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FUNZIONI AMMINISTRATIVE

Parallelismo: la Regione era chiamata nelle funzioni in cui aveva competenza legislativa. Questo per le Regioni ordinarie non è più previsto.

Comune: titolare della competenza amministrativa generale. Si può spostare dal comune alla provincia, dalla provincia alla regione, dalla regione allo Stato con legge.

Si sono introdotti dei correttivi:

  1. Necessità dell'esercizio unitario della competenza (Tu ti occupi delle Caserme, ma la difesa è competenza statale); principio di sussidiarietà (insufficienza e inadeguatezza) art. 118 1° comma.
  2. Competenza propria: attribuita dalla Costituzione; competenza conferita: attribuita dalla legge.

Tesi del prof su art. 118 2° comma: il Comune non può avere competenze conferite perché ha la competenza generale non gliele puoi dare, gliele puoi solo togliere) "...secondo le rispettive competenze...".

Da intendersi come competenza del legislatore?

Questa la conferisce la legge statale perché la materia è statale; questa la conferisce la legge regionale perché la materia è di competenza regionale;

2. Marini: da intendersi le competenze degli enti e non del legislatore: quelle dei comuni sono proprie, quelle delle province sono conferite. In questo modo non si va in contrasto con il primo comma dello stesso articolo.

Nelle Regioni speciali l'amministrazione competente è l'amministrazione regionale e non comunale. 03/05/2006

Germania, fine XIX secolo: Laband e Jellinek come costituiscono il sistema delle fonti?

Concetto formale di fonte: fatto giuridico: un fatto al quale le norme riconoscono l'idoneità a produrre norme giuridiche. Fonte in senso formale: formazione e processo formativo.

Sostanza della norma: contenuto normativo: le norme.

Le fonti sono graduabili in base alla forza formale. Questa graduazione delle fonti rispecchia l'organizzazione costituzionale.

De Grulle: 5°

repubblica repubblica semipresidenziale: il nuovo centro rispetto al Parlamento è il Presidente della Repubblica che governa i Ministri quindi c'è una parificazione tra legge e regolamento.

Costituzione 1871 (Germania): le leggi della Federazione stanno sopra alle leggi dei Lander. Questa formula "il diritto dell'Impero rompe il diritto dei Land" si ritrova nella Costituzione di Weimar.

Kelsen dice che nello stato federale la federazione non può stare sopra ai Land ma deve esserci una Costituzione rigida che sancisca un riparto di competenze:

  1. Costituzione rigida;
  2. riparto di competenze;
  3. legge che prevale non è la legge di questo o quel soggetto per una sua attribuzione (sovranità) ma è la legge che rispecchia la Costituzione.

Questo dice Kelsen influenzando la Costituzione austriaca del 1920: è una Costituzione rigida e ripartisce le competenze e non ha una formula come quella della Costituzione di Weimar.

(prevalenza del diritto federale); mentre c'è una clausola residuale: competenza residuale degli Stati membri (come il nostro 117 comma 4). Inoltre nasce la Corte Costituzionale che si occupa dei conflitti di competenza tra federazione e land. Lo Stato di diritto è costituito sul principio di legalità e sulla tutela giurisdizionale. L'esecutivo deve rispettare le norme e nei confronti di atti che non le rispettino è ammissibile il ricorso ad un giudice che disapplica l'atto (ristabilisce la legalità). Cost. austriaca: modello di stato di diritto (riparto di competenze principio di legalità e Corte costituzionale tutela giurisdizionale). È importante per le Costituzioni successive a quella austriaca (modifica il costituzionalismo). Eccezione della Svizzera: è lo Stato più federale d'Europa ma i cantoni mancano della tutela giurisdizionale del tribunale federale: il giudice può disapplicare la legge

locale ma non quella federale.
Legge fondamentale tedesca (1949): riconosce la competenza residuale dei Länder tre volte: una volta in generale, una rispetto alla legislazione e una all'amministrazione. C'è però il principio che il diritto federale (conforme a Costituzione) rompe il diritto dei Länder.
Prima il sistema delle fonti era tutto costruito su base gerarchica; con la Cost. austriaca si introduce la competenza rispetto al modello La Band-Jellinek.
La competenza entra nel sistema delle fonti e lo modifica dall'interno.
Gerarchia e competenza risolvono problemi diversi e non entrano in conflitto tra loro.
Competenza esclusiva generalmente manca negli Stati regionali ma in Italia la competenza statale è esclusiva e quella regionale (se si prescinde dalle competenze finalistiche dello Stato) è esclusiva.
Casi più complicati: competenza concorrente alla tedesca il legislatore federale può influire sulla competenza del legislatore locale.

