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Le Agenzie

Si tratta di fattispecie eterogenee accomunate sotto il profilo nominalistico. Si riferiscono a figure strutturate come veri e propri enti pubblici oppure ad organismi senza personalità giuridica dotati di un'ampia autonomia organizzativa.

Questa formula è stata molto utilizzata nel linguaggio politico dato che avendo un significato incerto ognuno poteva utilizzarla come preferiva.

Il termine è indefinito anche nell'ordinamento statunitense, infatti secondo la definizione contenuta nel Federal Administrative Procedure Act per "agency" si intende qualunque autorità di governo diversa dal Congresso e dalle Corti.

Anche se vi è l'impossibilità di definire delle caratteristiche certe delle agenzie l'analisi delle diverse figure evidenzia la sussistenza di alcuni elementi che ricorrono. A riguardo assume maggior rilievo il carattere dell'attività. Le agenzie svolgono infatti compiti di:

  • ricerca
  • regolamentazione
  • controllo
  • amministrazione
consulenza;- programmazione;- pianificazione;- coordinamento;- raramente anche di gestione.Si caratterizzano anche per il contenuto tecnico e specialistico delle attività svolte.Nell'esercizio di tutte queste funzioni le agenzie utilizzano degli strumenti privatistici.Inoltre, sono sottoposte alla vigilanza del ministro competente che nomina i membri dell'organodirettivo. Sotto il profilo procedimentale invece le agenzie sono sottoposte a direttiva e controllo dello stesso ministro che approva gli atti fondamentali.

I MODELLI MISTI PUBBLICO-PRIVATO

La soddisfazione degli interessi a protezione necessaria può essere rimessa anche agli organismi che oscillano fra discipline privatistiche e pubblicistiche.A volte i pubblici poteri scelgono di avvalersi dei modelli organizzativi che sono nella disponibilità dei privati, un esempio sono le società per azioni che, in ragione dell'efficacia che hanno per la cura degli interessi privati, vengono formattate utilizzando tag html.

utilizzate in sostituzione degli apparati amministrativi tradizionali. Altre volte invece i pubblici poteri interagiscono con figure soggettive private la cui finalità e organizzazione sono determinate dalle stesse ma la cui attività garantisce la soddisfazione di interessi a protezione necessaria. Invece, nel caso degli enti pubblici la soddisfazione dell'interesse si concretizza nella necessità di esistenza dell'ente. In questi casi la soddisfazione dell'interesse si ha attraverso una serie di misure di regolazione, finanziamento e controllo che lasciano impregiudicata l'esistenza della figura soggettiva che resta rimessa alla volontà dei componenti. ATTIVITÀ AUTORIZZATIVE (attività che si è sviluppata a seguito dei processi di liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici, volta a garantire la protezione dell'interesse degli utenti e le finalità di interesse generale connesse ai servizi erogati in)regolamentazione specifica e deve quindi valutare caso per caso le misure da adottare per tutelare l'ambiente. ATTIVITÀ AUTORIZZATIVE Le attività autorizzative sono quelle per le quali è necessario ottenere un'autorizzazione da parte dell'amministrazione competente prima di poterle svolgere. Questo tipo di attività richiede un controllo preventivo da parte dell'amministrazione per verificare che siano rispettate tutte le norme e i requisiti previsti dalla legge. L'autorizzazione può essere concessa o negata a seconda delle valutazioni dell'amministrazione. ATTIVITÀ DISCREZIONALI Le attività discrezionali sono quelle per le quali l'amministrazione ha la possibilità di scegliere tra diverse opzioni in base alle circostanze. Questo significa che, pur essendo previste dalla legge, non esiste una regolamentazione specifica che stabilisca in modo dettagliato come l'amministrazione debba agire. L'amministrazione ha quindi una certa discrezionalità nel prendere decisioni in base alle situazioni concrete che si presentano. È importante sottolineare che, anche nelle attività discrezionali, l'amministrazione deve comunque rispettare i principi generali di legge e agire in modo coerente con gli obiettivi e i fini previsti dalla normativa di riferimento.

La cornice di norme in quanto il legislatore non riesce sempre a stare al passo con i rapidi avanzamenti scientifici e le problematiche che ne derivano. L'amministrazione, quindi, si trova ad affrontare da sola questioni controverse come per esempio decidere se vietare oppure non vietare la diffusione di organismi geneticamente modificati oppure se vietare o meno la commercializzazione di prodotti alimentari.

In tutti questi casi la decisione dell'amministrazione deve essere presa a seguito di un'analisi degli elementi di fatto a sua disposizione che deve anche indicare nella motivazione.

La scelta che opera l'amministrazione nell'esercizio di un potere autoritativo è una scelta discrezionale.

Alla fine del XIX secolo la DISCREZIONALITÀ DELL'AMMINISTRAZIONE indicava una sfera del potere amministrativo sottratto al sindacato del giudice. Invece, tra il XIX e il XX secolo, con l'elaborazione della nozione di atto amministrativo, la

discrezionalità è diventata un carattere necessario dell'atto e diventa quindi giuridicamente rilevante.

L'atto amministrativo discrezionale è lo strumento attribuito dalla legge con cui l'amministrazione persegue i propri fini.

Inoltre assume rilievo il controllo giurisdizionale che può essere attivato dal privato a tutela dei propri interessi contro la pubblica amministrazione.

In pratica, l'essenza della discrezionalità si ravvisa nella ponderazione degli interessi da parte dell'amministrazione. Tra questi interessi vi è:

  • l'interesse pubblico che è definito primario e che viene affidato alle cure specifiche dell'autorità decidente;
  • gli altri interessi coinvolti considerati secondari e che possono avere sia natura pubblica sia natura privata.

