Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 68
Dinamiche industriali Pag. 1 Dinamiche industriali Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dinamiche industriali Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dinamiche industriali Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dinamiche industriali Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dinamiche industriali Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dinamiche industriali Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dinamiche industriali Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dinamiche industriali Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dinamiche industriali Pag. 41
1 su 68
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L’ENTRATA DELLE IMPRESE

Quali sono gli effetti dell’entrata sulla competizione ?

Modelli diversi predicono effetti dell’entrata sulla competizione molto diversi

Threat→Gli incumbent , se minacciati da potenziali entranti , possono tentare di

scoraggiarli mediante annunci riguardanti comportamenti futuri (minacce)

ES. Minaccia di aumentare le quantità prodotte in modo da abbassare i prezzi di

mercato ed erodere i margini ( P-CV) in modo da inficiare la redditività della potenziale

entrante , rendendo la sua curva di costo inefficiente , ed impedendole l’ingresso sul

mercato (Barriera all’entrata)

ES2. Nel caso del monopolio , il monopolista può potenzialmente minacciare “qualsiasi

cosa “ . Nel caso in cui, nonostante la minaccia , il nuovo entrante arrivi sul mercato , la

nuova condizione ottima di equilibrio risulterebbe inevitabilmente quella di un

“Duopolio di Cournot”. Il monopolista , divenuto ormai oligopolista , qualora optasse

per la scelta razionale , dovrebbe adeguarsi alla nuova condizione di equilibrio

oligopolistico , abbassando i prezzi .

→LA CREDIBILITA’ DELLA MINACCIA, risulta dunque essere la variabile più rilevante

all’interno del processo di “Minaccia nei confronti dei potenziali entranti “

Vi sono 2 scuole di pensiero :

1. Alcuni predicono che la semplice minaccia di ingresso pone un freno al potere di

mercato

2. Altri predicono che i potenziali competitors hanno un effetto molto limitato sulla

competizione ,e che solo le imprese che entrano di fatto influenzano il mercato

Molte teorie hanno diverse predizioni sulle conseguenze dell’entrata

Per distinguere tra queste diverse teorie è necessario un modello empirico di entrata 43

IL MODELLO DI BRESNAHAN E REISS (1991)

Domanda: Quali sono gli effetti dell’ entrata sulla competizione?

Analisi che fa inferenza sull’entità del livello di competizione del mercato mettendo in

relazione il numero di imprese entranti (N) con la dimensione del mercato (S) 44

45

46

47

Conclusioni Bresnahan e Reiss

-La competizione successiva all’entrata aumenta ad un tasso che decresce con il numero

di incumbents già presenti nel mercato

-Gran parte dell’aumento di competizione si ha con l’entrata della seconda e terza

impresa→L’effetto competitivo dell’entrata avviene rapidamente

-Una volta che il mercato è composto da 3-5 imprese , l’entrante successiva ha un

effetto molto limitato sulla condotta competitiva

FATTI STILIZZATI SULL’ENTRATA

• L’entrata è un fenomeno comune

Molte imprese entrano annualmente in gran parte delle industrie, i tassi di

entrata(numero di imprese entranti/somma di imprese entranti e imprese già

presenti nel mercato ) sono molto più alti dei tassi di penetrazione di

mercato(valore aggiunto nuove imprese/valore aggiunto totale del settore)

• Entrata e uscita sono correlate positivamente

Entry/exit sono parte di un processo continuo di cambiamento, in cui un gran

numero di imprese nuove sostituisce un altrettanto gran numero di imprese più

vecchie : a fine di ciascun periodo il n tot di imprese attive non cambia di molto

• Il tasso di sopravvivenza delle imprese entranti è molto basso (meno del 50%

dopo sei anni)

Le imprese che entrano con successo, possono impiegare più di 10 anni per

raggiungere la dimensione media del settore

• L’entrata ex novo è più comune ma meno di successo dell’entrata per

diversificazione

ENTRY EX-NOVO ENTRY PER DIVERSIFICAZIONE

Liability of Newness Brand awareness

No brand awarness Legittimità

No legittimazione Clienti

Liability of smallest competitors

No economie di scala fornitori

No visibilità istituzioni

No conoscenza fornitori comunità finanziaria

Poca penetrazione mercato 48

• I costi di aggiustamento penalizzano l’entrata con dimensione iniziale elevata e le

imprese con alti tassi di penetrazione

Biggadike(1976) ha esaminato l’esperienza di 40 entranti per diversificazione negli

usa anni 60-70. La gran parte di queste imprese ha sperimentato perdite maggiori

durante i primi 4 anni dovute a grandi costi di marketing e R&D. Quelle che hanno

ottenuto un aumento della quota di mercato erano imprese caratterizzate da

dimensione iniziale molto modesta, mentre coloro che hanno perso quote di

mercato erano di dimensione iniziale molto grande

• Le differenze nell’entrata tra diversi settori non persistono a lungo

La gran parte della variazione totale nell’entrata tra settori e nel corso del tempo,

è una variazione all’interno del settore (within industry variation ) e non una

variazione tra settori (between industry variation)

• L’entrata è lenta a reagire a profitti elevati

Alla base di questo risultato potrebbe risiedere un’incongruenza tra profittabilità

di settore ed entrata.

Si osserva che: I pattern di entrata sono molto simili tra settori diversi

I TASSI DI ENTRATA: I pattern di entrata sono molto diversi nel tempo

I livelli di profittabilità cambiano molto da settore a settore

PROFITTABILITA’

DEI SETTORI I livelli di profittabilità sono stabili nel tempo

Le differenze di profittabilità tra settori sono stabili e persistenti, indicando che la

gran parte della variazione di profittabilità tra settori e nel corso del tempo è una

between industry variation.

