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FORME DI SCAMBI IN

COMPENSAZIONE

Col termine countertrade si indicano gli scambi in compensazione(o di contropartita),

con tale termine ci si riferisce a tutte le sue forme di esportazione “primaria”, dalla

vendita di merci, alla cessione di know-how, brevetti, licenze, ecc. Le sue forme sono

ad es. il baratto, il buy-back o “cooperazione industriale”, l’offset.

Baratto(merce vs merce): usato quando non c’era la moneta. Esso andrebbe

eliminato, anche se secondo alcuni, oggi il 15% degli scambi avviene ancora tramite

baratto.

Quest’ultimo fu importante per alcuni motivi come:

la cortina di ferro(economia di libero mercato(capitalista) vs econ. pianificata):

l’URSS non ha aderito al sistema monetario di Bretton Woods, ma ne ha creato uno

suo con una sua moneta, il rublo, e ogni Paese dell’Est aveva la sua moneta. Ma il

rublo e le altre monete dei Paesi dell’Est non avevano la convertibilità, al contrario

delle monete occidentali. La Russia fissa che 1 rublo = 1 dollaro(era il cambio

ufficiale voluto dal governo russo, anche se non rispecchiava correttamente la

bilancia dei pagamenti della Russia), era obbligatorio cambiare una quota minima di

dollari in rubli. Essendoci in Russia dei negozi di prodotti occidentali acquistabili

solo con dollari o comunque con valute occidentali, i russi erano disposti a pagare es.

10 rubli per avere 1 dollaro(erano disposti a strapagare i dollari pur di averli!!):

questo era il mercato nero, illegale(es. 1 dollaro = 10 rubli) rispetto al cambio

ufficiale 1 rublo = 1 dollaro. Il mercato nero era presente perché il governo russo si

era lasciato corrompere: il cambio doveva essere 1 dollaro = 1 rublo, ma cosi non era

perché c’era chi voleva il libero scambio, il governo russo invece voleva l’autarchia.

O meglio: il mercato nero era stato creato affinché i russi ottenessero dagli scambi

quantità maggiori di dollari(moneta convertibile) da poter investire nel commercio

internazionale, perché invece il rublo, non essendo convertibile, poteva essere speso

solo in Russia e non all’estero. L’unica via d’uscita in Russia era il baratto(che si può

praticare solo in quel Paese, in tal caso la Russia, in cui la valuta nazionale non è

riconosciuta da nessuno Stato): la Russia infatti, non voleva pagare in denaro perché

avrebbe dovuto pagare in dollari che con tanta fatica si era accaparrata con gli scambi

del mercato nero, illegale. L’URSS a regime comunista aveva come obiettivo

Pag.

40

l’assoluta indipendenza dall’Occidente(regime autarchico in Russia: tutto è prodotto

“in casa”), ma il problema è studiare come pagare gli accordi URSS-Occidente.

Ricordiamo a tal riguardo l’accordo “Togliattigrad” alla fine degli anni ’60 tra Fiat e

URSS per portare la tecnologia militare nel settore privato(se ne occupano così i

privati): l’URSS sa produrre le Jeep ma non le auto, allora l’URSS chiede alle

imprese dell’Occidente di costruire le auto in Russia e questa fu una grande

opportunità per le imprese occidentali. Tra le imprese occidentali operanti nel settore

automobilistico, la FIAT vinse la gara d’appalto per costruire le auto in Russia. La

FIAT così inizia a produrre auto a basso costo in URSS e le rivende in Occidente che

costano di meno rispetto a quelle prodotte in Occidente! Il regime comunista è però

repressivo e corrotto. Per le auto, il problema era che l’URSS non faceva i pezzi di

ricambio, allora la FIAT va in Russia e produce auto come la FIAT 124 e fa anche i

pezzi di ricambio.

