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FATTO CHE AD ESSI FACCIA RIFERIMENTO IL PROVVEDIMENTO
FINALE
la regola vale sia per gli atti vincolati che per quelli discrezionali.
in base al provvedimento si interpreta la motivazione in via elastica.
i provvedimenti più particolari sono quelli concorsuali (aggiudicazione di
un contratto, concorsi di avvocato ecc)
l’obbligo di motivazione, secondo giurisprudenza, è conforme al
paradigma normativo con la semplice attribuzione di un punteggio
perché il voto,secondo queste persone, è in grado di sintetizzare tutte le
valutazioni, motivazioni, osservazioni…
qui si confrontano due esigenze di rango costituzionale: la
trasparenza\imparzialità e l’istanza di buon andamento della pubblica
amministrazione con efficacia\economicità. la logica è quella della
rapidità dell’agire amministrativo che in questo caso concreto sembrano
cozzare.
la posizione mediana è stata raggiunta dal consiglio di stato e da una
parte della giurisprudenza di primo grado che ha cercato di conciliare le
due esigenze ritenendo sufficiente per soddisfare l’art 3 di imparzialità il
punteggio numerico ma solo ed esclusivamente se
accompagnato\preceduto da una attività di autolimite della pubblica
amministrazione. cosa significa? la pa rispetta l'obbligo di motivazione
se prima ha predeterminato i criteri per decidere, se prima ha limitato la
sua discrezionalità ed ha imbrigliato il suo giudizio concreto. ma quindi
come? fissando e rendendo pubblici i criteri di un numero rispetto ad un
altro.
4. la motivazione postuma
è una motivazione che interviene ex post dopo il provvedimento. viene
avallata da amministrazione e giurisprudenza. si ritiene ammissibile 93
fornire dinanzi al giudice la motivazione che il privato ha impugnato e
secondo questa buona parte della giurisprudenza, questa facoltà in capo
alla pubblica amministrazione esiste sia per gli atti amministrativi
vincolati sia anche per quelli discrezionali. il privato che non conosce la
ragione e impugna, si sente dire che la ragione viene emessa in quel
momento.
la facoltà della amministrazione di dimostrare in giudizio che il
provvedimento sia corretto cioè che un provvedimento vincolato, un
provvedimento senza contenuto diverso il fatto che la pa dica per la
prima volta in giudizio le motivazioni dell’agire e del decidere fa si che la
decisione sia legittima e che il privato si arrangi. 94
18 aprile 2018
la perfezione del procedimento
la perfezione è un procedimento controintuitivo. spesso l’atto è perfetto
quando esiste. l’atto perfetto è semplicemente qualcosa che sia
riconoscibile come provvedimento amministrativo.
perché un atto sia perfetto bastano gli elementi essenziali che
consentono di riconoscere che un documento sia un provvedimento (ex.
di esproprio).
di norma il concetto di perfezione presuppone che l’atto arrivi a
compimento di un procedimento. il provvedimento è quasi impossibile
che esista prima di un procedimento amministrativo.
vi deve essere presenza di elementi essenziali che permettono di
distinguere l’atto.
ex. l’atto scritto ma non formato è come se non esistesse.
ex2. a volte i provvedimenti mancano del contenuto dispositivo, di
azione.
ci sono degli elementi essenziali.
241\1990 nella versione modificata del 2005
si indica come cause di nullità la carenza di elementi essenziali.
l’atto imperfetto è nullo e privo di effetti
l’atto invalido, se supera la soglia degli elementi essenziali, non è nullo
in automatico ma è annullabile. potrebbe essere in potenza annullabile.
in pratica l’atto valido è sicuramente perfetto ma l’atto invalido potrebbe
non essere nullo ma annullabile
l’atto perfetto è efficace? no, semplicemente esiste ma non c’è sicura
coincidenza.
l’atto, ad esempio, può essere esito di gravissime carenze
procedimentali.
ex. non ha chiesto un parere di un organo tecnico importantissimo. il
provvedimento è affetto da annullabilità. il procedimento produce effetti
(sì, anche se invalido) ma si espone alla sanzione dell'annullabilità ma
l’annullabilità presuppone o un ricorso ad un giudice o che la pubblica
amministrazione ci ripensi. 95
fino a quando non era codificata la nullità, la dottrina non ne parlava
proprio.
ex. il rettore impazzisce e scrive decreti di esproprio. il decreto non ha
nessuna forza
idem se il procuratore di milano scrive degli atti per bergamo.
non c’è competenza (o territoriale o di scopo ecc…)
ci sono atti emanati da una autorità territoriale che valgono in tutta italia
(prefetto con patente, motorizzazione, agcom…)
esiste il controllo preventivo di legittimità. ex. atti del consiglio dei ministri
che sono sottoposti a controllo preventivo della corte dei conti. l’efficacia
è, quindi, differita.
gli atti del diritto amministrativo perfetti non sono sempre subito efficaci
anche per due effetti
gli atti generali → ex. il piano regolatore riguarda tutti ma è un
1. provvedimento generale.
gli atti sono efficaci una volta pubblicati sull’albo pretorio e una
volta trascorsi i 15 giorni (una sorta di vacatio legis)
2. atti individuati, atti con cui la pa chiede ad un soggetto di tenere un
certo comportamento. ma sono atti recettizi oppure no?