Ad esempio: se il ministero dell'ambiente tutela l'ambiente come interesse primario, assumono rispetto ad esso la qualificazione di interessi.

primario. Questo processo di ponderazione degli interessi è fondamentale per garantire un equilibrio tra le diverse esigenze della società e per prendere decisioni informate e responsabili. Nel contesto delle attività produttive, ad esempio, possono sorgere conflitti tra lo sviluppo economico e la tutela dell'ambiente. È compito delle istituzioni valutare attentamente i pro e i contro di ogni scelta e cercare di conciliare al meglio gli interessi in gioco. Lo stesso vale per la costruzione di opere pubbliche, la caccia e la pesca, e la circolazione stradale. Le amministrazioni monofunzionali, che si occupano di un solo interesse pubblico, hanno un campo di azione più definito e il loro obiettivo è facilmente deducibile dal loro nome. Al contrario, le amministrazioni polifunzionali, che si occupano di più interessi pubblici, devono fare riferimento alle norme che stabiliscono le loro competenze per determinare il loro ambito di intervento. In conclusione, la ponderazione degli interessi pubblici è un processo complesso che richiede una valutazione attenta e imparziale. È importante considerare sia gli interessi primari che quelli secondari e cercare di trovare un equilibrio che soddisfi al meglio le esigenze della società nel suo complesso.primario.Quando la discrezionalità conferita all'amministrazione è particolarmente ampia si pone un problema di compatibilità con il principio di legalità. Il provvedimento che l'amministrazione può adottare in questi casi formalmente è tipico MA è sostanzialmente atipico in quanto indefinito nel contenuto oppure nei presupposti che giustificano l'adozione.Il problema di compatibilità si pone in riferimento ai provvedimenti extra ordinem e cioè alle ordinanze contingibili e urgenti che legittimano l'amministrazione ad adottare delle misure eccezionali per far fronte alle situazioni di emergenza.Per esempio, l'Art. 54 comma 4 del d.l. n° 267/2000 afferma che "il sindaco adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e lasicurezza urbana". In questo caso l'amministrazione ha un margine di discrezionalità molto alto sotto un dupliceprofilo: - nell'individuazione del presupposto per l'esercizio del potere come, per esempio gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana; - nell'individuazione del contenuto dell'atto, per esempio l'atto motivato al fine di prevenire ed eliminare i pericoli. Le norme e la giurisprudenza hanno definito i limiti delle ordinanze di necessità ed urgenza: - devono essere motivate; - devono rispettare la Costituzione, i principi generali dell'ordinamento e le norme primarie coperte da riserva di legge assoluta; - devono avere un carattere temporaneo legato al permanere della situazione contingente; - devono essere strumenti residuali e cioè la situazione di emergenza non deve poter essere risolta con provvedimenti ordinari previsti da una qualsiasi norma. La discrezionalità

viene associata all'idea della insindacabilità poiché la scelta, per legge, compete all'amministrazione e il giudice non può sostituirsi a quest'ultima senza violare il principio generale della separazione dei poteri.

Il principio di insindacabilità è stato interpretato dalla giurisprudenza in modo talmente tanto rigoroso da determinare delle lacune nella tutela dei privati contro gli atti della P.A. e per questo è stato ampliato il controllo giurisdizionale sulla discrezionalità dell'amministrazione per assicurare una maggiore tutela ai privati e la giurisprudenza ha elaborato degli istituti che sono poi stati formalizzati dal legislatore:

Un esempio è quello dell'obbligo di motivazione la cui violazione veniva sanzionata dal giudice sotto forma di fattispecie sintomatica dell'eccesso di potere. Questa scelta riduce in maniera significativa il rischio di arbitro e di sviamento del potere dei suoi fini.

tipici. La stessa erosione della insindacabilità degli atti della P.A. si è avuta anche con la nozione di attopolitico. L'Art. 31 del T.U. delle leggi sul Consiglio di Stato è stato trasfuso nell'Art. 7 c.p.a. e sottrae al controllo del giudice amministrativo gli atti e provvedimenti emanati dal Governo nell'esercizio del potere politico. La nozione di atto politico indica l'atto che risponde a due requisiti necessari, uno soggettivo e l'altro oggettivo: - sotto il profilo soggettivo: l'atto deve provenire da un organo preposto all'indirizzo e alla direzione della cosa pubblica al massimo livello; - sotto il profilo oggettivo: l'atto si caratterizza per essere libero nei fini perché riconducibile alle scelte in materia di costituzione, salvaguardia e funzionamento dei pubblici poteri. La giurisprudenza ha progressivamente svuotato questa nozione riducendo l'insindacabilità degli atti a pochissimi casi.trazione. Gli atti di alta amministrazione sono quegli atti che riguardano decisioni di particolare rilevanza e impatto per la collettività, che vengono adottati da organi politici o amministrativi di alto livello. Tali atti sono caratterizzati da una maggiore discrezionalità e autonomia decisionale rispetto agli atti di ordinaria amministrazione. La giurisprudenza e la dottrina hanno elaborato una serie di criteri per individuare gli atti di alta amministrazione. Tra questi criteri vi sono la natura politica dell'atto, la sua portata generale e l'interesse pubblico che esso coinvolge. Inoltre, gli atti di alta amministrazione sono spesso soggetti a un controllo giurisdizionale più rigoroso rispetto agli atti di ordinaria amministrazione. La nozione di atti di alta amministrazione è stata introdotta per limitare l'ambito degli atti politici, al fine di garantire una maggiore tutela dei diritti dei cittadini e una maggiore trasparenza e responsabilità nell'azione amministrativa.
Dettagli
A.A. 2021-2022
102 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher raf.iannozzi1997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Amministrativo I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Cardi Enzo.