La FIAT vende auto nell’URSS, quest’ultima ripaga anche(solo in parte) con i dollari

MA per la maggior parte non con denaro perché avrebbe dovuto pagare in

dollari(moneta convertibile e riconosciuta nel mondo) che con tanta fatica si era

accaparrata con gli scambi del mercato nero, illegale. L’URSS allora ripaga con

risorse naturali(legno, pellicce ecc.). L’URSS, tramite il Governo italiano (che fa da

intermediario tra le imprese italiane e l’URSS) vende le sue risorse naturali alle

imprese italiane. Dunque queste ultime hanno dei vantaggi dall’accordo di

Togliattigrad(ottengono risorse.

Il baratto ai tempi del GATT era visto negativamente, oggi c’è il WTO che dice che

solo se non si hanno altre alternative, lo si deve praticare.

Buy -

back o “cooperazione industriale”: es. la Benetton insegna(trasferisce

know-how) all’impresa turca la produzione, e l’impresa turca ricambia pagando le

royalties, pagando con valuta e vendendo i suoi prodotti finiti alla Benetton. In questo

accordo(in tal caso tra la Benetton e l’impresa turca) sono necessarie due clausole:

- clausola di non cessione di know-how: la tecnologia non deve essere ceduta a

terzi(la Benetton cede il know-how all’impresa turca, ma quest’ultima non la può

cedere ad altri);

- clausola di limitazione geografica: l’impresa turca non può vendere i suoi prodotti

nei mercati(fette di mercato: Paesi, aree geografiche del mondo) in cui c’è già la

Benetton che opera.

Questo accordo è utile, vantaggioso per entrambe le parti: da un lato la Benetton

espande il proprio mercato in Turchia, dall’altro l’impresa turca da lavoro ai turchi.

C’è un dibattito attorno alla domanda: il buy-back dev’essere inteso come baratto o

come forma di cooperazione internazionale? Possiamo dire che si tratta di baratto, ma

alle due condizioni sopracitate(le due clausole).

Pag.

41

Se un’impresa non riesce a vendere la propria merce, entra in azione l’intermediario(è

una società) che gliela compra, ma a prezzo più basso rispetto a quello a cui la voleva

vendere, la stocca(immagazzina) e poi la rivende sui mercati.

Offset: riguarda i settori tecnologicamente più avanzati, come quello aerospaziale: le

imprese producono e forniscono ognuna un determinato componente dei velivoli

aerospaziali, parti che poi vengono lavorate/assemblate insieme per ottenere il

prodotto finito. Ciascuna delle imprese, in cambio, otterrà una quantità del prodotto

finito in proporzione alla quantità fornita del componente prodotto dall’impresa.

IMPOSIZIONE FISCALE e

COMMERCIO INTERNAZIONALE

Il cittadino(es. italiano) paga le tasse al fisco del suo Paese(in tal caso italiano).

Nell’UE la tassazione dovrebbe essere uniforme in tutti gli Stati membri, ma non è

così: ad es. l’impresa irlandese paga il 14% e invece quella italiana il 52-53%. Nei

Paesi federali(es. USA) è inaccettabile una tassazione non uniforme; in certi Paesi le

imposte non si pagano(es. Montecarlo). In più Paesi, tra cui l’Italia, per pagare le

tasse si vedono gli scaglioni: più guadagni, più paghi. Ad es. fino a 15.000 € di

reddito pago una percentuale(bassa) di tasse e dai 15.001 € a 30.000 € pago una

percentuale più alta di tasse.

Non si è incentivati a investire in certi Paesi: es. io sono un medico italiano, con

residenza in Italia, e vado a fare un periodo di consulenza a Parigi per un mese e per

tale periodo mi pagano 5.000 €(che vanno a far parte del reddito del 2012), io verso

le tasse, relative a tale importo, al fisco francese. Però, quando torno in Italia, dovrò

dichiarare al fisco italiano il mio reddito percepito in Italia + i 5.000 € guadagnati in

Francia, quindi su quei 5.000 € pago le tasse 2 volte: la prima volta al fisco francese e

la seconda a quello italiano(questo è il problema della doppia imposizione fiscale).

