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Ipotesi di interesse dell'amministratore unico

CDA);3° ipotesi: interesse è dell'amministratore unico, questo deve darne notizia anche alla prima assemblea utile dopo la verificazione del conflitto. Se l'assemblea nega l'autorizzazione, l'amministratore non può compiere l'operazione. Nel caso in cui ritenga che l'operazione sia necessaria da compiere in modo veloce, convocherà un'altra assemblea (ordinaria) in cui chiede ai soci l'autorizzazione, informando in merito all'interesse.

NB. Così come l'amministratore delegato non deve poter votare nel CDA in merito all'operazione per cui ha conflitto di interessi, così anche all'interno dell'assemblea, socio che ha conflitto d'interessi non può votare la singola delibera (eventualmente, il voto dato dal socio in conflitto non deve essere computato; se viene computato e sia stato determinante, si verifica l'ipotesi di annullabilità della delibera assembleare)

Comma

II: “Nei casi previsti dal precedente comma la deliberazione del consiglio di amministrazione deve adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la società dell'operazione.”

Di fronte alla astensione da parte del soggetto interessato (per esempio, dell’amministratore delegato), il CDA deve compiere l’operazione motivando in maniera adeguata le ragioni e la convenienza dell’operazione per la società.

Comma III: “Nei casi di inosservanza a quanto disposto nei due precedenti commi del presente articolo ovvero nel caso di deliberazioni del consiglio o del comitato esecutivo adottate con il voto determinante dell'amministratore interessato, le deliberazioni medesime, qualora possano recare danno alla società, possono essere impugnate dagli amministratori e dal collegio sindacale entro novanta giorni dalla loro data; l'impugnazione non può essere proposta da chi ha consentito con il proprio voto alla deliberazione se sono

stati adempiuti gli obblighi di informazione previsti dal primo comma. In ogni caso sono salvi idiritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione.

Nell'ipotesi in cui il soggetto in conflitto di interessi non si astenga e il CDA deliberi comunque tenendoconto del suo voto, se tale voto risulta determinante per la deliberazione e se in seguito alla deliberazionesi verifica un danno alla società, allora la deliberazione assunta è impugnabile. Si ricorda che nel caso incui ci sia da ponderare l'interesse del terzo con quello della società prevale sempre l'interesse del terzo peratti compiuti in buona fede.

La deliberazione può essere impugnata alle seguenti condizioni:

  • se possa arrecare danno alla società;
  • che siano stati violati gli obblighi di comunicazione e/o motivazione (anche se non determina nessundanno, può portare alla revoca dell'amministratore);
  • che sia stata adottata
con il voto determinante dell'interessato. Il termine di 90 giorni è un termine di decadenza. La legittimazione all'impugnazione spetta ai singoli amministratori, ma non può essere proposta da chi ha consentito con il proprio voto alla deliberazione, anche in caso di danno alla società. I soci possono agire in responsabilità nei confronti di quei soggetti, per i danni arrecati. Sono salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede in base ad atti compiuti in esecuzione della delibera annullata: l'amministratore, pur avendo un interesse in conflitto che ha determinato in danno alla società, non può essere opposto al terzo avente causa, laddove questo sia in buona fede (operazione effettuata dal terzo in buona fede con l'amministratore in conflitto è salva, nel bilanciamento di interessi tra l'interesse della società a porre nel nulla la decisione di compiere l'operazione e l'atto successivo derivato da quella operazione.

È interesse del terzo a mantenere valido quell'atto, prevale quello del terzo). Se il terzo è in mala fede, l'atto può essere annullato.

Comma 4: "L'amministratore risponde dei danni derivati alla società dalla sua azione o omissione."

Comma 5: "L'amministratore risponde altresì dei danni che siano derivati alla società dalla utilizzazione a vantaggio proprio o di terzi di dati, notizie o opportunità di affari appresi nell'esercizio del suo incarico."

L'amministratore risponde anche dell'utilizzo scorretto (a vantaggio proprio o di terzi) di notizie e informazioni relative alla società. Si ha inoltre conflitto di interesse diretto quando l'amministratore conclude un atto in suo favore per conto della società (classica ipotesi di conflitto di interesse diretto è l'acquisto, da parte dell'amministratore, di un bene suo o del coniuge per conto della

). RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI (art. 2392-2395) Verso vari soggetti: società (responsabilità contrattuale), soci e creditori (terzi). Alcune di queste forme derivano da un contratto, altre sono extracontrattuale; queste sono distinte sotto il profilo giuridico e processuale. La responsabilità verso la società la troviamo disciplinata nello statuto e nell'atto costitutivo. Le obbligazioni da rispettare verso la società non nascono solo dal contratto, ma derivano anche dalla legge. Art 2392 cc: Responsabilità verso la società Comma I: "Gli amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con la diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e dalle loro specifiche competenze. Essi sono solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti dall'inosservanza di tali doveri, a meno che si tratti di attribuzioni proprie del comitato esecutivo o di funzioni."

in concreto attribuite ad uno o più amministratori.

