vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La radiotelevisione
Il fenomeno televisivo ha raggiunto dimensioni imponenti e solo la radio può vantare di un numero superiore di apparecchi con una quota inferiore di ascoltatori. La radio, infatti, ha introdotto un punto di rottura con i media precedenti, introducendo una trasmissione a flusso.
L'uso militare della radio durante la prima guerra mondiale contribuì a rendere tutti consapevoli della sua capacità di penetrazione del tessuto sociale. Alla fine degli anni Venti si delineano in Europa e in America due modelli distinti di radiodiffusione. In Europa vige il monopolio pubblico legato ad esigenze di sicurezza e per il fatto che la diffusione radiofonica è condizionata dalla disponibilità dell'etere che resta un bene naturalmente scarseggiante.
Le ragioni del monopolio, in realtà, sono legate a motivo economici, favorevoli ad una forte presenza dello Stato nell'economia, e alla volontà dei governi di controllare un
mezzo così decisivo per il consenso sociale. L'America, invece, segue l'orientamento del liberismo economico. La disciplina italiana- negli anni sessanta il 90% del territorio è potenzialmente raggiunto dal segnale televisivo ma la domanda dell'apparecchio cresce lentamente sia per il suo costo elevato sia per la sua programmazione che resta pressoché immutata nel tempo. Nel '61 viene creato il secondo canale pubblico e si assiste ad un aumento degli abbonamenti RAI. La linea della RAI intende prendere spunto dal modello generalista della BBC inglese. A questi anni risale anche la prima sentenza della Corte Costituzionale in materia radiotelevisiva dove viene affermato il monopolio nelle mani dello Stato poiché questo è in grado di esercitare i servizi in condizioni di obiettività e di continuità in tutto il territorio nazionale. - Negli anni settanta iniziano a diminuire le richieste di beni di consumo e si attivano le
prime strategie di differenziazione dell'offerta che portano le aziende ad incrementare la domanda di spazi pubblicitari radiotelevisivi. In questi anni iniziano illegalmente la trasmissioni via cavo di TeleBiella. La Corte Costituzionale è nuovamente chiamata a pronunciarsi sulla legittimità del monopolio pubblico. A tal proposito la Corte prende due decisioni contemporanee: con una prima decisione lascia via libera alla libera circolazione di idee tramite programmi esteri sul territorio nazionale, nella seconda decisione ristabilisce il monopolio statale su territorio nazionale ma scioglie la riserva statale dei servizi televisivi via cavo su scala locale.
Negli anni ottanta si assiste all'affermazione di un gruppo imprenditoriale che nasce dal rilevamento di emittenti private fallite: il network Canale 5 di Silvio Berlusconi. Qualche mese più tardi si affermano altre due reti: Italia 1 di Rusconi e Rete 4 di Mondadori. Queste tre reti iniziano a porsi in
concorrenza tra loro ma in particolar modo con la RAI, alla quale tolgono progressivamente quote significative di ascolto. In seguito Canale 5 acquisisce sia Italia 1 che Rete 4. A tal proposito si sviluppano molte critiche al crescente monopolio provenienti, in particolar modo, dalle emittenti locali. Alcuni pretori (Torino, Roma e Pescara) provvedono al sequestro degli impianti di Rete4 e Canale5 in alcune regioni d’Italia provocando l’oscuramento delle emittenti. Negli anni novanta il monopolio termina definitivamente con la legge Mammì, anche definita “legge fotografia” poiché si è limitata ad analizzare la situazione vigente evitando di intervenire. Se si pensa, ad esempio, al tema dell’assegnazione delle frequenze, questa legge stabilisce che ciascuna impresa può possedere tre canali a livello nazionale, vale a dire quelli già effettivamente posseduti da RAI e MEDIASET. Vi sono, però, anche caratteri innovativi come la concessione.che consente di attribuire ad alcuni soggetti privati l'uso di un bene comune (l'etere). La legge Gasparri, proposta dal ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri (legge 112 del 2004), si basa sulla tutela del pluralismo inerente alla televisione, alla stampa, al cinema, ecc., adeguandolo all'avvento della tecnologia digitale che consente di trasmettere più canali su una sola frequenza. La legge stabilisce che: - Non possono essere conseguiti ricavi superiori al 20% dei ricavi complessivi del sistema delle comunicazioni. - Lo switch-off del digitale era previsto per il 31 dicembre 2006. Con il cambiamento della maggioranza nel 2006, il nuovo ministro Gentiloni ha fatto slittare l'attuazione della legge al 2012. Nel frattempo, le trasmissioni analogiche e digitali procederanno parallelamente e, per incentivare il pluralismo, gli editori che hanno più di una rete (RAI, Mediaset e La7) dovranno cedere il 40% dei loro spazi a nuovi soggetti. Alla base di questa legge c'è la volontà di garantire una maggiore diversità e pluralità nell'offerta mediatica, evitando il monopolio di pochi soggetti e promuovendo l'accesso a nuovi attori nel panorama delle comunicazioni.di rete e fornitori di contenuti è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema. Attualmente, tuttavia, questi due ruoli sono spesso svolti dalla stessa entità. Il concetto di spettacolo si riferisce alla natura artistica o ricreativa di un evento e alla sua fruizione da parte del pubblico. Nel nostro ordinamento giuridico, lo spettacolo è considerato parte integrante della cultura. Tuttavia, esiste un contrasto tra l'articolo 9 e l'articolo 33 della Costituzione italiana. L'articolo 9 sottolinea che le istituzioni pubbliche devono promuovere attivamente la cultura, mentre l'articolo 33 stabilisce che l'arte e la scienza sono libere e che la loro insegnamento è libero. Questo crea una situazione in cui