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Estratto del documento

Secondo il prof il primo obbiettivo delle fattispecie del titolo XIII è produrre un danno. E che il

danno sia un elemento implicito lo si capisce dagli articolo 61 n 7 e 62 n 4 (danno di rilevante

gravità e di particolare tenuità).

Il secondo scopo è il profitto che può essere conseguito o semplicemente sperato come dolo

specifico.

Prima chiave di classificazione di questi diritti: fattispecie di impoverimento e fattispecie

di trasferimento. Nelle prime al profitto non si accompagna il danno, l’archetipo è il

danneggiamento ma ne fanno parte anche le figure agli articolo 633, 632, 638, 639.

Nelle seconde il trasferimento avviene con specifiche modalità che ci permette di sub

classificare. Nel furto il soggetto si impossessa, nella truffa è la vittima che consegna il bene

quindi abbiamo fattispecie di aggressione unilaterale e fattispecie a cooperazione

della vittima.

Art 646 cp: “Chiunque, per procurare a se' o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro

o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della

persona offesa con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a € 1.032. (2) Se il fatto e'

commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata. Si procede

d'ufficio se ricorre la circostanza indicata nel capoverso precedente o taluna delle circostanze

indicate nel n. 11 dell'articolo 61”.

L’appropriazione indebita è un delitto ad aggressione unilaterale.

In quelli con cooperazione della vittima le modalità sono l’inganno, la minaccia, la violenza e

l’abuso. 5

Art 643 cp: “Circonvenzione di persone incapaci - Chiunque, per procurare a se’ o ad altri un

profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona minore,

ovvero abusando dello stato d’infermita’ o deficienza psichica di una persona, anche se non

interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto, che importi qualsiasi effetto giuridico per

lei o per altri dannoso, e’ punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 206 euro

a 2065 euro”.

Questa classificazione non è positivizzata ma sarà alla base di un futuro codice penale.

Restano fuori il 648, 648bis, 648ter che non sono riconducibili ma questo non dimostra che la

classificazione sia sbagliata ma che è sbagliata la sede. Il riciclaggio è affiancato alla

ricettazione per somiglianza.

Fattispecie di chiusura per impedire che il delitto abbia ulteriori conseguenze. In realtà riguarda

qualunque delitto non solo quelli contro il patrimonio per cui si è detto che è un delitto contro

l’amministrazione e non contro il patrimonio. lezione: 16 marzo 2011 ore 16:00 / 17:00

5 °

Archetipo delitto a partecipazione della vittima è la truffa.

Art 640 cp: “Truffa - Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o

ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e

con la multa da euro 51 a euro 1.032. […]”

Artifici e raggiri, cioè inganno che determina l’errore. L’errore deve derivare dall’inganno (primo

rapporto causale).

Dissimulazione è ciò che non è artificio o raggiro.

Mentre nella truffa l’errore è il risultato dell’inganno, nell’insolvenza fraudolenta l’errore non

deriva dall’inganno.

L’evento è procurare un profitto e il danno che devono verificarsi per integrare la fattispecie

secondo rapporto causale).

Dall’errore al danno c’è “un buco”. Nella fattispecie vi è un elemento implicito: l’atto di

disposizione patrimoniale. È un elemento in più non scritto -> triplice causalità, terzo

rapporto causale. Così si fissa la cooperazione della vittima.

Concetto di cooperazione: (esempio antiquario) il problema è quello di fissare la

consapevolezza. Per avere la cooperazione è necessario che il trasferimento del bene (traditio)

deve essere consapevole. Non è un cooperazione in senso meccanico. La volontà non deve

essere aggirata ma piegata.

Art 612 cp: “Minaccia – Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della

persona offesa, con la multa fino a 51 euro. (2) Se la minaccia è grave, o è fatta in una dei

modi indicati nell’articolo 339, la pena è della reclusione fino a un anno e si procede d’ufficio”.

Già l’inganno che la minaccia interferiscono con i processi decisionali. La minaccia può anche

avere note ingannatrici e l’inganno può avere note di timore.

Art 629 cp: “Estorsione – Chiunque, mediante violenza, o minaccia, costringendo taluno a fare

o ad omettere qualche cosa, procura a se o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è

punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da 516 euro a 2065 euro. […]”.

Capire il fatto.

Esempio: il danno ingiusto non è che i briganti possano attaccare ma che la guida se ne vada.

-> minaccia. lezione: 22 marzo 2011 ore 15:00 / 17:00

6 °

Delitti contro il patrimonio.

Il danno è elemento esplicito in alcune fattispecie (640, truffa) ma sarebbe comunque un

elemento implicito in tutti i delitti contro il patrimonio perché producono una deminutio

patrimoni. Ogni elemento di fattispecie deve essere realizzato.