A differenza di quanto previsto dalle società di persone (per cui la diligenza richiesta all'amministratore è quella "del buon padre di famiglia") la responsabilità dell'amministratore delle spa si basa sulla natura dell'incarico (si tratta quindi di diligenza oggettiva) conferitogli dai soci e dalle specifiche competenze che egli possiede (in altre parole: ad un amministratore molto competente/qualificato spetteranno incarichi molto complessi da cui deriveranno grandi responsabilità; viceversa ad amministratore poco competente/qualificato spetteranno incarichi semplici/poco complessi da cui deriveranno scarsa responsabilità).

Il grado di diligenza richiesto ad un amministratore, nella gestione e amministrazione di un spa, è molto elevato.

La seconda parte del comma fa riferimento agli amministratori con delega. Nel caso in cui siano presenti amministratori

con delega (dotati di poteri esecutivi) e amministratori senza poteri esecutivi, se si tratta di funzioni attribuite al comitato esecutivo o di funzioni attribuite in concreto ad uno o più amministratori (quindi nel caso in cui non ci sia un vero e proprio comitato esecutivo ma solo uno o più delegati), occorre differenziare la responsabilità tra soggetti che hanno agito (soggetti che hanno attribuzioni proprie, ovvero i delegati) e soggetti che non hanno agito (soggetti che non hanno attribuzioni proprie, ovvero i deleganti). In considerazione del carattere personale della responsabilità degli amministratori, le regole di solidarietà nell'obbligazione risarcitoria non trova applicazione qualora nessun inadempimento sia imputabile al singolo amministratore. La presenza di deleghe ad uno o più componenti del CDA riduce ma non elimina gli obblighi gravanti sugli altri componenti. Comma II: "In ogni caso gli amministratori, fermo quanto disposto dal commasocietà) e che, in caso di mancata risposta o di risposta non veritiera, deve adottare le opportune misure per impedire o attenuare le conseguenze dannose. Inoltre, è importante sottolineare che la responsabilità solidale si estende anche ai membri del consiglio di sorveglianza, se previsto, e ai revisori dei conti, se nominati. In conclusione, l'articolo 2381 del codice civile italiano stabilisce che tutti coloro che ricoprono cariche di amministrazione o controllo all'interno di una società sono responsabili solidalmente per i danni causati dalla loro condotta negligente o dolosa. È quindi fondamentale che ogni delegato, delegante e membro del consiglio di sorveglianza svolga le proprie funzioni con diligenza e responsabilità al fine di evitare danni alla società.

La società ha il compito di delegare un amministratore per svolgere determinati atti o compiti. Il delegante ha il dovere di vigilare sull'operato del delegato al fine di garantire il corretto svolgimento delle attività e di evitare possibili conseguenze legali in caso di errori commessi dal delegato.

Nel caso in cui il delegante non riesca ad impedire il compimento di un atto dannoso per la società, ha comunque il compito di cercare di eliminare gli effetti o attenuare le conseguenze dannose derivanti da tale atto.

Se tutti gli amministratori votano a favore di un'operazione che causa un danno alla società e non è presente un delegato, tutti gli amministratori devono essere chiamati a rispondere delle proprie responsabilità.

Gli amministratori sono responsabili in forma solidale se, avendo conoscenza di fatti pregiudizievoli, non hanno fatto quanto era in loro potere per impedire il compimento di tali fatti o per eliminare/attenuarne le conseguenze dannose.

Nel caso in cui sia presente un delegato all'interno del Consiglio di Amministrazione (CDA) e questo non abbia informato gli altri amministratori, la responsabilità non può essere solidale poiché gli altri amministratori non erano a conoscenza dell'operato del delegato.

Se invece sono stati rispettati tutti gli obblighi informativi (doppio obbligo transitivo di informazioni: da delegato a delegante e viceversa), pur avendo agito soltanto il delegato, sono responsabili in forma solidale tutti se, essendone a conoscenza, non hanno agito per impedirne il compimento e le conseguenze. Comma III: "La responsabilità per gli atti o le omissioni degli amministratori non si estende a quello tra essi che, essendo immune da colpa, abbia fatto annotare senza ritardo il suo dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio, dandone immediata notizia per iscritto al presidente del collegio sindacale" Perché un amministratore sia esente in assoluto da ogni responsabilità occorre, innanzitutto, che egli abbia rispettato tutti i doveri comportamentali imposti dalla legge e dallo statuto; per esempio, un amministratore che, secondo lo statuto, ha l'obbligo di chiedere ai delegati informazioni ogni n mesi, se rispetta tale dovere egli.sarà esente da colpe in caso di errore dei delegati. Inoltre, tale amministratore, per essere totalmente tutelato dal punto di vista legale, deve comunicare, per iscritto, il suo dissenso all'interno del libro delle assemblee.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
173 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/04 Diritto commerciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiaraaamarc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto commerciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Scarpa Dario.