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- ORGANI DI CONTROLLO E GIUSTIZIA:
o CORTE DEI CONTI: 28 membri ( 1 x ogni stato), dura 6 anni, nominato dal Consiglio
sentito il Parlamento, controlla la gestione finanziaria dell’UE, redigendo una
relazione annuale.
o CORTE DI GIUSTIZIA: 28 membri (1 x ogni stato), dura 6 anni, assicura la legittimità
degli atti delle istituzioni dell’Unione conformi ai trattati rispetto del diritto
comunitario (stato e privati). I giudici nazionali si rivolgono in forma pre-
giudizionale per l’interpretazione di una norma comunitaria.
o TRIBUNALE 1° GRADO: competenza più ristrette e sentenze appellabili davanti alla
Corte di Giustizia.
o BANCA CENTRALE EUROPEA: è l’organo della politica monetaria dell’UE, è il vertice
del sistema europeo delle Banche Centrali, un sistema federale sulle banche degli
stati membri. La funzione principale è garantire la stabilità dei prezzi e se questo
obiettivo è realizzato o non è a rischio può svolgere una seconda funzione,
concorrere allo sviluppo economico dell’UE.
LE FONTI DELL’UNIONE EUROPEA (influenza che esercita sul nostro ordinamento)
- TRATTATI: sono la fonte originaria sulla produzione dell’ordinamento comunitario (mentre
dal punto di vista dell’Italia, come stato membro, sono una fonte derivata). Si dividono nei
TUE (trattati sull’Unione Europea) e nei TFUE (trattati sul funzionamento dell’Unione
Europea). Da essi derivano fonti obbligatorie (atti vincolanti) e fonti non obbligatorie (atti
non vincolanti).
- REGOLAMENTI: (tutti i soggetti) sono la fonte più rilevante dopo i trattati, sono
direttamente applicabili e tra il regolamento e la sua attuazione non c’è nessuna
intermediazione statale (senza un atto attuativo), ed è immediatamente applicabile e
vincolante. Perciò senza questa interposizione dello Stato non c’è spazio per una possibile
distorsione. I suoi effetti sono diretti e ha un contenuto immediatamente precettivo, gli
obblighi sono puntuali/precisi. Presenta la caratteristica della generalità dei destinatari.
- DIRETTIVE: vincolano solo gli Stati perciò non sono immediatamente applicabili ma
pongono degli obiettivi da raggiungere entro un orizzonte temporale stabilito. Gli Stati
perciò devono provvedere con atti intermediari di attuazione per il raggiungimento degli
obiettivi prefissandosi di rispettare le direttive. I cittadini vengono vincolati indirettamente
dalle direttive perché il loro vincolo scatta con i provvedimenti attuati dagli Stati. Una
mancata attuazione viene sanzionata dalla Corte di Giustizia. Per far fronte alle mancate
attuazioni statali, le direttive stanno acquisendo sempre più il carattere precettivo, tipico
dei regolamenti e discostandosi sempre meno da essi, dispiegando tutti i suoi effetti allo
scadere. 12
- DECISIONE : manca della caratteristica della generalità perché pongono obblighi solo tra
alcuni Stati e i destinatari perciò sono precisi. Non è proprio una fonte del diritto è più
simile a un atto amministrativo.
GRADO COMPLESSIVO (primato del diritto comunitario): siccome nell’articolo 11 della
Costituzione è sancito che una limitazione della sovranità è lecita solo per organizzazioni che
perseguono la pace e l’UE è una di esse, il diritto comunitario prevale sul nostro ordinamento. Si
verificano due possibili fenomeni in base all’applicazione del diritto comunitario:
- Se esso è direttamente applicabile c’è una disapplicazione del diritto interno.
- Se esso non è direttamente applicabile c’è un annullamento del diritto interno perché una
nuova attuazione è necessaria della norma più conforme alle direttive comunitarie.
DIRITTI NELL’UNIONE EUROPEA
Siccome la competenza dell’Unione Europea ha assunto il carattere generale e non più solo nella
dimensione economica, essa tocca pure i diritti della persona e perciò anche l’UE deve incorporare
una tutela dei diritti. Non solo i diritti costituzionali dei singoli Stati come difesa (esterna) ma diritti
che sono incorporati nell’UE (interna) con una propria carta dei diritti. Ciò accade solo
recentemente incorporando i diritti nell’ordinamento comunitario, un intervento della Corte di
Giustizia affermando che pure se non esplicitati nel diritto comunitario i diritti fanno parte
dell’ordinamento da cui essi si ispirano, precisamente nella CEDU (convenzione europea per i
diritti dell’uomo, approvata dal consiglio europeo vigila sul rispetto della carta dei diritti) e
rinvenibili dalle tradizioni costituzionali comuni degli Stati membri. Però questi riferimenti furono
un po’ vaghi e non garantistici, perciò a Nizza nel 2000 si scrisse la carta dei diritti dell’uomo
fondamentali (carta di Nizza) ed è la ricognizione di quei diritti impliciti che vengono esplicitati
intorno a sei valori: LIBERTA’, DIGNITA’, SOLIDARIETA’, UGUAGLIANZA, CITTADINANZA, GIUSTIZIA.
Fu proclamata ma entrò a far parte dei trattati solo nel 2007 col trattato di Lisbona (art.6 tue)
dando alla carta i valori giuridici dei trattati.
