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Storia dell'interesse giuridico
Nel nostro ordinamento esiste un giudice amministrativo, ma non è sempre stato così. Nel 1865 il legislatore attribuì tutte le controversie che coinvolgevano le pubbliche amministrazioni alla giurisdizione del giudice ordinario. Un unico giudice per l'amministrazione e per i privati, come avveniva in altri ordinamenti. Sempre nel 1865 infatti viene anche abolito il contenzioso amministrativo, istituito da Napoleone. Questa legge del 65 tuttavia non ha avuto la fortuna che i riformatori speravano, perché il giudice ordinario investito di questo potere ne fece un uso molto timoroso, e dovendo decidere di tutelare i poteri civili e politici del cittadino anche nei confronti dell'amministrazione diede una lettura molto diversa del diritto. Dunque il giudice negava giustizia perché non c'era situazione giuridica da tutelare quando egli giudicava del contenzioso amministrativo. Ed ecco che allora nel 1889
con la Riforma Crispina fu istituita la quarta sezione del consiglio di stato con funzioni giurisdizionali, viene reintrodotto quindi un giudice amministrativo che doveva decidere degli interessi di individui e di enti morali giuridici che fossero stati lesi da un provvedimento amministrativo. E questo ha portato all'individuazione di una categoria diversa dai diritti soggettivi, cioè gli interessi legittimi. All'inizio è identificata come la pretesa del cittadino leso da un provvedimento amministrativo alla legittimità dell'azione amministrativa, cioè per chiedere che l'amministrazione agisca legittimamente, che può anche sacrificare il mio interesse privato, ma solo se legittimamente usato. Più avanti si afferma l'idea che sia semplicemente un interesse procedurale in quanto attribuisce solamente il potere di agire in giudizio, chiedendo l'annullamento dell'azione che ha lesato.Il suo interesse. Le situazioni soggettive di diritto assicurano sempre una tutela piena, ma questo non vale per l'interesse legittimo, poiché l'interesse privato può essere sacrificato per l'interesse pubblico, ma questa violazione è ammessa solo se è legittimo, cioè solo se esso coincide con l'interesse pubblico (io licenziato illegittimamente potrò ottenere tutela solo se dimostro che davvero sono stato licenziato in modo illegittimo).
Questa concezione processuale è una concezione che ha a lungo caratterizzato il nostro ordinamento, ma oggi non si può pensare che l'interesse legittimo sia solo questo, si può dire che è il nucleo originario ma poi è qualcosa di più di un mero strumento procedurale. Non si può negare che anche gli interessi legittimi abbiano anche natura sostanziale e non solo procedurale formale.
Dire che l'interesse legittimo è un interesse
attraverso il superamento del concorso. In altri casi, il bene della vita può essere più difficile da individuare, ma comunque esiste. Ad esempio, se un'azienda decide di costruire una fabbrica vicino alla mia abitazione, il bene della vita potrebbe essere la tutela della mia salute e del mio ambiente di vita. Il concetto di interesse legittimo è strettamente collegato al concetto di bene della vita. Si tratta di un interesse che è riconosciuto come legittimo dalla legge e che può essere fatto valere nel corso del procedimento amministrativo. Ad esempio, se un'azienda richiede un'autorizzazione per costruire una fabbrica, io, come cittadino che vive nelle vicinanze, posso far valere il mio interesse legittimo a tutelare la mia salute e il mio ambiente di vita. In conclusione, il concetto di interesse legittimo e bene della vita sono fondamentali nel contesto del procedimento amministrativo. Essi rappresentano la possibilità per i cittadini di partecipare attivamente e difendere i propri interessi nel corso del procedimento, garantendo così una maggiore trasparenza e giustizia nell'azione amministrativa.attraverso l'esercizio del potere amministrativo. Quindi il bene della vita sotteso all'interesse legittimo è innanzitutto l'utilità nale, ma la dottrina e la giurisprudenza hanno con il tempo individuato altre utilità, che possiamo definire strumentali. Si tratta di utilità che vivono nel procedimento amministrativo, sono funzionali al conseguimento di altre, ma hanno acquisito valore anche in modo autonomo (ex valore del tempo, è accessoria ma importante). È possibile distinguere due tipologie di interessi legittimi se si considera il diverso rapporto che intercorre tra cittadino e amministrazione: - interessi legittimi oppositivi: l'interesse legittimo si trova con un'amministrazione che esercita un potere riduttivo della propria sfera giuridica e il privato vuole conservare la propria situazione di vantaggio (eliminazione di una cosa abusiva). Voglio raggiungere qualcosa che già mi appartiene. Rapporto dicontrapposizione.- interessi legittimi pretensivi: il cittadino può ottenere un vantaggio solo attraverso l'esercizio del potere (costruire una nuova casa), deve essere autorizzato. Voglio raggiungere qualcosa che mi apparterrà solo dopo l'esercizio del potere. Rapporto di collaborazione.
