Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 26
Riassunto esame Diritto e Politica, prof. Emanuela, libro consigliato Dopo la vittoria, Ikenberry Pag. 1 Riassunto esame Diritto e Politica, prof. Emanuela, libro consigliato Dopo la vittoria, Ikenberry Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto e Politica, prof. Emanuela, libro consigliato Dopo la vittoria, Ikenberry Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto e Politica, prof. Emanuela, libro consigliato Dopo la vittoria, Ikenberry Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto e Politica, prof. Emanuela, libro consigliato Dopo la vittoria, Ikenberry Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto e Politica, prof. Emanuela, libro consigliato Dopo la vittoria, Ikenberry Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto e Politica, prof. Emanuela, libro consigliato Dopo la vittoria, Ikenberry Pag. 26
1 su 26
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

TEORIA LIBERALE

Le teorie liberali hanno riconosciuto l'importanza delle istituzioni multilaterali in ambito internazionale, tengono conto della capacità delle istituzioni di orientare e modulare la politica degli stati, ma è loro sfuggita l'esistenza di un livello superiore dove le istituzioni multilaterali vengono usate dagli stati guida per limitare la loro stessa potenza placando il timore di abbandono o dominio degli stati deboli. In quest'ambito si possono confrontare due sottoteorie, quella neoliberale e quella costruttivista: - La teoria neoliberale vede le istituzioni come patti tra parti la cui funzione è quella di ridurre l'incertezza, il costo delle transazioni. In sostanza sono soluzioni ai problemi incontrati da attori intenti a organizzare un ambiente a loro favorevole. - La teoria costruttivista secondo la quale le istituzioni sono visioni del mondo interpretazioni della realtà prevalenti in determinati periodi che indirizzano e

limitino il comportamento strategico delle nazioni. Più che strumenti concreti, sono come mappe o codici per interpretare il cambiamento della realtà in grado di influenzare chi agisce. In questa logica la sistemazione dell’ordine rispecchia le opinioni dei partecipanti alla nuova sistemazione sui principi e gli obiettivi base del nuovo ordine.

La tesi qui sostenuta è quella che ritiene che l’evoluzione dell’ordine posto bellico sia proceduta di pari passo con l’evoluzione degli stati di limitare il ricorso alla forza e assumere impegni vicendevoli.

Il problema centrale delle relazioni internazionali è il problema dell’ordine: come può essere ricostruito, distrutto e concepito.

Ma cosa si intende per ordine? In questo libro per ordine politico si intendono i meccanismi di governo operanti, entro un gruppo di stati, come principi generali, norme e istituzioni. L’ordine politico nasce nel momento in cui i meccanismi

che organizzano il sistema cominciano a funzionare. Un ordine politico, non richiede necessariamente intese normative tra gli stati membri, può basarsi semplicemente su scambi di relazioni, la coercizione o i meccanismi dell'equilibrio di potenza o anche su una convergenza di interessi specifici tra gli stati. Tre sono i tipi principali di ordine politico tra gli stati: equilibrio di potenza; egemonia; costituzionalismo. Questi che abbiamo elencato, possiamo definirli come tipi ideali, dal momento che quelli storici, reali, sono una mescolanza di tratti appartenenti a più tipi. Equilibrio di potenza: questo tipo di ordine è imperniato sull'anarchia, cioè sull'assenza di qualunque autorità politica sopraordinata. Le parti del sistema sono costituite da stati equivalenti e per alcuni storici questo ordine costituisce l'essenza del sistema internazionale che comporta il rifiuto formale della gerarchia. In un contesto anarchico,gli stati sono obbligati a bilanciarsi. In caso di emersione di un'egemonia planetaria, gli stati deboli sono obbligati a coalizzarsi tra di loro per opporsi al suo dominio. Questi tipi di ordine sono determinati dall'interesse fondamentale degli stati a preservare il proprio status e a non subire il dominio di uno stato egemone libero da qualunque controllo. L'egemonia: anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una distribuzione di potere tra gli stati, ma i rapporti di potere e autorità sono definiti tramite il principio della gerarchia. In un ordine internazionale gerarchico, gli stati sono posizionati in modo verticale con posizioni nettamente definite. La forma gerarchica più estrema è l'impero in cui le unità deboli non hanno una sovranità piena. Ma anche questo ordine è destinato a non essere duraturo dal momento che al crollo della potenza dello stato guida, crolla anche l'ordine ad esso collegato. L'ordine

egemonico può anche consistere in relazioni tra gli stati più reciproche e consensuali, pur continuando a manifestarsi su una distribuzione del potere asimmetrica. Questo tipo di ordine è creato e mantenuto dalla concentrazione del potere;

costituzionalismo: gli ordini costituzionali sono assetti politici imperniati su istituzioni giuridiche e politiche di tipo consensuale che devono imporre diritti e limiti all'esercizio del potere. Questo tipo di ordine di norma possiamo trovarlo dove è possibile introdurre istituzioni che limitano in una certa misura la libertà degli stati e dove una stabile politica interna permetta l'attuazione di impegni internazionali.

