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Il Concilio Vaticano II e la libertà religiosa

Il CVII ha inteso considerare la chiesa nei suoi rapporti con l'esterni. La dichiarazione sulla libertà religiosa è certamente il documento di maggiore interesse per noi in quanto proclama che questa è un diritto assoluto e collettivo, pubblico e universale spettante agli uomini in quanto tali e prescindendo dalle loro intenzioni.

I principi conciliari sono sempre norme giuridiche che obbligano il legislatore ordinario a conformarsi ad esse. La chiesa ha creato con questa dichiarazione la premessa dottrinale, pastorale e giuridica per lo sviluppo del pluralismo. La dichiarazione è il risultato di ben 6 stesure. Nella prima stesura la libertà veniva identificata con il diritto di ogni persona di professare la sua religione secondo il dettame della sua coscienza, si individuano i vari gruppi. Unico limite è quello del bene comune. Nel frattempo sono arrivate molte osservazioni e dati.

osservazioni si è ricavato uno schema che si basa su 5 punti:
  • Una più chiara nozione di libertà religiosa;
  • Un'indicazione più esplicita del diritto delle comunità religiose;
  • Una limitazione del criterio di limitazione all'esercizio dei diritti;
  • Un'accentuazione dell'importanza della legge divina;
  • Un maggiore sviluppo degli argomenti a favore della libertà religiosa.

Per quanto riguarda il primo punto si precisa che il diritto alla libertà religiosa investe i rapporti intersoggettivi e mette in grado l'individuo di professare liberamente la propria religione sia in forma pubblica che privata. Viene poi spiegata la natura della comunità religiosa che trae origine dall'esigenza degli uomini di professare comunitariamente la propria vita religiosa. Viene escluso il diritto al proselitismo con l'uso di mezzi disonesti o inappropriati. L'autorità civile

è tenuta a favorire il formarsi delle condizioni sociali per favorire lo sviluppo integrale dell’individuo. Con la terza redazione la dichiarazione sulla libertà religiosa assurge a testo indipendente. Quiviene affermato che gli essere umani sono tenuti a cercare la verità in maniera religiosa e a seguirla ascoltando la propria coscienza. Viene inoltre introdotto il problema della libertà religiosa inerente alla famiglia. I genitori devono fare le scelte che ritengono migliori sulle scuole e gli altri mezzi educativi dei figli. Senza dubbio il Concilio Vaticano II riconoscendosi in una società pluralistica afferma il diritto alla coesistenza di diversi atteggiamenti religiosi ponendo come criterio fondamentale il diritto assoluto della religione cattolica e come criterio immediato pratico la pace pubblica. La chiesa cattolica pur rimanendo l’unica depositaria della vera religione, lascia spazio alle altre comunità religiose.

I PATTI

LATERANENSIFu data esecuzione con la legge 810 del 1929. Constano di un Trattato con cui si risolse laquestione romana, si istituì lo Stato del Vaticano con tutte le guarentigie economiche,giuridiche e territoriali; un Concordato che regola le condizioni della Chiesa e della religionein Italia. Dopo il Concordato si parlerà di uno Stato confessionale perché cattolico è unaspecies del genus confessionista.Per quanto riguarda le norme ricordiamo: il matrimonio cattolico, l’insegnamento religiosonelle scuole, l’esenzione dei chierici dal servizio militare, l’assistenza religiosa presso le forzearmate, le festività religiose.Lo Stato italiano riconosce una posizione di preminenza alla religione cattolica in quantocomune alla maggioranza degli italiani.Una nuova fase della relazione tra stato e chiesa ci fu nel 1948. Il fenomeno religioso qui èdisciplinato dagli art 3 e 7che regola i rapporti tra stato e chiesa e l’art 8 chedefinisce le posizioni di tutte le confessioni religiose. L'art 7 afferma che lo stato e la chiesa sono ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani, i rapporti sono regolati dai patti lateranensi e dunque la modifica dei patti richiede un procedimento di revisione costituzionale. Le norme del concordato rappresentano un limite alla competenza legislativa del Parlamento e la conformità del diritto interno alle norme del concordato è condizione di legittimità. Nuovi orientamenti si avranno con il concilio vaticano II con il progressivo spostamento dell'attenzione della chiesa sulla chiesa come realtà sociale, istituzionale giuridica, alla chiesa come Corpo Mistico di Cristo. Tale rinnovamento presuppone i concetti di società perfetta, diseguale e gerarchica e afferma quelli di comunione, missione, servizio. Il concilio ha sottolineato i principi della autonomia e della cooperazione ma in ogni caso la Chiesa non rinuncia a cambiare il mondo a sua.immagine e somiglianza. I patti del 1984 si sono posti come obiettivo di superare la situazione di stallo determinatasi per effetto del riconoscimento costituzionale. Però mentre gli accordi del 1984 sono la fedele applicazione delle direttiva del Concilio Vaticano II in tema di rapporto tra stato e chiesa, il Concordato del 1929 appariva in più punti derogatorio dei principi che ispiravano lo jus publicum eclesiasticum externum del tempo. Ciò perché la chiesa del tempo doveva trattare con un ordinamento di tipo totalitaristico. Oggi il concordato è un mezzo per risolvere problemi di interesse comune e favorire la missione della chiesa e l'autonomia dello stato. Il procedimento di revisione del concordato avviene attraverso fasi distinte. Per prima cosa c'è un dibattito all'interno dell'assemblea costituente italiana, il richiamo all'art. 7 garantendo la pace religiosa deve essere letto promessa e premessa di un aggiornamento.

dellenorme pattizie. La modificazione dei Patti accettata da entrambe le parti non richiede procedimento di revisione cost. secondo lo stesso art. 7. Un secondo momento va ricercato nelle riforme degli anni 60 e 70. Un terzo momento nelle indicazioni del Concilio Vaticano II nei rapporti tra stato e chiesa.

