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SINDELLA
Altro caso è il caso nato nell‟ambito dei farmaci. Di un farmaco in particolare non era stata accertata la sicurezza, il prodotto infatti una volta assunto da una donna incinta avrebbe causato problemi di fertilità al suo feto una volta che questo sarebbe divenuto adulto. Si trattava di un medicinale largamente usato e di tipo generico cioè commercializzato da diverse case farmaceutiche. Le donne danneggiate vollero fare causa ma non sapevano a chi indirizzare il ricorso. A tal proposito un noto professore americano, George Prist, con alcuni elementi aveva inventato la teoria della responsabilità d‟impresa la quale ci diceva, riprendendo la teoria dell‟internalizzazione dei costi, che se non conosciamo i soggetti responsabili di quel danno è pur vero che questo farmaco è prodotto solo da alcune case farmaceutiche così il costo del risarcimento andrebbe diviso fra tutti coloro i quali producono questo medicinale. Questa soluzione fu
l‟importanza della creazione del mercato interno per garantire la pace tra le nazioni e favorire lo scambio commerciale. L‟articolo 2 del trattato CE sottolinea l‟importanza dell‟economia di mercato e l‟instaurazione di un mercato comune. La nostra materia, i danni derivanti da prodotti difettosi, è strettamente legata allo scambio commerciale e alla sicurezza dei prodotti. Si cerca quindi un denominatore comune tra gli stati.direttivaVedi OBIETTIVO 1) DALLE FOTOCOPIE DEL NEGOZIO.
L'obbiettivo è quello di rendere il panorama tutto uguale, prevedibile per chi importa e per chi esporta ci sarebbe cioè maggiore certezza del diritto.
LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI
ARTICOLO 28 sono vietate fra gli stati membri le restrinzioni quantitative alle importazione nonché qualsiasi misura di effetto equivalente.
ARTICOLO 29 sono vietate tra gli stati membri le restrizioni quantitative alle esportazioni nonché qualsiasi misura di effetto equivalente. È considerata restrizione o misura di effetto equivalente qualsiasi divieto di importazione in assoluto o in una certa quantità di merce ad esempio non può accadere che la legislazione italiana preveda che non si possano importare in Italia più di tre bottiglie di vino dalla Francia.
Nel 1974 ci fu il cosiddetto CASIST DE DI GIO. La Germania impediva in questo caso l'importazione di liquori al di sotto di un certo
livello del tasso alcolico e tutto ciò per proteggere il commercio interno della birra. L‟articolo 28 dichiara così guerra alle misure protezionistiche. Nell‟ambito dell‟articolo 28 è nato il famoso principio di precauzione che viene a stabilire un equilibrio tra la protezione della propria salute e la libera circolazione ad oltranza. Si dice ATTENZIONE!!!!! Se un prodotto è pericoloso per la salute, per l‟ambiente non avrebbe diritto alla circolazione ad esempio sul palcoscenico internazionale c‟è stato il divieto di importazione o esportazione di carni nutrite con ormoni. Questa tematica influisce sulla dinamica della responsabilità civile perché è chiaro che ci sono dei legami tra la sicurezza dei prodotti e il risarcimento del danno. Vi è un binomio tra Prevenzione (direttiva 95 del 2001 vedi pag411.) e Risarcimento (direttiva 374 del 1985) Per quanto riguarda la prevenzione la direttiva del 2001 è la direttiva madre.
sulla sicurezza dei prodotti. In ambito della prevenzione si può comunque inserire la coppia di articoli 28 e 30. Nell'85 accadde che nell'ambito della prevenzione fu promulgato dalla commissione un libro bianco con il quale si vuole aprire il mercato, eliminare gli ostacoli di mercato. Parallelamente si impone ai produttori di riferirsi a delle norme, vi è l'idea di non regolare il mercato con regolamentazioni vigenti. Saranno degli enti terzi a regolamentare il mercato e non più gli stati nazionali, si tratta cioè di una logica volta a disincrostare i mercati e ad assicurare una circolazione internazionale delle merci. Altre tecniche sono state messe in piedi nella misura in cui i prodotti erano sempre più pericolosi perché è chiaro diciamo che per regolare l'acqua chi dice al produttore come deve fare l'acqua?! Probabilmente la legge del paese di riferimento. Se ad esempio lo stato francese dicesse evitiamo l'importazione.Dagli italiani non vogliamo quell'acqua italiana nel nostro paese perché le bottiglie trasparenti sono dannose alla salute. Cosa facciamo allora con una normativa del genere? Ricorreremo a delle persone che abbiano competenza tecniche in materia e verificare se i francesi vogliono proteggere il loro mercato interno o invece le bottiglie trasparenti sono effettivamente nocive e quindi la Francia si occupa davvero della salute delle persone. Questa cosa si risolve nell'ambito della prevenzione. In realtà il mercato europeo punta più sulla prevenzione proprio per evitare il risarcimento mentre il mercato americano, in quanto impone meno ostacoli per la produzione e commercializzazione dei beni, va verso il risarcimento. La regolamentazione dei mercati non viene fatta a caso ed è per questo che i mercati vengono inquadrati molto bene. Poi ci sono altre tecniche nella misura in cui il rischio di danni da prodotti è alto come ad esempio i farmaci.
