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HANS WEZEL
― teoria sociale azione come reazione ad impulsi sociali, determinata da libera scelta
Ma in diritto penale conta di più la tipicità e l’antigiuridicità
Art. 42 n°1 c.pen. l’azione deve essere cosciente e volontaria
Tali requisiti difettano nel caso di forza maggiore, caso fortuito (art. 45) e costringimento fisico (art. 46)
Analisi dell’azione
Condotta e Specificano qualità soggettive, circostanze etc.
presupposti Hanno rilevanza per configurare il dolo
Oggetto materiale Cfr. quanto già detto sull’oggetto materiale
Risultato reale conseguente all’azione (c.d. evento naturalistico)
Può rilevare e.g.
Eventus damni ― come aggravante di un reato perfetto (e.g. morte per omesso soccorso)
― come condizione obiettiva di punibilità (e.g. scandalo nell’incesto)
Nesso causale Necessario rapporto causale tra condotta ed evento
Teorie sulla causalità
Art. 40 n.1° c. pen. l’evento deve essere causalmente legato alla condotta commissiva o omissiva
Sono state formulate 5 teorie sulla causalità A) Teoria condizionalistica (condicio sine qua non)
B) Teoria della causalità scientifica
C) Teoria della causalità adeguata (id quod plerumque accidit)
D) Teoria della causalità umana dell’ ANTOLISEI
E) Teoria dell’imputazione obiettiva del fatto
Teoria condizionalistica
Ogni antecedente senza il quale non si sarebbe avuto l’evento è causalmente imputato al reo.
Per l’eliminazione mentale della condotta si ricorre alla sussunzione del fatto sotto leggi scientifiche.
Corollari della teoria condizionalistica
1) il concorso di fattori causali preesistenti, contemporanei, sopravvenuti non esclude il nesso causale
2) il fatto illecito altrui non esclude il nesso causale
3) le serie causali autonome invece escludono il nesso causale
Teoria della causalità adeguata
La teoria della causalità adeguata attenua la teoria condizionalistica per delitti aggravati dall’evento
Nesso causale escluso da fattori improbabili o anormali (cfr. id quod plerumque accidit)
L’id quod plerumque accidit si scopre con prognosi postuma abbinata a giudizio ex ante in concreto
Teoria della causalità umana
Esclude dalla causalità non antefatti improbabili (come la causalità adeguata) ma fattori causali rarissimi.
La causalità umana ha portata più stretta della teoria condizionalistica ma più ampia della causalità adeguata.
Imputazione obiettiva dell’evento
Sottolinea che il nesso causale è presupposto della responsabilità penale
Aggiunge alla causalità adeguata due requisiti A) un aumento del rischio
B) il concreto verificarsi del rischio
L’art. 41 c.pen. dimostra un favor del legislatore penale per la teoria condizionalistica.
Secondo la teoria condizionalistica non ha bisogno di correttivi.
MARINUCCI-DOLCINI
E poi comunque dopo la Costituzione non sono più legittime le ipotesi di responsabilità oggettive
Nondimeno, criticano la teoria condizionalistica
FIANDACA-MUSCO
1) per il probabile regresso all’infinito
2) per l’eliminazione della condotta nella causalità alternativa ipotetica, che porterebbe a non imputabilità
3) per gli effetti scagionanti reciproci dei rei nei casi di causalità addizionale
Capitolo VII
Antigiuridicità e singole cause di giustificazione
Antigiuridicità del fatto viene meno se una norma rende lecita o obbligatoria la condotta
Scriminanti o cause di giustificazioni norme extrapenali che escludono l’antigiuridicità
Categorie di esclusione della punibilità
― Cause di giustificazione stricto sensu elidono l’antigiuridicità e escludono ogni tipo di sanzione
― Esclusione della colpevolezza rimane l’antigiuridicità e valgono solo per il reo (c.d. scusanti)
― Esenzione dalla pena rimangono antigiuridicità e colpevolezza
Artt. 55 e 59 c.pen. disciplina delle cause di giustificazione
Consenso dell’avente diritto art. 50 c. pen.
Art. 50 c.pen. il consenso non è negozio giuridico, ma mero atto (il consenso è revocabile)
Il consenso può essere espresso o tacito, ma non può essere successivo al fatto (ratifica)
Il consenso può riguardare solo diritti disponibili (sono indisponibili i diritti a carattere pubblicistico)
Esercizio di un diritto art. 51 c.pen.
Ratio principio di non contraddizione (ciò che è lecito non può essere illecito)
Nella nozione di diritto non sono inclusi gli interessi semplici e gli interessi legittimi.
In alcuni casi (e.g. art. 423 c.pen.) la norma incriminatrice prevale su quella autorizzatrice.
Adempimento di un dovere art. 51 c.pen.
Ratio principio di non contraddizione (ciò che è lecito non può essere illecito)
Il diritto può scaturire da norma giuridica o da provvedimento amministrativo.
L’ordine deve essere legittimo, di diritto pubblico e promanante dall’autorità competente.
Non c’è efficacia scriminante per esecuzione di ordine manifestamente criminoso.
Legittima difesa art. 52 c.pen.
Vim vi repellere licet ma presupposto indefettibile è la proporzionalità con l’offesa subita.
Il pericolo deve essere attuale altrimenti sarebbe esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Uso legittimo di armi art. 53 c.pen.