Del land. C'è la possibilità che la federazione si prenda la concorrenza. Solo che l'atto della federazione è sindacabile. La competenza come virus si manifesta nella competenza concorrente all'italiana (principio-dettaglio): la Regione deve rispettare la legge cornice. Tra queste due quindi la legge cornice ha una superiorità gerarchica non subase formale ma sul contenuto (quindi è il contrario di quello che dicevano LaBand e Jellinek: la legge federale prevale sempre) la legge federale(cornice) prevale in quanto ponga disposizioni di principio (principi generali), se pone norme di dettaglio non solo non prevale ma è illegittima. Non si prescinde totalmente dalla forma, perché la legge cornice deve essere una legge statale, ma la forma non basta più: questa legge statale cornice deve porre principi e non norme di dettaglio. Crisafulli, prolusione di Padova: "Gerarchia e competenza nel sistema italiano delle fonti".

La Costituzione rigida è diventata la fonte principale del diritto, introducendo anche la competenza in diverse materie. Nel vecchio sistema non c'era il riconoscimento alle professioni religiose di dare propri statuti. Le leggi dello Stato non possono occuparsene; certo, gli statuti devono rispettare l'ordine pubblico e il buon costume. Si aggiunga anche che i rapporti di lavoro sono autonomi: non c'è il principio gerarchico perché la legge non può intervenire. Il diritto nasce dalle fonti del diritto (atti o fatti ai quali una norma giuridica riconosce idoneità a creare norme giuridiche). Fonte atto: atto di volontà; somiglia più all'atto giuridico al negozio giuridico: l'atto produce effetti predeterminati dall'ordinamento, il negozio giuridico è un atto di volontà abilitato dall'ordinamento a produrre effetti determinati dal suo contenuto.

fatto: (consuetudine).Le fonti atto corrispondono al negozio giuridico.Vi sono dei fatti non idonei a produrre norme, riconosciute idonee dal giudice(effettività).I Ministri possono fare regolamenti? Molti propendevano per la negatività perché i regolamenti li può fare il Governo. Ma tali atti erano adottati nonostante il dubbio. I giudici applicano i regolamenti ministeriali e la Costituzione prende atto di questo.Esposito (teoria delle fonti): chi studia la consuetudine sbaglia perché per leggerla usa le categorie della legge. Lui dice che è il contrario: è la consuetudine ad essere la chiave per capire il sistema delle fonti. Se non c'è effettività non c'è consuetudine. Ma dice Esposito che se non c'è effettività non c'è ordinamento giuridico. Altro elemento che li accomuna è l'autofondatività (Kelsen: cosa c'è dietro la consuetudine? La norma base.

creata dal legislatore per giustificare le norme. Ma tale norma base non esiste l'ordinamento si autofonda così come si autofonda la consuetudine). Lui ha vissuto quando tutto era incerto. L'unica cosa certa era la consuetudine (collasso costituzionale). Come se ne esce? Con la Costituzione, ma dice Esposito che questo non basta: essa deve avere effettività (quindi fondamento consuetudinario).

Nelle fasi normali e non di collasso le norme non hanno bisogno della conferma consuetudinaria (c'è la generale applicazione della norma). Però vi sono norme che hanno bisogno di questa conferma: norme sulle fonti: se non vengono applicate non c'è illecito, ma cadono nel nulla le fonti sul diritto. La consuetudine deve confermare le fonti del diritto.

Effettività mediata attraverso una fonte del diritto (consuetudine: è l'unica che non ha bisogno di riconoscimento).

Crisafulli (teoria delle norme): distinzione tra disposizione

È norma. Disposizione: si vede e si tocca; la norma non si vede. La disposizione è un enunciato linguistico con senso compiuto e senso normativo. La norma è la regola che si trae da una o più disposizioni. C'è chi dice: la disposizione è il testo, la norma il significato. La disposizione è una manifestazione di volontà normativa; la fonte si presenta come un negozio giuridico e l'atto fonte si manifesta attraverso le disposizioni. Il parallelismo con il diritto privato si arresta perché nel diritto pubblico non c'è il dogma della volontà (nel contratto ho scritto una cosa, ma ne intendevo un'altra: se lo posso dimostrare il giudice applica la volontà). Questo nelle fonti non si può fare: sono oggettive e si rivolgono alla generalità che fa affidamento solo sul testo (il testo normativo vive di vita propria). Quindi alla legge possono essere attribuiti nel tempo significati diversi da

Quelli che il legislatore originario intendeva dargli. Crisafulli dice: tutti i modi diversi di leggere la disposizione costituiscono norme giuridiche. Fa parte dell'ordinamento anche l'interpretazione sbagliata (ordinamento come pluralità di alternative che si possono o meno avverare). Crisafulli introduce il problematicismo. Realismo giuridico: in realtà quello che conta non sono le regole che si possono astrarre, ma quelle concretamente applicate. Esposito e Palladin sono realisti, Crisafulli no: l'alternativa non è inesistente perché potrebbe essere applicata domani. Paladin fa riferimento al diritto vivente (dovuto all'interpretazione dei giudici). È attraverso quell'interpretazione dei giudici che l'effettività entra a far parte del diritto.

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
27 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof D'Atena Antonio.