Perl‟immissione di farmaci sul mercato sono previsti diversi adempimenti deve innanzitutto essere fatto un Test in laboratorio prima sugli animali e poi sugli umani. Ci deve essere comunque un ente terzo che autorizzi la circolazione del farmaco. Questo ente può essere ad esempio il ministero della sanità. Da ciò scaturisce un rapporto TRIANGOLARE tra produttore consumatore ed ente terzo.Poi esistono anche i CERTIFICATI che vengono rilasciati nel caso in cui il prodotto risulta mediamente pericoloso. Questo potrà circolare solo se il certificato viene rilasciato. Più le cose sono pericolose più intervengono i vari enti con i controlli per il rilascio delle necessarie autorizzazioni che ci dicono che quel determinato prodotto può circolare.
Un‟ipotesi particolare la quale non prevede nessun tipo di controllo riguarda i prodotti di alta tecnologia i quali possono essere conosciuti solo dagli ingegneri che hanno realizzato gli stessi e quindi
Verranno messi direttamente sul mercato. Fatto sta che ad esempio non sappiamo nulla sui danni che potrebbero provocare i cellulari ma comunque sono in commercio. Quando un soggetto si avvale della prevenzione vuol dire che il danno non si è ancora materializzato.
CAMPO APPLICATIVO: I DESTINATARI DELLA DIRETTIVA.
Abbiamo visto che nel diritto americano nella versione del la sezione 402a proponeva un modello in cui si poteva fare causa a tutti gli attori della catena di commercializzazione fino all'ultimo venditore. Questa è una novità rispetto al diritto italiano che è di matrice contrattuale e quindi l'inadempimento contrattuale non consente sempre di sperare tutti i danni mentre l'azione extracontrattuale prescinde da questo rapporto contrattuale essendo basata sulla colpa e quindi diventa difficile recuperare il danno.
La Direttiva Individua TRE ATTORI IL PRODUTTORE, L'INTERMEDIARIO DI MERCATO, E L'IMPORTATORE.
Per quanto riguarda il produttore:
Il primo articolo della direttiva recita: "il produttore è responsabile del danno causato dal difetto di un suo prodotto". Il produttore è il migliore attore per prevenire i danni e se non lo fa pagherà i danni.
Nella misura in cui abbiamo il produttore di acqua, il quale prende l'acqua del pozzo, la imbottiglia e la vende, in questo caso quante persone intervengono nel processo di produzione? Uno solo. Se invece abbiamo un problema con un aereo, quanti produttori avremo? Naturalmente diversi, sicuramente uno per ogni pezzo. Quando c'è un prodotto molto complesso è normale che i produttori sono tanti.
All'articolo 3 della direttiva dell'85 è previsto che la definizione di cui all'articolo 1 è larga e comprende tutti i soggetti che sono stati coinvolti nel processo di produzione. Ad esempio, se si vende un farmaco, dobbiamo considerare che sia coinvolto anche il laboratorio che ha fatto i controlli tecnici nella catena di produzione oppure no?!
La cosa non è così chiara perché in questo caso bisogna vedere che ruolo questi soggetti hanno all'interno del processo. E dove il giurista trova questa risposta? Bisognerà guardare che tipo di contratto intercorre tra il produttore principale e coloro che hanno avuto a che fare con la catena di produzione. La prima parte dell'articolo 3: il termine produttore designa il fabbricante di un prodotto finito, il produttore di una materia prima o il fabbricante di una parte componente, nonché ogni persona che ponendo il proprio nome, marchio o altro segno distintivo sul prodotto si presenta come produttore dello stesso. In quest'ultimo senso ci riferiamo alla percezione del consumatore. La terza parte dell'articolo 3 dice che nella misura in cui quando non può essere individuato il produttore del prodotto, ad esempio quando compriamo un prodotto agricolo, si considera tali ogni fornitori almeno che quest'ultimo comunichi al danneggiato entro un termine.ragionevole l'identità del produttore. Per quanto riguarda l'intermediario di mercato, cioè quello che vende il prodotto, bisogna entrare nel discorso della dicotomia tra responsabilità contrattuale e la responsabilità extracontrattuale, come mai? Perché è importante distinguere tra le due forme di responsabilità.