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Doveri relativi all'amministrazione dell'impresa

Dai doveri relativi all'amministrazione dell'impresa discende l'obbligo di impedire la commissione dei reati fallimentari e societari (evento) da parte del direttore generale e dell'institore: titolari di questo obbligo di protezione (del bene giuridico "patrimonio sociale") sono i membri del consiglio di amministrazione della società.

Anche il secondo ordine di obblighi di garanzia (quelli finalizzati al controllo delle fonti di pericolo immanenti all'esercizio dell'attività d'impresa) incombe sui membri del consiglio di amministrazione della società: ad essi la legge affida il compito (dovere) di organizzare la struttura e l'attività d'impresa in modo adeguato alla salvaguardia degli interessi dei singoli e della collettività che possono essere messi in pericolo dall'attività d'impresa.

Il nesso tra omissione ed evento

Nei reati omissivi impropri l'evento è elemento

Il costitutivo del fatto e il nesso tra omissione ed evento consiste non già nella causazione dell'evento, bensì nel suo mancato impedimento (art. 40.2 c.p.).

Nei reati commissivi: il rapporto di causalità si configura quando l'azione è un antecedente storico che non può essere eliminato mentalmente senza che l'evento venga meno.

Nei reati omissivi: il rapporto di causalità tra omissione ed evento sussiste quando l'azione doverosa che è stata omessa, se fosse stata compiuta, avrebbe impedito il verificarsi dell'evento, nel senso che, aggiungendola mentalmente, l'evento non si sarebbe verificato.

L'accertamento del rapporto di causalità tra omissione ed evento avviene utilizzando lo schema della condicio sine qua non: bisogna chiedersi cioè se, aggiungendo mentalmente l'azione doverosa che è stata omessa, ne sarebbe seguita una serie di modificazioni della realtà che avrebbero

bloccato il processo causalesfociato nell'evento. C) Ulteriori classificazioni dei reati secondo la struttura del fatto. Abbiamo già analizzato: - reati commissivi/omissivi, - reati a forma libera/vincolata, - reati di danno/di pericolo, - reati comuni/propri. - reati di condotta: sono quelli dove il fatto si esaurisce nel compimento di una o più azioni (reati di mera azione) ovvero nel mancato compimento di un'azione (reati omissivi propri): in questi reati è irrilevante che all'azione o all'omissione descritta dalla norma incriminatrice consegua il verificarsi di uno o più eventi (quindi, notiamo che le eventuali conseguenze dell'azione o dell'omissione non sono elementi costitutivi del fatto); - reati di evento: sono quelli dove il fatto consiste non solo in un'azione o in un'omissione, ma anche in uno o più eventi, conseguenza dell'azione (reati commissivi di evento) o dell'omissione (reati omissivi impropri). Quindi,soggetti è possibile anche se intervengono in momenti diversi, purché la situazione antigiuridica sia ancora in corso. - reati istantanei: reati che si consumano in un solo momento e non hanno una durata nel tempo. Una volta che il reato è stato commesso, non ha più importanza se la situazione antigiuridica continua o meno. - reati permanenti: reati che creano una situazione antigiuridica che perdura nel tempo. Ad esempio, il sequestro di persona. In questi casi, il reato non si esaurisce finché la situazione antigiuridica continua. Il termine di prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui la situazione antigiuridica si interrompe. Durante tutto il periodo in cui la situazione antigiuridica persiste, è possibile invocare la legittima difesa. Inoltre, è possibile che più soggetti partecipino al reato anche in momenti diversi, purché la situazione antigiuridica sia ancora in corso.

persone può avvenire anche dopo l'inizio della fase consumativa; legge del tempo del commesso reato è sia quella vigente all'inizio, sia quella entrata in vigore nel corso della fase consumativa (infatti, per esempio, se durante il sequestro di persona il legislatore inasprisce il trattamento sanzionatorio di tale reato, all'agente è applicabile la nuova legge più severa); ai fini dell'applicabilità della legge penale italiana, il reato permanente si considera commesso nel territorio dello Stato anche quando la fase consumativa è iniziata all'estero ed è proseguita nel territorio dello Stato.

reati abituali: per reati abituali, si intende un reato di cui fatto esige la ripetizione, anche a notevole distanza di tempo, di una serie di azioni od omissioni: quindi, un singolo atto del tipo descritto dalla norma incriminatrice non integrerà la figura legale del reato in questione (es. delitto di maltrattamenti in

famiglia art. 572 c.p.). Leggedel tempo del commesso reato è la legge in vigore nel momento in cui è statocommesso anche l'ultimo degli atti che integrano il fatto costitutivo del reato abituale.Ai fini dell'applicabilità della legge penale italiana, il reato si considera commesso nelterritorio dello Stato anche quando uno solo degli atti la cui reiterazione integra ilreato è stato compiuto nel territorio dello Stato. Il concorso di persone in un reatoabituale si configura solo se il partecipe abbia contribuito causalmente allarealizzazione del numero minimo di condotte necessario per l'integrazione del fattocostitutivo del reato abituale.- reati necessariamente plurisoggettivi: sono quei reati di cui fatto richiede comeelemento costitutivo il compimento di una pluralità di condotte da parte di unapluralità di persone. Reati necessariamente plurisoggettivi in senso stretto (propri)sono quelli dove la norma incriminatrice

assoggetta a pena tutti i soggetti che intervengono nel reato (es. bigamia, rissa, associazione per delinquere...); reati necessariamente plurisoggettivi in senso ampio (impropri) sono quelli dove la norma incriminatrice assoggetta a pena soltanto alcune delle condotte che costituiscono il fatto di reato (es. l'estorsione, dove il concorrente necessario è il soggetto passivo del reato).

