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Homes Act si è fatto mettere sotto ricatto dalle banche poiché se il governo non sganciava
loro avrebbero mandato la gente in mezzo alla strada. Il governo ha risposto con una
possibile azione legale contro le banche per truffa, si vedrà. Da questo si evince come il
castello dei derivati è di carta e una ristrutturazione dei mutui avrebbe un effetto domino nel
mercato dei derivati. Inoltre non si è potuto nazionalizzare le banche poiché ciò avrebbe
portato all’emersione delle responsabilità dei banchieri e degli azionisti cosa di cui si è
opposta Wall Street, ma inoltre la famosa norma di stand still ingessificando il mercato dei
derivati fa sì che lo stesso azionariato diventa intoccabile se non dopo la bancarotta. Per
finire non sono state nazionalizzate anche perché si sarebbe dovuto mettere a valori reali i
vari derivati ma non sapendo quali erano tossici e quali no che titoli si sarebbero messi
nella bad bank? A causa di tutto ciò non è stato possibile nazionalizzarle ed in più
management e banchieri si pagavano i bonus con i soldi pubblici.
Dopo aver detto come sono state aiutate le banche adesso parliamo di come sono state
messe in sicurezza e aiutate a riprendere l’attività speculativa.
Per poter ottenere i finanziamenti derivanti dall’art 33 (potevano anche le banche di
investimento ma dovevano fornire garanzie e quindi sarebbero state nazionalizzate) senza
dover dare garanzie lo possono fare solo le banche commerciali. Per cui lo stratagemma è
stata la mutazione da holding finanziaria (è una società che svolge esclusivamente
un’attività di gestione delle partecipazioni e di controllo delle partecipate (operative),
garantendo loro il finanziamento e il coordinamento. In questo caso l’attivo della
capogruppo è costituito sostanzialmente da partecipazioni finanziarie o strategiche in altre
società, quotate o non quotate, le quali appartengono a settori molto eterogenei) a holding
bancaria (quando la capogruppo detiene partecipazioni di controllo in unità operative
appartenenti al settore creditizio). Si è notato infatti che le banche di investimento che
possedevano banche commerciali hanno retto meglio la crisi poiché avevano la liquidità
derivante dai depositi come JPMorganChase o Bank of America la quale aveva incorporato
Merril Lynch. Uno dei modi per superare la crisi oltre al finanziamento è stato infatti la
costretta inclusione all’interno delle banche commerciali delle banche di investimento più
cagionevoli come Merri Lynch o Bear Stearns con JPMorgan. I modi di finanziamento sono
2: l’easy money ovvero il prestito da parte della Fed alle banche di soldi con tassi vicino allo
0 e il quantitative easying ovvero l’acquisto di prodotti finanziari (chiamati tioli di agenzia
per indicare tutti i possibili titoli che si possono acquistare) anche a lungo termine come i
titoli di stato. La trasformazione in holding bancaria come abbiamo visto è solo un
sotterfugio poiché dato che prima la holding era strutturata in modo tale solo da gestire gli
aspetti finanziari e gestionali, trasformandosi in holding bancaria e mettendo come
capogruppo una banca commerciale si fa finta di cambiare veste anche se le società che
giocano con i derivati restano lo stesso ma in questo caso come controllate o partecipate,
si fa finta di cambiare core business. Questo ha portato indubbi vantaggi alle banche, come
abbiamo detto hanno avuto accesso ai finanziamenti descritti prima e poi ne sono uscite
indenni anche a livello legale poiché si eliminava il rischio della nazionalizzazione, si faceva
finta di chiudere i conti con il passato e infine gli assetti di potere precedenti rimanevano
intoccati. Cosa da notare poi che quando vi sono stati i processi di fusione o incorporazione
si è visto come le banche di investimento avendo un patrimonio più grande grazie alla
norma stand still prendevano il controllo (nel CDA) delle banche commerciali! Infine cosa
più paradossale che la Federal Deposit Insurance Corporation estendo la garanzia dei
depositi anche alle nuove banche ha fatto sì che loro potessero emettere titoli di debito per
rifinanziarsi sotto l’ombrello statale ed in più l’acquirente maggiore di questi titoli era la Fed!
Da notare come non si è risolto così il problema anzi si dà adito a continuare a speculare
adesso però le banche sanno che saranno salvate dalla Fed pena perdere i depositi di
milioni di correntisti.
Altri programmi di messa in sicurezza del settore bancario sono:
1) Dodd Frank act con cui si istituzionalizzano delle commissioni di vigilanza composte da
membri governativi e di Wall Street con compito di vigilanza sui rischi sistemici.
(Consiglio dei Regolatori)
2) Il TARP (Troubled Asset Relief Program) con il quale il Tesoro ricapitalizzava le banche
tramite finanziamenti (si interviene direttamente sul capitale) e facendo sì che
aumentasse il moltiplicatore del credito le banche potevano aumentare la leva del
debito (1$ in conto capitale ne fa arrivare 6 in prestito) e l’alleggerimento delle banche
dai titoli tossici tramite la cessione in garanzia di questi titoli al Tesoro, poi in un lontano
futuro per riaverli avrebbero dovuto rimborsare il prestito avuto
3) Il TALF (Term Asset-Backed Securities Loan Facility) con il quale interveniva la Fed
avviando dei programmi di acquisto e di garanzie con il Tesoro per rimettere in moto il
mercato mobiliare. Grazie a questi finanziamenti surrettizi della Fed alle banche esse
ripagano i prestiti ricevuti dal Tesoro con delle maggiorazioni ed egli stesso si libera
definitivamente di questi titoli anche se ne garantirà il 10% dopo questa operazione.