I limiti del concetto di danno si ricavano dalla concezione di patrimonio adottata che è un’entità

ontologicamente dinamica.

Il danno è un evento naturalistico che assume la sua dimensione a seconda della dimensione

del patrimonio in quanto costituisce sempre una deminutio del patrimonio.

6

La giurisprudenza arriva alla de materializzazione del concetto di patrimonio per il quale c’è

truffa anche quando tecnicamente non c’è danno, considerandolo come una lesione della

libertà contrattuale. Ma questa concezione ha profili di debolezza. Ogni elemento deve essere

provato (“il soggetto con quei soldi avrebbe potuto fare altro”, bisogna dimostrarlo). Il concetto

di danno non può essere smaterializzato se poi viene inserito in fattispecie come elemento

naturalistico, perché non avrebbe più quella funzione selettiva che dovrebbe avere. => non si

distingue più il danno come evento dell’offesa.

La truffa ha subito una grande dilatazione, sfumando il contenuto dell’evento e prevedendo che

si possa realizzare anche con omissioni di nozioni dovute.

Letteralmente si parla di “artifici e raggiri” e non è sempre facile operare la conversione =>

discrasia tra dottrina e giurisprudenza, a volte la giurisprudenza viola il principio di legalità o

tende ad ottenere risultati che siano di giustizia sganciandosi dalla dogmatica, mentre la

dottrina è autoreferenziale.

Il profitto.

Può essere previsto in fattispecie come evento (truffa) o come oggetto di dolo specifico (furto).

Il profitto è qualificato quando la fattispecie lo definisce “ingiusto”. Più è connotato minore è lo

spettro di incriminazione.

Contenuto del profitto, qualunque soddisfazione anche morale che il soggetto si ripromette o

ottenga.

Pochissime sentenze che limitano lo spazio di rilevanza del profitto; quelle legate all’animus

jocandi (caso dei profilattici).

Concezione strumentale del patrimonio ma prima ancora c’è la tradizione romana che parlava

di “lucro”.

In alcune fattispecie il profitto è sicuramente ed esclusivamente economico.

Art 636 comma 2 codice penale:

artt 642, 645 (sul quale il prof ha qualche dubbio perché si amplia l’altra attività che potrebbe

avere contenuto economico).

Ingiustizia.

Ogni profitto è ingiusto o lo è solo dove il legislatore esplicitamente lo qualifica ingiusto?

Seconzo Manzini (sempre considerato come l’anima nera di Rocco. Tutte le cattiverie del codice

Rocco vengono attribuite a lui) è sempre ingiusto anche se così non si direbbe dalla lettera

degli articoli. Si ha un solo livello di ingiustizia.

La dottrina dice che non si può mirare a un profitto giusto con mezzi penalmente rilevanti,

perché diversamente non si avrebbe reato ma al massimo un illecito civile.

L’ingiustizia del profitto deve essere considerato di per se ingiusto a prescindere dalle modalità

con cui viene perseguito e crea una illiceità speciale che diviene oggetto del dolo.

Se è scritto deve essere oggetto di dolo.

Tutte le ipotesi di apparente dolo specifico devono avere una funzione selettiva. Nel furto, dolo

specifico o generico, il campo d’azione non cambia.

Il dolo specifico è un fine extrafattuale che deve essere provato.

lezione: 23 marzo 2011 ore 16:00 / 17:00

7 °

Caso concreto:

Tizio amministratore delegato della società X ottiene da Caio, presidente del CDA della società

Y, un falso riconoscimento di debito di euro 2 milioni che quest’ultimo rilascia senza informare

la sua società. Tizio pone tale riconoscimento alla base di una richiesta di ingiunzione al

tribunale di Roma. Ottenuto il decreto procede a pignoramento dei terreni per il valore

corrispondente.

Quale reato contesta il PM?

Art 646 cp: “Appropriazione indebita - Chiunque, per procurare a sè o ad altri un ingiusto

profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso,

e’ punito, a querela della persona offesa con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a

lire due milioni” 7

Art 627 cp: “Sottrazione di cose comuni - Il comproprietario, socio o coerede che, per

procurare a se’ o ad altri un profitto, s’impossessa della cosa comune, sottraendola a chi la

detiene, e’ punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la

multa da lire quarantamila a quattrocentomila (1). Non e’ punibile chi commette il fatto su cose

fungibili, se il valore di esse non eccede la quota a lui spettante”.

Art 640 cp: “Truffa - Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a se’ o

ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, e’ punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e

con la multa da 51 € a 1032 €. La pena e’ della reclusione da uno a cinque anni e della multa

da 309 € a 1549 €: 1) se il fatto e’ commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o

col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare; 2) se il fatto e’ commesso

ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l’erroneo

convincimento di dovere eseguire

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
16 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Anacleto21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto penale II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Carmona Angelo.