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SECONDA PARTE.
Politiche dell’UE concorrenza, argomento ultracentrale nel sistema dell’UE.
Legislazione uniforme in materia di concorrenza. Si comincia a parlare di
concorrenza con la rivoluzione industriale, un momento epocale quando alla
fine dell’800 si inventa la macchina a vapore invenzione per cui queste
macchine fanno il lavoro di tanti uomini e si riesce a produrre di più. Cambia il
modello sociale perché c’è bisogno di meno manodopera. Tutto questo porta
al fatto che le imprese producono di più di quanto necessita il mercato interno
e quindi questo prodotto in più va venduto e nasce così il commercio
nazionale sistema liberista, con libero scambio e regole di produzione
comuni libera concorrenza, lotta disperata contro i monopoli e gli oligopoli.
26-10
Perché la concorrenza in un sistema liberista (libero commercio) è alla base? E’
chiaro che gli oligopoli e monopoli esistono, ma vedremo che non dovrà sfruttare
questa sua posizione. Nascono negli anni ’30 con due grandi trattative. Queste
norme sono simili a quelle dell’UE e sono ormai normative globali (Russia, Cina,
ecc norme antitrust, per garantire il commercio internazionale) quello che conta
è avere regole comuni. Queste regole (101-102) sono di immediata efficacia
sull’ordinamento interno. Queste regole sono controllate dalla commissione
organo interno che interviene contro le regole che non vengono rispettate.
L’articolo 101 dice che è incompatibile l’accordo tra imprese […] l’impresa deve
tenere un determinato comportamento e l’imprenditore deve, quindi, conoscere il
diritto dell’UE. ‘’ sono incompatibili gli accordi tra imprese’’ nell’UE il significato
del termine impresa è chiarito da numerose sentenze chiunque esercita
un’attività economica volta a erogare beni e servizi. Se lo Stato è imprenditore è
sottoposto alle regole di concorrenza come chiunque. Un’impresa non può: 1)
fissare direttamente e indirettamente i prezzi di acquisto o di vendita non può
fare il cartello; 2) limitare o controllare la produzione, gli sbocchi, lo sviluppo
tecnico o gli investimenti qui ci sono molte sentenze, significa porre delle
condizioni che rendano impossibile la concorrenza; 3) ripartire i mercati o le fonti
di approvvigionamento; 4) applicare condizioni dissimili per prestazioni
equivalenti così da determinare uno svantaggio nella concorrenza se io vendo
un prodotto devo venderlo in maniera identica a tutti. Un’impresa può regalare
un prodotto? Bisogna vedere che effetti ha sul mercato, non è vietato; 5)
subordinare la conclusione di contratti all’accettazione da parte degli altri
contraenti di prestazioni supplementari che, per loro natura o secondo gli usi
commerciali, no abbiano alcun nesso con l’oggetto dei contratti stessi contratti
gemellati, cioè un contratto con il quale tu compri un prodotto ma ne compri due
(per esempio rivista con dentro un libro) tecnica importante per le imprese per
‘’buttare’’ nel mercato un prodotto nuovo che vogliono vendere. Il contratto
gemellato è una tecnica usata molto, non è vietata ma il compratore deve avere
la possibilità di scegliere tra i due prodotti (quello singolo e quello doppio). Effetto
extraterritoriale della concorrenza Se delle imprese americane che non
producono nulla in Europa, ma ci vendono il 101 viene applicato? Sì, si applica
su qualunque impresa che leda il commercio interno europeo. Se un’impresa
americana, per esempio, viola il 101 la commissione deroga un’ammenda molto
forte. E come può pagarla non essendo nell’UE? Si fa deliberare quest’ammenda
da un giudice americano che ne dovrà riconoscere la validità. Ma se la
giurisdizione americana non interviene, come si costringe l’impresa a pagare?
(per esempio, com’è successo nel caso della pasta da legno) qui l’UE è riuscita a
farsi pagare perché quando arriva una merce la nave, che carica il prodotto,
attracca la banchina e la merce è ancora di chi lo vende. Anche sul piano
operativo le imprese che vendono in Europa devono tenere conto degli effetti
extraterritoriali. Però ci sono degli accordi particolari che possono, invece, essere
attuati a patto che dimostrino che migliorino la produzione oppure la distribuzione
del prodotto si può fare la distribuzione selettiva, franchising (articolo 102
paragrafo I). Che accordi si possono fare in deroga ai divieti visti prima? Ci sono
tre tipologie di accordi: distribuzione esclusiva, selettiva e franchising la
distribuzione esclusiva, si fa attraverso agenti che hanno l’esclusiva di mercato in
una determinata zona (folletto) nessun altro agente può venderlo. Non è una
violazione delle regole di concorrenza. La distribuzione selettiva, invece, vuol
dire che il prodotto non può essere venduto dappertutto ma solo da qualcuno ed
in un certo posto. Per esempio: il caso Metro contro Saba (produce tv). La Metro
chiede alla Saba di avere un tot di tv e questa si rifiuta. La Metro denuncia
questo comportamento come violazione del principio di concorrenza nella causa
la Saba ha detto che non consegnava i televisori perché mettendo i televisori
insieme ad altri, il compratore vedendone uno a minor prezzo non capisce la
qualità del loro ed allora compra l’altro. Vinse la Saba. Il franchising è un modo di
vendita innovativo, nato negli anni ’30 negli Stati Uniti sistema per cui compro
dal venditore il suo prodotto e lo rivendo nel mio negozio senza che il titolare del
prodotto sborsi denaro, con la possibilità per il rivenditore di utilizzare il marchio e
l’insegna del titolare prodotti standard ma identici in tutto il mondo. Un altro
elemento importante per la concorrenza sono le importazioni parallele, ossia si
compra dove costa meno il prodotto, le importa e le rivende a meno. Per
esempio dei ragazzi di Trento, rendendosi conto che in Portogallo le macchine
Uno costavano di meno, decidono di importarle e venderle a 15 % di meno (in
Portogallo costavano 25% in meno) e così ci guadagnavano il 10%. La Fiat dopo
aver fatto causa decise di togliere il tagliando (l’assistenza) dopo 6 mesi. La cosa
fu ritenuta sbagliata perché le auto erano nuove. L’azione dei ragazzi non era
vietata tuttavia poteva avere degli svantaggi. Le multinazionali sono imprese che
hanno la madre in un paese e sono figlie in altri paesi (Coca-cola, sede in Atlanta
ma ha figliali in tutto il mondo. Operano in modo dirigistico, sono gruppi integrati.
