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ALTRI PRINCIPI:
***principio di sussidiarietà descritto art 5 TUE atto l’eu è necessario quando
l’obiettivo non può essere raggiunto dallo stato in tutti quei settori non di competenza
esclusiva dell’ue. La sussidiarietà viene dimostrata dalla commissione europea.
***principio di non discriminazione in base alla nazionalità
Ci sono poi dei PRINCIPI che l’ue trae della disciplina nazionale art 340 TFUE principi
generali comuni ai diritti degli stati membri. Sono dei principi sviluppati a livello
nazionale che l’ue fa propri. (es. buona fede, principio di certezza del diritto). Hanno
natura pretoria perché non sono previsti nella disposizioni dei trattati ma da una
giurisprudenza creativa della corte di giustizia.
PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA principi che sono sfrutto di
elaborazione giurisprudenziale europea. Hanno una funzione integrativa, di supporto
dell’azione europea. Sono dei principi non scritti che aiutano l’interpretazione del
diritto europeo.
All’interno di questi principi generali abbiamo:
-PRINCIPIO DI LEALE COOPERAZIONE era inizialmente non scritto e successivamente
inserito nei trattati. Viene usato nell’istituzioni.
-PRINCIPIO DI PROPORZIONALITA’ mira a calibrare l’azione dell’ue + stati membri
(es. serve un regolamento o adotto una direttiva?)
-PRINCIPIO DELL’EFFETTO UTILE corrisponde all’interpretazione teleologica.
-PRINCIPIO DI CERTEZZA DEL DIRITTO UE conoscere le conseguenze dei miei doveri/
obblighi. Prevede un collegamento tra azione e conseguenze + la questione della
irretroattività delle norme ue.
DIRITTI UMANI FONDAMENTALI
Originariamente all’inizio del processo di integrazione non erano disciplinati dal
trattato, all’individuo erano attribuite solo delle libertà e non dei diritti come la libera
circolazione dei lavoratori, libertà di stabilimento e divieto di discriminazione
unicamente basato sulla nazionalità.
La corte di giustizia nonostante l’assenza dei diritti umani nei trattati ha interpretato i
trattati tenendo conto dei diritti umani all’interno del diritto comunitario. (i diritti
umani fondamentali non sono scritti MA FANNO PARTE DEI principi generali disciplinati
dal diritto comunitario).
I diritti umani si ricavano dalle tradizioni costituzionali comuni degli stati membri e
sono i diritti umani riconosciuti dalla CEDU 1950 adottata nel quadro del consiglio
d’europa = convenzione europea dei diritti umani.
Con il trattato di maastrich codifica la giurisprudenza della corte di giustizia
introduce per iscritto che i diritti umani fondamentali come principi generali del diritto
comunitario.
Trattato di Amsterdam l’unione si FONDA sul rispetto dei diritti umani fondamentali
+ introduce una procedura per gli stati che violano i diritti umani.
La carta di NIZZA è la carta dei diritto fondamentali dell’ue. Carta non vincolante
che a partire dal trattato di lisbona acquista lo stesso valore giuridico dei trattati
quindi è VICOLANTE.
Trattato di lisbona introduce i diritti umani all’art. 2 cioè come uno dei valori
fondanti dell’ue + art 6 TUE. Quindi codifica i diritti fondamentali attribuendo potere
vincolante.
***QUINDI i diritti fondamentali li abbiamo nelle tradizioni degli stati , CEDU, carta dei
diritti fondamentali.
Prevale in materia dei diritti umani LA CEDU rispetto alla CARTA DEI DIRITTI
FONDAMENTALI in caso di regolamentazione di uno stesso diritto disciplinato in
entrambi però la carta dei diritti fondamentali integra la cedu quando predispone
diritti maggiori.
Il trattato di lisbona proetto di adesione alla CEDU, cioè l’unione diventa parte della
convenzione europea. Ma con parere negativo della corte di giustizia blocca questo
procedimento di adesione.
Dove li colloco diritti umani nell’ordinamento giuridico europeo? DIRITTI PRIMARIO,
sono dei principi generali dell’ue.
ACCORDI INTERNAZIONALI
Si trovano in una posizione intermedia fra i Trattati e gli atti di diritto derivato MA
rimangono comunque subordinati ai trattati.
Accordi conclusi dall’ue o tra stati membri o stati terzi che entrano automaticamente a
fare parte dell’ordinamento dell’ue e producono effetti per i singoli.
Gli accordi tra stati fatti da uno stato prima di aderire nell’unione europea rimangono
in vigore.
***Adozione degli accordi internazionali art. 216 tfue: l’unione può concludere accordi
qualora i trattati lo prevedano o qualora si debba raggiungere uno degli obiettivi
previsti dai trattati. Gli accordi internazionali vincola l’unione e gli stati membri
PRINCIPIO DI PARALLELISMO DELLE COMPETENZE (se unione ha competenza
esclusiva europea avrà competenza anche a livello internazionale = se puoi legiferare
all’interno puoi farlo anche in materia internazionale).
All’interno degli accordi internazionali abbiamo : NEGOZIATI.
I NEGOZIATI vengono proposti dalla commissione o alto presentante (per la PESC) e
avviati dal consiglio approvati dal parlamento europeo. Per materia di competenza
condivisa viene condotto da commissione + membri nazionali MENTRE se competenza
esclusiva solo dalla commissione. Il consiglio adotta la decisione che reca la
conclusione di firma e una conclusione vera e propria della RATIFICA dell’accordo.
