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Diritto musulmano e dei Paesi islamici - modello egiziano Pag. 1
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IL MODELLO EGIZIANO

Il modello egiziano riproduce la duplicazione napoleonica delle fonti del diritto che si realizza in due distinti codici, di derivazione francese: il codice civile e il codice di commercio, anch'esso, come il codice ottomano, con quella sorta di appendice costituita dal codice di commercio marittimo. Il codice civile egiziano, sia misto sia nazionale lascia fuori tutta la materia del diritto di famiglia e di quello successorio oltre la regolamentazione dei waqf che costituisce il cosiddetto statuto personale.

1. I codici civili misto (1875) e nazionale (1883): sono una copia compendiata del code civil. Sono divisi in quattro libri, il solo misto è preceduto da disposizioni preliminari:

  1. Titolo primo: relativo ai beni;
  2. Titolo secondo: relativo alle obbligazioni;
  3. Titolo terzo: relativo ai contratti nominati;
  4. Titolo quarto: relativo ai diritti dei creditori (garanzie reali, prova dei diritti reali e registri di trascrizione).

Le norme improntate al

diritto musulmano sono poco numerose (soprattutto la mancata autorizzazione a vendere i frutti di un albero o di un racconto non ancora spuntati e in materia di garanzia per i vizi occulti nella vendita.

2. Il codice di commercio egiziano nazionale (1883), ancor oggi in vigore è diviso in tre titoli: Disposizioni generali; Contratti commerciali; Fallimento. Il II libro del codice di commercio napoleonico costituirà un separato codice di commercio marittimo, mentre il IV libro confluirà nei codici di procedura. Il codice di commercio misto aveva, rispetto al nazionale, assai poche varianti.

3. I codici di commercio marittimo egiziani sia misto (1875) che nazionale (1883) recepiscono alla lettera il codice di commercio marittimo ottomano del 1863.

In Egitto è mancata la volontà di sostituire i vecchi codici di commercio con nuovi e più aggiornati testi. Tuttavia in materia marittima si giunse all'elaborazione di un nuovo codice di commercio marittimo.

Che fu la fonte principale del codice libanese. Ma anche per il diritto commerciale generale in un determinato momento, quello dell'effimera Repubblica Araba Unita (1958-61) costituita da Egitto e Sira, si giunse alla redazione di un progetto definito di codice di commercio, che tuttavia non entrò mai in vigore ma fu usato come fonte per alcuni dei principali codici di commercio.

L'evoluzione del modello egiziano è legata ad un nuovo codice civile, finalmente unico che sostituì due codici ottocenteschi e che entrò in vigore nel 1949, con l'abolizione completa dell'ordinamento misto. La riuscita di tale opera è legata all'opera e alla dottrina di al-Sanhùri. Egli voleva, nel quadro di una possibile politica legislativa araba comune, unificare le leggi e introdurre lo studio del diritto comparato. Il codice si compone di un titolo introduttivo e di due parti, ripartite in quattro libri:

I. Delle obbligazioni: Libro I: delle

obbligazioni in generale;

Libro II: dei contratti nominati e relativi alla proprietà;

II. Dei diritti reali:

Libro III: Dei principali diritti reali (del diritto di proprietà);

Libro IV: Dei diritti reali accessori (delle garanzie reali).

Vi sono espressi rinvii al diritto musulmano (in caso di assenza; nel campo delle successioni legittime; in materia di wasiyya, o atto di ultima volontà); vi sono influssi di diritto musulmano (nella locazione dei beni waqf; nella situazione di chi si trova in stato di malattia mortale). Vi sono delle parti in cui la costruzione romanista e quella musulmana presentano parallelismi (abuso del diritto; distinzioni delle cose; modi di acquisto della proprietà; fonti delle obbligazioni); vi sono infine norme contrarie al diritto musulmano (contratti aleatori, norme sul gioco e sulla scommessa, sulla rendita vitalizia e sui contratti di assicurazione).

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
3 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/02 Diritto privato comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto musulmano e dei Paesi islamici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Caprioli Severino.