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SEGRETO PROFESSIONALE E D'UFFICIO

Le norme del codice penale puniscono il titolare di un segreto professionale (se si tratta di un professionista) o segreto d'ufficio (se si tratta di un pubblico ufficiale) per tutelare la segretezza delle comunicazioni: si tratta di un atto illecito.

Segreto professionale

Una persona tenuta al segreto, a cui è affidato e confidato, e che è punita per la violazione del segreto, può spontaneamente raccontare i fatti ed utilizzarli contro il diretto interessato?

Art. 191 c.p.p.: le prove acquisite in violazione dei divieti stabiliti dalla legge, non possono essere utilizzate.

Se si utilizza la formula di Gambini "ottenuto in violazione" allora non si può utilizzare la prova, perciò se c'è stata una testimonianza a carico di una persona ottenuta attraverso la violazione del segreto professionale o d'ufficio, la testimonianza diventa inutilizzabile.

Qui il divieto è

rappresentato dalla violazione del segreto professionale o di ufficio. Se si utilizza la formula di Cordero "ammesse in violazione", allora la prova è ammissibile poiché tutti hanno la capacità di testimoniare, tranne nei casi previsti dalla legge. Non sono utilizzabili le testimonianze che sono state ammesse in violazione di un divieto stabilito dalla legge, ma la legge ammette che l'ammissione delle prove è la legge del processo. Di conseguenza, secondo Cordero, la testimonianza ottenuta in violazione del segreto professionale o di ufficio non è una testimonianza ammessa in violazione della legge processuale, almeno che non vi sia una legge processuale che afferma che coloro che ottengono una testimonianza in violazione del segreto professionale o di ufficio non possano deporre. Ma poiché non c'è alcuna norma che vieta loro di deporre e solo una norma del codice che punisce coloro che violano il segreto professionale.

È giusto che chi viola il codice venga punito, ma la testimonianza può essere utilizzata.

Art.200 c.p.p.: Non possono essere obbligati a deporre su quanto hanno conosciuto per ragione del proprio ministero, ufficio o professione, salvi i casi in cui hanno l'obbligo di riferirne all'autorità giudiziaria.

Secondo Cordero, la deposizione che viene fatta per costrizione è invalida/inutilizzabile (art.188 c.p.p.: Non possono essere utilizzati, neppur con il consenso della persona interessata, metodi o tecniche idonei a influire sulla libertà di autodeterminazione o ad alterare la capacità di ricordare e di valutare i fatti). Di conseguenza, solo se vi è stato l'obbligo la testimonianza non è utilizzabile, ma se il soggetto depone volontariamente la propria testimonianza, essa è valida: se le deposizioni vengono invece fatte spontaneamente, non c'è divieto di ammissione.

Segreto d'ufficio:

Art.201

c.p.p.: I pubblici ufficiali, i pubblici impiegati e gli incaricati di uno pubblico servizio, hanno l'obbligo di astenersi dal deporre su fatticonosciuti. "Non possono essere obbligati a deporre", Nell'art.200 troviamo scritto mentre in questo caso no poiché sottointeso e troviamo scritto solamente "Hanno l'obbligo di astenersi dal deporre", lo dice quindi la legge processuale. In questo caso, secondo Nobili e Gambini, la prova sarà inutilizzabile.

1° posizione di Cordero: chi ha "l'obbligo di astenersi" sarebbe come dire che non si può deporre.

2° posizione di Cordero: in realtà, "hanno l'obbligo" non significa "non possono deporre", e in questo caso la norma processuale ha richiamato la norma penale, ovvero ha ricordato che taluni hanno l'obbligo, il quale non può trasformarsi in un divieto probatorio.

Il c.p. stabilisce gli obblighi

Il c.p.p. stabilisce i divieti probatori, che in questo caso non ci sono. Secondo Cordero sono state utilizzate due formule diverse per rendere più incisivo il segreto d'ufficio:
  • nel segreto professionale si è puniti ma la testimonianza è valida;
  • nel segreto d'ufficio, oltre ad essere puniti, la testimonianza non ha alcun valore.
Opposte le conclusioni se prove "acquisite" viene inteso come prove "ottenute", con il risultato di attribuire rilevanza giuridica anche alla dipendenza causale. La perquisizione illegittima vizierebbe il sequestro determinando l'inutilizzabilità dellacosa sequestrata: nessun dubbio infatti che questa sia stata "ottenuta" grazie ad una violazione della legge. Analogamente non sarebbe utilizzabile in chiave probatoria la testimonianza "ottenuta" in spregio alla legge che sanziona penalmente la rivelazione di un segreto. Mentre la dottrina è divisa tra l'unae l'altra tesi, in giurisprudenza era massima consolidata che l'illegittimità della perquisizione non influisse sulla validità del sequestro, ma nel 1995 la Cassazione ha capovolto la prospettiva, affermando l'inutilizzabilità delle cose sequestrate a seguito di una perquisizione illegittima. L'anno successivo sono intervenute le Sezioni unite con una sentenza contraddittoria Sentenza della Cassazione Sezioni Unite di Giorgio Sala.
  1. Se la premessa sembra in linea con il pensiero di Nobili e Gambini (invalidità del sequestro preceduto da una perquisizione illegittima, sul presupposto dello stretto legame che sussiste tra i due atti), la conclusione dà ragione a Cordero (sono sempre acquisibili al processo tutte le cose pertinenti al reato, comunque vengano scoperte). Si tratta di una sentenza che si occupa del rapporto tra perquisizione-sequestro, affermando che vi sia tra i due un fortissimo legame e perciò, date queste premesse,

