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IL CASO FRANCOVICH
La corte, nella sentenza del 90, vede una direttiva inattuata che riconosceva in caso di insolvenza del datore di lavoro un sistema di garanzie al lavoratore per il pagamento dei crediti relativi alla retribuzione. Il sistema di garanzie prevedeva necessariamente un intervento normativo da parte dello stato integrativo della disciplina che definisse chi fosse tenuto alla garanzia, quali fossero gli organi di riferimento e come finanziarli. La direttiva non è dunque incondizionata, perché prevede una serie di dettagli che la rendono lacunosa.
"La piena efficacia delle norme comunitarie sarebbe messa a repentaglio se i singoli non avessero la possibilità di ottenere un risarcimento ove i loro diritti fossero lesi da una violazione del diritto comunitario."
Il principio della responsabilità dello stato per danni causati ai singoli da violazioni del diritto comunitario
adesso imputabili è un principio immanente inerente al sistema europeo. La corta fissa anche delle condizioni:- La direttiva deve riconoscere un diritto a favore dei singoli (in questo caso ad una garanzia per insolvenza del datore di lavoro)
- Il contenuto del diritto deve essere individuato in base all'esposizione della direttiva, ovvero deve essere la disciplina contenuta in quella direttiva
- Deve esserci un netto tra violazione dell'obbligo in capo allo stato di trasporre la direttiva e il danno
- atti vincolanti con cui le istituzioni applicano al caso concreto le previsioni normative astratte contenute nei Trattati o negli altri atti dell'UE;
- a portata individuale, ossia vincolante solo per coloro cui è indirizzata;
- uno o più destinatari, sia
- Direttamente applicabile, ovvero può instaurare direttamente diritti e doveri per i destinatari (individui o imprese), i quali possono invocarli avanti ad un giudice.
- Atti usati nel settore PESC, per definire orientamenti generali, azioni e posizione UE, ... Consiglio europeo quando delibera con atto formale, per regolare la vita istituzionale UE
Procedere in questo modo e tante tecniche che servono a proteggere e far lavorare la costituzione come norma in condizioni ordinarie.
LA GIUSTIZIA COSTITUZIONALE - IL CONTROLLO DI COSTITUZIONALITÀ
La giustizia costituzionale nasce per avere una protezione sulla costituzione. È uno dei metodi sviluppatisi nel diritto pubblico per proteggere la costituzione come atto normativo e al tempo stesso per proteggere l'ordinamento in senso ampio, perché la giustizia costituzionale, nel momento in cui si sviluppa come controllo di tipo giurisdizionale, dà la possibilità alla corte di controllare gli atti normativi posti in essere dal potere legislativo, in primo luogo il parlamento. Il controllo è esercitato nel senso che l'atto normativo non può essere in contrasto con la costituzione stessa. La corte riscontra la coerenza tra la costituzione e le norme ad essa subordinate.
Diritto pubblico comparato ed europeo | Michelle Baitan A.A. 2021/22
In caso di contrasto, la giustizia costituzionale interviene contro l'atto normativo.
La costituzione è il riferimento della corte per verificare la correttezza dell'atto normativo.
Questa definizione è molto ampia ma:
- consente di comprendere che cos'è la giustizia costituzionale e il perché operi in quel modo
- contiene il concetto di raffronto tra costituzione e atto normativo (costituzione, atto normativo sovraordinato, e altro atto). La sovraordinazione della costituzione è il fattore che permette di sanzionare gli atti normativi sotto-ordinati. La costituzione è posta in senso normativo come atto principale esistente nell'ordinamento e in quanto tale, non ci può essere nulla che vi contrasti (supremazia della costituzione). La giustizia costituzionale tutela di fatto questo principio.
- comprende anche forme di controllo che non sono esercitate secondo forme di controllo e modalità di tipo contenzioso-giurisdizionale,
• non si basa né sull'organo, né sull'attività, ma sulla funzione
Il controllo di costituzionale è qualcosa di più ampio della giustizia costituzionale: è tutto ciò che serve ad assicurare che le leggi e gli altri atti normativi siano conformi alla costituzione. La giustizia costituzionale è parte di questo controllo quando viene esercitato da organi giudiziali. Non vi sono solo organi giudiziali che hanno potere di assicurare il rispetto della costituzione da parte delle leggi. Per rendere la costituzione una norma, e anzi la legge più importante, c'è bisogno di strumenti che la facciano funzionare come tale. Per secoli le costituzioni sono state qualcosa di poco giuridico perché rappresentavano il modo di funzionare del potere e solo in tempi recenti, con il costituzionalismo,
Sono diventate anche un limite al potere. Affinché diventino leggi reali c'è bisogno di renderle operative all'interno del terreno sociale. Se per la legge ordinaria e per gli atti sub-legislativi si dà per scontata l'esistenza di un apparato pubblico che obblighi alla loro attuazione, per la costituzione l'organo attuativo non è immediato ma va costruito tramite una serie di strumenti, tra cui il controllo di costituzionalità, ovvero l'esistenza di organi prevalentemente giurisdizionali che abbiano il potere di attuare realmente la costituzione e non la lascino alla mercé delle forze politiche del momento.