Carattere sussidiario scriminante l’uso della forza letale da parte del P.U. è extrema ratio
La fuga del soggetto resistente esclude il legittimo uso delle armi.
Stato di necessità art. 54 c.pen.
Differenza rispetto alla legittima difesa
1) non c’è aggressione umana (e.g. condizioni naturali etc.)
2) l’azione necessitata si rivolge contro un individuo innocente (danneggiato)
3) è indispensabile che il pericolo sia involontario ed inevitabile
4) l’azione è necessitata solo per evitare danni gravi alla persona agente.
Lo stato di necessità non può essere invocato da poteri pubblici che esulino dalle loro attribuzioni.
Al danneggiato dall’azione necessitata è riconosciuto un congruo indennizzo di natura civilistica.
Non può invocare lo stato di necessità chi ha il dovere di esporsi a pericoli (e.g. vigili del fuoco).
Il dovere di esposizione al pericolo ha natura legale o contrattuale.
Capitolo VIII
Colpevolezza
Colpevolezza requisito del reato insieme al fatto tipico e all’antigiuridicità (nulla poena sine culpa)
Art. 27 Cost. (responsabilità personale) è esclusa la responsabilità oggettiva
La colpevolezza può concretizzarsi a titolo di dolo o colpa criterio di commisurazione della pena
Presupposti della colpevolezza
∄
Imputabilit Dolo o cause di esclusione della
Conoscibilità del divieto
à colpa colpevolezza
Colpevolezza somma dei criteri che rendono la condotta rimproverabile al reo
C. Cost. 364/88 principio dell’ignoranza inevitabile ed esclusione di responsabilità oggettiva
Imputabilità
Art. 85 c.pen. l’imputabilità è la capacità di intendere e di volere.
Esistono cause codificate di incapacità di intendere e di volere (e.g. artt. 88, 95-98 c.pen.) ma non tassative
Il vizio di mente ex art. 88 c.pen. può essere
― totale esclude l’imputabilità
― parziale l’imputabilità sussiste, ma la pena è ridotta
Il vizio parziale è compatibile con aggravanti (e.g. premeditazione) ed attenuanti (e.g. provocazione)
Cfr. anche disciplina delle actiones liberae in causa tratte dal diritto canonico.
Struttura e oggetto del dolo
Art. 42 n.2° c.pen. nei delitti si risponde di norma per dolo (eccezionalmente per colpa e preterintenzione)
Art. 42 n.4° c.pen. nelle contravvenzioni si risponde per dolo e per colpa
Dolo rappresentazione e volontà ex ante del fatto commesso
La volontà presuppone la rappresentazione (nihil volitum quin praecognitum)
Il dolo si concretizza sotto diverse forme e con diverse intensità
― dolo d’impeto azione improvvisa e impulsiva, implica minore gravità
― dolo intenzionale l’azione è teleologicamente orientata e ammette anche la premeditazione
― dolo specifico indica una finalità ulteriore prevista dalla norma per la sussistenza del reato
― dolo generico realizzazione del fatto tipico con corrispondenza tra ideazione e realizzazione
― dolo diretto azione criminosa prevista e accettata per ottenere un fine ulteriore
― dolo eventuale azione criminosa prevista come rischiosa, non voluta e non utile, ma accettata
― dolo alternativo l’agente si rappresenta due conseguenze fungibili ma tra di loro incompatibili
Il dolo è escluso
1) nel caso di errore sul fatto costituente reato, e può essere
a. errore di fatto erronea percezione della realtà
b. errore di diritto erronea percezione di norme giuridiche
2) nel caso si ritenga erroneamente di poter disporre di una causa di giustificazione
Oggetto del dolo è il fatto tipico che costituisce reato (cfr. art. 47 c.pen.)
Errore
― error facti errore nella rappresentazione della realtà
― error iuris errore nella interpretazione del diritto
Diverso dall’errore è il dubbio non esclude l’imputabilità
Aberratio ictus
Art. 82 c.pen. errore nella fase esecutiva che porta ad avere un soggetto passivo diverso da quello voluto
― Aberratio monolesiva La pena è la stessa di quella per il reato voluto, salvo il disposto dell’art. 60
― Aberratio plurilesiva La pena è quella del reato più grave aumentata fino alla metà
Aberratio delicti
Art. 83 c.pen. se l’evento è diverso da quello voluto, si risponde per colpa del reato causato
Se ha causato anche l’evento voluto si applicano le norme sul concorso di reati
Cause di esclusione della colpevolezza
Si differenziano dalle scriminanti perché
1) Non eliminano l’antigiuridicità ma la colpevolezza
2) Indicano semplicemente che il soggetto non è rimproverabile
Esse sono
1) Lo stato di necessità e la coazione morale
2) Ordine criminoso insindacabile della P.A.
3) Ignoranza o errore inevitabile Capitolo IX
Circostanze del reato
Il reato può anche manifestarsi come
― Reato circostanziato
― Reato tentato
― Concorso di reati
― Concorso di persone nel reato
Circostanze fatti accessori del reato non compresi nella fattispecie ma che la integrano
Le circostanze si distinguono in
― Comuni (per ogni reato) o speciali (per specifici reati)
― Aggravanti o attenuanti
― Ad efficacia co