Invece, l’entrata varia di più nel corso del tempo e le differenze nei tassi di

entrata tra settori non durano a lungo ( within industry variation)

Ciò significa che l’entrata è caratterizzata da molta più within industry variation

dei profitti , cioè le differenze dei profitti tra settori sono relativamente stabili nel

corso del tempo , mentre le differenze nei tassi di entrata non persistono a lungo

La conseguenza di questa incongruenza è che le correlazioni tra entrata e

profittabilità media di settore saranno deboli e instabili nel corso del tempo.

Per spiegare la profittabilità sarà necessario identificare delle caratteristiche dei

mercati che varino tra settori ma non nel corso del tempo(es. barriere all’entrata)

Per spiegare l’entrata bisogna identificare caratteristiche che varino nel tempo

ma non necessariamente tra settori

Anche le Barriere all’entrata sono poco correlate con entrata 49

Sono alte in gran parte delle industrie. L’evidenza empirica suggerisce che al

necessità di pubblicità e raccolta di capitali , come anche le economie di scala ,

sono importanti barriere all’entrata . I tassi di profitto attesi che stimolano

l’entrata variano tra settori (dall’8% a 20%) , sono molto elevati.

Di conseguenza , i tassi di entrata possono difficilmente essere spiegati con le

misure tradizionali di profittabilità e barriere all’entrata. Sembra che essi siano

spiegati più da variazioni transitorie (cioè variabili nel tempo) di fattori

inosservati.

• I tassi di entrata variano nel tempo e sono più alti negli stadi iniziali del ciclo di

vita dei settori

Gort and Klepper(1982) esaminano questo fenomeno studiando 46 prodotti negli

USA per tutto il loro ciclo di vita. Gran parte di questi mercati ha sperimentato

una rapida entrata, successivamente un livellamento per poi iniziare una fase di

contrazione.

-La durata di ogni singola fase del ciclo di vita è diversa da prodotto a prodotto

Ciò significa che l’unica cosa che può cambiare è l’ampiezza delle porzioni di piano relatice a

ciascuna fase

-Tuttavia la morfologia del percorso del ciclo di vita di ogni prodotto rimane invariata

→Il pattern del ciclo di vita è uguale per qualsiasi tipologia di prodotto. 50

IL MODELLO DEL CICLO DI VITA DI ABERNATHY AND UTTERBACK

-Cambiamento tecnologico come processo di cambiamento <esogeno>

-Sopravvivenza e capacità di adattamento (analogia evolutiva )

-Innovazione come “risposta creativa” al cambiamento

Perché le grandi imprese falliscono ?

Es. made in Japan : Sony,toshiba,sharp

• Cambiamento tecnologico incrementale e radicale : cambio di paradigma

tecnologico

• Le innovazioni lungo il paradigma tecnologico e fuori dal paradigma

• Il fattore organizzativo

Il paradigma tecnologico è un insieme di conoscenze , sia tacite sia codificate,

comprendente nozioni scientifiche , procedure di ricerca e di operazionalizzazione

connesse alla nascita e allo sviluppo di una determinata tecnologia , e funziona come

modello condiviso per una comunità di pratica (ingegneri,scenziati) coinvolta nella

soluzione dei problemi che emergono nel normale progresso di una tecnologia.

(Concetto introdotto da G.Dosi)

L’inerzia organizzativa

Tendenza dell’organizzazione ad opporsi al cambiamento(mantenere lo status quo) ai

diversi livelli, non sfruttando quindi la possibilità che da questo provengono uscendo

dalla comfort zone e potendo entrare in una più grande opportunità di sviluppo

DISCONTINUITA’ TECNOLOGICHE E L’INNOVAZIONE DI ROTTURA

Abbiamo le cd. INNOVAZIONI A GRAPPOLI

Rispetto al modello di A&U, nella realtà si osserva che l’innovazione procede per salti:

- i grappoli di Schumpeter

L’introduzione di innovazioni modifica le condizioni di base del sistema e produce crisi che possono essere locali

o globali. Nel primo caso si parla di distruzione creativa: le imprese introducono innovazioni localizzate che

alterano le condizioni di funzionamento dei loro concorrenti, fornitori e consumatori nei loro specifici mercati.

Se il flusso di innovazioni è regolare, continuo e distribuito in modo simmetrico nel sistema e nel tempo, la

distruzione creativa produce un effetto diffuso di instabilità locali, ma non si verificano condizioni generalizzate

di crisi. Quando invece la distribuzione temporale e regionale delle innovazioni è caratterizzata dalla formazione

di grappoli di innovazioni radicali che comportano la trasformazione dell’intero sistema produttivo, si possono

produrre crisi di portata globale. Secondo Schumpeter, accanto al flusso continuo di innovazioni minori che si 51

presenta in modo fluido e regolare si deve riconoscere la formazione di nuovi sistemi tecnologici che invece

assume carattere ciclico. La distribuzione dei grappoli di innovazioni radicali che portano alla formazione dei

nuovi sistemi tecnologici è irregolare nel tempo e nello spazio geografico. La loro gestazione avviene nel pieno

della crisi economica e la loro introduzione produce una fase di rapida crescita ed euforia anche finanziaria. Gli

innovatori guadagnano enormi profitti, le imprese innovative crescono rapidamente e i loro prodotti

conquistano

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
68 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ToroSeduto14 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Dinamiche industriali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Rullani Francesco.