Capitolo VII
L'antigiuridicità e le cause di giustificazione.

Antigiuridicità: è il concetto con il quale si esprime il rapporto di contraddizione tra il fatto e l'intero ordinamento giuridico.

Cause di giustificazione (del fatto): insieme delle facoltà o dei doveri derivanti da norme, situate in ogni luogo dell'ordinamento, che autorizzano o impongono la realizzazione di questo o quel fatto penalmente rilevante (ciò, al fine di salvaguardare un bene che l'ordinamento ritiene preminente).

Se è commesso in assenza di ogni causa di giustificazione,

il fatto (penalmente rilevante) è antigiuridico, e costituirà reato se concorreranno gli altri estremi del reato (colpevolezza e punibilità). Se invece è commesso in presenza di una causa di giustificazione, il fatto (penalmente rilevante) è lecito, e quindi non punibile, né assoggettabile a misure cautelari processuali, perché non costituisce reato, difettando l'estremo dell'antigiuridicità del fatto. Le cause di giustificazione hanno efficacia universale: il fatto, cioè, sarà lecito in qualsiasi settore dell'ordinamento, e quindi non potrà essere assoggettato a nessun tipo di sanzione (penale, civile, amministrativa). Ad esempio, un fatto che cagiona la morte di un uomo per legittima difesa non potrà essere assoggettato né a pena, né alla sanzione civilistica del risarcimento o dei danni materiali e morali. Le norme che prevedono cause di giustificazione (norme che quindi rendono lecita il fatto) sono fondamentali per garantire un equilibrio tra la tutela dei beni giuridici e la possibilità di agire in determinate situazioni in modo lecito.La realizzazione di fatti penalmente rilevanti per l'esercizio di un dovere o di una facoltà (non sono norme penali e quindi non sono soggette né alla riserva di legge ex art. 25. 2 Cost, né al divieto di analogia ex Art. 14 Preleggi (non si tratta nemmeno di norme eccezionali). Le cause di giustificazione, in definitiva, sono facoltà o doveri che hanno per oggetto la commissione di un fatto penalmente rilevante: rendono lecito il sacrificio di un bene giuridico, incorporato nella commissione del fatto, per salvaguardare un bene che l'ordinamento ritiene preminente. Art. 59. 1 c.p.: "Le circostanze che escludono la pena (le cause di giustificazione) sono valutate a favore dell'agente anche se da lui non conosciute, o per errore ritenute inesistenti" (notiamo la rilevanza oggettiva delle cause di giustificazione: così, per esempio, il soldato che in guerra uccide un nemico commette un fatto di omicidio giustificato dall'adempimento di un dovere).

Un dovere e il fatto resta lecito anche se egli credeva erroneamente di sparare contro un odiato commilitone o superiore).

Art. 119. 2 c.p.: "Le circostanze oggettive che escludono la pena (cause di giustificazione) hanno effetto per tutti coloro che sono concorsi nel reato" (come notiamo, chi concorre alla realizzazione di un fatto tipico commesso in presenza di una causa di giustificazione non è punibile perché concorre in un fatto lecito).

Contro il pericolo attuale di un'offesa giusta perché realizzata in presenza di una causa di giustificazione non si profilerà mai una legittima difesa: l'art. 52 c.p. richiede infatti che il pericolo dal quale ci si può difendere abbia per oggetto un' "offesa ingiusta".

L'erronea supposizione della presenza di cause di giustificazione.

Art. 59. 4 c.p.: "Se l'agente ritiene per errore che esistano circostanze di esclusione della pena (cause di giustificazione), queste

sono sempre valutate a suo favore(quindi non è punibile). Tuttavia, se si tratta di errore determinato da colpa, la punibilità non è esclusa, quando il fatto è previsto dalla legge come delitto colposo. L'eccesso nelle cause di giustificazione. Se il fatto è commesso in presenza di una causa di giustificazione, ma la condotta dell'agente eccede i limiti segnati dalla norma scriminante, si parla di "eccesso nelle cause di giustificazione". Es.: Tizio, aggredito da Caio che alza la mano per schiaffeggiarlo, si trova in una situazione di pericolo attuale di un'offesa ingiusta ad un suo diritto (la sua integrità fisica): Tizio per respingere tale pericolo non si limita a neutralizzare l'aggressore colpendolo anticipatamente con un pugno, ma afferra un bastone e lo colpisce al capo uccidendolo. Come notiamo, il fatto è antigiuridico perché travalica i limiti della legittima difesa (art. 52 c.p.) (manca infatti ilrequisito della proporzione tra difesa e offesa), ma per poter

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Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria o del prof D'Ascola Vincenzo Nico.
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