LA NASCITA
L'idea di giustizia costituzionale non è sempre esistita e si è evoluta non necessariamente in modo uniforme rispetto alla costituzione. Negli ordinamenti giuridici dotati di costituzione, non sempre la giustizia costituzionale funziona e ha funzionato nello stesso modo. Le modalità
Le condizioni sociali, politiche ed economiche per sviluppare la tecnologia della costituzione sono differenti, e legate alla storia, alla cultura giuridica e allo sviluppo del costituzionalismo nel singolo sistema. Quando queste condizioni si presentano, inizia il processo di sviluppo della costituzione, perché l'idea stessa di costituzione e di potere assoggettato a controlli è antica, ma le condizioni per questo non sono state immediate, ma si sono presentate quando il potere assoluto non è stato più funzionale ad una società che andava sviluppandosi. Non è un caso che questo processo inizi in Inghilterra nel 1600, periodo di grandi trasformazioni, ma l'idea di potere controllato e di giusnaturalismo esisteva già da tempo.
Il diritto naturale nasce come consostanziale al common law ed è un diritto morale, attuato perché giusto e dunque senza necessità di codifica. L'idea intrinseca soprattutto nel sistema di common law non si
Era possibile sviluppare prima del 1600. Ovviamente, lo strumento fondamentale è l'idea che una legge possa essere assoggettata ad un controllo e dunque che non vi sia un potere assoluto, né del sovrano, né del parlamento.
Esiste in Inghilterra un organismo che già controlla le colonie: il Privy Council, che un tempo aveva un peso fondamentale. Si tratta di un consiglio privato della corona con funzioni para-giurisdizionali ma formalmente dava pareri al re, detentore del potere. Il consiglio privato della corona aveva come sua funzione principale il controllo del diritto delle colonie, per far sì che le comunità assoggettate col potere coloniale fossero in parte libere di decidere alcuni aspetti (fattore che ha condotto a forme di stratificazione del diritto) ma al contempo controllate da un organo apposito. Il Privy Council controllava le leggi delle colonie e di proporre al re.
L'annullamento quando fossero in contrasto col diritto britannico. Già si crea un embrione di un organo non completamente giurisdizionale che aveva potere di dichiarare delle leggi nulle per contrasto a delle norme superiori, che non erano norme di diritto naturale e nemmeno costituzionali (non esisteva ancora una costituzione) bensì le leggi del parlamento di Westminster.
Sulla base di questa situazione di partenza si innesta il conflitto tra sovrano e parlamento di cui già detto. Formalmente il potere sta tutto in capo al sovrano, compreso il potere giurisdizionale, ma le corti regestanno a Westminster e diventano strumenti nelle mani del parlamento. Il parlamento nei suoi scontri con il re è spinto ad usare le corti come strumento all'interno dei propri contrasti con il sovrano. Alla metà del 600 scoppia una guerra civile e il conflitto si esacerba. In queste condizioni si presenta l'occasione che metterà in modo la giustizia costituzionale.
e non solo coloniale (più semplice sul piano concettuale), ma sul piano del rispetto del diritto naturale. Il parlamento e i suoi interessi sociopolitici ed economici aveva compreso di poter usare le corti stesse contro il sovrano.
Due casi molto antichi (1600) rivestono ancora una certa importanza:
- Il primo caso riguarda le prerogative del sovrano, una costante del diritto costituzionale britannico, dal momento che tutti i poteri sono nelle mani del sovrano. In questo caso specifico si pone la questione se il re avesse il potere di decidere da solo su alcune questioni come materia edilizia (autorizzazioni a costruire) e la creazione di nuove cariche pubbliche (alternativo al parlamento con cui era in contrasto). Il re, infatti, creava nuove figure e funzioni per avere un controllo sull'amministrazione. Il parlamento, dunque, mette in discussione il fatto che il re potesse modificare la propria amministrazione. Arriva davanti all'alta corte di Londra, presieduta da
Un grande costituzionalista, e con forte impatto politico, si afferma che il potere del sovrano non consente di modificare le regole senza l'assenso del parlamento, anticipando quanto avverrà.