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Giorn.Pubblicisti: esercitano in via non esclusiva
Requisiti positivi: cittadinanza italiana, godimento diritti civili.
Requisiti negativi: divieto a chi ha avuto pene maggiori di 5 anni.
Codice Rocco 1930: reati a mezzo stampa inseriti nel codice penale.
Imputazione della responsabilità: direttore o redattore, autore o diffusore.
Pubblica sicurezza 1926-1931: inasprimento del regime delle licenze per 'esercizio esequestro è preventivo azionabile dalla polizia indipendentemente dall'effettiva resp.
1931: licenza per l'uso di mezzi parlanti per la diffusione del pensiero e affissione.
Sostegno economico: 1935 nasce l'ente Nazionale Cellulosa e Carta e dà un'azione di protezionismo delle aziende italiane. Integrazione del prezzo della carta alle imprese editrici, poi il divario tra prezzo interno e estero aumenta e così il contributo va direttamente alle cartiere nazionali.
1923: ufficio stampa presso la presidenza del consiglio.
diffonderà agli organi di stampa le informazioni politiche. 193 ministero per la stampa e propaganda. 1937 Ministero cultura popolare. 1940 ente per la stampa per omogeneità e coordinamento delega unicamente l'agenzia STEFANI per l'informazione primaria. PERIODO COSTITUZIONALE PROVVISORIO: perdura lo stato di guerra e sovranità limitata dell'Italia. 1943-44: imprese editoriali limiti per passaggi di proprietà per scoraggiare l'ingresso di soggetti contrari al mutamento in atto; obbligo di autorizzazioni per continuare le pubblicazioni. 1946: abolizione del sequestro preventivo, è di diritto solo se si viola il buon costume. 1945-46: Nasce il sottosegretariato della stampa, spettacolo e turismo. I profili garantisti sono che vieta le autorizzazioni e la censura. Legge 47 del 1948: indicazioni dei responsabili, consegne delle copie. Indicazioni obbligatorie: indicare luogo, anno, dati stampatore, proprietario e direttore resp, registrazione.testo fornito utilizzando tag html.presso la cancelleria del tribunale e copia alla prefettura.
Stampa periodica: no autorizzazione prefettizia ma deve registrare la testata presso l'autorità giudiziaria, con dati proprietario e direttore.
Legge 62 del 2001: editoria on-line assimilata alla cartacea se ha una testata.
Sentenza 3 del 1956: estende la responsabilità al direttore (omissione di controllo).
Disposizioni integrative: n.14 pene per pubblicazioni oscene.
Rettifica: obbligo del direttore a tutela delle persone lese, deve essere adempiuto in tempi brevi e con lo stesso rilievo tipografico.
Buon costume limitato alla sola sfera del pudore sessuale.
Legge 69 del 1963: riforma dell'Albo e Ordine, sono articolati in consigli regionali che tengono gli albi e gestiscono le iscrizioni e cancellazioni (per inattività di 2 anni).
Diritti e doveri dei giornalisti: lealtà, buona fede, bilanciamento tra libertà di informazione e diritti privati, clausola di coscienza, cioè se cambia la linea editoriale il
giornalista può sciogliere il contratto senza perdere il TFR; il segreto professionale è riconosciuto ai giornalisti professionisti perché la notizia è data in modo confidenziale. Legge 675 del 1996: legge sulla privacy. Raccolta: bisogna informare gli interessati e richiedere apposito consenso dell'autorità garante se la raccolta è promossa da privati; i giornalisti hanno solo il limite dell'essenzialità dell'informazione di fatti di interesse pubblico e obbligo di rendere nota la propria identità all'interessato. Sostegno economico: nel 1947 si distribuisce la carta per favorire le cartiere e di riflesso l'editoria. Nel 1949 agevolazioni fiscali e riduzioni tariffarie. Legge 1063 del 1971: infrazione del prezzo della carta e contributi in bilancio per l'editoria minore per garantire il pluralismo. Legge del 1981: contributi diretti: contributo per ogni copia ma decresce al crescere della tiratura. Contributiindiretti: istituiti due fondi per dare credito a chiristruttura tecnicamente fino al 70% e per dare garanie a presiti giàconcessi.
1995: iva al 4% su tutti gli stampati, ma sol sul 40% della tiratura.
1977: accesso alla cassa integrazione ai giornalisti professionisti.
1987 si restringe l’area dei contributi diretti solo ad imprese di valore; si allargaquella dei contributi indiretti: 2001 fondo per potenziare la rete informatica perfronteggiare la penuria della carta. Tetto massimo per introiti pubblicitari fissato al50% in rapporto alla programmazione.
Legge 108 del 1999: liberalizzati i punti vendita dei quotidiani a patto di dare lostesso risalto a tutte le testate; 2001 ci vuole solo un’autorizzazione comunale.
ANTITRUST a tutela della libera concorrenza e del pluralismo informativo e perevitare una concentrazione degli assetti proprietari.
Posizione dominante: 1987 è dominante che è editore o controlla società che editanoquotidiani la cui
tiratura abbia superato nell'anno precedente il 20% di quella nazionale; 50% in una stessa regione.
Controllo: se un socio ha la maggioranza in deliberazione.
Collegamento: sono collegate le società nelle quali si partecipa per più del 10% del loro capitale.
Obbligo di trasparenza: imprese editrici obbligo di iscrizione al registro, deposito del bilancio di gruppo.