gli atti recettizi sono gli atti i cui effetti si pongono quando l’atto è
conoscibile dal destinatario. in questo caso non è necessaria la
conoscenza del destinatario perché l’atto sia efficace.
l’art 21 bis (norma del 2005) ci dice in sostanza che tutti i provvedimenti
limitativi della sfera privata acquistano efficacia con la comunicazione al
destinatario. in pratica producono effetti da quando ho dato condizione di
conoscere al soggetto. vi sono due eccezioni. l’atto con finalità cautelare
sono immediatamente efficaci senza conoscibilità e, ad eccezione degli
atti sanzionatori, la pa potrebbe motivare ed inserire una clausola di
efficacia immediata precedente la comunicazione.
cosa si oppone all’idea che il provvedimento retroagisce
la legge non dispone che per l’avvenire (art.5 preleggi)
Nessuno può essere sottoposto a processo né punito se non in virtù di
una legge entrata in vigore anteriormente al fatto commesso e con la
pena da essa prevista (art.25 cost) 96
in più si aggiunge semplicemente il buon senso per avere certezza del
diritto.
tendenzialmente si pensa che la irretroattività si imponga solo per
sanzioni penali anche se si occorre ammettere che l’art.25 dalla
689\1981 viene traslata.
due ipotesi
retrodatazione → per dare attuazione ad una sentenza si deve
- collocare gli effetti in momento precedente.
- se c’è una sentenza che dice che un provvedimento è
illegittimo nel frattempo i riconoscimenti che offro ad un
soggetto illegittimo deve restituirli? l’annullamento è difficile
che siA TOTALMENTE RETROATTIVO.
Si usa spesso il faro defecto fieri nequit per motivare il
mancato totale effetto retroattivo
- e l’irretroattività disposta dalla pubblica amministrazione? vale ma
solo se ha unicamente effetti positivi per il destinatario.
e se avviene in corso d’opera?
c’è la proroga e il provvedimento deve essere durevole nel tempo.
prorogo gli effetti. l’efficacia non è istantanea ma è durevole.
è rilevante anche l’istituto della sospensione.
novità della legge madia: l’atto non può essere sospeso per più di 18
mesi e si può fare per efficacia cautelare (sospetto che l’atto possa
essere illegittimo\revocabile…)
talvolta (ex. abbatti l’immobile abusivo,allontanati dallo stato) un
provvedimento legittimo è immediatamente esecutivo, non posso
lasciare intercorrere un termine.
e se il privato non lo fa?
tra privati, per la coazione si deve passare da una attività giurisdizionale.
l’amministrazione non è detto. 97
il diritto amministrativo ha una fattispecie unilaterale, che si realizza solo
per la volontà della pubblica amministrazione. 98
23 aprile 2018
omissis ritardo treno
…
inizialmente vi era solo annullabilità, trascorso un certo tempo diventa
inattaccabile il provvedimento per quanto lontano dalla legge.
negli anni 30 si diceva anche che le assunzioni pubbliche enza concorso
erano nulle di diritto ma il giudice aveva interpretato questa nullità come
annullabilità.
di nullità non si poteva parlare dei provvedimenti amministrativi.
in quanto annullabilità poteva essere fatta valere solo da soggetti
specifici in tempi stretti.
a partire dagli anni ‘90 abbiamo una serie di pronunce a livello
giurisprudenziale (tar\ consiglio di stato) che, in maniera del tutto
creativa, avendo riconosciuto la possibilità di individuare provvedimenti
amministrativi nulli quando l’atto era talmente grave da poter essere
nullo senza dover sottostare a specifiche procedure e soggetti legittimati
all’annullamento.
in base al vizio che viene in rilievo si parla di diverse procedure.
il legislatore interviene sulla 241\1990 inserendo nel 2005 l’art 21\
septies che,in pratica, ricalca le giurisprudenza, e riconosce 4 ipotesi in
cui il provvedimento amministrativo può essere nullo.
quando?
1. quando mancano caratteri fondamentali
2. se viziato da incompetenza assoluta
3. se è adottato in violazione o elusione di giudicato
testuali → i casi definiti dal legislatore.
4. in caso di nullità
sono ipotesi tassative non ampliabili dalla giurisprudenza. sono ipotesi
ritenute particolarmente gravi. sono ipotesi in cui si sovverte la logica
della annullabilità.
il consiglio di stato nel 1911 esplicita le ragioni per cui la nullità si
concilia malissimo con la base, le fondamenta del diritto amministrativo.
il diritto amministrativo non la ammette perché , se fosse ammessa (sì,
99
#sbatti anche dei casi esplicitamente già previsti dal legislatore), si
produrrebbe una conseguenza esorbitante:la gran parte delle norme
pubblicistiche (adottate nel pubblico interesse) sarebbero sempre
denunciabili e non ci sarebbe uno spartiacque di tipo temporale. si
vanificherebbe l’efficacia del termine per ricorrere.
l’art 21\septies introduce altre ipotesi.
il legislatore non definisce cosa sia il provvedimento e non definisce i
suoi elementi essenziali. gli elementi essenziali sono frutto di
elaborazione giurisprudenziale\dottrinale con tutti i problemi che
l&rs