LA CONDIZIONE GIURIDICA DEGLI EBREI A ROMA

Non si può negare che una martellante predicazione abbia radicato l'idea dell'ebreo avido, suicida e infido. I padri della Chiesa indicavano la sinagoga come officina del demonio, Nel 70 d.C. lo stato ebraico si dissolse sotto i colpi di Roma che sostenne che Israele era stata distrutta perché non aveva riconosciuto il Messia e l'aveva fatto morire in croce.

La rivoluzione francese fecero crollare quelle barriere di discriminazione, il secolo dei lumi mise alla berlina l'oscurantismo cristiano e i costumi e i riti delle comunità ebraiche. Ebrei e cristiano vennero accomunati. Con la rivoluzione gli ebrei

si sentivano cittadini come gli altri, sposarono la causa della rivoluzione francese e soprattutto gli ebrei romani, le cui condizioni erano pessime, ne sostennero i principi. Ma fu solo con l'unità d'Italia che gli ebrei romani ottennero la tanto agognata emancipazione. Dopo una estenuante discussione nel 1791 l'equiparazione giuridica degli ebrei venne riconosciuta con decreto ma in Italia la cosa appariva forzata. Con la rivoluzione francese l'opposizione al Papa assunse forme più concrete soprattutto dopo che nell'Italia settentrionale i francesi avevano liberato gli ebrei. Il governo pontificio emanò una serie di disposizioni che aggravarono le condizioni degli ebrei di Roma. Le campagne di Napoleone fecero sì che gli ebrei ottenessero la liberazione e gli ebrei romani cominciarono a intessere relazioni con lo stesso governo di Parigi. Il governo della repubblica intanto per aizzare la folla contro gli israeliti diffondeva dichiarazioni.

Dell'intento della Francia di far diventare Roma capitale del futuro impero giudaico. Con l'ingresso delle truppe francesi a Roma, però, tutte le leggi e le consuetudini particolari relative agli ebrei vennero eliminate, in cambio di questo furono, però, costretti a pagare delle contribuzioni assai elevate. Nonostante le contribuzioni la vita del ghetto migliorò ma tale felice situazione cessò nel 1799 con l'arrivo dei napoletani che cmq durò breve tempo. Tornarono i francesi ma l'entusiasmo degli ebrei andò scemando a causa delle sempre più onerose richieste contributive. Napoleone da un lato voleva allontanarli dal commercio del denaro, dall'altro tendeva ad inserirli come francesi nella compagine dello stato. L'intento di Napoleone era che gli ebrei si sentissero completamente francesi e convocò un'assemblea a cui parteciparono 111 ebrei, all'assemblea a cui furono sottoposti dei quesiti le

cui risposte tesero a compiacere l'imperatore, seguì il gransinedrio con l'intento di dare maggiore valore dottrinale alle tesi sostenute dagli ebrei facendo attribuire valore di legge. Durante il periodo napoleonico la situazione degli ebrei in Italia migliorò, le libertà e l'emancipazione furono senza precedenti, nonostante le incongruenze e limiti di una legislazione spesso in contrasto con la tradizione ebraica. Dopo la caduta di Napoleone le grandi potenze cancellarono ogni traccia del periodo napoleonico, ebbe inizio la Restaurazione che per gli ebrei significò essere nuovamente privati di ogni diritto civile e politico: si riformarono i ghetti, si impedì di possedere immobili, di frequentare scuole pubbliche. In Italia la condizione fu variegata, negli stati del nord vi fu una certa tolleranza, nello stato pontificio gli ebrei erano ricaduti sotto il giogo di una legislazione persecutoria. Con il rientro a Roma di Pio VII, costretto

In esilio da Napoleone, la situazione peggiorò ulteriormente: gli studenti ebrei furono cacciati dalle università, le porte del ghetto si chiusero.

Nel 1815 una delegazione di ebrei andò a Roma a chiedere di conservare i diritti di cui avevano goduto nel periodo francese. Il cardinale Consalvi cercò di andare loro incontro ingiungendo agli organi che dipendevano da lui di usare una certa moderazione.

La situazione peggiorò quando diventò Papa Leone XII, egli disprezzava gli ebrei, ripristinò l'obbligo di ascoltare la predica di un sacerdote cattolico, venne richiamata la costituzione di Clemente VII sull'incapacità degli ebrei di possedere beni immobili, la miseria terribile tornò nel ghetto.

Gli ebrei si unirono alle sette facendosi propugnatori di quei moti insurrezionali che formarono il tessuto del Risorgimento italiano.

Dopo la morte di Leone XII vi fu il brevissimo pontificato di Pio VII, dopo la sua morte.

Venne eletto Papa Gregorio XVI. Il suo pontificato ebbe un carattere conservatore, gli ebrei romani riuscirono a ottenere qualche concessione ma in definitiva non vi furono grandi cambiamenti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
28 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/11 Diritto canonico e diritto ecclesiastico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Canonico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria o del prof De Gregorio Faustino.