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Estratto del documento

“I

Comma 3: diritti fondamentali, garantiti dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti

dell'uomo e delle libertà fondamentali e risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati mem-

43

bri, fanno parte del diritto dell'Unione in quanto principi generali”.

Principi comuni Ciascuno Stato si basa su principi di diritto. L’UE ha deciso di raccoglierli tutti e di

agli ordinamenti renderli propri.

interni

Principi generali La Corte di Giustizia, istituzione fondamentale per l’UE, nel corso della sua attività

elaborati dalla ha elaborato, in forza della sua funzione interpretativa, dei principi fondamentali an-

Corte di Giustizia cor oggi per l’ordinamento dell’UE.

 Principi del mutuo riconoscimento: un prodotto realizzato da uno Stato

membro può essere venduto senza limitazioni all’interno di tutti gli Stati

“Mutuo” “reciproco”.

membri. significa infatti Tale principio è stato introdot-

to dalla Giurisprudenza della Corte di Giustizia (Sentenza Cassis de Dijon,

1979) e vale anche per gli attestati scolastici ed altri soggetti;

 Principio di priorità del diritto dell’Unione Europea: il diritto dell’UE, in

caso di contrasto tra una norma interna e una norma dell’UE, prevale sempre

su qualsiasi altro diritto nazionale.

Principi generali Principi generali propri del diritto dell’Unione Europea sono di:

propri del diritto Sussidiarietà;

dell’Unione  Attribuzione;

Europea  Proporzionalità;

 Leale cooperazione.

Li troviamo nel secondo gradino perché, per poter esistere, hanno bisogno

dell’esistenza del trattato.

3. Terzo gradino, il più consistente dell’ordinamento dell’UE: norme di

diritto derivato

“norme frutto di procedure legislative

Si dicono derivate” quelle norme giuridiche (ordinarie e speciali).

L’intera disciplina di formazione della norma è contenuta e deriva dal trattato.

Le troviamo nel terzo gradino, al di sotto dei principi, perché le istituzioni, al momento dell’elaborazione di

una norma, devono rispettare i principi stabiliti dal trattato (attribuzione, sussidiarietà, proporzionalità).

Esse si inseriscono, secondo l’art. 288 TFUE, in due categorie:

non vincolanti:

1) Fonti di diritto derivato

Raccomandazioni:

a. sono le più utilizzate dalle organizzazioni internazionali (es. dall’ONU).

“consiglio”,

Attraverso le raccomandazioni viene dato un un’indicazione su come agire.

L’istituzione che, a livello europeo, utilizza maggiormente le raccomandazioni è la Commis-

sione Europea, guardiana dei trattati;

Pareri:

b. sono atti non vincolanti, attraverso i quali l’istituzione che li emana esprime la pro-

pria posizione. I pareri possono essere facoltativi o obbligatori.

vincolanti:

2) Fonti di diritto regolamenti, direttive e decisioni, gli atti vincolanti per esser considerati

determinati requisiti

validi devono avere fondamentali:

Motivazione:

a. l’istituzione o gli organi che adottano l’atto devono giustificarne la scelta in

modo esplicito all’interno di un documento scritto;

Riferimento alla base giuridica:

b. riferimento alle norme del trattato che attribuiscono la

competenza specifica all’interno della quale è stato emanato l’atto. Si tratta di un passaggio

44

fondamentale in quanto l’UE può operare soltanto nelle competenze a lei attribuite. Nel caso

in cui venisse indicata la base giuridica errata, può esser presentato ricorso di annullamento

davanti la Corte di Giustizia;

Riferimento alla proposta iniziale della Commissione:

c. serve a garantire un corretto inizio

della procedura legislativa; riferimento al principio di sussidiarietà:

d. Nell’ipotesi di materie di natura concorrente,

l’Unione interviene solo se dimostra che lo Stato non è stato in grado di raggiungere suffi-

cientemente gli obiettivi che l’Unione potrebbe invece raggiungere meglio;

Riferimento pareri obbligatori previsti dalla procedura:

e. nel caso di una procedura legi-

slativa speciale di consultazione del Parlamento Europeo, occorre far riferimento, all’interno

dell’atto normativo, all’esistenza del parere del Parlamento.

Una volta rispettati questi 5 requisiti e una volta decretata la norma, il documento viene pubblicato

Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

sulla L’atto vincolante entra in vigore dopo 20 giorni dal-

la pubblicazione ufficiale: questo lasso di tempo viene definito Esso esiste anche a li-

vacatio legis.

vello nazionale. In Italia, per esempio, è di 15 giorni.

Esistono delle eccezioni sia, per gli Stati che per l’Unione, per cui una situazione di urgenza fa sì che

non

l’atto entri in vigore un giorno soltanto dopo la pubblicazione. Una volta entrato in vigore, l’atto

retroattivo.

ha effetto

Principio di non retroattività dell’atto vincolante

Il viaggia in parallelo con il Principio della cer-

tezza del diritto, quel principio per cui il cittadino dev’essere messo nelle condizioni, nel momento in

cui agisce, di sapere quali conseguenze produrrà. Il principio di retroattività significa che una norma,

una volta entrata in vigore, disciplina le azioni da quel giorno in poi e non può cambiare ciò che av-

veniva in passato. (Es. Il ladro sa che la punizione per il suo reato va da 6 mesi a 3 anni. Se dopo che

ha commesso il fatto, entra in vigore una norma che prevede una pena superiore, lui dovrà comunque

essere condannato nei limiti della legge in quel dato momento in cui ha commesso il reato. Se la pe-

na aumenta da 1 a 5 anni lui dovrà comunque essere sanzionato da 6 mesi a 3 anni).