Gli accordi intragruppo, tra la figlia e la madre, è esentato dalle regole di
concorrenza perché si considera un unico gruppo e non si considerano in
competizione.
31-10
Si può bloccare il bilancio europeo? Serve l’unanimità? Bisogna andare a vedere
nel trattato di Lussemburgo art. 8, art. 22 TFUE, art.223, art. 115, ecc
prevedono l’unanimità. Il bilancio, in realtà, non si può bloccare. Nel campo delle
risorse proprie occorre l’unanimità dello Stato. SI può bloccare quindi la
ripartizione delle risorse, non il bilancio europeo.
Art. 102 è incompatibile con il mercato interno [..] lo sfruttamento abusivo da
parte di una o più imprese [..] non si vieta la posizione dominante ma l’abuso di
essa quando crea danni al mercato interno. Il mercato specifico è dove produce
una determinata impresa il mercato rilevante è quello dove opera l’impresa. Per
esempio il mercato rilevante della Coca-cola è quello di bibite gassate scure. Il
mercato rilevante delle Barilla è quello europeo. Il mercato delle banane per
esempio non è sottinteso in quello della frutta ma è un mercato a sé stante caso
delle United Brands.
Il fine dell’UE è quello di mantenere il più possibile imprese sul mercato una
concentrazione di imprese è un accordo che viene fatto tra due o più imprese per
essere più forti sul mercato. Si fondono per l’economia di scala, collaborano tra
di loro per il costo marginale più sei ‘’grosso’’ più il costo del prodotto diminuisce.
Perché, per esempio, fanno delle navi da crociera da 2000 tonnellate, perché il
costo marginale è più basso di una nave da 100 tonnellate? Perché si imbarcano
tante persone con un tot di dipendenti e il costo marginale è più basso si va fuori
mercato. Il costo marginale spinge le imprese ad unirsi perché il mercato globale
si espande e più esse devono competere per essere più forti nel mercato.
La Joyn venture è un accordo tra due o più imprese che decidono di collaborare
tra di loro, per essere più forti nel mercato, rimanendo autonome. Per esempio:
le imprese A e B fanno nascere una terza impresa in comune C (Joyn venture).
Questa azione leda o no la concorrenza? Non è vietato organizzare le J. V. ma
bisogna vedere che effetto avrà sul mercato deve quindi essere controllata. La
fusione o concentrazione di imprese è quando un’impresa ‘’mangia’’ un’altra
impresa e la fa sparire dal mercato ma non completamente. Per esempio nel
caso della Fiat che ha ‘’mangiato’’ la lancia, l'Alfa Romeo non si è fatto sparire il
logo perché era storico, conosciuto. Per poter autorizzare la fusione bisogna
andare a vedere gli effetti che avrà sul mercato.
Alitalia ed Etihad hanno fatto una fusione, Air France e British airways hanno
fatto causa ed hanno perso. Il mercato rilevante è quello italiano. Questa fusione
ha una rilevanza nazionale non europea. Bisogna quindi andare a vedere le
cause nel mercato.
Il regolamento 109 del 2004 fatto da M. Monti fissa delle soglie del fatturato oltre
le quali bisogna approvare le fusioni. Ogni paese deve adottare dei
provvedimenti (art.21). Gli effetti extraterritoriali le regole del 101-102 a quali
imprese si applicano? Se due imprese italiane si fondono, l’antitrust italiano
sorveglia. Se un’impresa americana che ha sede in Europa si fonda con una
italiana controlla l’UE. Se un’impresa x si fonde sul mercato americano, l’UE
c’entra qualcosa? Sì effetto extraterritoriale perché quella J. V. può avere effetti
nel mercato europeo. Mcdouglas e Boeing, produttori di aerei, decidono di
fondersi. Questa fusione è stata autorizzata dall’antitrust americano Questa
fusione deve essere autorizzata anche dall’antitrust europeo? Sì, sennò non
possono vendere in Europa. Un’impresa italiana fa una J. V. con un’impresa
giapponese di alghe oggi non c’è concorre