Un ordine politico costituzionale ha tre elementi fondamentali: deve essere ben radicata nello stato l'approvazione dei principi e delle regole che ne sono alla base, in pratica ci deve essere piena coscienza delle regole del gioco che sono riconosciute ed accettate dai

partecipanti. Sono fissate norme, regole e istituzioni che determinano in modo autorevole condizioni e limiti dell'esercizio del potere. Il potere deve quindi essere esercitato entro una dinamica politica istituzionalizzata, dove le istituzioni politiche hanno raggiunto un alto grado di autonomia. Queste regole e istituzioni sono parte integrante di un sistema politico e non possono essere modificate facilmente. In altre parole possiamo dire che i patti costituzionali moderano i dividendi del potere, cosa che peraltro fanno anche in un ordine di tipo interno agli stati. In questo modo infatti le costituzioni limitano quello che i detentori del potere possono realizzare grazie al loro momento di vantaggio. Gli ordini costituzionali sono quindi ordini politici che limitano o moderano l'esercizio del potere tramite un sistema di regole, istituzioni e autorità legali di tipo consensuale e possono farlo in modo più o meno accentuato a seconda della maggiore o minore.

stabilità delle istituzioni politiche fondamentali (la loro resistenza alla manipolazione ad opera di gruppi di interesse). La misura poi in cui un ordine sarà più o meno costituzionale, dipenderà da quanto i legami tra gli stati sono stati sottoposti a accordi e meccanismi vincolanti. Ma come sono arrivati gli stati a fissare determinati ordini politici, in pratica quali strategie hanno messo in atto stati guida e stati deboli per arrivare ad un determinato assetto post bellico? Si può osservare che l'ordine post bellico è mutato al mutare delle strategie di ricostruzione dello stesso. Dopo tutte le guerre abbiamo visto che si è dovuto affrontare il problema della limitazione della potenza, ma gli ordini emersi sono parecchio differenti, vediamo come sono intervenute le strategie. La strategia più elementare è il rafforzamento della sovranità degli stati: la potenza viene controllata mediante la suddivisione di

unità più grandi in statisovrani (decentramento di potere). Questo è stato l'obiettivo principale della Pace di West-falia(1648) dove si è affermata la sovranità statale nel diritto internazionale liberandola dai vincoli legati ad una monarchia universale(sacro romano impero) e all'universalismo religioso(diritto di scegliere tra varie religioni ).Lo scopo è indebolire coalizioni religiose e sistemi imperiali per mezzo della frammentazione. Altra strategia comporta la frammentazione e separazione di unità territoriali. In pratica uno stato sconfitto non può opporsi al fatto che ampie porzioni del suo territorio vengano assegnate ad altri stati, la sorte di varie porzioni di territori sono assegnati ai negoziati. Questo si è verificato nel 1713, nel 1815 e per quanto riguarda la Germania, anche dopo le 2 G.M..Lo scopo è abbassare il livello di potenza distribuendola in più unità. Questa

La strategia è maggiormente conosciuta e si basa sul controllo del potere: parliamo della strategia della ricerca dell'equilibrio. In altre parole gli stati cercano mediante alleanze temporanee di controbilanciare potenze emergenti. Questo aspetto si mostrò maggiormente negli accordi di Vienna dove le grandi potenze furono d'accordo sulla necessità di collaborare per mantenere un ordine reciprocamente accettabile. Lo scopo è ridurre la potenza relativa, creando istituzioni ad hoc.

Altra strategia è quella che si basa sul vincolo istituzionale. Qui gli stati affrontano le incognite delle dinamiche internazionali contraendo legami vicendevoli che ne limitano la libertà di manovra. Ci troviamo di fronte all'adesione a istituzioni vincolanti che implicano scelte durevoli nel tempo, che hanno un prezzo di uscita ma nello stesso tempo permettono agli stati di avere voce in capitolo nei vari contrasti. Vincoli istituzionali possono essere trattati,

organizzazioni sopranazionali, principi comuni di relazione ecc. Lo scopo è legare tramite alleanze e altre istituzioni, stati potenzialmente pericolosi. Ultima strategia infine è l'integrazione soprannazionale formale, dove gli obblighi legali e istituzionali non sono più distinguibili dalle istituzioni politiche interne. La CECA fu uno dei primi esempi di questa strategia e molti osservatori pensano che l'Unione Europea stia assumendo sempre più il carattere di un ordine politico soprannazionale. Lo scopo è condividere la sovranità con istituzioni autorità di ampia portata. Una volta che un ordine postbellico si viene a formare, bisogna anche considerare la sua stabilità. Un'utile misura per stabilire la stabilità di un ordine, è la sua capacità di contenere e superare le perturbazioni, cioè le sollecitazioni sia interne che esterne. Ciascuno dei tre modelli proposti di ordine politico.presenta un diverso punto di vista sulle sorgenti di stabilità. L'ordine basato sul bilanciamento è stabile quando gli Stati che ne fanno parte si impegnano nell'azione di bilanciamento e producono un equilibrio di potenza. L'ordine egemonico rimane stabile finché lo stato egemone conserva la supremazia sul piano della potenza; infatti gli stati in ascesa sfidano lo stato egemone quando questo comincia a decadere. Negli ordini costituzionali, la fonte di stabilità è la durata delle istituzioni politiche e dalla loro capacità di limitare i dividendi del potere. Come abbiamo visto, al termine di un conflitto lo stato guida si trova di fronte a tre possibilità: dominare, abbandonare o cercare un accordo con gli stati deboli per creare un ordine post bellico gradito a tutti. Quale sceglierà? Lo stato forte ha tutte le ragioni per promuovere un ordine post bellico duraturo, ma per far questo deve limitare la sua.

autonomia per tranquillizzare gli stati deboli circa la possibilità che voglia abusare della propria forza.

Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
26 pagine
6 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto e Politica della Cooperazione Internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Emanuela Pistoia.