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DINAMICA
DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE
1o Principio della Dinamica (o I legge di Newton):
Un osservatore S si dice inerziale se di un punto materiale isolato (P.m.) misura accelerazione nulla, qualunque sia l'istante t in cui effettua tale misura e qualunque sia lo stato cinematico (P.p) del punto nell'istante t.
Gli osservatori che di un punto materiale isolato misurano accelerazione nulla, sono quelli in quiete o che si muovono di moto traslatorio rettilineo uniforme. Questi sono osservatori inerziali e l'insieme di tali riferimenti possiamo considerarli come punti isolati.
PRINCIPIO DI RELATIVITÀ GALILEIANA:
osservatori inerziali che eseguono esperienze meccaniche in condizioni sperimentali identiche (stesso sistema materiale, stesse condizioni iniziali) trovano risultati identici. Tali esperienze non consentono quindi a due osservatori inerziali di accertare il proprio moto relativo.2o Principio della Dinamica:
Possiamo considerare la forza come un vettore applicato ad un punto materiale (P.m.), a cui si dà la qualifica di materiale per distinguerlo semplicemente da un punto geometrico per la sua capacità di essere soggetto a forza.
Una forza può essere intesa come una funzione vettoriale del tipo F(P, P', E) dipendente dalla posizione, dalla velocità e dal tempo, e risulta essere una grandezza fisica che ha la capacità di produrre un'accelerazione del punto materiale a cui è applicata, se questo non è vincolato (o se non ci sono vincoli che impediscono il movimento lungo la sua retta d'azione).
Da qui si deduce il 1o Principio della Dinamica (I legge di Newton):
F = m a(P)
dove l'accelerazione di un punto materiale (approssimazione fisica) subisce un'accelerazione proporzionale alla forza applicata e inversamente proporzionale alla sua massa.
Si ricorda che la massa, in fisica, è quella grandezza fisica associata ad un corpo, che si oppone al moto o a variazioni del moto del corpo stesso.
3o Principio della Dinamica: Se consideriamo un sistema isolato costituito da due punti materiali (P1, m1), (P2, m2), questi hanno la capacità di scambiarsi reciprocamente due forze aventi stesso modulo, stessa retta d'azione, ma verso opposto. Tali da costituire una coppia di braccio nullo.
- Si dice che le forze (P2 - F1), (P2 - F2) siano introdotte siano l'una la reazione dell'altra.
1) Oss.: matematicamente il lavoro è espresso dall'integrale di una forma differenziale:∫γ
∫t(1)t(0)L(t) = ∫t(0)tW(t) dt = L(t) fornisce
un integrale primo del moto dell'equazione mx = F.
Occorre però osservare che in generale è possibile
scrivere tale relazione soltanto se è noto il moto di γ.
Se più semplicemente si suppone che (P, m) sia soggetto
a un CAMPO DI FORZE F = F(P) (funzione della sola
posizione) è possibile calcolare l'integrale
∫γtdp = L solo se è nota la curva γ, anche
se non è necessario conoscere il moto di γ.
1) Se consideriamo la forza come funzione della
sola posizione
F = F(P) = F1x + F1y + F2z
e tenendo conto che lo spostamento infinitesimo del punto P
può essere scritto come:
dP = (dx, dy, dz)
Il lavoro compiuto sul punto P (come integrale della forma
differenziale):
L = ∫γF(P) ⋅ dP = ∫γ(Fxdx + Fydy + Fzdz) = U(x1, y1, z1) - U(x0, y0, z0)
(e può anche variare nel tempo -> esempio di un disco che
ruota su una guida orizzontale nel cui centro di massa è concetrata
una molla di richiamo; di concetrata in un altro punto fisso. Sicuramente
l'energia potenziale associata al campo Gravitazionale non varie nel
tempo)
Esempi di Campi Conservativi
Campo Costante (o Campo Uniforme)
Un campo costante è del tipo F(P) = F0
dove la funzione vettoriale che esprime la forza
è costante in direzione modulo e verso, per cui è
esprimibile come un campo di vettori tutti paralleli tra
loro (diciamo campo e non sistema perché il numero
di vettori è illimitato)
Assunto il vettore e che esprime direzione e verso
del campo vettoriale, un campo costante può essere
scritto nella forma
-F(z) = ρe |⟶ | se ⟨ e ∥ Ẑ ⟩
per cui:
U = ∫F∘e dp = ρ∫∘ e.dp = ρ∫dp = ρ∫dz = ρ[z]zFz0 :
= = U(zF) - U(z0)
(solitamente associamo U(z0) = 0 ; e.dp esprime la componente lungo
z)zFz0
ovvero
Wφ = λ(t) ∇φ · V = -λ(t) dφ/dt : vincolo semplice
Wφ = ∑i=1s λj(t)∇φi · V = -∑i=1σ λi(t) dφi/dt : vincolo doppio
Detta ovvia ne consegue che il lavoro della reazione
applicata da un vincolo liscio è nullo per qualunque moto
dell'm compatibile col vincolo stesso se e solo
se il vincolo è fisso.
Se il vincolo è liscio ma mobile Ṽφ ≠ 0 , ma Wφ ≠ 0 →
⇒ considerare l'ascensore
Per tanto il teorema delle forze vive per un punto
materiale vincolato che in generale si scrive
T = WF + Wφ
( WF = ∫ F · V ) nel caso di vincoli fissi e lisci si
riduce a
T = WF
In quest'ultimo caso se la forza direttamente applicata F
è conservativa è ancora valido l'integrale primo di
conservazione dell'energia [ T + V = cost ] ( che data
la presenza di vincoli é soltanto consigliabile la sua scrittura
in funzione dei parametri lagrangiani )
oss: in evidenza il fatto che anche un sistema vincolato
può essere un sistema conservativo