IL MERCATO COMUNE EUROPEO (principi fondamentali per la costruzione di un mercato comune):
nasce con le finalità dell’Unione Politica facendo leva sull’economia e pure oggi è uno dei punti
fondamentali dell’Unione Europea. Fu una tappa fondamentale e si basa su tre aspetti cardine:
- LIBERA CIRCOLAZIONE: delle merci , dei lavoratori (poi cittadini europei), dei servizi e del
capitale. In primis si eliminarono le fiscalità doganali legate al passaggio interno. Adozione
di un a politica comune con l’esterno dell’UE. Abolizione dei contingentamenti (fissazione
di limiti massimi sulla circolazione). Ci furono strategie elusive con misure equivalenti,
rispettando formalmente il limite ma con standard troppo elevati con effetti protezionisti.
Per far fronte a ciò l’UE fece il mutuo riconoscimento formativo, pretendendo che gli Stati
consentano la libera circolazione delle merci a patto che siano legalmente prodotte in
ognuno degli Stati membri. Anche un divieto di discriminazione fiscale.
- DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA: è considerata in modo particolare dall’UE, la quale
aderisce alla visione ordoliberale della concorrenza. Questa scuola afferma che la
concorrenza non è frutto del libero mercato ma viene distrutta da esso perché non è
spontanea ma il risultato di normative. Il libero mercato crea potere e
monopolio/oligopolio. Serve un ordine giuridico affinché il mercato rimanga libero,
attraverso dei divieti:
o Divieto di intese: cartelli sia verticali che orizzontali.
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o Divieto di abuso di posizioni dominanti: l’impresa può diventare leader nel settore
del mercato però non abusando della sua posizione dominante (es. prezzi
predatori).
o Limitazione delle concentrazioni: fenomeni economici che modificano l’assetto
proprietario dell’impresa, concentrando tutto il potere in una sola impresa.
- LIMITAZIONE DELL’AIUTO DELLO STATO ALLE IMPRESE: la concorrenza può essere distorta
anche per causa degli Stati che aiutando alcune imprese andrebbero a discapito di altre (es.
la fornitura della P.A. non deve essere un acquisto diretto ma tutti possono partecipare alle
gare di appalto). Lo Stato può incentivare senza discriminare.
CAPITOLO 6 IL CORPO ELETTORALE
Nell’organizzazione repubblicana i cittadini partecipano direttamente con il lavoro feriale,
svolgendo e praticando le proprie libertà a tale organizzazione e all’organizzazione dei pubblici
poteri e come si evince non solo tramite il voto (Democrazia equivale all’esercizio di autogoverno).
ART.1 sovranità al popolo (primo concetto della costituzione), da questo dobbiamo definire dei
concetti importanti:
POPOLO: rappresenta la generazione attuale dei cittadini, vale a dire il complesso di soggetti che
sono legati allo Stato dal rapporto di cittadinanza.
POPOLAZIONE: si intende l’insieme degli individui che si trova in un dato momento a risiedere nel
territorio dello Stato (ivi compresi dunque gli stranieri e gli apolidi).
NAZIONE: si riferisce ad un aspetto più culturale che giuridico, comprendendo tutti i soggetti che
hanno vissuto, vivono e vivranno sul territorio dello Stato e che hanno in comune tra loro legami di
natura linguistica, etnica, religiosa, culturale.
Il CORPO ELETTORALE è quella parte del popolo che può esercitare il diritto di voto (a volte pure
coloro che non posseggono la cittadinanza nazionale ma quella comunitaria possono votare e farsi
eleggere nelle elezioni amministrative).
Questa idea costituzionale di Popolo si scontra con la legge 91/1992 sull’acquisto di cittadinanza e
diritto di voto ad esempio gli stranieri con figli in Italia non possono votare ma i loro figli sono
italiani, mentre gli italiani residenti all’estero e mai stati in Italia addirittura non parlando l’italiano
possono votare.
CRITERI PER L’ACQUISIZIONE DELLA CITTADINANZA
IUS SANGUINIS: è il modo originario per l’acquisizione tramite la filiazione, ossia il figlio di cittadini
è a sua volta cittadino è un metodo di preservazione della cittadinanza per omogeneità dei
costumi.
IUS SOLI: è il modo di acquisizione per nascita o prolungata residenza sul territorio nazionale.
IUS COMUNICATIO: è il modo di acquisizione tramite il matrimonio con un cittadino.
Il criterio principale di ottenimento della cittadinanza è il criterio dello ius sanguinis (legge Martelli
’92). Questo criterio era noto quando l’Italia era un paese prevalentemente di emigranti e questa
legge serviva per mantenere la cittadinanza ai figli degli emigranti e ciò assunse un valore
inclusivo. Negli ultimi decenni quando la tendenza migratoria si invertì questo criterio ha iniziato
ad assumere un carattere sempre più escludente anche perché il criterio dello ius soli è molto più
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ristrettivo e vale di meno in Italia perché diventa cittadino Italiano per nascita colui che nasce da
genitori ignoti o apolidi oppure i figli di coloro la cui nazione non riconosce il criterio dello ius
sanguinis. L’altra modalità quella della residenza prolungata si completa quando lo straniero è
residente per almeno 10 anni e per i cittadini comunitari per almeno 4 anni. Mentre il criterio
comunicatio si realizza con almeno 2 anni di effettivo matrimonio e 3 anni di effettivo matrimonio
se all’estero.
STRUMENTI PER I CITTADINI ITALIANI DI DEMOCRAZIA DIRETTA
- Petizione (art.50 costituzione, poco valore quasi nullo)
- Referendum
- Iniziativa popolare: consiste nella presentazione di un progetto di legge da parte dei
cittadini, un testo formalizzato p