CARATTERI DELL'INTERESSE LEGITTIMO
Sono quelli elementi che consentono di distinguere l'interesse legittimo dagli interessi del cittadino in quanto tale. L'interesse legittimo per fare ciò deve essere:
- un interesse qualificato —> si ha quando l'interesse è anche solo indirettamente tutelato da una norma giuridica. L'interesse legittimo deve essere previsto da una norma, altrimenti è un interesse di mero fatto.
- un interesse differenziato —> l'interesse legittimo non è di tutti, ma riconosciuto in capo ad un soggetto che ha con l'amministrazione un rapporto particolare.
diverso da quello che può avere il cittadino in quanto tale. Si suppone che tra il cittadino e l'amministrazione vi sia stato un contatto. Presuppone che vi sia un bene autonomo a godimento individuale suscettibile di autonoma tutela (ex quando faccio un concorso, l'interesse legittimo è solo di coloro che partecipano).
Gli interessi di usi sono riconosciuti genericamente ad una collettività, ad una comunità, non ad un soggetto unicamente individuabile e il loro oggetto è genericamente un bene, materiale o immateriale, non esclusivo, cioè non suscettibile di un godimento esclusivo (ex ambiente). Il bene in questione è non rivale (pubblico) in quanto l'uso da parte di un soggetto non ne impedisce l'uso da parte di un altro, e non escludibile, nessuno può essere escluso dall'utilizzo.
Questi interessi hanno acquisito nel tempo una rilevanza giuridica e hanno avuto nel tempo il riconoscimento di una tutela.
Attraverso la costituzione di quelli che sono de niti entiesponenziali di quell'interesse, rappresentativi di quell'interesse, che hanno fatto di un interesse di uso un interesse proprio (ex associazioni ambientali). Grazie a ciò l'interesse di uso diventa una sorte di interesse legittimo di quell'ente.
Interessi di usi
Sono quegli interessi privi del carattere della differenziazione in quanto sono interessi comuni ad una pluralità di soggetti, sono generalmente interessi che riguardano beni comuni, beni non frazionabili e non suscettibili di divenire proprietà del singolo cioè di divenire beni di esclusivo godimento di un soggetto. Per questo loro carattere essi non fanno capo ad un soggetto individuale, semmai può essere istituita una formazione autonoma che li rappresenta nella misura in cui però la formazione sociale non è organizzata e quindi non c'è un soggetto esponenziale di questi.
