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LA RIFORMA GIURIDICA
LA RICOSTRUZIONE DELL'ORDINAMENTO GIURIDICO (1979-1989)
La necessità di rifondare e trasformare radicalmente le istituzioni nazionali, ormai obsolete e ridotte in macerie dal "decennio di disordine", fu uno tra gli effetti più importanti e carichi di implicazioni dell'adozione della politica di riforma da parte della nuova dirigenza. La rivalorizzazione della legalità socialista fu infatti dettata proprio dall'esigenza di regolare e proteggere la modernizzazione, ponendovi a fondamento regole giuridiche conoscibili, prevedibili e uniformi, interpretate e applicate in modo imparziale dagli organi dello Stato.
Tra il 1978 e il 1979 tutte le principali istituzioni statali furono riattivate. I ministeri e le commissioni centrali e gli enti pubblici locali furono riorganizzati, i tribunali, le università e gli studi legali ricominciarono a svolgere le loro attività, e riapparvero le prime pubblicazioni.
specializzate.Agli inizi, la situazione era scoraggiante da ogni punto di vista: l'apparato legislativo versava in unacondizione disastrosa, dopo vent'anni di inazione del legislatore.Per far fronte alle necessità più urgenti, il Comitato Permanente dell'ANP riesumò immediatamente,la legislazione degli anni cinquanta, peraltro mai formalmente abrogata.Subito dopo, tra il 1979 e il 1982, l'Assemblea riprese la propria attività, approvando una ventina dinuove leggi.Tra queste, possono essere qui ricordate, per la loro importanza sistematica, la Legge penale equella di procedura penale, le Leggi organiche sulle Assemblee Popolari, sui Consigli Popolari, suiTribunali Popolari e sulle Procure Popolari, la Legge sulle joint-ventures sino-estere, la Legge sulmatrimonio, la Legge sull'imposta sui redditi individuali, la Legge sui contratti economici e laLegge di procedura civile (provvisoria).Nel 1982 fu approvata anche una nuova Costituzione,
con la quale si ristabilì ufficialmente in Cina la legalità socialista.DIRITTO E SOCIALISMO DI MERCATO
Nella primavera del 1989, a dieci anni dall'avvio della riforma, le istanze di legalità e democrazia provenienti dal popolo condussero a diffuse agitazioni e, in ultimo, il 4 giugno, alla repressione del movimento studentesco di piazza Tiananmen.
I pur limitati diritti di espressione e le garanzie personali concesse dalle nuove leggi ai cittadini furono oggetto di gravi restrizioni.
L'incertezza, tuttavia, non durò a lungo, e in qualche modo proprio i fatti di piazza Tiananmen costituirono il momento della svolta tra la prima, incerta fase della riforma, e la rapida liberalizzazione del quindicennio successivo.
Meno di due anni dopo Tiananmen la linea riformista venne riaffermata con un vigore senza precedenti.
La propaganda cominciò a parlare apertamente di "socialismo di mercato", inaugurando, con tale fortunato ossimoro, una formula
La politica che avrebbe trovato una prima conferma istituzionale con il XIV Congresso del PCC (ottobre 1992). L'opera legislativa che ha accompagnato e ancora sta accompagnando la seconda fase della riforma si differenzia nettamente da quella precedente, della quale ha anche superato molte delle debolezze.
LA COSTITUZIONE DEL 1982
La Costituzione del 1982, in vigore nella RPC è il risultato di un iter legislativo, cominciato nel 1954 con la prima Carta formale, e continuato con l'approvazione delle Costituzioni transitorie del 1975 e del 1978.
La Costituzione del 1954 è stata la prima della Cina popolare ed è stata approvata dall'Assemblea Nazionale il 20 settembre di quell'anno. Essa si poneva come obiettivo quello di realizzare una società più avanzata ed evoluta e copriva due materie principali: diritti fondamentali e organizzazione dello Stato. Quest'ultima si basava sul principio dei soviet russi ed era quindi organizzata
attraverso Assemblee dei Rappresentanti. Questo modello rimane in vigore per una ventina d'anni, passando attraverso il periodo del Grande Balzo in Avanti (dal 1958 al 1961) e della Rivoluzione Culturale (1966). Con l'approvazione della Costituzione del 1975, durante la IV Assemblea nazionale, furono consolidati i risultati politici raggiunti nella precedente epoca. Questa Costituzione è molto breve ed è composta da 30 artt., i quali riaffermano la funzione di guida del Partito comunista dello Stato, nonostante queste due entità rimangano nettamente separate e legate da relazioni informali. I diritti e i doveri dei cittadini elencati in questa Carta si trovano solamente in quattro articoli, tra cui si trovano il diritto e il dovere di appoggiare il Partito comunista cinese, il sistema socialista e di attenersi alla Costituzione della Repubblica Popolare Cinese. Pochi anni dopo viene approvata la Costituzione del 1978, che si pone come obiettivi principali quelli diabbandonare il sistema politico instaurato negli anni precedenti e riformulare le basi del sistema giuridico vigente.