Questa operazione ha un grande impatto mediatico poiché il Tesoro effettivamente ci
guadagna ma la Fed dall’altro lato sborsa miliardi. Il Prof conia il termine TARP+TALF =
Cash to Trash.
4) Copertura tramite segreto bancario delle operazioni di easy money e quantitative
easying e depoliticizzazione delle politiche di salvataggio tramite l’operato della Fed ed
infine il non conteggiamento nel debito pubblico dei finanziamenti della Fed alle
banche.
Per arginare e manipolare le polemiche scaturenti da tutti questi aiuti alle banche, si sposta
il tema sulla lotta alla disoccupazione. Il ruolo della Fed come già detto prima a dispetto
della BCE ha il ruolo di calmiere della disoccupazione per cui gli aiuti sono mascherati
come una politica tesa allo sviluppo dell’occupazione e le banche diventano dei meri
strumenti di tale processo. Ma succede un cosa strana, i soldi pompati dalla Fed arrivano
alle banche ma non entrano nell’economia reale. Si fa finta di abbandonare il monetarismo
per tornare al Keynesianesimo puro con un aumento del deficit e un aumento del consumo
e pazienza se la moneta si svaluta. Il Prof elenca diverse possibili cause prima di
analizzare quella vera per descrivere la trappola della liquidità:
1) Le grandi banche non prestano perché non sono più abituate a farlo a dispetto delle
banche medio piccole.
2) Il tasso di interesse è talmente basso che non conviene prestare.
3) La teoria del “simpatico regalo” di Stiglitz. (Riserve Obbligatorie e Disponibili)
Adesso arriviamo alla verità dura e cruda, si arriva a tale conclusione da una semplice
constatazione se le banche ritornano a macinare utili e i manager bonus stellari, questi
soldi da dove vengono? Si è arrivati alla conclusione che vi sono dei movimenti
internalizzati tra banche che fanno sì che si fanno utili cosa che fa capire come il mercato
OTC stia riprendendo piede. Le holding bancarie nonostante prendano i soldi dalla Fed non
devono giustificare cosa ne fanno, possono benissimo usare tale liquidità per investire nel
mercato finanziario. Ma come sono riuscite a fare questo? Tramite un trucco contabile, il
moltiplicatore del credito fa sì che le riserve disponibili lasciate alla Fed moltiplichino il loro
valore contabile e così possono aumentare la propria leva del debito, far ripartire il mercato
OTC e mantenere alti i valori dei derivati.
Dato che il mercato dei derivati si sta ancora leccando le ferite nascono altri modi per
lucrare in ambito finanziario e successivamente vedremo come la macchina dei media
punta a ricreare la fiducia verso le banche. Come detto prima uno dei cambiamenti più
importanti nei diversi mercati è la nascita della gestione telematica infatti nel mercato dei
derivati oramai si opera al 53% (Wall Street) tramite software i quali con gli algoritmi già
impostati comprano e vendono titoli. L’High frequency crea più valore ma può anche
portare a disastri come il 6 Maggio del 2010 in cui un trader si distrae e non controlla il
sistema del flash trading e porta ad una perdita di moneyness di 10000 mld di $. Quindi
uno dei metodi è l’high frequency, l’altro è il curry trade aiutato inconsapevolmente o meno
dalla Fed la quale inondando di liquidità e mantenendo i tassi bassi fa sì che conviene
indebitarsi in $ (prima era lo yen) e poi giocare sulle variazioni di cambio con le valute
estere. Questo oltre a portare volatilità nei cambi li porta anche nelle materie prime dove i
futures cambiano in base alla volatilità dei cambi. Oltre a questi 2 metodi si incomincia ad
espandere il mercato degli ETF (exchange-traded fund) in cui vengono replicati gli indici di
prodotti, materie prime, nicchie di economia reale, in sostanza tutto ciò che è indicizzabile è
replicabile nel mercato ETF. Gli investitori speculano sull’andamento prospettico di tali
indici. Essi si strutturano come i CDO avendo all’interno diversi indici con diverse
gradazioni di rischio e possono essere anche sintetici non avendo un sottostante. La
differenza con i derivati sta che loro vengono quotati nei mercati ufficiali dando un senso di
sicurezza. Intanto dopo la crisi dei subprime la FDIC ha chiuso 130 banche e ne tiene sotto
controllo 500. Data questa situazione di naturale diffidenza verso il settore finanziario si
creano dei marchingegni mediatici per ristabilire la fiducia verso il mercato finanziario.
Primo fra tutti l’aumento della copertura assicurativa da parte dello Stato sui conti deposito.
Dopo si incomincia a creare la vera macchina mediatica tramite gli stress test (test che
simulano uno stato di crisi per vedere se la banca tramite le risorse proprie può darvi
risposta) i quali analizzando il quantum di capitale spostano il cono d’ombra dall’effettiva
liquidità che ha una banca per far fronte ad una possibile crisi al suo quantum di capitale.
Intanto l’annuncio di tali test ridà fiducia, il fatto che le stesse banche vi partecipino
spontaneamente la fa aumentare. I risultati di tali test sono segreti e danno dei generici
risultati posit