interessi degli utenti di un determinato servizio pubblico. Questi interessi collettivi possono essere tutelati attraverso azioni legali o amministrative, al fine di garantire il rispetto e la salvaguardia degli stessi. È importante sottolineare che gli interessi collettivi non devono essere confusi con gli interessi individuali. Mentre gli interessi individuali riguardano una singola persona, gli interessi collettivi coinvolgono un gruppo più ampio di individui che condividono una determinata preoccupazione o necessità. La tutela degli interessi collettivi può avvenire attraverso diverse modalità, come ad esempio la promozione di leggi specifiche, l'attivazione di azioni di sensibilizzazione e mobilitazione sociale, o ancora attraverso la partecipazione attiva dei cittadini nella gestione delle questioni di interesse collettivo. In conclusione, la tutela degli interessi collettivi è fondamentale per garantire il benessere e la qualità della vita di una comunità, e richiede un impegno condiviso da parte di tutti i membri della società.partiti politici. Questi gruppi che sono variamente organizzati sono delle comunità più piccole, ben definite e possono essere portatrici di interessi di quella categoria. Gli interessi collettivi consistono nella somma di una pluralità di interessi omogenei che sono espressione dei bisogni imputabili ad una singola e determinata categoria. Gli interessi collettivi hanno una dimensione specifica diversa dagli interessi di usi in quanto sono espressione di un gruppo ben individuato e autonomo che si è dotato di una organizzazione stabile, e per questo l'ordine professione che è l'organizzazione stabile che rappresenta l'interesse collettivo, può agire in giudizio per la tutela dell'interesse collettivo medesimo a tutela di tutta la categoria.
Esempio: quando è divenuta obbligatoria la mediazione e sono stati adottati dei regolamenti amministrativi che disciplinavano la mediazione attribuendo la
quali ca di mediato-re anche a soggetti non abilitati ad esercitare la professione forense, anche a non avvoca-ti, l'ordine degli avvocati ha impugnato questo regolamento a tutela dell'interesse colletti-vo della categoria. L'interesse collettivo è la somma degli interessi omogenei di un gruppo individuato e distinto da quello dell'ordinamento generale, esso trova tutela nella misura in cui esiste una organizzazione stabile che da espressione e tutela questi interessi. La tutela degli interessi collettivi ci aiuta a capire come progressivamente anche gli inte-ressi di usi hanno trovato una tutela sia davanti al giudice sia davanti alla stessa P.A. ecioè è avvenuta una sorta di soggettivizzazione dell'interesse di uso, e cioè il fenomeno che ha portato a riconoscere la piena tutela di interessi di usi è stata l'istituzione di enti esponenziali rappresentativi dell'interessi di uso, diventa un interesse imputabile ad un soggetto collettivo capace dili individui è un elemento fondamentale per comprendere il funzionamento delle istituzioni democratiche. Infatti, il potere non può essere esercitato in modo arbitrario o autoritario, ma deve essere legittimato dalla volontà popolare. Nel contesto democratico, il potere è distribuito tra diversi organi e istituzioni, come il governo, il parlamento e il sistema giudiziario. Ognuno di questi organi ha il compito di esercitare il proprio potere in modo responsabile e nel rispetto delle leggi e dei diritti fondamentali dei cittadini. Il procedimento attraverso il quale il potere viene esercitato è regolato da norme e procedure che garantiscono la trasparenza e l'equità delle decisioni prese. Ad esempio, nel processo legislativo, le leggi vengono discusse e approvate dal parlamento, che rappresenta la volontà popolare. Inoltre, il sistema giudiziario ha il compito di garantire l'applicazione corretta delle leggi e di tutelare i diritti dei cittadini. Tuttavia, è importante sottolineare che il potere non può essere esercitato in modo assoluto o illimitato. Esistono dei meccanismi di controllo e bilanciamento che limitano l'azione dei singoli organi e istituzioni. Ad esempio, il potere esecutivo è soggetto al controllo del parlamento, che può revocare la fiducia al governo in caso di abusi o violazioni della legge. In conclusione, il potere nelle istituzioni democratiche è un elemento centrale per il funzionamento dello Stato, ma deve essere esercitato nel rispetto delle regole e dei diritti dei cittadini. La soggettivizzazione dei singoli individui è fondamentale per garantire la legittimità e l'equità delle decisioni prese.