Deliberazioni degli accordi internazionali da parte del consiglio a maggioranza
qualificata o unanimità per adozione atto ue o accordi di associazione. Ci può essere
un applicazione provvisoria per gli accordi misti (accordo tra ue + stati membri vs stati
terzi).
DIRITTO DERIVATO
Art. 288 TFUE
Gli atti dell’ue devono avere le seguenti caratteristiche:
ATTO LEGISLATIVO = atto adottato secondo procedura ordinaria o speciale.
ATTI NORMATIVI HANNO BASE GIURIDICA = disposizione del trattato
internazionale che legittima l’adozione dell’atto. Può esserci un atto con più basi
giuridiche. È importante identificare la base giuridica perché determina delle
disposizioni diverse a seconda dell’atto. Come faccio a capire in caso di più basi
quale adottare? La corte di giustizia ha detto che si va a verificare la
componente principale dell’atto e si adotta quella base giuridica. Nel momento
in cui non c’è una base che prevale sull’altra allora la procedura scelta è quella
più garantista tra le due.
MOTIVAZIONE DELL’ATTO = si coglie dal preambolo + iniziativa legislativa della
commissione europea si spiega il perché sia necessario un atto dell’ue e la
spiegazione che si basa sul principio di sussidiarietà.
REGOLAMENTI può essere un atto legislativo o un atto non legislativo (regolamenti di
esecuzione della commissione europea, non è atto legislativo perché non segue la
procedura). Ha funzione di rendere uniformi le legislazioni degli stati membri.
HA PORTATA GENERALE è indirizzato a tutti in maniera generica. Si applica
ad una fattispecie definita in termini generali e astratti che si rivolge ad una
serie indeterminata di soggetti. La portata generale deve dipendere da
elementi oggettivi. ***Diverso è il caso dei regolamenti in cui si deve
distinguere i destinatari dall’oggetto, es. regolamenti che prevedono il
congelamento di capitali, in questo caso il regolamento ha sempre portata
generale ma l’oggetto è dato da la lista di nomi.
OBBLIGATORIO IN TUTTI I SUOI ELEMENTI nel momento in cui viene
adottato o entra in vigore esso è obbligatorio in tutti i suoi articoli cioè nella sua
interezza.
HA EFETTO DIRETTO diretto = creazione di posizione giuridiche
effetto
soggettive in capo ai singoli, atto idoneo a creare dei diritti e doveri sia in senso
orizzontale che verticale.
APPLICABILITA’ DIRETTA NEGLI STATI MEMBRI atto produce effetti
giuridici senza che gli stati membri adottino delle misure di attuazione. (nel
momento in cui entra in vigore e automaticamente produce effetti).
*** ci sono dei casi in cui i regolamento richiede degli atti di esecuzione a livello
nazionale.
DIRETTIVE
= vincola lo stato membri per il risultato da raggiungere CREA OBBLIGO DI
RISULTATO. Chiede gli stati di raggiungere quel determinato risultato ma poi viene
lasciata libertà da parte dello stato sui mezzi e atti per raggiungere tale risultato. Ha la
funzione di avvicinare/armonizzare le legislazioni degli stati membri.
(Es. di direttiva 4 direttiva anti riciclaggio).
***Direttive dettagliate hanno delle caratteristiche che le pongono allo stesso livello
dei regolamenti.
La direttiva ha diretta applicabilità? NO
La direttiva acquista efficacia all’interno degli stati membri in via mediata attraverso la
TRASPOSIZIONE. La direttiva non può mai essere trasposta con una prassi
amministrativa (nello stato per attuare la direttiva va adottato un atto formale cioè
legge o decreto legislativo). La trasposizione deve avvenire entro un certo limite di
STAND STILL
tempo + l’obbligo che esiste prima della scadenza si chiama (=lo stato
non deve agire in modo da contrastare gli obiettivi della direttiva).
****scaduto questo termine se lo stato rimane inadempiente è responsabile della
violazione dell’art 288 e può essere soggetto a procedura d’infrazione.
Le direttive hanno effetto diretto?
Fino alla scadenza del termine entro il quale adempiere (trasposizione)non hanno
effetto diretto.
Però all’interno di ogni direttiva si possono identificare delle norme CHIARE, PRECISE
che creano delle situazioni giuridiche in capo ai singoli sogg. Quindi significa che se lo
stato non adempie entro il termine il singolo può far valere tali diritti HA EFFETTO
DIRETTO VERTICALE (per norme chiare, precise e non condizionate) perchè può far
valere la direttiva solo nei confronti dello stato e non nei confronti dei privati. Ma
questo effetto verticale porta a delle discriminazioni quindi la corte di giustizia ha
adottato dei meccanismi per evitare queste discriminazioni:
-concetto di stato viene interpretato in modo molto ampio che vede lo stato come ente
che offre servizi alla collettività
-principio di interpretazione conforme il giudice nazionale deve interpretare il diritto
interno alla luce della direttiva non trasposta.
*** in alcune circostanze è possibile ricevere un risarcimento del danno per mancata
trasposizione (sentenza frankovich, responsabilità civile dello stato) quando:
-il risultato prescritto della direttiva implichi l’attribuzione di diritti a favore dei singoli
-il conten