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La differenza è più quantitativa che qualitativa.

Le cause oggettive di esclusione del reato

16) Generalità.

Sono denominate comunemente cause di giustificazione; sono situazioni particolari nelle quali un

fatto che è di regola vietato, viene imposto o consentito dalla legge, e quindi non è antigiuridico,

rimanendo di conseguenza esente da reato.

Se si ricerca la ragione sostanziale per cui queste cause eliminano l’antigiuridicità, non è difficile

ravvisarla nella mancanza di danno sociale.

Le cause di giustificazione sono comunemente dette esimenti o scriminanti; loro intrinseca natura è

che hanno efficacia oggettiva, nel senso che funzionano per il solo fatto che esistano. Questa

efficacia delle cause di liceità è sancita dall’art 59.1 cp il quale stabilisce: “le circostanze che

attenuano la pena sono valutate a favore dell’agente, anche se da lui non conosciute o da lui per

errore ritenute inesistenti”.

Esimenti putative: art.59 cp. Se l’agente ritiene per errore che sussiste una scriminante, questa è

valutata a suo favore. Se però l’errore sulla presenza di una scriminante è dovuto a colpa, la

punibilità non è esclusa se il delitto è previsto come colposo. 34

17) L’adempimento del dovere.

Il dovere che giustifica, come si rileva dall’art. 51 cp, può essere imposto:

− Doveri derivanti da norme giuridiche: l’ipotesi più importante è quella dell’uso legittimo

delle armi, il quale stabilisce: “non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere

un dovere del proprio ufficio, fa uso o ordina di fare uso delle armi o di vincere una

resistenza dell’autorità”, e comunque di impedire la consumazione dei diritti di strage,

naufragio, sommersione, disastro aviatorio e ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano

armata e sequestro di persona. Questa scriminante è ammessa solo a favore dei pubblici

ufficiali. L’uso delle armi è consentito anzitutto quando sia indispensabile respingere una

violenza. Si tratta non di legittima difesa, ma di un potere che trova la sua ragione nella

necessità di tutelare l’autorità ed il prestigio delle persone che esercitano una pubblica

funzione. Per i pubblici ufficiali, l’uso delle armi deve costituire una extrema ratio, perché

la vita umana è sacra e tra i vari mezzi disponibili deve preferirsi sempre quello meno

dannoso.

− Doveri derivanti da un ordine delle autorità: si intende la manifestazione di volontà che il

titolare di un potere di supremazia, riconosciuto dal diritto, rivolge al subordinato per

esigere un dato comportamento. In diritto penale vengono in considerazione solo i rapporti

di subordinazione che nascono dal diritto pubblico: quelli che nascono dal diritto privato

non possono dar luogo mai alla scriminante. Il rapporto pubblico di subordinazione è:

 Generale: quando si ha l’ordine di polizia o di finanza;

 Particolare: quando si ha l’ordine gerarchico.

L’ordine di autorità per essere vincolante deve essere formalmente e sostanzialmente

legittimo. La legalità formale dell’ordine implica:

 La competenza del superiore ad emanarlo;

 La competenza del subordinato ad eseguirlo;

 L’emanazione nelle forme prescritte dalla legge.

La legalità sostanziale esige il concorso dei presupposti stabiliti dalla legge per

l’emanazione dell’ordine.

“Se un fatto costituente reato è commesso per ordine dell’autorità, del reato risponde sempre

il pubblico ufficiale che ha dato l’ordine”. A questo si fa eccezione, quando la legge non

consente al subordinato di sindacare la legittimità dell’ordine.

Ci sono ambiti in cui il sindacato non è ammesso: sono gli ordinamenti militari o equiparati.

Se il militare è legittimato ad impartire l’ordine, il sottoposto deve eseguirlo. C’è però un

limite: la manifesta criminosità dell’ordine.

Il militare è svincolato dai doveri di obbedienza nel caso che un ufficiale, visibilmente

ubriaco, comandi di far fuoco su pacifici cittadini.

Quando l’ordine sostanzialmente illegittimo è vincolante perché l’inferiore non ha il potere

di sindacare la legalità ed il fatto non è in modo palese criminoso, soltanto il superiore

risponde del reato. Il subordinato è esente da pena, e ciò in virtù della norma che gli impone

l’obbligo di obbedienza. Egli ha compiuto un dovere dell’ufficio e l’azione da lui compiuta

non è antigiuridica. 35

18) L’esercizio del diritto.

Questa scriminante è prevista dall’art. 51 cp il quale stabilisce che l’esercizio di un diritto esclude la

punibilità. Ad es. la persona che nello sporgere querela riferisce dei fatti che offendono l’onore o il

decoro del querelato, non risponde al reato di diffamazione. Deve prevalere l’interesse di chi agisce

esercitando un diritto che l’ordinamento stesso gli ha attribuito, se chi esercita un diritto fosse

punito, l’ordinamento entrerebbe in contraddizione con sé medesimo.

