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Principi e Valori Costituzionali

I principi esprimono un dover essere, partecipano della natura delle norme. I principi non scritti (di prima generazione) si ottengono per astrazione dalle norme di dettaglio. Il principio è più generale delle norme (differenza quantitativa) e da solo non produce effetti ma ha bisogno di attuazione (differenza qualitativa).

Il valore non ha carattere normativo, non esprime un dover essere (vita, tutela dell'ambiente, libertà, dignità). Sono tutti obiettivi, sono beni meritevoli di tutela. L'ambiente è un valore la tutela dell'ambiente deve essere realizzata. Essi hanno innanzitutto la tensione alla realizzazione; il valore non opera nella logica del bilanciamento, ma è tendenzialmente totalizzante: aspira ad essere realizzato e basta. Possono esserci due valori tra loro contrastanti nel senso che se se ne realizza uno l'altro non può essere realizzato a pieno (sviluppo economico e tutela dell'ambiente).

Ma i valori vogliono realizzarsi e basta senza tener conto degli altri valori; manca il carattere prescrittivo (se c'è A ci deve essere B: ogni norma è riconducibile a questo schema condizionale). La condizionalità è estranea alla logica dei valori. I valori entrano nelle norme ma devono essere mediati. I valori hanno dei momenti di emersione: per l'interpretazione del diritto e per la produzione di norme.

Valori e interpretazione: c'è stata l'illusione illuministica che l'interprete fosse una specie di automa (Montesquieu: il giudice è bocca della legge: interpretazione come opera meramente meccanica e non creativa; Roberspierre: uno Stato in cui la giurisprudenza è diversa dalla legge non ha Costituzione). Ma noi sappiamo che questo non è vero perché lo strumento del legislatore (la lingua) è imperfetto e suscettibile di molteplici interpretazioni. Mettere insieme le disposizioni è

Un'operazione creativa e non meccanica. Il giudice quindi deve interpretare, e per interpretare egli sceglie, e quando sceglie lo fa sulla base dei propri valori. Valori e normazione: dietro qualsiasi norma giuridica ci sono i valori, c'è una scelta di valori. La norma esprime i valori nei termini del dover essere. L'impronta assiologica è maggiore nei testi costituzionali. La Costituzione è più intrisa di valori. Le Costituzioni moderne sono il frutto di compromessi tra forze politiche che hanno diverse visioni del mondo (Cost italiana: filone cattolico, marxista e liberale). Questa sintesi si riflette sul pluralismo dei valori che si trova nella Costituzione.

Dignità dell'uomo (art. 41 comma 2: come valore prevalente 1. all'iniziativa economica privata; tutte le norme sulla libertà dell'uomo; il carattere rieducativo della pena...); 2. Difesa nazionale (l'art. 52 lo definisce sacro dovere del cittadino); 3.

democrazia: dei sindacati, dei partiti politici; delle forze armate; 4. pluralismo sociale: (art. 2, 5 e art. 8: pluralismo religioso; art. 18:pluralismo sindacale); 5. pace (art. 11) 6. famiglia; 7. lavoro; 8. unità nazionale; 9. maternità ecc… c'è quindi un sistema molto articolato di valori. Vi è poi una tecnica del legislatore in cui è molto forte l'impronta assiologica: 13 norme programmatiche (prefigurano le linee di sviluppo dell'ordinamento); tra queste ci sono le norme sui diritti sociali (ad esempio il diritto al lavoro, che è diverso dalle libertà, le quali sono immediatamente efficaci). L'obbligo che nasce da un diritto sociale non è giuridicamente sanzionato. Le norme programmatiche (e quelle sui diritti sociali) non sono autosufficienti ma hanno bisogno di essere attuate a differenza dei diritti di libertà. La libertà personale è un valore (facciamo riferimento allalibertà nuda e cruda) è un diritto (ci riferiamo anche alla sua tutela). Le norme programmatiche sono efficaci prima dell'attuazione? Se non lo sono dobbiamo considerarle come semplici inviti al legislatore, ma finché il legislatore non le accolga esse sarebbero come norme non scritte e non avrebbero incidenza nell'ordinamento. Calamandrei chiama le norme programmatiche "la rivoluzione promessa". Invece le norme programmatiche sono da considerarsi efficaci. I valori della Costituzione sono potenzialmente antagonistici. All'interno della Costituzione c'è una gerarchia di valori (alla pace è subordinata anche la sovranità) ma in alcuni casi questa gerarchia espressamente manca: valori della tutela del paesaggio e della difesa militare; sciopero e diritto degli utenti; privacy e diritto di cronaca. Come si risolvono queste tensioni? Abbiamo due approcci diversi: 1. prevalente in Germania: se la Costituzione non dà una gerarchia,

questa deve essere data dal legislatore ordinario: ove la Costituzione non ha deciso il legislatore crea la soluzione;

2. prevalente in Italia: se la Costituzione contiene enunciazione di valori in reciproco contrasto la Costituzione contiene un meta-valore, cioè l'esigenza che si trovi una concordanza pratica. Quindi la parola andrebbe non al legislatore ma al giudice.

