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Sistema di distribuzione dei seggi elettorali in Italia

Ogni 5 anni i 135 seggi costituenti sono distribuiti proporzionalmente alle costituenti plurinominali sulla base della somma di 3 distinti numeri: la popolazione, il numero degli iscritti al voto all'ultima elezione generale e l'area in chilometri quadrati moltiplicata per 20 (come misura della densità di popolazione).

I 135 membri vengono eletti con sistema proporzionale su liste circoscrizionali secondo una versione modificata del metodo Sainte Laguë; i 40 seggi compensativi, vengono invece eletti tra le liste che abbiano ottenuto almeno un seggio nelle circoscrizioni plurinominali, o che abbiano ottenuto la percentuale di voti più alta in due circoscrizioni elettorali, ovvero abbiano raggiunto il 2% (soglia di sbarramento) su base nazionale.

Una volta stabiliti quali partiti abbiano facoltà di concorrere ai 40 seggi, detti appunto "di compensazione", essi vengono attribuiti loro in proporzione ai voti ottenuti su tutto il territorio nazionale.

assicurando così un vantaggio ai partiti maggiori. Ciò sembra contrastare con la struttura del vigente sistema elettorale, formalmente in grado di assicurare alti gradi di proporzionalità. Il metodo di Sainte Laguë, infatti, è un metodo di divisione, per cui, dopo che tutti i voti sono stati registrati, se ne calcolano i quozienti per ogni particolare lista, secondo la formula in cui V è il numero totale di voti che la lista ha ricevuto e s il numero di seggi assegnati al partito fino a quel momento (inizialmente esso vale 0 per tutti i partiti). La lista che abbia ottenuto il quoziente maggiore ottiene l'allocazione del prossimo seggio ed il loro quoziente è ricalcolato tenendo conto del nuovo numero di seggi per lista. Il processo viene ripetuto finché tutti i seggi non siano stati assegnati.

3. Sistema elettorale per le elezioni europee

La Danimarca ha ereditato un orgoglio nazionale ed uno spirito di indipendenza tali da causare,

nonostante l'adesione all'UE nel 1973, un forte euroscetticismo, tanto nel governo quanto nella popolazione. Sebbene, infatti, la partecipazione all'UE sia da anni tra le priorità della politica estera del Paese (anche perché ben 2/3 del commercio estero danese sono costituiti da scambi con gli altri Paesi Membri), l'approccio al processo di integrazione europea è stato recentemente subordinato alle scelte espresse dai danesi nel corso di due referendum sull'adozione del Trattato di Maastricht, tenutesi tra il 1992 ed il 1993, che hanno decretato la scelta politica di 4 "opt out" (ovvero non partecipano alle strutture comuni in un determinato campo.): 1) Unione economica e monetaria: il popolo danese ha rifiutato l'entrata del Paese nella zona euro con un ultimo referendum nel 2000 nel quale il timore di perdere indipendenza politica e sovranità nazionale si è dimostrato superiore a qualsiasi argomentazione economica sui.
  • Benefici derivanti dalla moneta unica.
  • Politica estera: opt-out della Danimarca originariamente aveva il significato di permettere la non adesione all'Unione Europea Occidentale, che in quel periodo era la "mano" dell'UE nel campo della difesa. Oggi significa che la Danimarca non partecipa alla PESC, ovvero non prende parte alle decisioni e non contribuisce con truppe alle missioni condotte dall'UE.
  • Giustizia e affari interni: il paese è escluso da alcune decisioni circa gli affari interni dell'Unione; essa ha facoltà di vagliare singolarmente i vari ed eventuali "opt-out".
  • Cittadinanza dell'Unione Europea: l'"opt-out" della Danimarca significa che la cittadinanza europea non sostituisce quella nazionale; ciò è divenuto privo di senso quando tale dichiarazione è entrata nel Trattato di Amsterdam.
Gli "opt-out" danesi sono indicati negli Accordi di Edimburgo: il governo

Sto pianificando di indire nuovi referendum allo scopo di eliminarli, specie quello inerente la moneta unica.

PROCEDURA

Con l'allargamento dell'Unione Europea la Danimarca elegge 14 euro-parlamentari, anziché 16 come in precedenza.

Gli elettori possono votare per l'intera lista ovvero indicare la loro preferenza per i singoli candidati. Ogni elettore può votare una sola volta.

La trasformazione dei voti in seggi avviene con metodo d'Hondt. Quest'ultimo è un sistema matematico adottato nei sistemi elettorali proporzionali; esso prevede che si dividano i totali dei voti delle liste per 1, 2, 3, 4, 5... fino al numero di seggi da assegnare nel collegio e i seggi vengono attribuiti in base ai risultati in ordine decrescente, fino all'esaurimento dei seggi da assegnare. Si tende così a favorire i partiti maggiori, evitando la frammentazione politica.

Le liste dei candidati vanno presentate entro 4 settimane dal giorno delle elezioni per il Parlamento.

Europeo; una lista può essere presentata da ogni partito che abbia ottenuto almeno un seggio nelle ultime elezioni per il parlamento nazionale o per quello europeo.

Ogni altro partito politico può concorrere solo se supportato da un numero di elettori non inferiore al 2% del numero totale dei voti validi espressi nelle precedenti elezioni legislative.

Può essere eletto qualsiasi cittadino dell'Unione europea che abbia raggiunto il 18esimo anno di età, che abbia residenza permanente in Danimarca e sia in pieno possesso di tale diritto politico.

Hanno diritto di voto tutti i cittadini dell'Unione Europea che abbiano compiuto 18 anni d'età, residenti stabilmente in Danimarca e in possesso della piena capacità elettorale attiva rispetto alle elezioni danesi.

Il voto per corrispondenza è opzionale. Esso deve essere espresso almeno tre settimane prima il giorno dei seggi, ma entro e non oltre due giorni feriali prima di tale data.

Qualsiasi

Un cittadino dell'Unione europea che abbia compiuto il 18esimo anno di età e che sia in pieno possesso della capacità elettorale passiva nel proprio Stato d'origine, può essere eletto.

Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
9 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiakka87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Costanzo Pasquale.