lo Stato è chiamato sia a intervenire attivamente che a astenersi. Per questo motivo, è stato stabilito che l'equilibrio tra istituzioni pubbliche e operatori privati è essenziale per garantire il corretto funzionamento del sistema.pubbliche e cultura è instabile e viene lasciato alla libera determinazione della realtà sociale. Le attività concernenti la vita culturale del paese sono affidate al Ministero per i beni e per le attività culturali. Con la "riforma Bassanini" questo ministero è stato trasformato in un dicastero, solitamente organizzato gerarchicamente con linee di comando verticali ma, in questo caso, la struttura tradizionale viene trasformata in un modello stellare dove i vari uffici non sono legati tra loro secondo rapporti di comando-subordinazione, ma secondo rapporti di coordinazione. Per quanto concerne gli interventi dello Stato nel settore dello spettacolo questi si distinguono in: - Interventi protettivi, finalizzati ad incentivare lo sviluppo dello spettacolo tramite finanziamenti (che possono essere diretti, tramite la creazione di enti da parte dello stato, oppure indiretti, ossia incentivi economici tramite i quali lo Stato favoriscelavorino in base a criteri di moralità e decoro) Interventi di promozione, che mirano a favorire la diffusione e la conoscenza dello spettacolo, come adesempio la promozione di festival cinematografici o la creazione di premi e riconoscimenti per gli artisti Interventi di sostegno alla produzione, che si concretizzano attraverso l'assegnazione di finanziamenti ocontributi economici a imprese o progetti cinematografici di particolare valore artistico o culturale Interventi di sostegno alla distribuzione, che mirano a favorire la diffusione e la fruizione dello spettacolo,come ad esempio l'assegnazione di contributi per la distribuzione di film in sala o per la realizzazione di circuitidistributivi alternativi Interventi di sostegno alla formazione e alla ricerca, che si concretizzano attraverso l'organizzazione dicorsi, workshop, masterclass o la promozione di studi e ricerche nel campo dello spettacolo Interventi di tutela del patrimonio culturale, che mirano a preservare e valorizzare il patrimonio cinematograficoe audiovisivo nazionale, attraverso la digitalizzazione, il restauro e la conservazione dei materiali filmici eaudiovisivi storici.devono tenere in considerazione la sensibilità dell'età evolutiva in cui si trova il minore e il tipo di tutela che richiede. Un esempio può essere dato dal caso Full Metal Racket, che venne vietato ai soli minori di 14 anni in base alla considerazione che in esso non sono contenuti elementi di volgarità e violenza tali da turbare un minore mediamente considerato, ossia di età inclusa tra i 14 e i 18 anni. Nel caso in cui gli spettacoli sono vietati alla visione di minori inclusi tra i 14 e i 18 anni non possono essere in alcun modo trasmessi né per radio né per televisione, nel caso di spettacoli vietati esclusivamente ai minori di 14 anni possono essere trasmessi nell'arco temporale che va dalle 22.30 alle 7.00). Interventi repressivi, attuati dal giudice penale. LE TELECOMUNICAZIONI Il punto di partenza della normativa in ambito delle comunicazioni è l'articolo 15 che stabilisce la libertà e lasegretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione. È indispensabile, innanzitutto, stabilire la distinzione tra manifestazione del pensiero e comunicazione. La manifestazione del pensiero si indirizza ad un insieme indeterminato di soggetti, mentre la comunicazione si indirizza a destinatari ben individuati. Tale distinzione prescinde dalla modalità espressiva (scritto, parola etc) ma è fortemente condizionata dal mezzo di trasmissione utilizzato. La manifestazione del pensiero si attua tramite mezzi pubblici, come la stampa o la radiodiffusione, mentre la comunicazione avviene tramite mezzi privati come la posta elettronica, la telefonia o la corrispondenza. Bisogna pur dire, però, che la convergenza tecnologica porta a scemare queste rigide distinzioni. Inizialmente le telecomunicazioni erano sottoposte ad un regime di monopolio a causa del loro forte valore sociale, in quanto permettevano a più individui di entrare in contatto tra loro.
liberalizzazione è stata caratterizzata dalla privatizzazione delle aziende di telecomunicazioni statali e dall'introduzione di nuovi operatori sul mercato. Questo ha portato a una maggiore concorrenza e a una riduzione dei prezzi per i consumatori. Oggi, il settore delle telecomunicazioni è caratterizzato da una vasta gamma di servizi, tra cui telefonia fissa e mobile, internet ad alta velocità e televisione digitale. Grazie alle nuove tecnologie, è possibile accedere a questi servizi in modo rapido e conveniente. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, esistono ancora delle sfide da affrontare nel settore delle telecomunicazioni. Ad esempio, l'accesso a internet ad alta velocità non è ancora disponibile in tutte le aree del paese, soprattutto nelle zone rurali. Inoltre, la sicurezza delle reti e la protezione dei dati personali sono diventate questioni sempre più importanti. In conclusione, il settore delle telecomunicazioni ha subito una profonda trasformazione negli ultimi decenni, portando a una maggiore connettività e a una migliore accessibilità dei servizi. Tuttavia, è necessario continuare a investire nelle infrastrutture e a promuovere la concorrenza per garantire un'offerta di servizi di qualità a prezzi accessibili per tutti i cittadini.liberalizzazioni è quella del 21° secolo, caratterizzata da una progressiva convergenza delle discipline dei diversi mercati. A tal proposito gli interventi comunitari assoggettano ad un' unica normativa tutti i servizi derivanti da tale convergenza, fatta eccezione