25/01/2006

Classica distinzione tra democrazie occidentali e democrazie socialiste. Non compaiono gli Stati di democrazia socialista, solo che questo non è più il modello. Gli elementi essenziali per un sistema liberaldemocratico sono:

  • suffragio universale;
  • tutela delle minoranze;
  • principio maggioritario;
  • divisione dei poteri;
  • principio di legalità;
  • garanzia dei diritti fondamentali;
  • Stato di diritto;
  • Pluralismo partitico;
  • Uguaglianza;
  • Tutela giurisdizionale;
  • Parlamento.

(dove i tre elementi in rosso sono essenziali nel polo democratico; gli altri fanno parte

della componente liberal-garantistica). Per il polo democratico vi sono due principi:
  1. Principio organizzativo, nel quale le decisioni dello Stato sono riconducibili a decisioni popolari;
  2. Principio maggioritario: convergenza sulle decisioni della maggioranza (o dell'unanimità).
La logica democratica è la logica nella quale è il popolo a prendere le decisioni e nella quale i voti si contano, non si pesano. L'eguaglianza è un dogma della democrazia: i voti hanno tutti lo stesso valore. Nella democrazia rappresentativa il popolo sceglie chi decide. Viene a volte rappresentata come un surrogato della democrazia diretta, del quale dobbiamo accontentarci perché la democrazia diretta non può essere materialmente realizzata. La democrazia rappresentativa viene infatti rappresentata come mistificazione: gli inglesi sono liberi solo il giorno dell'elezione e schiavi per l'intera legislatura. Problemi per la democrazia diretta: sarebbeimpossibile la comunicazione contemporanea di tutti per la mancanza di un tale spazio fisico, ma questo oggi non è più vero grazie alla telematica. Allora perché non passare alla democrazia diretta? Essa è teoricamente possibile. Ma è desiderabile?
  • Il lavoro di chi legifera è un lavoro a tempo pieno;
  • Non è gestibile con la telematica uno scambio di opinioni in cui tutti gli elettori possano interagire;
  • La lingua della democrazia diretta è povera: o sì o no. Obiezione a questo punto: anche il parlamentare segue la logica binaria si-no; tuttavia c'è la possibilità di proporre emendamenti.
Quindi il limite non è costituito dallo spazio ma esistono limiti intrinseci alla democrazia diretta: si avrebbe una democrazia peggiore. Tra l'altro con la democrazia diretta non ci sarebbe la responsabilità: la sanzione della responsabilità politica è la mancata rielezione: ho la

Possibilità di alternativa (voto per l'opposizione se non sono stato soddisfatto). Inoltre c'è la razionalizzazione delle scelte (non c'è passione): il giudizio del corpo elettorale si esprime a scadenze regolari e non ha ad oggetto una singola decisione ma l'intera legislatura (RAFFREDDAMENTO DELLA DECISIONE).

Carl Schmitt: il popolo si esprime col sì e col no e non può adottare decisioni complesse, può solo acclamare il capo che tali decisioni adotta. L'acclamazione è l'unica vera democrazia, e non quella delle elezioni. La somma dei voti segreti non può darmi la volontà dello Stato: l'alternativa quindi è l'investitura di un capo che decida. La segretezza del voto invece è indispensabile perché ne garantisce la genuinità. Nella maggioranza c'è il modo civile della somma aritmetica ed è questa ad assicurare garanzie.

La democrazia

rappresentativa non è minore ma diversa da quella diretta: è quella che ha la responsabilità e il raffreddamento delle decisioni. Il referendum abrogativo è espressione della democrazia diretta ed è intensione con quella rappresentativa perché la volontà del popolo vince su quella del legislatore. Una normale fonte del diritto è bidirezionale: può abrogare ma può anche creare. Il referendum può solo abrogare (fonte del diritto unidirezionale), ma togliendo modifica. Quindi è fonte, ma essendo usata la tecnica della sottrazione non tutte le norme sono referendabili: è una fonte depotenziata in quanto non crea dal nulla ma cambia qualcosa che già esiste. Ha il grado della legge ordinaria (perché può abrogarla), quindi è una fonte con forza di legge. Gli istituti della democrazia diretta entrano in tensione con quelli della democrazia rappresentativa per gli elementi cheintroducono.Il legislatore può rifare una norma abrogata dal referendum? Secondo il prof la soluzione è che solo il nuovo Parlamento potrebbe farlo, ma non quello vecchio che è stato smentito.Ci sono tensioni anche riguardo al principio maggioritario: la maggioranza ha sempre ragione e può decidere senza limiti. Allora il principio maggioritario ucciderebbe se stesso.Negli ordinamenti liberal democratici si introducono degli atteggiamenti a tutela delle minoranze:
  • Temporaneità delle cariche;
  • Maggioranza qualificata;
  • Riserva di legge.
Le minoranze devono essere tutelate perché sono indispensabili per la possibilità di alternativa, per la responsabilità e le rispettive sanzioni. 06/02/2006 polo liberal garantistico: al centro vi è la libertà, che si pone in tensione con la
Dettagli
Publisher
A.A. 2005-2006
27 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof D'Atena Antonio.