Concessionarie di pubblicitarie: portano i finanziamenti; è vietato ad una stessa concessionaria di operare in esclusiva per quotidiani la cui tiratura superi il 30% su scala nazionale.
1990 nasce la figura del Garante
1997 nasce l'AGICOM per le garanzie nelle comunicazioni.
1981 è solo un mero destinatario di informazioni e non ha poteri ispettivi.
1987 può intervenire in casi di posizione dominante e con propria iniziativa può informare il Parlamento.
1990 rafforzamento dell'apparato e estensione degli interventi con autonomia dei poteri sanzionatori.
AGICOM autorità
composta da tre organi: - Commissariato infrastrutture e reti – per i servizi e prodotti - Consiglio Poteri consultivi e di proposta: proporre futuri interventi Poteri di regolazione: definire le misure di sicurezza; direttive per i livelli di qualità dei servizi. Poteri paragiurisdizionali e sanzionatori: istruire questioni per violazioni. Poteri autorizzatori: diffusione via satellite originata dal territorio. CAPITOLO 3 RADIOTELEVISIONE Stato: soddisfa esigenze individuali e collettive e detta i limiti, tutela la funzione sociale dell'informazione conforme alla Costituzione. Fase tra le 2 Guerre Mondiali: monopolio pubblico per regolare interventi privati nell'industria radiofonica con società a capitale totale o parzialmente pubblico. Fusione e concentrazione tra emittenti per gli alti costi. Riforma Monopolio: abbandono dei regimi autoritari non si sa dove includere la radiofonia non essendo espressamente dichiarata nella Costituzione. Dopo un dibattito sidecide di collegarla alla libertà di manifestare il pensiero. Anni '60-'70: il servizio pubblico comprende anche informazione libera e pluralistica, il Parlamento diventa Garante, le autonomie locali favoriscono il pluralismo e il diritto d'accesso ai gruppi sociali. Anni '80: l'accelerazione tecnologica supera la limitatezza oggettiva e c'è un'acrescente pressione imprenditoriale e pubblicitaria. Gran Bretagna 1954: affianca alla BBC l'IBA, altro ente pubblicitario ma che manda programmi prodotti da società private e finanziati dalla pubblicità commerciale. 1970: liberalizzazione del via cavo previa autorizzazione. 1981-82: liberalizzazione della radiofonia. Liberalizzate radio, tv via etere e cavo; limiti di area geografica; divieto di associazione a scopo di lucro e obbligo di programmazione per soddisfare particolari esigenze sociali. Finanziamento: iniziative private con scopo di servizio pubblico sono finanziate dallo Stato; iniziativeprivate distinte hanno la pubblicità ammessa con dei tetti massimi.
Antitrust: stabilisce le soglie massime di concentrazione.
Misto pubblico e privato: per garantire il pluralismo e la partecipazione sociale.
Durante il Fascismo: radiofonia è uno strumento per la formazione dell'opinione pubblica e si controlla l'intero sistema.
1910: riserva allo Stato di stabilimento e esercizio impianti.
1912: prime concessioni al Radiofono e Società italiana radioaudizioni circolari.
1924: riserva allo Stato dell'attività radiofonica e 1 concessione all'URI per 6 anni con un visto per le trasmissioni e messa a disposizione degli impianti per comunicazioni governative.
1929 EIAR poi IRI e vigilanza del ministero delle Comunicazioni.
1935: ripartizione delle competenze tra gli organi e varo del codice postale.
Secondo DopoGuerra: 1947 ruolo centrale del ministero delle Poste e Telecomunicazioni per la vigilanza, controllo contabile.
1952: la Rai diventa socio
maggioritario dell'IRI, ha 6 membri governativi, una programmazione autorizzata e il canone e introiti pubblicitari non maggiori del 5% delle ore di trasmissione complessive.
1975: primo intervento di riforma del Parlamento repubblicano per assicurare a tutti il diritto di accesso vista la scarsità delle frequenze.
1974: dichiarata illegittima la riserva allo Stato dell'attività di trasmissione e si permette ai privati la trasmissione via cavo a livello locale grazie alle tecnologie nuove.
Legge 103 del 1975: la radiodiffusione è un servizio pubblico fornito dallo Stato. La gestione dei ripetitori di programmi nazionali e esteri è data su autorizzazione di 5 anni subordinata al possesso di requisiti; la ritrasmissione di programmi esteri trasmessi dal servizio pubblico non devono contenere pubblicità.
Parlamento: vigilanza e controllo.
Regioni: designano una rosa di candidati per l'amministrazione e disciplinano l'accesso.
Diritto
d'Accesso: garantito a partiti e gruppi sociali per il 5% televisivo e 3% radiofonico. Telegiornali e Radiogiornali: esteso l'obbligo di registrazione delle testate. Finanziamento: canone e pubblicità per non più del 5% e la soglia degli introiti è definita anno per anno per assicurare eguale sviluppo. 1976: riconosciuta la funzione sociale della Tv e liberalizzato a livello locale il via etere e cavo. Manca una legislazione per le emittenti private che si espandono e si accentrano con una polarizzazione della risorsa pubblicitaria, c'è interconnessione con la messa in onda contemporanea di programmi preregistrati che supera il locale. Decreto Legge Berlusconi 1985: consente il continuo delle attività delle costituite reti nazionali con l'obbligo di riservare il 25% della programmazione a film nazionali o della CEE. Pluralismo esterno: presenza attiva del maggior numero di fonti. Pluralismo interno: espressione di