Il concetto di diritto comprende tutti i diritti soggettivi. Il diritto può nascere non solo da una norma

giuridica, ma anche da una sentenza o un provvedimento. Non basta che la norma giuridica

attribuisca un diritto: occorre che la legge consenta, per lo meno implicitamente, di esercitarlo

mediante quella determinata azione che di regola costituisce reato.

Il diritto va esercitato secondo una delle facoltà inerenti al diritto stesso, non vale l’abuso. Fra i

notevoli esercizi del diritto segnaliamo:

a) Attività giornalistica: quando i giornali obiettivamente riferiscono i fatti che ledono l’onore i

una persona, formalmente ricorrerebbero gli estremi della diffamazione. La punibilità è

esclusa perché il giornalista trova la sua base nella libertà di stampa riconosciuta dalla

costituzione con l’art. 21. L’esercizio di cronaca scrimina a patto che:

 La notizia pubblicata sia veritiere;

 Esiste un pubblico interesse alla conoscenza dei fatti medesimi;

 La notizia sia esposta in modo obiettivo e sereno.

b) Disciplina familiare: detto anche jus corrigendi, sono le persone dei genitori, maestri,

educatori: devono essere limitate, non invasive ed estremamente legate al fine educativo.

Tale facoltà si desume dall’art. 571 cp.

c) Difesa della proprietà: si tratta di predisporre i mezzi idonei alla tutela del diritto medesimo,

e cioè i cd offendicula: cocci di vetro, filo spinato. Il proprietario non risponde della lesione

che il ladro riporti nel tentare si superare quegli ostacoli. Devono essere tali da non creare

sproporzione tra il mezzo impiegato ed il bene tutelato.

d) Diritto di sciopero: è costituzionalizzato, ma non deve ledere troppo la libertà degli altri (es.

picchettaggio, che non consente agli altri di entrare a lavoro).

19) Il consenso dell’avente diritto.

È delineato dall’art. 50 cp. La ratio dell’esimente è chiara: non c’è ragione che lo stato tuteli un

interesse cui il titolare stesso mostra di rinunciare. “Non è punibile chi lede o pone in pericolo un

diritto, con il consenso della persona che può validamente disporne”.

Per consenso s’intende qualsiasi atto giuridico, anche non formale, che attribuisca al destinatario il

potere di agire.

Colui che consente non compie un “negozio autorizzato dal diritto”: egli non fa che abbandonare il

suo interesse, e non è neanche necessario che tale abbandono sia noto all’agente. Quindi il consenso

rientra nella categoria degli atti giuridici in senso stretto.

L’esclusione dell’illiceità trova il motivo nella mancanza di danno sociale, e quindi nella carenza

d’interesse alla repressione. 36

Limiti all’efficacia del consenso: deve trattarsi di un diritto disponibile. Sono disponibili anzitutto i

diritti che lo stato riconosce in modo esclusivo per garantirne al singolo il libero godimento.

Il consenso non ha efficacia nei reati che offendono direttamente gli interessi dello stato (delitti

contro la personalità dello stato, contro la p.g.), come pure nei delitti che offendono un numero

indeterminato di persone (delitti contro l’ordine pubblico). Sono indubbiamente disponibili i diritti

patrimoniali. (alla vita, al’integrità personale, all’onore). Per il diritto

Restano i cd diritti personalissimi

all’integrità fisica, occorre far riferimento all’art.5 cc secondo cui gli atti di disposizione del proprio

corpo sono vietati quando cagionino una menomazione permanente dell’integrità fisica o sono

contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume. L’integrità fisica è essenziale affinché

l’individuo possa adempiere: suoi i doveri verso la famiglia e la società.

Condizioni per la validità del consenso: il consenso deve essere valido.

a) Chi può dare il consenso? Il titolare dell’interesse protetto dalla norma penale, e più

precisamente, di quell’interesse che costituisce l’oggetto giuridico del reato. Questo titolare

è il soggetto passivo del reato;

b) La persona legittimata a consentire deve possedere la capacità di agire, la quale è esclusa

dall’infermità di mente e dagli stati a queste parificati, nonché dall’età immatura. Solo in

tema di diritti patrimoniali è necessaria la maggiore età;

c) Occorre la volontà di permettere la lesione o la messa in pericolo del proprio diritto. Deve

sussistere al momento del fatto, né dopo né prima. Il mezzo può essere non solo la parola o

lo scritto, ma può aversi anche consenso tacito. La volontà deve essere immune da vizi, da

violenza, errore, dolo;

d) Non basta che il consenso sia stato prestato: occorre che esista ancora nel momento in cui il

destinatario compie l’azione, giacché il consenso è revocabile;

e) Deve ritenersi invalido il consenso prestato contrariamente ai boni mores. Non potrebbe

ritenersi esclusa l’esistenza del reato di lesioni personali nel caso della persona che si lasci

ferire per permettere al sadico di soddisfare la sua compiacenza.

20) La legittima difesa.

È previsto dall’art. 52 cp: “non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla

necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta,

sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”.

La reazione è autorizzata dall’ordinamento giuridico perché l’off

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A.A. 2013-2014
79 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher diehard1987 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Caterini Mario.