:

  1. Il primo criterio è l'interpretazione ovvero la deduzione dei significati, secondo l'analisi letterale, lessicale e sintattica. Questa operazione si esaurisce esclusivamente sul testo;
  2. Il secondo criterio è l'interpretazione teleologica, all'oltrepassamento del testo, alla ricerca della ratio legis, ossia alla ricostruzione delle ragioni edegli argomentazioni.

Obiettivi che il legislatore ha voluto perseguire con la norma. Ed è qui il nocciolo della questione interpretativa, in cui il legislatore può apprestare soluzioni differenziate allo stesso problema. Spesso più norme, più principi sono posti a disciplina di un certo settore di rapporti e il compito del giudice diventa quello di selezionare volta per volta la norma e/o il principio che meglio si addicono al caso concreto;

Il terzo criterio è l'interpretazione sistematica, è una tecnica interpretativa che tende a cogliere il significato di una norma non tanto dal senso letterale, ma quanto dalla lettura combinata di quella stessa norma con altre che riguardano tipi di problemi direttamente o indirettamente collegati a quello preso in considerazione dalla norma da interpretare. È come se il significato della norma fosse ricavato dall'insieme delle altre norme che sono ad essa collegate.

Però ci possono essere dei "casi non previsti",

In cui le norme sono inadeguate, cioè presentano una fattispecie "ristretta" rispetto alle situazioni reali che ad essa si devono riferire.

In questi casi, l'art. 12 delle preleggi distingue due casi:

L'interpretazione

  1. estensiva;
  2. analogica.

L'interpretazione estensiva è quella interpretazione che individuata la norma giusta per regolare il caso, tende ad allargare, rendere più ampio il significato dei termini utilizzati in quella norma, per consentire ad un numero più ampio di casi di rientrare in quella norma.

L'art. 3, comma 3 della legge n. 129/2004 in materia di contratti di affiliazione commerciale (esempio: franchising) prevede se il contratto è a tempo determinato, che deve essere garantita una durata minima di tre anni. La norma nulla dice testualmente in ordine alla durata minima dei contratti stipulati a tempo indeterminato, che l'affiliato non godrebbe della garanzia di durata.

minima prevista per il contratto a termine. Ad evitare tale situazione, soccorre la ratio esplicitata dall'art.3, quindi non può essere negata l'applicazione della norma citata anche ai contratti a tempo indeterminato.

L'interpretazione è un'interpretazione che tende a limitare il significato da attribuire ad una restrittiva regola e rientrano in quella norma tutti i casi concreti che rispondono ai criteri di generalità e astrattezza. Il significato del termine "consumatore".

Es.: Invece per quanto riguarda l'interpretazione dell'art. 12 delle preleggi ci dice che il presupposto è analogica, l'assenza di una norma nell'ordinamento giuridico idonea per risolvere il caso concreto. Quindi bisogna cercare una norma che si possa adottare (analogica legis). Però se il caso rimane ancora dubbio e non si arriva ad una soluzione, si decide secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico dello

stato (analogia iuris).
LE SCUOLE SISTEMATICHE: GIURISPRUDENZA DEI CONCETTI E DEGLI INTERESSI
Il primo
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ema5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Ticozzi Marco.