Ci si sarebbe aspettati che se la perquisizione fosse stata illegittima, allora anche il sequestro avrebbe dovuto esserlo. La sentenza, invece, si conclude dicendo che quando si tratta di cose pertinenti al reato, siccome c'è l'art.253 c.p.p., bisogna sequestrarle. Nella premessa è inutile allora dire che la perquisizione è collegata al sequestro, perché se una cosa non è pertinente al reato, non la si può sequestrare anche se la perquisizione fosse stata legittima.

Una sentenza in contraddizione con ciò che aveva sostenuto la Cassazione nel 1995, e cioè che fossero inutilizzabili tutte quelle cose sequestrate in seguito a una perquisizione illegittima: con la sentenza di Giorgio Sala si contraddice poiché dichiara che se si tratta di cose pertinenti al reato, allora possono essere sequestrate, anche se illegittimamente.

Caso extracomunitario che, attraverso una perquisizione illegittima, è stato trovato in

Possesso di un orologio d'oro che successivamente gli è stato sequestrato. La Cassazione ha annullato la sentenza perché illegittima, ma non tanto perché la perquisizione fosse stata illegittima, ma perché si trattava di una cosa di cui non si poteva dire che fosse fondatamente pertinente al reato (anche un extracomunitario può possedere un orologio d'oro). Sentenza delle Sezioni unite del giudice Carnevale (detto il giudice "ammazza sentenze").

Quanto alla rivelazione spontanea dei segreti, le Sezioni unite hanno ritenuto che la violazione del segreto della camera di consiglio comporti l'inutilizzabilità della relativa testimonianza.

Una sentenza sul segreto d'ufficio, in particolare sul segreto della Camera di Consiglio appartenente ai giudici. Molte sentenze a carico di mafiosi, o provvedimenti cautelari, venivano da Carnevale annullate con massima disinvoltura per vizi di forma. Dato che le sentenze gli imputano

questo è un testo che descrive una situazione legale complessa. Per formattarlo correttamente utilizzando tag HTML, puoi seguire le seguenti indicazioni: - Utilizza il tag

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Questa sorta di concorso esterno, di essere quindi d'accordo, i mafiosi hanno pensato che sarebbe stato utile sentire i suoi colleghi. Un ulteriore problema era che le sentenze che venivano emesse, non erano solo di Carnevale, ma anche di tutti i componenti del collegio (giudizio collegiale). Quando i colleghi depongono, e sulla base delle testimonianze evidentemente a carico di Carnevale, questo viene condannato in appello, lo stesso Carnevale fa ricorso in Cassazione e tra i motivi del ricorso dichiara che le testimonianze rese dai colleghi non potevano essere assunte, in quanto appartenenti anch'essi al segreto della Camera di Consiglio. A questo punto Cordero avrebbe detto di processare i giudici che avevano testimoniato, in quanto avevano rivelato un segreto, ma dato che nessuno li aveva costretti a rivelarlo, quelle testimonianze erano perfettamente valide.

La Cassazione, invece, annulla la sentenza a carico di Carnevale dicendo che le prove non erano utilizzabili in quanto...

derivanti dalla violazione dell'art.201 c.p.p., violazione del segreto d'ufficio, ma la cosa strana è che non procedono nemmeno contro i giudici che hanno deposto (Cordero non d'accordo). AMMISSIONE DELLA PROVA Il procedimento probatorio si sviluppa nelle fasi dell'ammissione, assunzione e valutazione della prova. Art.111 comma 3 Costituzione: Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa; abbia la facoltà, davanti al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l'interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell'accusa e l'acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore; sia assistita da un interprete se non

comprende o non parla la lingua impiegata nel processo. In un processo accusatorio, le prove sono formate principalmente su richiesta delle parti, poiché se a produrre le prove fosse il giudice, figura a cui compete verificare l'ammissibilità, dato che si tratta di una prova a favore o a carico dell'imputato, rischierebbe di perdere la propria imparzialità (proprio la Costituzione dichiara che il giudice dev'essere una figura terza e imparziale).

Il giudice dev'essere essenzialmente colui che ascolta, non deve prendere un'iniziativa poiché questa non sarà mai del tutto innocente, ma sarà sempre a favore o contro.

Il PM, che non è il rappresentante della persona offesa, ma è il rappresentante della parte lesa dal reato, pur essendo una parte agisce comunque per fini di giustizia.

Mentre il difensore ha l'interesse che l'imputato venga assolto o comunque condannato alla pena più lieve possibile.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
101 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Intro1994 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto delle prove penali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Ferrua Paolo.