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DIRITTI REALI, OBBLIGAZIONI E CONTRATTI

Un criterio classificatorio fondamentale domina la materia dei diritti reali e delle obbligazioni, cioè la distinzione tra sostanza (rāqaba) della cosa e le utilità (manāfi), cioè il godimento che dalla cosa si può trarre. Da ciò la partizione dei diritti reali aventi ad oggetto la sostanza della cosa e diritti che si concretano nel godimento dei vantaggi di cui la cosa è capace (diritti sulle utilità). Anche le obbligazioni sono state ordinate secondo la medesima partizione: rapporti obbligatori che investono la sostanza, che implicano una alienazione o trasferimento del dominio o possesso di un valore patrimoniale (tipo principale è la compravendita); rapporti obbligatori che consistono nel solo godimento temporaneo delle utilità e dei vantaggi della cosa (locazione-conduzione, sia di cose sia di opere). Contratti misti di cessione sia di rāqaba sia di manāfi.

Sono le società contrattuali, un tipo di società ormai quasi del tutto scomparso, sostituito dai tipi di società commerciali di regolamentazione statuale sulla base di modelli sia europei-continentali, sia delle company o corporation trattati dal Common law.

Contratti non di scambio, aventi come oggetto atti gratuiti o di liberalità sono, oltre alla donazione, il mutuo, il comodato, il deposito e il mandato.

Obbligazioni da fatto illecito sono quelle derivanti da furto, cioè appropriazione non violenta della cosa, dal danneggiamento e dall'usurpazione della cosa.

I REATI E LE PENE:

La distinzione tra i reati è operata in base alle sanzioni:

  1. Sono puniti con il taglione l'omicidio e le lesioni personali;
  2. Sono puniti con pena fissa (hadd), indicata nel Corano (pena capitale, amputazione di uno o più membra, fustigazione e bando) i delitti contro l'onore (attinenti alla sfera sessuale: fornicazione semplice e adulterio e calunnia).
di primo grado può essere appellata entro un termine di 15 giorni dalla sua notifica. L'appello viene presentato al tribunale superiore, che può confermare, modificare o annullare la sentenza di primo grado. La decisione del tribunale superiore è definitiva e non può essere oggetto di ulteriori appelli. Durante il processo, il giudice può richiedere l'intervento di esperti o consulenti per valutare determinate questioni. Inoltre, le parti possono presentare prove documentali o testimoni per sostenere le proprie argomentazioni. È importante sottolineare che il processo islamico si basa sui principi della giustizia e dell'equità. L'obiettivo principale è quello di garantire i diritti delle persone coinvolte nel processo e di raggiungere una decisione giusta e imparziale. In conclusione, il processo islamico è caratterizzato da una serie di principi e caratteristiche che lo distinguono da altri sistemi giuridici. La sua finalità è quella di garantire la giustizia e l'equità, assicurando i diritti delle persone coinvolte nel processo.

è inappellabile ma può essere soggetta a revisione.

LE PERSONE GIURIDICHE:

Si conoscono i soli istituti del waqf (sorto per soddisfare il bisogno di destinare dei beni ad un scopo pio, è servito poi a soddisfare bisogni di natura diversa da quella originaria) e del bayt al-mal.

  1. Waqf di beneficenza: la sua funzione consiste nel permettere la soddisfazione di uno scopo mediante l’immobilizzazione di beni patrimoniali. I requisiti essenziali sono: il costituente; l’oggetto; lo scopo pio; i devolutari;
  2. Waqf di famiglia: consiste nell’ammissione della categoria dei beneficiari intermedi: è ammesso che la manfa’a dei beni costituiti in waqf, prima di essere adibita al soddisfacimento di uno scopo pio, possa essere attribuito a determinate categorie di persone fisiche (ha per scopo l’eludere norme successorie craniche);
  3. Waqf di famiglia secondo Abu Yusuf: egli stabilì che il costituente potesse attribuirsi

La disponibilità del bene, considerandosi quale primo beneficiario. Il waqf sorge per atto di volontà di colui che ha la capacità di disporre dell'oggetto. Durante l'esistenza del waqf la raqaba è destinata ad uno scopo pio e quindi è immobilizzata e sottratta alla disponibilità giuridica dell'individuo; la manfa'a invece è attribuita a diverse categorie di persone. L'organo di rappresentazione è rappresentato dal nazit.

Bayt al-mal: la casa dei beni. L'origine dell'istituto è fatta risalire al Profeta. I cespiti di entrata erano costituiti dall'elemosina rituale e dal quinto del bottino di guerra. Era destinato a soddisfare bisogni generali della comunità. Dopo l'età classica dell'Islam, l'obbligo di dover erogare il provento di determinati cespiti solo per certi scopi e non per altri, il diminuire delle entrate a causa della cessata espansione dell'Islam.