Quali sono gli atti di diritto derivato vincolanti?

Regolamento,

 con tre specifiche caratteristiche:

Ha portata generale: ossia non identifica una persona specifica, ma categorie generali (es.

o coltivatori di gran turco, coltivatori di mele, etc.). “coltivatori

Qualora il destinatario fosse identificato in modo specifico, per esempio di gran

produzione…”

turco che nel 2012 hanno fatto domanda di rimborso per la mancata allora si

parla di decisione;

È obbligatorio in tutti i suoi elementi: il regolamento prevede al suo interno l’indicazione

o dell’obiettivo da raggiungere assieme con l’indicazione dei mezzi e del percorso che il desti-

natario deve seguire. È obbligatorio tanto l’obiettivo quanto i mezzi per raggiungerlo;

È direttamente applicabile all’interno di ciascun Stato membro: una volta entrato in vi-

o gore, il regolamento produce immediatamente effetti all’interno degli ordinamenti nazionali,

come se fosse una norma statale.

I regolamenti possono essere di due tipologie:

Regolamenti legislativi: adottati all’esito delle procedure legislative;

o Regolamenti esecutivi/delegati: emanati dalla Commissione Europea (funzione esecutiva

o dell’UE).

Il trattato prevede un regolamento soltanto quando questo è necessario, in quanto atto partico-

larmente vincolante per gli Stati. 45

Direttive: atto vincolante

 tipologia di atto maggiormente preferita all’interno dell’UE, è un ri-

volta agli Stati. Il destinatario formale della direttiva sono SOLO gli Stati membri, mai persone

o categorie di soggetti e, in base al tipo di direttiva, si individuano uno Stato, un gruppo di Stati

o tutti gli Stati membri.

“La

Art. 288, comma 2: direttiva vincola lo Stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da

raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi”.

Le caratteristiche della direttiva sono sostanzialmente tre:

I destinatari sono gli Stati;

a) È vincolante per quanto riguarda l’obiettivo da raggiungere, indicato all’interno della

b) direttiva;

Lo Stato è libero di scegliere forme, mezzi e percorso di raggiungimento dell’obiettivo.

c)

Lo stato attua le direttive attraverso l’emanazione di Decide lo Stato quale tipo di

norme interne.

norme attuare.

La direttiva normalmente indica anche un periodo entro il quale lo Stato deve emanare le norme

due anni.

di attuazione che, normalmente, è di Qualora lo Stato non rispettasse la scadenza, può

ricorso per inadempimento.

essere sottoposto a

Regolamento ≠ direttiva efficacia mediata:

 la direttiva ha produce effetti soltanto quando lo

Stato le avrà dato attuazione tramite l’emanazione di norme interne. Al contrario, il regolamento

eccezioni

ha efficacia immediata. Tuttavia esistono delle per quanto riguarda la direttiva, ovvero

efficacia immediata:

tre ipotesi in cui la direttiva, anche in assenza di norma di attuazione, ha

obbligo di

 Quando prevede un obbligo cioè negativo, di non fare qualcosa.

non facere,

La direttiva impone allo Stato di non applicare più la norma, decisione che si applica

immediatamente; obblighi presenti nel trattato

 Quando richiama ai quali lo Stato è già vincolato per il

solo fatto di aver ratificato il trattato;

dettagliata o particolareggiata:

 Quando la direttiva è si tratta di direttive rivolte allo

Stato in cui è descritto l’obiettivo da raggiungere, ma anche le modalità. Tale tipologia di

direttiva è stata criticata dagli studiosi perché, in sostanza, è più simile a un regolamento.

Tuttavia, essa continua tutt’oggi ad esser utilizzata come direttiva, anche in settori parti-

colare, come quello fiscale.

La direttiva è l’atto normativo preferito e il più utilizzato. Perché?

sia l’UE sia gli Stati coinvolti attivamente.

Perché sono L’Unione indica gli obiettivi

o da raggiungere, gli Stati scelgono le modalità;

“ravvicinamento delle legislazioni nazionali”,

Perché permette il ossia, in caso in cui

o una direttiva sia indirizzata a più Stati, le modalità di attuazione saranno similari. La di-

rettiva, quindi, prevederà l’emanazione di norme che avranno parti in comune.

libera circola-

Es. La direttiva 361 del 1988 impone all’interno degli Stati la completa e

zione di capitali. La direttiva toglie i limiti sulla mole di denaro trasferibile, eliminando

le tasse sul denaro contante in eccesso trasferito da uno Stato all’altro, decisione a cui è

però poi conseguito un problema serio, quello del riciclaggio di denaro. Gli Stati hanno

quindi dovuto adottare delle misure di controllo sul denaro circolante. Lo Stato italiano,

per esempio, ha adottato una norma secondo cui un individuo può portare al di fuori del

la so

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A.A. 2016-2017
79 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marcyt94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Mattone Monica Chiara.