Per evitare questo problema, la doppia imposizione fiscale, vengono stipulati degli

accordi(solo bilaterali, non multilaterali) tra Stati(l’investitore deve quindi vedere se

il Paese di suo interesse ha fatto un accordo con il suo Stato, in cui ha la residenza:

nel caso precedente sì, c’è un accordo Italia-Francia). Si vanno ad analizzare voce per

voce dell’accordo: se ho un immobile ad es. in Francia a Mentone, pagherò le relative

tasse al fisco francese(ora vogliono far pagare anche l’IMU, italiana). Ogni Stato ha il

proprio sistema di imposizione fiscale, ma l’OCSE(Organizzazione per la

cooperazione e lo sviluppo economico) invita i Paesi a seguire un modello uniforme.

In Italia, il punto di riferimento per capire a quale Stato pagare le imposte, è la

residenza; questo però incontra dei limiti se lo Stato in questione ha fatto un accordo

bilaterale(si deve vedere che cosa prevede l’accordo).

Pag.

42

Abbiamo fatto qualche accenno ai fondi sovrani.

Fondi sovrani: sono una nuova categoria di operatori(fattori, elementi) nel commercio

internazionale, sono difficili da definire, sono state date diverse definizioni ad es.:

- secondo l’FMI: sono fondi speciali di investimento detenuti dai Governi;

- altra def.: sono asset posseduti o controllati da Governi per cogliere degli interessi

nazionali;

ecc.

Alcuni Paesi che hanno creato i propri fondi sovrani sono ad es. la Norvegia(il

Government Pension Fund, per le pensioni del futuro(delle future generazioni: la

Norvegia “investe moralmente”, cioè nel rispetto dell’ambiente, ecc.)), Russia, Qatar,

E.A.U.(Emirati Arabi Uniti), Cina, Australia, Bahrein, Kazakistan, Oman, ecc. Il

denaro che costituisce questi fondi sovrani è quello ricavato dalla vendita delle

materie prime; tale denaro viene reinvestito.

Intervento di Carlo Pezzoli:

IL COMMERCIO INTERNAZIONALE DELLE ARMI

Le armi sono divise in piccole leggere, e armi pesanti: le prime sono più diffuse delle

seconde.

Sono classificate in:

a) armi convenzionali, divise in:

- leggere di piccolo calibro;

- pesanti;

- che infliggono gravi danni.

b) armi NON convenzionali(le armi di distruzione di massa). In questo intervento

sono state analizzate solo le armi convenzionali di piccolo calibro e quelle pesanti.

Armi di piccolo calibro: sono armi individuali(es. il revolver, fucile, ecc. Le più

famose sono l’AK47(il famoso kalashnikovh), l’M3). Hanno un basso costo, sono

disponibili in grandi quantità, facile trasporto(armi smontabili, facilmente

occultabili), sono semplici la manutenzione e l’impiego(es. bambini soldato, ecc.).

Armi leggere: sono armi collettive(es. mitra pesanti, lanciamissili). Sono prodotte in

100 Stati da parte di privati con tecnologie non particolarmente avanzate(meno

avanzate rispetto ai grandi sistemi d’arma).

Grandi sistemi d’arma: sono ad es. i carri armati, gli aerei, i sottomarini, ecc. Sono

prodotti in pochi Stati, fatti con tecnologie avanzate.

Le armi leggere e quelle di piccolo calibro sono di proprietà per il 59% di privati, il

38% di eserciti(FF.AA. cioè le forze armate) e il r

Dettagli
A.A. 2013-2014
65 pagine
6 download
SSD Scienze giuridiche IUS/05 Diritto dell'economia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marco Marquino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale dell'economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Porro Giuseppe.