ultima volontà. La wasiyya è un atto unilaterale che permette al defunto di disporre liberamente di un terzo del suo patrimonio, a condizione che non vada contro i diritti degli eredi legittimi. L'atto di ultima volontà può essere scritto o verbale, ma deve essere testimoniato da almeno due persone. In caso di mancanza di eredi legittimi, il patrimonio del defunto viene devoluto al Bayt al-Mal, il tesoro pubblico.modi: da un lato, la codificazione delle norme islamiche in un codice civile e penale, dall'altro, l'introduzione di leggi secolari che regolano vari aspetti della vita sociale. Questo modello è stato adottato da molti paesi musulmani, anche se con alcune modifiche e adattamenti alle specificità locali. IL DIRITTO ISLAMICO E I DIRITTI UMANI:Uno dei principali dibattiti riguardanti il diritto musulmano in epoca contemporanea riguarda la sua compatibilità con i diritti umani. Molti critici sostengono che alcune norme islamiche siano in contrasto con i principi fondamentali dei diritti umani, come ad esempio la discriminazione di genere o la punizione corporale. Altri, invece, sostengono che il diritto musulmano possa essere interpretato in modo da essere in linea con i diritti umani, e che sia necessario un dialogo tra i due sistemi giuridici per trovare un equilibrio. CONCLUSIONE:In conclusione, il diritto musulmano in epoca contemporanea sta subendo importanti cambiamenti e adattamenti per rispondere alle sfide della modernità. Molti paesi musulmani stanno cercando di bilanciare le tradizioni islamiche con le esigenze della società contemporanea, introducendo riforme e adattamenti alle norme islamiche. Tuttavia, il dibattito sulla compatibilità del diritto musulmano con i diritti umani rimane aperto e richiede un costante dialogo e confronto tra i diversi attori coinvolti.distinti codici, di derivazione francese: il codice civile e il codice di commercio, anch'esso, come il codice ottomano, con quella sorta di appendice costituita dal codice di commercio marittimo. Il codice civile egiziano, sia misto sia nazionale lascia fuori tutta la materia del diritto di famiglia e di quello successorio oltre la regolamentazione dei waqf che costituisce il cosiddetto statuto personale.
  1. I codici civili misto (1875) e nazionale (1883): sono una copia compendiata del code civil. Sono divisi in quattro libri, il solo misto è preceduto da disposizioni preliminari:
    1. Titolo primo: relativo ai beni;
    2. Titolo secondo: relativo alle obbligazioni;
    3. Titolo terzo: relativo ai contratti nominati;
    4. Titolo quarto: relativo ai diritti dei creditori (garanzie reali, prova dei diritti reali e registri di trascrizione).
Le norme improntate al diritto musulmano sono poco numerose (soprattutto la mancata autorizzazione a vendere i frutti di un albero o di un racconto).non ancora spuntati e in materia di garanzia per i vizi occulti nella vendita. 2. Il codice di commercio egiziano nazionale (1883), ancor oggi in vigore, è diviso in tre titoli: - Disposizioni generali - Contratti commerciali - Fallimento Il II libro del codice di commercio napoleonico costituirà un separato codice di commercio marittimo, mentre il IV libro confluirà nei codici di procedura. Il codice di commercio misto aveva, rispetto al nazionale, assai poche varianti. 3. I codici di commercio marittimo egiziani, sia misto (1875) che nazionale (1883), recepiscono alla lettera il codice di commercio marittimo ottomano del 1863. In Egitto è mancata la volontà di sostituire i vecchi codici di commercio con nuovi e più aggiornati testi. Tuttavia, in materia marittima si è giunti all'elaborazione di un nuovo codice di commercio marittimo che è stata la fonte principale del codice libanese. Ma anche per il diritto commerciale generale, in un determinato momento,

Quello dell'effimera Repubblica Araba Unita (1958-61) costituita da Egitto e Siria, si giunse alla redazione di un progetto definito di codice di commercio, che tuttavia non entrò mai in vigore ma fu usato come fonte per alcuni dei principali codici di commercio. L'evoluzione del modello egiziano è legata ad un nuovo codice civile, finalmente unico che sostituì due codici ottocenteschi e che entrò in vigore nel 1949, con l'abolizione completa dell'ordinamento misto. La riuscita di tale opera è legata all'opera e alla dottrina di al-Sanhùri. Egli voleva, nel quadro di una possibile politica legislativa araba comune, unificare le leggi e introdurre lo studio del diritto comparato. Il codice si compone di un titolo introduttivo e di due parti, ripartite in quattro libri:

I. Delle obbligazioni: Libro I: delle obbligazioni in generale; Libro II: dei contratti nominati e relativi alla proprietà;

II. Dei diritti reali: Libro III:

Dei principali diritti reali (del diritto di proprietà); Libro IV: Dei diritti reali accessori (delle garanzie reali). Vi sono espressi rinvii al diritto musulmano (in caso di assenza; nel campo delle successioni legittime; in materia di wasiyya, o atto di ultima volontà); vi sono influssi di diritto musulmano (nella locazione dei beni waqf; nella situazione di chi si trova in stato di malattia mortale). Vi sono delle parti in cui la costruzione romanista e quella musulmana presentano parallelismi (abuso del diritto; distinzioni delle cose; modi di acquisto della proprietà; fonti delle obbligazioni); vi sono infine norme contrarie al diritto musulmano (contratti aleatori, norme sul gioco e sulla scommessa, sulla rendita vitalizia e sui contratti di assicurazione). La Siria conosce un'attività legislativa più ridotta del Libano durante il mandato francese giacché vengono recepiti non pochi testi libanesi. Verranno recepiti i due codici di commercio.

mentre vi fu una vivace opposizione al tentativo di adottare il codice delle obbligazioni e dei contratti.

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
17 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nadia_87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Musulmano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Piccinelli Gian maria.