Rimasta in vigore solo per quattro anni, questa Carta lasciò spazio a quella attuale del 1982, molto più lunga, articolata e puntuale nella descrizione dell'organizzazione dello Stato.
L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL POPOLO E LE FONTI DEL DIRITTO
L'ultima e vigente Costituzione cinese è stata approvata dall'ANP il 4 dicembre 1982 ed è da allora stata modificata quattro volte: nel 1988, 1993, 1999 e 2004.
Quasi tutte le modifiche introdotte hanno riguardato la sfera economica, segnando, via via che la società mutava, le tappe principali della riforma.
In particolare, la prima revisione, approvata il 12 aprile 1988, ha riguardato gli artt. 10 e 11, rispettivamente relativi all'iniziativa economica privata e alla proprietà del suolo nazionale.
Con tali modifiche, da un lato si sono estesi all'impresa privata
Tout court il riconoscimento e la tutela che precedentemente erano garantiti solo all'iniziativa economica artigianale e commerciale individuale, dall'altro si è ammesso che i suoli possano essere oggetto anche di amplissimi ed e duraturi "diritti d'usufrutto".
La seconda revisione, del 29 marzo 1993, ha riguardato il preambolo e sette articoli. Gli interventi, perlopiù di carattere lessicale, hanno toccato anche in questo caso soprattutto i principi economici.
Le modifiche più rilevanti riguardano gli artt. 15 e 16, comportando tra l'altro l'abolizione dei riferimenti alla pianificazione economica e al sistema economico maoista e la loro sostituzione con quelli del socialismo di mercato, con la presenza di soggetti privati che operano in condizioni di concorrenza.
L'art. 16 viene modificato attribuendo alle imprese statali il diritto di gestire e controllare le proprie attività in modo autonomo, al contrario del precedente.
testo nel quale era previsto che le imprese statali potessero agire entro i limiti previsti dalla pianificazione e dalle direttive unitarie dello Stato.
La terza revisione, del 15 marzo 1999, ha sancito, con l'aggiunta di un comma all'art. 5, l'adozione del principio di legalità quale metodo e fine di governo.
La modifica del 1999 ha ulteriormente enfatizzato, mediante ritocchi terminologici, la protezione concessa al settore privato.
L'ultima, sostanziosa revisione del 14 marzo 2004, ha comportato la modifica di ben quattordici articoli, tra i quali l'art. 33, cui è stato aggiunto un comma che recita: "Lo Stato rispetta e protegge i diritti umani".
Questa aggiunta è da intendersi pensando all'entrata della Cina in organizzazioni internazionali per i diritti umani e considerando la diversa concezione dei diritti e dei doveri, presente in Asia, la quale prevede un contemperamento di quest'ultimi e facendo si che ad ogni
diritto corrisponda un dovere. L'11 marzo 2018, la I sessione della XIII Assemblea Nazionale del Popolo Cinese (ANP) ha approvato una legge di revisione della Costituzione della Repubblica Popolare Cinese: la proposta è stata approvata dalla sessione plenaria dell'ANP con la schiacciante maggioranza di 2958 voti favorevoli, due contrari e tre astenuti.
Si tratta di una revisione costituzionale di importanza storica, che non soltanto imprime una forte, ulteriore spinta all'accentramento dei poteri nelle mani del presidente Xi Jinping e alla sua ascensione al ruolo di padre ispiratore della nuova Cina, nonché alla forteriaffermazione della supremazia del partito comunista, ma incide anche direttamente sulla forma di governo della Repubblica Popolare Cinese (RPC), introducendo un nuovo, importantissimo organo costituzionale.
Quella attuale è la quinta modifica operata dal parlamento cinese sulla Costituzione del 4 dicembre 1982. La revisione interviene sia sul
Preambolo sia su svariati articoli.
Nel Preambolo viene formalizzato il culto della personalità di Xi Jinping, attraverso un riferimento specifico al suo nome e al suo pensiero, ma anche riprendendo diversi concetti da lui espressi in testi e discorsi ufficiali:
- Viene dunque innanzitutto menzionato tra i principi ispiratori della Repubblica il pensiero "di Xi Jinping sul socialismo dalle caratteristiche cinesi per una nuova era";
- Viene sostituita l'espressione fazhi (法制 sistema giuridico), con l'omofono fazhi (法治, governo della legge), a confermare la grande attenzione che Xi presta al ruolo (comunque strumentale o ancillare alla politica) del diritto;
- Viene inserito un riferimento alla civiltà "ecologica" e affermato l'obiettivo di "costruire un paese socialista moderno e forte, che sia prospero, democratico, culturalmente avanzato, armonioso e bello, e che realizzi la grande rinascita della nazione cinese";
Viene eliminato il limite massimo dei due mandati per le cariche di Presidente della Repubblica e di Vicepresidente.